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martedì 5 maggio 2009
Roberto Andreoli
Chiuderlo a breve.
Enrico Campedelli
«L’idea di smantellare il campo nomadi e creare diverse microaree è assurda». (Fonte: Gazzetta di Modena del 30 Aprile 2009)
Giliola Pivetti
Frazionamento immediato del campo nomadi (Gazzetta di Modena del 25 aprile 2009)

8 commenti:

carpizeronove ha detto...

Inserita risposta di Campedelli alla Pivetti

Giliola Pivetti ha detto...

Però che dialettica questo Campedelli...
Questa mia idea, definita assurda, funziona a Modena, a Firenze e in molte altre città. Piccole aree non moltiplicano il problema, ma lo riducono. Una piccola area qualificata viene data in concessione,il capofamiglia firma un contratto che stabilisce tutti i suoi impegni, le utenze sono intestate a lui,se non rispetta gli impegni viene espulso e paga perfino una quota di manutenzione dell'area. Dove amministrano seriamente riescono a fare questo.Inoltre una piccola area subisce un controllo sociale anche da parte dei cittadini confinanti, che non temono di entrarci come invece succede adesso.
Ma Campedelli non ha nulla di che preoccuparsi,se sarò sindaco io dimostrerò che la mia idea funziona, se sarà sindaco lui ci terremo quel meraviglioso campo nomadi che abbiamo adesso.
E dunque perchè si scalda tanto?
Giliola Pivetti

Unknown ha detto...

Da cittadina che abita vicino al campo, scippata una volta e bici rubate n°2, credo che la propotsa delle micro aree a Carpi non possa funzionare, nessuno le vorrebbe e in più il campo di Carpi è già una microarea se paragonata a standard di altre città, infatti ricordo che vi abitano solo 54 persone.
La soluzione è quella di una maggiore responsabilizzazione delle famiglie che vi abitano.
In ogni caso mi sembra davvero strano che chi lo abbia permesso oggi dica di smantellarlo....
Stefania Gasparini, candidata PD

werther cigarini ha detto...

Complimenti Stefania, che argomenti intelligenti! Copiare da L. Borsari non ti fa onore. A parte il fatto che Giliola è entrata in Giunta nell'85 e non c'entra nulla con l'installazione del campo nomadi in via N.Ponenente, che la decisione è del '75 (sindaco Onorio Campedelli)e che io (oggi candidato a nulla) sono stato eletto Sindaco nel '77 e ho solo dato seguito a una decisione già presa e a un iter ampiamente avviato...a parte tutto ciò, stiamo parlando di decisioni di oltre 30 anni fa!! Quando eri appena nata e Carpi era tutt'altra cosa, quell'area era ai margini della città. Oggi è di fronte al Borgogioso, di fianco al campo di atletica e alla D. Pietri, a due passi dalla zona industriale:cioè dentro la città! Un pezzo di terzo mondo dentro la "bella" città! Se inchiodre qulcuno a ciò che ha fatto o detto non dico 30, ma 10 o anche meno anni fa è legittimo, allora molti dirigenti del tuo partito dovrebbero tacere per sempre e l'amabile L. Borsari sparire dalla circolazione:invece si candida ad amministrare con voi. Werther Cigarini

Anonimo ha detto...

Scusate, ma perchè mai dovrebbe essere più corretto spostare il campo nomadi IN PERIFERIA o IN CAMPAGNA? Volete forse dire che noi CITTADINI CARPIGIANI che abitiamo in zone periferiche di campagna abbiamo meno valore dei cittadini che abitano in centro e che i nomadi non li vogliono? Per quale motivo a noi dovrebbe star bene ospitare campi nomadi dietro a casa? Perchè per migliorare il centro si deve peggiorare la periferia? Non vi sembra che le aree più periferche di campagna siano già abbastanza trascurate? Qualcuno può, per cortesia, pensare anche a noi!!! Grazie

Giliola Pivetti ha detto...

