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giovedì 7 maggio 2009
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L'armata di Campedelli "stringe" le altre liste - Due delle sue per ognuna degli avversari
Carpi - Dal 6 maggio scattano i fatidici trenta giorni dal voto e la campagna elettorale entrerà nel vivo. Non che finora sia stata sonnacchiosa: tutt'altro. L'attesa delle Amministrative 2009 passerà alla storia come una delle più effervescenti e vivaci da una sessantina di anni a questa parte, con alcuni schieramenti in campo fin dagli ultimi giorni di marzo e con un crescendo mai visto di appuntamenti, presentazioni, scambi di bordate attraverso comunicati e blog, mentre un largo ricorso ai manifesti di grande formato sta facendo conoscere simboli e volti di candidati.
***
Il motivo per il quale una simile effervescenza (di clima, se non proprio per numero di liste, finora 12 come nel voto precedente, e di candidati, due in meno di cinque anni fa, sempre al 5 maggio) si stia registrando nell'anno del Signore 2009 e non prima? A ben vedere, ce ne sono due, uno di forma e uno di sostanza. Il primo si lega al contemporaneo irrompere sulla scena delle persone, piuttosto che dei simboli con il loro carico di valori e ideologie, e dei mezzi di comunicazione più idonei a interpretarne i messaggi: foto, manifesti, inserzioni sugli organi di stampa, spot e tanto web, non solo a gestione diretta dei candidati, ma anche in forma di siti di confronto (esemplare il caso di carpizeronove.blogspot.com) messi a disposizione da qualche tecnico di ottimo mestiere. Un antesignano di tutto questo fu, in tempi ancora pre-informatici e paleo-berlusconiani, il compianto Beppe Lopetrone che, da artista, già nel 1994 aveva intuito su quali strade si stesse avviando anche la politica locale.
***
Il motivo di sostanza, invece, è tutto politico. L'eterna transizione post Prima Repubblica espressa anche con il voto del 13 giugno 2008 ha scompaginato a tal punto le carte, ha trasformato così a fondo il panorama politico del Paese a partire dalle due grandi fusioni di Pd e PdL da rendere plausibili alleanze - cattolici con ex diessini, socialisti e repubblicani, ancora cattolici con post comunisti ed ex diessini, ambientalisti con comunisti tuttora in servizio, ex missini con autonomisti - un tempo inimmaginabili. E da far apparire concreta perfino la prospettiva, impensabile solo nel 2004, di un ricambio della classe dirigente a Carpi. Non importa stabilire se la prospettiva sia o meno fondata oggettivamente: è sufficiente che in tanti la ritengano a portata di mano. E molto più di quanto non apparisse con le rassegnate candidature di testimonianza di cinque anni fa. A ben vedere è proprio nella voglia di cambiare che si stanno esprimendo le opzioni avverse a quella del Sindaco uscente: che vuol dire, poi, cambiare la dirigenza sotto il profilo dei modi, non privi di qualche cedimento all'arroganza, e delle proposte, in molti casi ripetitive, prive di scosse innovatrici e frutto di abitudini amministrative e punti di vista sulla città pressoché inamovibili.
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Il fatto è che il grande serbatoio elettorale costituito dal 64,23 per cento che nel 2004 ha sospinto Enrico Campedelli sulla poltrona più importante di palazzo Scacchetti appare oggi attraversato da varie tensioni. Molte dipendono da fattori esterni a Carpi e risiedono nel travaglio seguito all'invenzione di un partito, il Pd, che ha perduto via via consensi, tanto fra gli ex diessini quanto, soprattutto, negli ambienti cattolici. Senza contare che i voti portati a Campedelli dagli alleati e dal cosiddetto "valore aggiunto" dell'ex Unione sorta nel nome di Romano Prodi oggi figurano dispersi e difficilmente catalizzabili. E' la stessa preoccupazione che ha spinto il Partito democratico e il Sindaco uscente a circondarsi di liste che sono altrettanti presidi di sicurezza, praticamente due per ogni schieramento avverso, secondo una singolare simmetria: il Pd e l'Italia dei Valori contro il PdL di Roberto Andreoli, ovviamente; ma anche Verdi, Comunisti italiani e Sinistra democratica contro La Lista di Deanna Guidi e la Carpi a 5 Stelle di Lorenzo Paluan, creata da Rifondazione e Coordinamento Beni comuni; e infine la lista civica di Miria Ronchetti come argine contro sia all'Alleanza per Carpi di Giliola Pivetti che alla tentazione dell'astensionismo. Che il tutto sia l'effetto di paura o di un sapiente calcolo strategico, la sostanza non muta: anche alla luce di quel che sta avvenendo a Reggio Emilia e in altre località emiliane, i primi a interrogarsi sulla tenuta del Pd sono gli stessi Democratici.
