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giovedì 18 giugno 2009
Dopo il voto, il quesito: Borsari determinante? - Ma si parla anche di politiche in Consiglio
Carpi - Nel dopo elezioni "tiepido", quello in cui il giudizio sul voto si intreccia anche alle prospettive e supera la dimensione dei commenti, appunto, "a caldo", tiene banco soprattutto il caso Lorena Borsari, dell'Italia dei Valori. Nel senso riassunto dal titolo apparso su un quotidiano già il 10 giugno, a urne ancora palpitanti: "E adesso la Borsari batte cassa: ballottaggio evitato grazie a noi". Qualche altra testata ha preso molto sul serio il concetto del "riequilibrio delle forze" e del "siamo stati determinanti" espresso dall'esponente dell'Italia dei Valori, arrivando a titolare "La Borsari vicesindaco: il suo ingresso in Giunta è ormai scontato". La certezza, per la verità, non deriva tanto dal calcolo dell'apporto "determinante". Dalla fossa del 45,58 per cento in cui era precipitato, infatti, il Pd è stato riportato alla maggioranza assoluta di coalizione non solo grazie alla somma lista IdV e lista civica Carpi 2009-Campedelli sindaco (4,11 più 2,51 che, uniti al risultato del Pd, danno un 52,2 per cento) esibita dalla stessa Borsari con un tocco di opportunismo; ma anche dalla somma di tutti gli altri pezzi dell'alleanza per Enrico Campedelli, arrivata al 7,45 (con un 53,03 di coalizione) anche senza la succursale carpigiana del partito di Antonio Di Pietro. Per il quale la certezza di un ingresso in Giunta deriva piuttosto dall'essere stato il solo alleato a conquistare anche un seggio consiliare, come ha sottolineato lei stessa in un comunicato ("Unici nella coalizione del Pd, conquistiamo un consigliere comunale di maggioranza nella mia persona, Lorena Borsari, come più votata"). Conclusione: la neo consigliera ha solide ragioni per assurgere alla carica di Assessore lasciando il banco consiliare al giovane Andrea Bizzarri, ma non altrettanto solide per aspirare all'incarico di Vice sindaco. E potrebbe perfino correre il rischio di vedersi appioppare un Assessorato generico a sfondo istituzional-socio-generazional-geografico (tipo "Affari generali, Pari opportunità, Giovani, Europa e compagnia cantante) del tipo di quello inventato nella legislatura precedente a misura di Marcella Valentini.
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Anche perché su Vice sindaco e Assessorati che contano (Urbanistica, Servizi sociali, Infrastrutture ed edilizia pubblica) il Pd ha conti piuttosto complicati da far quadrare al proprio interno. Dove un solido gruppo della ex Margherita composto secondo alcuni da sei, secondo il settimanale diocesano da otto, consiglieri pare molto deciso a seguire il proprio leader - coordinatore del Partito - nel cercare di ottenere, nella prossima Giunta, quello che con una metafora non troppo complicata potrebbe essere riassunto così: il massimo. E più di quello che ex Ppi ed ex rutelliani avevano ottenuto nella legislatura precedente, vale a dire il capogruppo e due assessori, uno dei quali anche Vice sindaco. Un assessore c'è già, la più che confermta Maria Cleofe Filippi: è presumibile che, avendo raddoppiato la componente interna al Pd, esigano nuovamente il Vice sindaco e anche il Presidente del Consiglio comunale.
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Inutile, su questo versante, attendersi chiarimenti da Davide Dalle Ave. Il Segretario del Pd getta acqua sul fuoco circa possibili contrapposizioni interne: «Abbiamo fatto una lista - spiega - nella quale è davvero difficile intravvedere queste separazioni. Chi vive davvero la vita del nostro partito sa che certe distinzioni non hanno senso: altrimenti non sarebbe nata una lista così rappresentativa del territorio e del Partito democratico». E aggiunge un «...liste determinanti non ce ne sono» che sembra una replica a Borsari, mentre assicura: «Non abbandoneremo la coalizione: ci obbliga il risultato». Preferisce, Dalle Ave, soffermarsi sul significato del voto e sul calo registrato a tutti i livelli: «Qualche cosa lo immaginavamo e abbiamo subito, a Carpi, come a Modena e Bologna, l'andamento generale. E poi c'è questo dato dei consensi alla Lega Nord della parte più profonda della società. Non è più solo l'espressione di un disagio. E' il modello di welfare che dà inquietudini per il futuro. Viviamo in una zona in cui sul welfare si sono costruite risposte a chi si sentiva svantaggiato. Ora una fetta consistente considera questo non più sufficiente e insidiato da altri, a partire dagli immigrati». Hanno influito anche elementi di paura e il peggioramento della condizione economica, argomenta sempre Dalle Ave ("Si potrebbe obiettare - precisa - che al Governo c'è pur sempre la Lega Nord che ha ottenuto più alle Europee che alle Comunali"). E richiama l'elevato numero di astensioni ("A Carpi ha danneggiato soprattutto noi") per sottolineare il clima di sfiducia dei cittadini e la disillusione verso il Pd reduce dall'aver perduto Segretario ed elezioni politiche. Ma è pronto a ribadire: «Il progetto del Pd non è in discussione e ci si deve investire ancora», dando appuntamento al congresso di ottobre «...per chiarire strategie e mettere in piedi un progetto». Definito "più che positivo" il risultato del Sindaco uscente che «...non solo non è andato al ballottaggio ma ha ottenuto un risultato solido che premia l'operato della sua Amministrazione», Dalle Ave dedica una battuta a Giliola Pivetti: «Ha tolto più al PdL che a noi e ora vedremo che tipo di opposizione farà: se si accoderà alle altre minoranze o saprà distinguersi su alcuni argomenti».