“Ma le microaree non sarebbero più di due, visto che le famiglie di via Nuova Ponente sono due, sia pure allargate. Ed è più facile reperirle in campagna – e di campagna ce n'è ancora tanta, anche isolata – che in periferia o in centro, anche perché se debbono comprarsele loro (o il Comune che poi gliele potrebbe affittare) il costo di un terreno agricolo è molto inferiore a quello di uno edificabile. Quello che secondo me rende preferibile questa soluzione è la responsabilizzazione delle famiglie: area loro, bollette loro, manutenzioni loro”.
Giliola Pivetti

Giovanni Taurasi ha detto...

Abito in centro, però concordo pienamente con "Anonimo" sulla questione del campo nomadi. Messa nei termini riportati dalla stampa si rischia solo di scaricare la questione sulla periferia o sulle frazioni, già penalizzati in altro modo. Io mi ricordo bene le assemblee di più di una decina di anni fa nelle frazioni per proporre le microaree e le polemiche che ne seguirono. Non se ne fece ovviamente nulla. Diciamolo francamente, chi, abitando in un’abitazione sperduta in frazione, accetterebbe che venisse collocata una microarea di fianco al suo giardino? Siamo tutti affetti dalla sindrome Nimby, Not In My Back Yard, ovvero ‘non nel mio cortile’ e certo la convivenza di fianco a un campo nomadi non è semplice. Negli anni scorsi si affrontò la questione un po' alla volta. Oggi al campo, con tutti i suoi problemi da risolvere, vi sono molti meno residenti in seguito all’uscita di quei 3 o 4 nuclei famigliari. I dati citati da Roberto Andreoli mi sorprendono e mi riservo di verificarli. Io ricodo che tra la metà degli anni novanta e il 2004 (dopo non sono più stato consigliere e dunque sono poco aggiornato) si lavorò per favorire e sostenere la fuoriuscita dal campo delle famiglie che volevano acquistare terreni o abitazioni. Il campo scese, vado a memoria, da circa un centinaio ad una sessantina. Fu un lavoro fatto con le famiglie che dimostrarono interesse ad uscire dal campo. L’idea di trasferirli d’imperio in altre aree produce una ghettizzazione dei nomadi, assolutamente da evitare se crediamo che siano possibili politiche per integrarli.
E poi sul tema delle periferie sono ulteriormente d’accordo con “Anonimo” perché credo che esse debbano essere ulteriormente qualificate. Indubbiamente in questi anni il centro storico è migliorato moltissimo e sono stati fatti investimenti importanti. Nel corso del prossimo mandato io penso si debba avere maggiore attenzione per la periferia cittadina, i quartieri e le frazioni. A partire dai collegamenti ciclabili.

Paolo Pettenati ha detto...

Ciao, io per vari motivi e per persone terze sono stato a stretto contatto coi nomadi e ho fatto parte anche dell'opera nomadi tempo fa e anche se anch'io ultimamente sono meno informato e non ho dati demografici conosco un pò la questione.
E' stato molto buona la politica di portare negli appartamenti molti nomadi con aiuti e garanzie sui mutui da parte del comune ed è da continuare anche se mi sembra li abbiamo portati negli altri comuni (mi sembra Novi)e non nel nostro.
In secondo luogo, come sostenevo tempo fa quando se ne parlava, fino a che non vanno tutti nelle case, è fondamentale dividere i nomadi in microaree: questo perchè si dividono le varie famiglie che sono più autonome, sono più responsabilizzate (si danno diritti e doveri)e sono anche più facilmente controllabili. Inoltre sono più ghettizzate in quell'unico campo che sparsi in tutta la città, in quanto sono meno costretti a stare insieme.
Poi se si fa in centro o in periferia(collegamenti della periferia problema comunque da risolvere) non so ma ci sono e da qualche parte vanno messi, fastidio lo possono dare anche dove sono adesso. Bisogna che il comune sia rigoroso nel far rispettare doveri ma anche che il cittadino si prenda resposnabilità. Non sono per una politica assistenziale ma per dare la possibilità al povero (non di soldi ma di mentalità) di promuoversi se no il problema non si risolve.
Spero di aver esposto chiaramente la mia semplice opinione poi può darsi che non sia più ben informato.

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