***
Segnali di nervosismo, del resto, provengono anche da settori che hanno sempre funzionato da solidi pilastri del sistema politico imperniato prima sul Pci e ora sul Partito di Davide Dalle Ave. Non si capirebbe altrimenti lo sdegnoso rifiuto (e le successive rampogne) opposto da Angelo Dalle Ave - parente? -, della Fiom Cgil, all'invito pervenutogli da un'operaia iscritta al sindacato e in lista con Alleanza per Carpi, a prender parte a un incontro fra Giliola Pivetti e alcuni operai metalmeccanici in cassa integrazione: invito accolto invece senza problemi dal collega della Cisl, Roberto Giardiello.
***
Sul versante della destra il tormentone della Lega Nord - con Andreoli o con un proprio candidato sindaco? - è finito: "Faremo i portatori d'acqua", constata malinconicamente Argio Alboresi, che dovrà adattarsi al ruolo di capolista di una lista di supporto al candidato unico di marca PdL. Si vedrà se ammainare la bandiera del Carroccio si tradurrà in una scelta vincente. Intanto, la lista PdL è stata fra le ultime a essere presentata (servizio nella pagina accanto). Resta l'incognita della Destra di Storace che continua a fare riferimento, a Carpi, a Ferdinando Ferretti e che, a livello nazionale, è confluita con l'Mpa di Raffaele Lombardo e l'Adc di Francesco Pionati. La decisione di presentare lista e candidato autonomi, comunque, è stata presa. La persona è un avvocato donna quarantenne, Elena Gemignani, che esercita a Modena ("Ma a Carpi conosco molta gente e la città ha diverse analogie con il capoluogo") e si dichiara legata all'Mpa di Lombard e "animalista". Il programma pare frutto di una mediazione fra i temi classici della destra ex missina (sicurezza, identità nazionale) e l'attenzione della candidata ai temi figli, scuola, lavoro tutela delle donne. In lista, fra gli altri, lo stesso Ferretti con la figlia Cecilia, Roberta Bussolari, Stefano Varetto, Massimo Tramontano. Si tratta ora di vedere se la raccolta delle firme andrà in porto. Flebili sono le possibilità di una lista Udeur per candidare a Sindaco Giuseppe Donatiello, mentre Claudio Boccaletti pare aver deposto ogni residua intenzione, se mai l'ha avuta, di tornare a mettere in pista La Tua Carpi.
***
Fotografata la situazione a bocce ferme, resta da dire delle dinamiche. La divaricazione fra il fabbisogno reale di case accessibili e gli esiti del boom edilizio appena trascorso è uno dei temi ai quali gli oppositori richiamano con più frequenza il Sindaco uscente. Che si rifugia nella promessa di un piano quinquennale per l'edilizia economica e popolare, mentre affida all'assessore Mirco Arletti la constatazione che il trend costruttivo è stato generale e non della sola Carpi.
Anche le spese per incarichi e consulenze e le modalità per affrontare le urgenze sociali in aumento, proprio mentre diminuiscono le risorse pubbliche, ricorrono di frequente nelle discussioni. Dalla pentola del dibattito spuntano poi idee e suggerimenti che segnalano un modo diverso di vedere le cose, rispetto al "pensiero unico" della maggioranza: un grande polmone verde a est della città al posto del Piano urbanistico già approvato (Andreoli); l'eliminazione della figura del Direttore generale e la fuoruscita dalle terre d'Argine se non si approda subito al Comune unico (Pivetti); l'obiettivo dell'autonomia energetica entro 15 anni sfruttando le sole energie rinnovabili e la strategia dei temporary store per schiodare l'immobilismo del commercio in centro (Paluan)... Pare entrato nell'ombra, invece, il tema del nuovo Ospedale, dopo che perfino il direttore generale dell'Ausl di Modena aveva provato a fare da sponda a Campedelli.
