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giovedì 14 maggio 2009
16:02 |
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VOCE
I giochi sono fatti: sei in lizza con 13 liste - Il lavoro della Commissione elettorale
Carpi - La Commissione elettorale circondariale presieduta da un funzionario della Prefettura e composta da una dirigente comunale e da tre membri designati dal Consiglio provinciale ha confermato, per le prossime elezioni comunali, l'ammissibilità di sei candidature a sindaco e di 13 liste di sostegno, collocate nella scheda come da fac-simile. Una delle cose che balzano agli occhi è l'ampio ricorso di alcune liste a nomi esterni a Carpi: lo si riscontra soprattutto per Comunisti italiani, Sinistra per Carpi, Verdi, La Lista, La Destra e Italia dei Valori. Qualche polemica ha accompaganto nei giorni scorsi anche la raccolta delle firme di sostegno a liste e candidati: secondo alcune testimonianze, ai banchetti del Pd molte firme sarebbero state apposte su moduli non contrassegnati da simboli di partito e utilizzate, secondo il fabbisogno, per l'una o l'altra delle sei liste del "blocco campedelliano".
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Se Enrico Campedelli si nega a un confronto fra tutti e sei i candidati a Sindaco sulla pubblica piazza o nel cortile del Castello. E se invece il confronto lo accetta - come ha fatto - nel caso in cui a organizzarlo siano l'Agesci (16 maggio), le associazioni artigiane, del commercio e della piccola impresa (18 maggio) e il settimanale Notizie (22 maggio), la conclusione è una sola, ha fatto notare Lorenzo Paluan, della lista Carpi a Cinque Stelle: "Evidentemente a Carpi, per avere la possibilità di assistere a un incontro fra tutti i candidati a Sindaco della tua città o sei un boy scout, o sei un imprenditore o non sei nessuno". Poteva aggiungere anche "o sei un lettore di Notizie", salvando - almeno loro - dalla categoria dei "nessuno".
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Il primo pensiero deferente di Giliola Pivetti nell'aprire la propria conferenza sulla sanità è stato per Maria Teresa Pesi, direttrice del Ramazzini, e per Claudio Vagnini, responsabile del distretto sanitario. Non perché fossero lì, ma perché avevano declinato l'invito, mentre erano accorsi la mattina di un giorno feriale a un'iniziativa elettorale di Enrico Campedelli sullo stesso tema. Dopo di che - affiancata da Stefania Bellelli, Deanna Chiossi e Cinzia Peretti che, con Carlo Delvecchio e Giorgio Verrini costituiscono il nucleo "sanitario" della lista Alleanza per Carpi - ha lanciato lo slogan: "E' necessario ridare alla politica il governo della sanità". Non per affidarne la gestione ai politici o tornare alle clientele di partito, si è affrettata ad aggiungere. Ma per restituire trasparenza a un settore che tocca da vicino la vita della gente e che ora appare dominio criptato di dirigenti e primari ai quali gli Amministratori sottostanno, limitandosi a leggere in Consiglio comunale le loro lettere di risposta ogni volta che qualcuno solleva un problema. "Sindaco e Consiglio debbono tornare a mettere gli occhi dentro la sanità", ha detto, anticipando l'idea di dar vita, se eletta, a un "ufficio della statistica e della trasparenza" in materia di sanità locale, perché "...conoscere l'andamento della sanità vuol dire anche conoscere come si vive nel nostro territorio". Ha poi insistito sull'orario lungo per i medici di base, sul potenziamento dell'intra moenia per quella specialistica, sulla necessità di una nuova struttura da 60 posti per ospitare e aiutare la riabilitazione di anziani, ma anche giovani, cerebrolesi. Si è pronunciata anche perché l'incremento delle gravidanze non faccia del Consultorio un luogo esclusivo delle donne immigrate, creando conflitti e frizioni con le carpigiane dalle quali provengono domande che riguardano anche altri problemi.
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E' un punto, quello del Consultorio, al quale Lorena Borsari, dell'Italia dei Valori, rivolge una domanda a Pivetti, richiamandone l'alleanza con quella stessa Udc che è da sempre contraria alla legge 194 sull'aborto: "Conta di intervenire sui Consultori femminili per potenziarli od ostacolarli?". Sull'abbrivio, Borsari va anche all'attacco della contrarietà di Pivetti all'edificazione di un nuovo ospedale e alla sua idea di irrobustire piuttosto il Ramazzini, aggiungendovi moduli pre costruiti e a uso flessibile: "Vuole continuare a raffazzonarlo addirittura con dei moduli prefabbricati, tipo container - scrive in un comunicato l'esponente di Italia dei Valori - da posizionare qua e là, penso forse sui tetti data l'esiguità degli spazi rimasti". E aggiunge: "Un buon amministratore pubblico che rifiuta a priori la prospettiva di dare servizi sanitari di qualità in un ambiente logistico ed efficiente alla propria popolazione, non va oltre il suo naso (...). L'esecutivo dei primari ospedalieri del Ramazzini, presieduto dal dott. Spina, ha da tempo sostenuto invece la necessità che si arrivi alla costruzione di un ospedale nuovo, data la difficoltà di operare nelle esigue sale chirurgiche, le 43 mila richieste al Pronto Soccorso che allungano i tempi di attesa ai pazienti...".
