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giovedì 4 giugno 2009


VOCE
Fra polemiche e proposte - Nell'ultima settimana prima del voto si precisano le posizioni ed esce un nome
Premuti, da più parti con la richiesta di presentare squadre di Giunta, saggiamente nessun candidato si è lasciato tentare dal gioco dei nomi. Non lo ha fatto Enrico Campedelli che, appoggiato da ben sei liste, sa bene di sedere su una polveriera di aspettative e aspirazioni. Meglio dunque, avrà pensato, tenerlo ben chiuso il vaso di Pandora di deleghe e incarichi, mettendo il sale sulla coda - prima datevi da fare con i voti e poi si vedrà - a tutti coloro, schieramenti o singoli candidati di lista, che ritengono di avere qualche titolo per pretendere una poltrona a palazzo Scacchetti. E pare che siano molto numerosi, gli aspiranti, tra Lista civica Carpi 2009, Italia dei Valori, Verdi, Comunisti italiani e Sinistra per Carpi. Senza contare la lotta sorda che fermenta sotto il Pd tra la componente trasversale "di genere" (donne contro uomini), dentro di essa (donne contro donne) e tra le persistenti anime ex Ds, ex Margherita e perfino ex Popolari.
Stesso esito all'insegna della discrezione sul fronte degli oppositori, anche se per ragioni diverse. E' talmente ipotetico un ribaltone, talmente appeso al gioco capriccioso degli umori l'esito del voto e talmente incerta anche la prospettiva di un ballottaggio che tutti hanno ritenuto che, in fatto di nomi, il silenzio sia la scelta più consigliabile. E poi, quale candidato Sindaco sarebbe così scriteriato da lasciarsi andare a rose di nominativi, suscitando magari invidie, gelosie e rivalità tra le proprie stesse file, in nome di Assessorati lontanissimi dall'essere stati conquistati?

Il governo secondo Pivetti

La sola Giliola Pivetti ha accettato la sfida, portandola però su un terreno diverso. Di fatto, anziché riempire di nomi delle caselle vuote, ha preferito modificare le caselle. In pratica, ha presentato alla stampa una nuova governance (assetto di governo) comunale che taglia due degli otto assessorati attuali e ridisegna servizi e funzioni in modo più omogeneo. "Abbiamo pensato più all'efficienza dei servizi ai cittadini che a modellare gli assessorati secondo le esigenze delle diverse forze politiche", ha sottolineato. E ha precisato come si tratti anche di ribaltare la situazione attuale che vede dei superdirigenti incaricati alla guida di settori enormi, più vasti degli ambiti di competenza degli stessi Assessori. Il nuovo progetto di governance si potrebbe definire una riconsegna dell'Amministrazione agli Amministratori, mentre ai tecnici verrebbero affidate le mansioni più specifiche e particolari. I "grandi Assessorati" sono dunque ribattezzati Bilancio, Finanza e Risorse il primo; Sviluppo economico il secondo; Organizzazione del Territorio il terzo; Salute e Politiche sociali il quarto; Cultura, Sport e Scuola, il quinto. Ma è il sesto, il più originale: Pivetti lo ha chiamato Assessorato dei Servizi ai cittadini, illustrandolo come trasversale a tutti gli altri, incaricato di gestire gli sportelli di contatto con il pubblico - quelli comunali, ma in prospettiva anche quelli di enti previdenziali, di Aimag, eccetera - per renderli più efficienti, ma anche, unificandoli, per evitare alla gente di cercarli in diverse sedi e luoghi della città. Al traino, ci sta l'unificazione fisica degli sportelli un unico, grande atrio da ricavare nell'attuale cortile della sede di via Manicardi, da ristrutturare, piuttosto che pensare a una sede municipale tutta nuova.

Per esempio, Giorgio Verrini alla Salute

Nel modello di nuova governance delineato da Pivetti ci stanno anche la rinuncia alla figura del Direttore generale; l'indicazione di uno staff politico composto da tre consiglieri per ciascun Assessore, scelti da lui e non retribuiti; l'unificazione nell'ufficio di Gabinetto di Protezione civile, ufficio stampa e comunicazione; l'uscita dall'Unione Terre d'Argine, se non si arriva presto a un Comune unico. E c'è stato anche un nome, uno solo, trattandosi di un esempio e non di un organigramma: l'indicazione di Giorgio Verrini (nella foto), medico, come futuro Assessore alla Salute, affiancato, come consigliera per le Politiche sociali, da Chiara Arletti.

Lo spauracchio di una Giunta Campedelli Borsari

Sempre dal fronte Pivetti, la conferenza dei tre partiti sostenitori - Udc, con Rossano Bellelli, Partito socialista con Romeo Venturi, Partito repubblicano con Paolo Ballestrazzi - affiancati da Werther Cigarini in quanto "apolide di sinistra" (la definizione è sua) ha lasciato partire alcune bordate delle quali si è incaricato lo stesso Bellelli. La prima: nel 2007 a un incontro cui erano presenti il Sindaco e la Cmb, un alto funzionario dell'Ausl prospettò l'idea di un nuovo nosocomio a Carpi per un investimento da 75 milioni di euro. Ma il Sindaco si oppose e rispolverare ora l'idea sa solo di propaganda. Seconda bordata: la propensione di Campedelli ad allearsi con tutti rischia di portarlo a contrattare la Giunta con qualcuno - chiaro il riferimento a Lorena Borsari - che con una percentuale minima, cercherà di ottenere il massimo di potere. E per evitare questo "qualcuno" proprio il Segretario del Pd aveva avanzato discreti cenni di trattativa con la stessa Udc. Terza bordata: se prima della chiusura della campagna elettorale il Sindaco non accetterà il confronto che gli ha proposto Pivetti, la sola fra tutti i candidati che abbia già avuto responsabilità di governo, si comporterà esattamente come Silvio Berlusconi. Una quarta bordata l'ha lanciata Cigarini che sul futuro assetto dell'esecutivo è stato esplicito: "Rischiamo di avere una Giunta Campedelli-Borsari", ha scandito. Ma se fosse Pivetti a risultare decisiva o per via di un ballottaggio o di una frattura del fronte interno campedelliano? è stato obiettato. La strategia l'ha delineata Bellelli: non una trattativa al rialzo con il Pd, ma la proposta di una Giunta di responsabilità comune, una sorta di "governo dei migliori" giustificato dal momento difficile della città e che non guardi troppo ai confini di schieramento. L'hanno accolta quasi tutti. Il "quasi" è Cigarini: "Non l'accetteranno mai", ha detto.