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Indirettamente, lo conferma la stessa Pivetti: «Lavoreremo con le altre minoranze, senza preconcetti: le cose fatte bene le sapremo valutare e le voteremo», dice. In compenso, «...faremo opposizione dura su urbanistica e cementificazione - promette - e valuteremo il tipo di Giunta che Campedelli allestirà».
Ricevuto qualche invito? «Nessuno, ed è meglio così - assicura -. Come è stato meglio per noi non arrivare al ballottaggio. Adesso diranno che è la solita favola della volpe e dell'uva, ma credo proprio che il ballottaggio ci avrebbe costretti a prender posizione, dividendo il nostro elettorato e compromettendo quello che consideriamo un trampolino per la prossima volta». E aggiunge: «Alleanza per Carpi ha ottenuto un'accoglienza ottima. Il nostro risultato è stato il migliore fra quelli delle analoghe liste civiche che si sono presentate a Bologna e Reggio e della stessa Udc a Modena, creando buone basi per il futuro». Ma riserva una stoccata alle voci sulle spese per la sua campagna: «Molto meno di quello che potrebbe far presumere una campagna fatta bene grazie a professionisti che hanno lavorato a titolo gratuito».
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Sul versante di destra dell'emiciclo consiliare, l'attenzione dei media si è concentrata sui tre ex An che costituiranno il 50 per cento della rappresentanza del PdL. Ma Roberto Andreoli non è preoccupato: «C'è solo il PdL e le appartenenze sono ormai da dimenticare. Ci sarà un po' di lavoro da fare, ma non sorgeranno problemi, anzi: mi fa piacere che siano entrati dei giovani». Quanto all'esito del voto, Andreoli sa bene che qualche cosa ha perduto anche a favore di Gliola Pivetti, ma, «...pur consapevoli che lei avrebbe attinto un po' dalla nostra parte - assicura - non l'abbiamo attaccata per questo e non abbiamo allertato i nostri elettori. Del resto, pensavamo che qualche cosa lo portasse via anche al Pd». E guardando al futuro, dove attaccherà e qual è il suo auspicio? «Faremo la massima attenzione - risponde - a quel che succede nella macchina comunale e ai rapporti fra chi governa e alcune parti della città. E mi riferisco alla trasparenza dei concorsi, ai rapporti tra dirigenti e impiegati che vanno improntati a maggiore umanità, all'esigenza di mettere a frutto le competenze di chi lavora, in Comune. E poi, mi permetta: lei mi chiede su quali punti ci batteremo con più decisione, fra tutti quelli elencati nel nostro programma: ma che cosa ha proposto Campedelli? Quanto all'auspicio per il futuro, auguro Lorena Borsari Vice sindaco, così potranno lavorare in serenità...».
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Nessuno si è ancora degnato di chiamarlo, Argìo Alboresi, ma è lui, con la Lega Nord il vero vincitore dell'ultima consultazione elettorale. Alla festa del dopo elezioni, al "Barolino", presente il responsabile provinciale Mauro Manfredini e poco prima di partire per il raduno del 14 giugno a Pontida ("Ci vado da otto anni, ma non avevo mai visto il pratone così pieno di gente") ha detto alcune cose importanti. Che la Lega Nord di Carpi si strutturerà come deve fare un partito del 10 per cento. Che nella sede di via Guaitoli tutti i giovedì e i sabati, dalle 10 alle 12, ci sarà uno dei tre consiglieri eletti, per tenere contatti con il pubblico su qualsiasi problema legato al Comune. Che si batterà per una politica sempre più partecipata. Che la Lega Nord da partito di protesta vuole trasformarsi in "partito di proposta, di governo e di aiuto alla gente". In che modo? «Affronteremo la legislatura in assoluta autonomia, aperti alle proposte e alle idee nuove, a partire dall'economia e dal sostegno alle piccole imprese - dice -, perché è tempo che si intervenga davvero sulle banche: i consorzi fidi hanno ormai esaurito le risorse. E poi, in materia di immigrazione, chiederemo che prima di concedere la residenza ci si accerti se chi viene qui abbia mezzi sufficienti e che si controlli il numero effettivo dei residenti negli alloggi. Quanto alle ronde, aspettiamo le direttive del Ministero». Glissa un po', invece, sui rapporti con l'alleato PdL: «Faremo una politica nostra che sarà una politica della Lega Nord», si limita a dire. Vai a capire se il federalismo o addirittura la secessione cominceranno proprio all'interno del centro destra...
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Non ha nascosto che si sarebbe atteso un risultato migliore, Lorenzo Paluan unico eletto della lista Carpi a 5 Stelle-Beppe Grillo più Rifondazione comunista. E ha scelto il blog Carpizeronove di Marco Pignatti per commentare soprattutto i risultati altrui, parlando di flop di Lorena Borsari, auspicando che il Pd non la nomini Vice sindaco, valutando di Giliola Pivetti soprattutto le spese sostenute, considerando la tenuta di Campedelli e i minori consensi di Andreoli come la prova che un certo elettorato di destra si senta ben tutelato dal Sindaco, per un modello di sviluppo locale nel quale "Pd e PdL tutto sommato sono intercambiabili". Non risparmia le liste di sinistra schierate con Campedelli ("Fossimo stati tutti insieme alleati al primo turno, forse alcuni di loro forse avrebbero ancora uno straccio di rappresentanza istituzionale"), auspicando che la lezione sia servita affinchè fra cinque anni "...tutte le persone che si dicono favorevoli a un cambiamento reale, si trovino unite per una proposta comune, in grado di sfidare realmente il blocco di interessi che ci governa in questo momento".

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