Altri argomenti spunteranno: ma, al di là della realizzabilità o meno di piani e progetti, c'è da rilevare una cifra notevole di attenzione a Carpi. Dove, come recita lo slogan della discussa campagna comunale di affissioni "...si vive bene". Ma dove, evidentemente, c'è anche chi ritiene si possa vivere meglio.
La Carpi swing di Andreoli - Il programma imperniato su snellimento, velocità e praticità
Presentata la lista del PdL. Fra i nomi di spicco, l'arciere Andrea Parenti Qualche ritorno, una conferma, fuori Tirelli e Barbi, molte facce nuoveCarpi - Sono trenta, dieci donne e venti uomini. Sono per lo più impiegate e impiegati, imprenditori, medici, assicuratori, liberi professionisti, pensionati e studenti, con un commerciante, un agricoltore, un operaio e uno sportivo di rango come Andrea Parenti, campione di tiro con l'arco. Molti fra loro sono attivi anche nel volontariato. Insieme, fanno la forza messa in campo dal Popolo della Libertà per sostenere la candidatura a Sindaco di Roberto Andreoli che ha presentato la lista lunedì scorso, all'Ne Patisserie et Culture di via delle Magliaie.
C'è qualche vecchia conoscenza come Franco Grassilli, socialista craxiano da sempre in rotta con la maggioranza lombardiana del partito di Carpi, prima che implodesse per via di Tangentopoli. C'è il ritorno di Claudio Diacci, già consigliere comunale per il Ccd nella legislatura 1995-1999. C'è la conferma di una berlusconiana della prima ora come Enrichetta Annovi, consigliera uscente. Ci sono due pilastri organizzativi del centro destra carpigiano, come Giuseppina Baggio, dell'ala approdata al PdL con Carlo Giovanardi, e Dino Pegoraro, l'ultimo segretario di Forza Italia prima della creazione del nuovo partito.
Nel gruppo sono entrati un immobiliarista affermato come Christian Losi, un imprenditore noto come Bruno Barletta, a capo del settore moda provinciale di Lapam, e un "guastatore" del Consiglio dell'Unione, spina nel fianco di Davide Baruffi anche nel Consiglio comunale di Soliera, che è Roberto Benatti, consulente aziendale. C'è anche qualche esclusione, di cui Andreoli ha voluto attutire il significato, rivolgendo proprio a loro il suo primo ringraziamento. E si tratta del consigliere uscente Massimo Barbi, a volte fustigatore e a volta acquiescente all'urbanistica "made in Arletti"; e di Leda Tirelli, sostituita per la quota An da tre nomi nuovi. Per il resto, si tratta di novità autentiche, molte anche di età e tutte in fatto di esperienze politiche, sicché risulta problematico stabilire i pesi e contrappesi utilizzati per bilanciare le componenti Forza Italia, Circoli della Libertà, An, ex Popolari di Giovanardi, ex Socialisti filo Berlusconi, come pure Andreoli dev'essere stato costretto a fare.
Il compito gli è stato comunque facilitato da una leadership che, a differenza di quanto avvenuto a Modena, nessuno qui si sogna di contestargli, soprattutto dopo l'opzione provinciale di Luca Ghelfi. Sicché il candidato PdL ha potuto lavorare incontrastato a uomini e programma. Che ha illustrato, insistendo molto sull'impronta della lista come "squadra del fare, nella famiglia, nel lavoro, nello studio e nel volontariato", all'insegna della concretezza che serve per governare una città dove ci si possa spostare più rapidamente (da cui la riproposizione del sottopasso a Cibeno, di nuovi parcheggi e di un nuovo collegamento con Modena); dove non si debba perdere troppo tempo per la burocrazia e si rimuovano le azioni che appesantiscono la vita (dal porta a porta all'Unione dei Comuni); dove ci siano meno spese inutili e prevalga la semplificazione (abolizione di Tosap e tassa sui passi carrai, impulso all'Adsl); e dove vengano riscritti i rapporti con la Fondazione, con i costruttori, a partire da Cmb, con volontariato e imprese. Pochi, e tutti imperniati sulle promesse non mantenute, i cenni polemici indirizzati al governo uscente. Ha infine definito il programma un "patto con i cittadini", più che l'espressione di un suo desiderio da Sindaco.
Quello comunque ce l'ha: "Che venga aperto un grande ristorante nel cuore della città", ha confessato.