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C'è attesa del comizio in piazza la sera del 14 maggio, in cui Enrico Campedelli affiancherà Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, e il candidato al Parlamento europeo, Luciano Vecchi. Nel frattempo, si è tenuto quello sotto le finestre del Municipio che ha visti schierati, alle spalle di Campedelli, i rappresentanti delle sei liste che lo appoggiano: Miria Ronchetti (lista civica "Campedelli sindaco"), Carmelo D'Addese (Verdi), Marcella Valentini (Comunisti italiani), Davide Degli Esposti (Sinistra democratica), Davide Dalle Ave (Pd) e Fabio Esposito (Italia dei Valori). Il Sindaco uscente ha esordito ricordando Aldo Moro, ha richiamato il lavoro svolto dalla sua Amministrazione, è tornato sul tema del nuovo Ospedale, ha attaccato le misure restrittive del governo. Applaudito soprattutto il passaggio in cui ha ribadito la necessità di conservare la memoria di Fossoli e dell'Olocausto.
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Sempre dal Sindaco arriva alle redazioni un comunicato con l'oggetto: "Anna Molinari sostiene Enrico Campedelli", seguito da un testo con una litote (attenuazione) che trasforma il "sostegno" in "apprezzamento". Raggiunta telefonicamente, davanti al quesito secco "lei voterà Campedelli?", la stilista si difende: «Oddio, non conosco nessuno, non saprei sinceramente chi altri votare. Non sono molto addentro alle cose della politica. I risultati che ho raggiunti non li debbo a nessuno schieramento, ma solo al lavoro mio e dei miei collaboratori. Mi sembra che Campedelli abbia fatto cose belle per il centro storico, con grande autorità e buon gusto e confermo quello che ho detto, anche se in politica non la penso come lui».
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Bruno Tabacci è il primo esponente politico di rilievo approdato in città per la campagna elettorale. Invitato dal coordinamento provinciale e locale dell'Udc (rispettivamente, Davide Torrini e Rossano Bellelli, accanto a lui al tavolo dei relatori, completato da Giovanni Arletti, per Confindustria, e Francesco Silingardi, ex Bper, per il coordinamento del giornalista di Avvenire Massimo Calvi), il parlamentare ha trattato dei temi economici e della crisi. Lo ha fatto con l'approccio che gli riconoscono amici e avversari: grande competenza in materia di credito e finanza, molta concretezza e poca disponibilità alla politica politicante, spirito liberal e valori solidi, incardinati in don Sturzo e De Gasperi ("Se vogliamo fare paragoni, ricordo che si dovette varare una legge apposita, per riconoscere un piccolo vitalizio alla vedova"). E' disceso dal generale (le ragioni di una crisi legata agli squilibri mondiali) alla critica serrata verso la politica economica di Giulio Tremonti, la cui politica dei "tagli lineari" e non "puntuali" penalizza in modo indifferenziato settori vitali come la scuola. Con l'aria di dover parlare di fatti che non gli appartengono, ha ricavato dalle vicende private del Cavaliere l'indicazione che chi guida un Paese deve preoccuparsi di fornirgli esempi positivi.
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"Sulla base dell'accoglimento da parte del Sindaco dei punti programmatici da noi proposti - scrive nella loro presentazione Carmelo A. D'Addese, portavoce e capolista dei Verdi di Carpi - ci schieriamo nuovamente al suo fianco, nel segno della continuità". Sono quattro i punti sottolineati: la mobilità alternativa, il risparmio energetico, la bioedilizia con abbassamento degli indici di edificabilità e lo sport inteso come formazione e cultura. In lista sono in venti, "scelti in un'ottica di completo rinnovamento", assicura D'Addese. Oltre al confermato Marcello Savino, consigliere uscente, compaiono diversi nomi alla loro prima esperienza politica nel contesto di un gruppo "rinnovato al 90 per cento".