L'Assente in sagoma e il parco dell'armonia

Se l'ipotesi di un "governo dei migliori" rischia di essere remota, quella di una "opposizione dei migliori" parrebbe invece essere cosa fatta. Lo si è constatato la sera del confronto fra i candidati in Sala congressi (penalizzato dal ripiegamento da corso Alberto Pio a causa del maltempo) che passerà alle cronache come quello della "sagoma dell'Assente". L'assente era lui, Enrico Campedelli (motivo: altri impegni e poi la sua annunciata disponibilità per un massimo di tre confronti corali, già avvenuti) riprodotto in grigio e con il solo tratto realistico di una cravatta rossa. Aggiornando il detto andreottiano, si è potuto constatare che "l'opposizione logora chi non la fa". Nel senso che fra i candidati Pivetti, Gemignani, Andreoli, Guidi e Paluan si è creato un certo feeling di simpatia: mai un rimbeccarsi, massima correttezza e rispetto dei ragionamenti altrui, addirittura applauso di Andreoli a Pivetti quando questa ha attaccato la soppressione delle Opere Pie e la "cappa" statalista della Regione. Alla fine della serata, l'intesa si è creata: non un vero e proprio accordo politico, ma pronti tutti a far fronte comune per ostacolare provvedimenti condivisi dalla sola maggioranza. Un esempio? Contrastare con ogni mezzo il progetto della Giunta di urbanizzare l'Oltreferrovia, sostituendolo con un grande parco "di respiro" per l'intera città.

Nel dibattito a cinque solo la sussidiarietà divide gli oppositori

Del dibattito comune, riferiamo alcune delle posizioni più significative, stimolate dalle domande di Cesare Pradella. Roberto Andreoli (Pdl e Lega Nord) ha negato di voler riaprire la piazza alle auto. Ha solo ribadito che, a un parcheggio sotterraneo che non si farà mai, sarebbe preferibile aprire alla sosta piazza Martiri, limitatamente alle sere invernali, anche per ravvivare un centro rinnovato sì, ma ingessato dai regolamenti di utilizzo. E sulla sicurezza ha chiesto alla platea se qualcuno abbia visto i vigili di quartiere deliberati dalla Giunta e se non somiglino forse alle famigerate ronde gli "assistenti civici" che il Comune ha mobilitati per vigilare su mercato e scuole. Lorenzo Paluan (Lista Carpi a 5 Stelle e Rifondazione comunista) ha invece attaccato a fondo la cementificazione e l'idea per la quale solo grazie all'edilizia Carpi abbia potuto assorbire la crisi della filiera tessile.
Ha detto che questo ha significato affidarsi al settore con meno prospettive, perché ora non c'è più territorio e l'unica chance è che le 11 mila aziende che in provincia di Modena gravano sul settore delle costruzioni si riciclino verso l'edilizia del risparmio e delle energie rinnovabili. Deanna Guidi (La Lista) si è spesa soprattutto per il recupero della coesione sociale incrinata dalle difficoltà economiche. Ha attaccato lo spreco di risorse e di territorio e ha lanciato la proposta di fare di Carpi una "Città delle donne", ospitandovi il congresso internazionale che si tiene ogni anno sui loro diritti, perché se c'è una realtà che deve tanto al lavoro e ai sacrifici delle donne, compreso il tributo di 12 mila operazioni al seno registrate negli ultimi anni, questa è proprio Carpi. Giliolla Pivetti (Alleanza per Carpi), ha illustrato l'idea, nata dai creativi della sua lista, di uno show room che da Milano crei attenzione su Carpi. Ha replicato a chi l'aveva accusata di dire solo dei no, criticando l'uso elettorale di un tema serio come il nuovo ospedale, ma anche respingendo l'idea di una piscina faraonica e di una nuova sede comunale, alla quale ha anteposto la ristrutturazione di via Tre Febbraio, con la destinazione del cortile, una volta coperto, a sede di tutti gli sportelli per il pubblico. Infine Elena Gemignani (La Destra con Mpa) ha esposto la sua idea di liberalizzare i parcheggi in centro, sostituendo i parcometri con i dischi orario.
Tutti, poi, sono stati concordi nell'idea di un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni ("I tavoli che si aprono non sono di partecipazione, ma di comunicazione di decisioni già prese", ha sostenuto Andreoli), mentre le sole discordanze fra gli oppositori si sono registrate sul tema della sussidiarietà. Con Andreoli, Gemignani e Pivetti decisamente schierati a favore e con qualche riserva di Guidi e Paluan, specie quando essa venga confusa con l'esternalizzazione per risparmiare sui costi del personale. Quella che ha indotto Deanna Guidi a definire alcune cooperative "ancelle dell'abuso".

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