LETTERE
La replica di Borsari a Cigaro, Nino e compagnia
Egregi Cigaro, Nino, Strillo e Pipòun, voglio metterla sul ridere, perché sareste da querela. Se attaccate le persone e non i loro programmi politici, significa che siete dietro a rincorrere con la Pivetti e non avete argomenti, se non l'astio e l'offesa personale.
Suppongo che Campedelli sia stato di vostro gradimento fino a quando nominava, o chi per lui, qualcuno di voi a ricoprire delle poltrone ben pagate ed oggi, che ne avete goduto i frutti, morsicate quella mano... O sbaglio? A volte dicono, a pensar male ci si prende.
Quanto a me, nessuno più di me è stato testimone diretto di quel degrado politico che covava e solo ora sta emergendo nella PdL (vedi nani e ballerine), per cui non ho più prestato la mia faccia, con relativa stima e credibilità personale, a quel tipo di politica, rinunciando ad un ruolo di vertice in un partito vincente.
Come allora voglio migliorare le cose e la politica amministrativa cittadina, perlomeno rispetto a ciò che abbiamo trovato.
Non a caso molte delle centinaia proposte fatte in tanti anni hanno visto ultimamente la loro realizzazione, specie con Campedelli.
Basta guardarsi attorno, la gente giudica ciò che vede.
E non tiratemi per la giacchetta, per accreditarvi; ho sempre e solo ricevuto delle offerte, sempre declinate, anche dall'Udc, ma ho deciso in tutta indipendenza di continuare con l'IdV-Di Pietro, nel segno di quello spirito che Mani Pulite suscitò nella gente nel '93-'94 e che travolse la prima repubblica corrotta e bancarottiera.
Peccato che non lo pubblicherai, come hai fatto con altre mie repliche, tipo sul campo nomadi...
Lorena Borsari,
capolista IdV - Carpi
***
Se abbiamo capito bene, le due ultime righe tirano in ballo questo giornale. Che ha sempre garantito il diritto di replica ad articoli o lettere che, come in questo caso, siano apparsi su Voce.
Ma non è tenuto a pubblicare tutti i comunicati stampa che gli pervengano, inviati anche agli altri organi di informazione e relativi ad argomenti di dibattito politico o altro.
La replica di Ronchetti a Cigaro, Nino e compagnia
Leggo su Voce la lunga lettera firmata Cigaro - Nino - Strillo (e Pipòun). Ma Giliola Pivetti non aveva affermato che non era contro nessuno? Che succede? Manda avanti chi ha ispirato e sostiene la sua lista senza mettersi in gioco in prima persona?
Questi signori si rivelano velenosi e presuntuosi, a tratti puramente offensivi, tanto quanto Imbeni è elegante e intelligente.
Tanto presuntuosi da immaginare che i lettori della Voce sappiano chi sono.
Non sanno che in politica la presunzione non paga? Non sanno che proprio la presunzione è fra le maggiori cause dell'attuale situazione della sinistra?
Non piacerà ma la nostra è una lista civica perché non vi entrano partiti né esponenti di partiti. Noi non siamo yes women o yes men. Siamo abituati a pensare con la nostra testa e lo dimostreremo, se gli elettori vorranno darcene occasione.
Per farla breve sorprende che coloro che per tanti anni hanno amministrato la cosa pubblica senza "agitare la palude" ora si prefiggano di "rompere il muro del conformismo e del continuismo" da loro stessi in larga parte costruito. Non sono però questi gli argomenti dei quali discutere: meglio rivolgersi a temi più alti della paura di perdere che, mi pare, traspare più dalle righe che sto commentando che non dal comportamento di Campedelli.
Noi non siamo quelli del no: no al nuovo ospedale, no alla nuova piscina e via dicendo.
Noi non promettiamo soluzioni miracolose, non abbiamo tutte le risposte ma ci impegneremo e vigileremo affinché non si abbassi la soglia di attenzione sui problemi che ci stanno a cuore e vengano ascoltate le istanze e le proposte dei cittadini.
Miria Ronchetti, Per Carpi 2009 Campedelli Sindaco - Carpi
Carpi, ultima seduta Consiglio comunale: resoconto fine mandato della Presidente
Martedì 5 maggio si sono concluse le attività del Consiglio comunale di Carpi per il quinquennio 2004-2009. La Presidente uscente del Consiglio Ada Menozzi ha letto la sua relazione di fine mandato e buona parte dei rappresentanti dei cittadini (molti dei quali dopo 5, 10 o addirittura 14 anni hanno in questa occasione terminato l’esperienza fatta nel civico consesso) sono intervenuti per salutare colleghi, assessori, personale comunale.