GAZZETTA DI MODENA
In 1.500 hanno perso il lavoro
Sono stati illustrati alla Camera del Lavoro i dati della Cgil sulla situazione del distretto carpigiano del tessile-abbigliamento. I dati emersi, relativi all’occupazione e allo stato di salute delle aziende del territorio, rispecchiano una situazione difficile e preoccupante. Tra gennaio e aprile ben 250 lavoratori di 75 piccole aziende terziste sono stati sospesi. Stessa sorte per 350 dipendenti di 35 piccole e medie aziende locali. Da agosto 2008 ad oggi sono state 1500 le persone che hanno perso il lavoro e appena il 25% di questi ha potuto usufruire della mobilità retribuita. Per i restanti solo disoccupazione ordinaria e per apprendisti e giovani nemmeno quella. Solo la metà dei lavoratori sospesi senza retribuzione è in cassa integrazione ordinaria, mentre i dipendenti di imprese artigiane o commerciali hanno usufruito di ammortizzatori costituiti per volontà delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali. Complessivamente, il sistema produttivo ha tenuto ma solo grazie alle ditte in conto proprio che da anni hanno puntato sulla delocalizzazione all’estero. Ciò che più preoccupa Cgil e associazioni di categoria è l’aumento della disoccupazione femminile e la crescita costante di situazioni di irregolarità sul lavoro. «Occorre combattere l’illegalità - afferma Olinto Artioli, segretario Cgil per la zona di Carpi - e promuovere la sicurezza. Già 4 anni fa abbiamo denunciamo il rischio del declino del nostro sistema manifatturiero ma non siamo stati ascoltati. Da qualche mese ci troviamo ad occuparci solo di licenziamenti, sospensioni, di come aiutare i lavoratori e le famiglie. Ci siamo accorti di essere impreparati sul come sostenere un numero così elevato di persone coinvolte nella recessione». Secondo Artioli «l’amministrazione locale ha avuto il merito di favorire lo sviluppo produttivo e residenziale ed è stata in grado di mettere in sinergia pubblico e privato». «Ma ancora molto deve essere fatto. Occorre estendere e rafforzare gli ammortizzatori sociali, aiutare i giovani affinché abbiano una retribuzione dignitosa e una formazione migliore. E’ importante anche sviluppare momenti di socializzazione tra italiani e stranieri, il lavoro dei migranti è una ricchezza». Ospiti della conferenza alcuni candidati sindaco, Enrico Campedelli, Giliola Pivetti e Lorenzo Paluan. «In questi anni abbiamo introdotto sgravi relativi alle rette scolastiche e realizzato esperienze quali il Citer, Carpi Formazione e dato vita ad un marchio di qualità per caratterizzare il distretto tessile - ha commentato Campedelli - E tutto ciò nonostante le entrate siano state di oltre 2 milioni di euro in meno nel 2008». Pivetti è intervenuta ribadendo la sua intenzione di creare un fondo di almeno 300mila euro da destinare ai lavoratori in cassa integrazione e di snellire le lunghe liste di attesa per la sanità. Paluan ha espresso l’intenzione di intensificare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e aziendale. - Silvia Marchetti
Campo nomadi, caccia a una soluzione
Con l’avvicinarsi delle elezioni si riapre il dibattito sul campo nomadi di via Nuova Ponente. Oggetto di recenti critiche è proprio la collocazione, troppo vicina al centro città. E gli “ospiti” lamentano condizioni igienico-sanitarie precarie e servizi inadeguati. Abbiamo chiesto ai sei candidati sindaco carpigiani come pensano di affrontare il problema qualora vengano eletti. C’è chi lo vuole spostare, chi vuole realizzare più micro-aree, chi lo vuole eliminare completamente. Attualmente i nomadi ospitati nel campo sono 56 e chiedono interventi di miglioria. Il campo dà l’impressione di degrado. Sono 56 i sinti che vivono tra roulotte, rottami e lamiere, in quella che ancora non viene considerata una microarea, ma un semplice accampamento. «Vorremmo cambiare posto - afferma Stefania Cavazza, 25enne nomade - qui siamo troppi e troppo stretti, le roulotte sono ammassate le une vicine alle altre. Se dovesse incendiarsene una, attaccherebbe immediatamente il fuoco a tutte le altre. Anche noi abbiamo bisogno di spazio per vivere. I nostri bambini non sanno dove giocare e proprio qui a lato c’è la strada, con auto che sfrecciano ad alta velocità. Senza contare le precarie condizioni igienico-sanitarie del luogo, invaso dai topi e dalle acque di scarico di un sistema fognario inadeguato». «Un bagno per 15 persone non è normale - dice Ornella Quirini - Ci siamo lamentati più di una volta ma non è mai cambiato nulla. E quando piove ci allaghiamo, l’acqua copre il terreno e la puzza aumenta, così come il rischio di contrarre malattie». Disoccupati, vivono di espedienti desueti come il “ferro vecchio”, ossia la raccolta e il trasporto di pezzi di ferro trovati in giro, rivenduti poi a ditte di riciclaggio materiale, per un massimale che ondeggia tra i 50 e i 100 euro al giorno. Concordano tutti sul fatto che questo sia poca cosa, una risorsa irrisoria per un gruppo di 56 individui, lasciando intuire tra le righe quanto breve sia il passo che conduce su sentieri illegali. Un danno che però si ritorce contro la comunità stessa. «Non tutti i nomadi sono delinquenti - sostiene Singh Manjnder, che ha già svolto attività di impiegata ed educatrice - ma questo è difficile da far accettare. Quando si diffonde la voce che sei un nomade le porte del lavoro si chiudono e nonostante la disponibilità nessuno ti chiama. Un lavoro, ecco quello che vorremo, per poterci mantenere senza dover dipendere da qualcuno. Non ci manca la voglia, ma le occasioni». Il candidato sindaco del Pd e sindaco uscente, Enrico Campedelli, afferma che «la nostra idea è di spostare il campo, quell’area non è adeguata nè lo è mai stata». «Ormai è dentro la città e malgrado siano già state spostate una sessantina di persone, quelle che rimangono vivono in condizioni non adeguate». L’avvocato Elena Geminiani, candidata per La destra di Storace, ha invece in animo di «eliminare il campo nomadi, sollecitando le persone che ancora vi soggiornano a trovare un lavoro e a seguire uno stile di vita come quello di tutti gli altri carpigiani». «Stante l’attuale indice di microcriminalità, credo si debbano prendere misure restrittive severe; è intollerabile che ci siano ancora persone che vivono di espedienti e rappresentino un pericolo per la sicurezza» dice. Propende invece per dotare di servizi adeguati il campo esistente Deanna Guidi, candidata per La Lista, raggruppamento civico apartitico: «Bisogna chiedere ed utilizzare i fondi europei per migliorare le condizioni di vivibilità di questi campi in modo che smettano di essere un problema». A pensare alle micro-aree sono Giliola Pivetti, della lista civica “Allenaza per Carpi” sostenuta da Udc, Socialisti e Pri, e Lorenzo Paluan, dei grillini di “Carpi a 5 stelle”. «E’ auspicabile che si giunga a micro-aree con al massimo 1 o 2 famiglie - dice Pivetti - in zone periferiche o di campagna con la piena responsabilizzazione dei capifamiglia». «Occorre che i nomadi stessi siano coinvolti nell’autocostruzione delle micro-aree - dice Paluan - bisognerà quindi vagliare la loro disponibilità in questo senso». Per Roberto Andreoli, candidato del Pdl, «il campo nomadi è un problema da anni». «Il regolamento prevede che non vi siano più di 60 persone, fino allo scorso anno ce n’erano 120 - dice - il campo è da chiudere, non ci sono le condizioni per vivere, è una vergogna per la città. Occorre dividere i nuclei familiari e sistemarli in case o piccoli appezzamenti di terreno se vogliono la roulotte: chi non accetta se ne deve andare».
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3 commenti:
Il commento di Anonimo è stato spostato nella pagina sul Campo Nomadi
http://carpizeronove.blogspot.com/2009/04/campo-nomadi.html
Sul pezzo della gazzetta ho chiesto una rettifica, che vi allego di seguito:
Gentilissimi,
leggendo il resoconto dell'iniziativa della CGIL di mertedì scorso (articolo "In 1500 hanno perso il lavoro" di Silvia Marchetti , vi segnalo che mi vengono addebitate espressioni che io non ho mai utilizzato (non avendo mai parlato di partecipazione dei cittadini alla vita aziendale, che in effetti non vuol dire assolutamente nulla).
Se proprio si voleva riportare in sole quattro parole un intervento di circa 10 minuti, se ne potevano selezionare di più significative e perlomeno effettivamente pronunciate in sala tipo: "ridefinizione delle priorità di spesa del Comune" (su questo punto si incentrava la questione della partecipazione), o "uscire dall'ideologia dello sviluppo senza limiti puntando ad un'economia dell'equilibrio".
Per il futuro, vi pregherei di fare sintesi attinenti a quello che dico, grazie.
Cordiali saluti
Lorenzo Paluan
Anche i commenti di Giovanni Taurasi e Paolo Pettenati sono stati spostati nella pagina sul Campo Nomadi.
http://carpizeronove.blogspot.com/2009/04/campo-nomadi.html
Invito tutti, prima di lasciare qualsiasi commento, a verificare se non vi siano discussioni già in corso in cui inserirlo.
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