Una seduta decisamente diversa dalle altre dunque, nel corso della quale non di interrogazioni, variazioni di Bilancio o Piani particolareggiati si è trattato ma dove si è dato piuttosto libero sfogo a battute, riflessioni e un poco anche all’emozione del momento. Dopo la consegna a tutti i consiglieri e ai rappresentanti della Giunta uscente di una pregevole confezione di Aceto balsamico tradizionale dell’Acetaia comunale i presenti si sono dati appuntamento al Cfp Nazareno per la cena.
Riportiamo di seguito uno stralcio della relazione di fine mandato letta dalla Presidente Menozzi.
“La Legislatura 2004-2009 è stata molto intensa dal punto di vista istituzionale e delicata da quello politico, con avvenimenti, inediti per Carpi, che hanno riflettuto le tormentate vicende nazionali. Il Consiglio comunale giunto a scadenza è risultato sensibilmente diverso rispetto a quello risultato dalle elezioni del 2004: non tanto per il normale avvicendamento di alcuni consiglieri, quanto soprattutto per le modifiche dei Gruppi consiliari, vuoi per il cambio di nome, vuoi per l’unione di Gruppi diversi; o per l’uscita di Consiglieri dai Gruppi di provenienza, o per la loro adesione a partiti in origine non eletti. Il quinquennio 2004-2009 ha visto l’adozione di importanti atti deliberativi: tra i principali, la costituzione dell’Unione Terre d’argine ed il trasferimento ad essa di alcuni servizi e della Commissione Pari Opportunità; la trasformazione delle IPAB in ASP; le modifiche statutarie ed organizzative della Fondazione ex Campo di Fossoli; le norme sul risparmio energetico; gli atti riguardanti AIMAG… Su quest’ultimo tema, per la prima volta i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi nel settembre scorso con un referendum locale che, tuttavia, non ha raggiunto il quorum necessario. Lo stesso Palazzo Scacchetti è stato interamente rinnovato ed il Consiglio comunale è potuto tornare nella sua sede storica – completamente rimodernata – inaugurata nel 2005 dal Presidente emerito Oscar Luigi Scalfaro. In essa si sono tenute le celebrazioni per il 60° anniversario del Consiglio, della Costituzione e del voto alle donne. Vediamo qualche numero per spiegare meglio la mole di lavoro svolta dal civico consesso: 169 Consigli comunali, 235 sedute di Commissioni, 414 delibere approvate, 309 tra mozioni, interpellanze ed emendamenti presentati dai Consiglieri, 390 interrogazioni rivolte all’amministrazione. A parte pochissime eccezioni, la frequenza dei Consiglieri alle sedute è stata elevata; da sottolineare inoltre la partecipazione attiva, non solo di presenza, degli assessori. Il Consiglio comunale non è solo organo di dibattito e ratifica delle proposte della Giunta, ma anche luogo di ascolto diretto della città. 29 sono stati infatti i Consigli aperti e/o tematici, nei quali si sono dibattuti argomenti quali la pace, l’ambiente, gli anziani, la violenza alle donne, la crisi economica, ecc. La Presidenza del civico consesso ha stimolato la produzione di una piccola collana di quaderni della Presidenza del Consiglio, composta dalla Costituzione italiana, dallo Statuto cittadino, dal Regolamento consiliare, dalla sintesi ad uso scolastico di alcune nozioni di educazione civica, dagli opuscoli annuali riassuntivi di tutta l’attività dei Consiglieri. E’ stato valorizzato infine il Consiglio dei Ragazzi ed è stata istituita la prassi di inviare Costituzione e Statuto comunale ai diciottenni nel mese del loro compleanno, nonché quella di invitare le scolaresche nella sala consiliare per incontrare il Sindaco, la Presidente del Consiglio e il Difensore civico ed integrare, con lezioni “dal vivo”, le conoscenze di educazione civica e di diritto trasmesse a scuola. Complessivamente, nel quinquennio, sono stati raggiunti oltre 2.500 diciottenni e sono stati ricevuti in Municipio quasi 1.800 studenti di ogni ordine e grado, senza contare le scolaresche straniere in visita”.
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