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giovedì 29 ottobre 2009
L’ordine del giorno del Consiglio dell’Unione Terre d’argine di ieri, mercoledì 28 ottobre, vedeva al secondo punto l’approvazione della revisione dello Statuto dell’ente, già deliberata nelle settimane scorse dai quattro Consigli dei comuni che ne fanno parte, Campogalliano, Carpi, Novi di Modena e Soliera. Una delibera già discussa ma non approvata (era infatti necessaria una maggioranza qualificata come prevede la normativa) nel corso della seduta del Consiglio dell’Unione di due settimane fa.
La Presidente dell’Unione Stefania Zanni ha ripresentato in aula brevemente le caratteristiche della delibera in discussione e che, lo ricordiamo, prevedono diverse modifiche al documento fondamentale dell’ente (relative alla Giunta composta solo dai Sindaci e non più da assessori, alle procedure di accreditamento per i Servizi sociali, alle specifiche del Direttivo d’area, alla turnazione dei Presidenti, ai contratti dei dirigenti). All’ordine del giorno del Consiglio di ieri sera c’era anche una mozione presentata dal capogruppo del Popolo delle Libertà per le Terre d’argine Roberto Benatti sulla riduzione dei costi della politica. Benatti ha poi deciso di ritirarla chiedendo all’assemblea di accettare una procedura di votazione prima sui singoli punti dello Statuto da modificare e poi su tutto lo Statuto modificato, richiesta condivisa dal Consiglio.

Si è a questo punto aperto il dibattito, durante il quale sono intervenuti numerosi consiglieri dell’Unione: chi, come Alvaro Pescetelli (Pdl per le Terre d’argine), ha criticato l’ente ricordando la posizione del suo gruppo, contrario alla costituzione dell’Unione. pur dicendosi favorevole di fondo alle modifiche tecniche in discussione; chi, come Argio Alboresi (Lega nord Padania) ha criticato duramente l’Unione richiamando l’attenzione sul federalismo fiscale; chi, ancora, come il Pd Davide Dalle Ave, difendendo la scelta di costituire l’Unione e i vantaggi che essa comporta, spiegando come la situazione degli enti locali sia drammatica e come sarebbe utile una battaglia comune con il partito di Bossi sui temi del federalismo. Roberto Benatti dal canto suo ha poi spiegato le motivazioni della sua richiesta di votazioni separate sulla revisione dello Statuto, con le quali si intendeva così tenere distinte specificità tecniche e prese di posizione politiche. Ricordando anche come la minoranza non possa fare la stampella della maggioranza che governa l’Unione il capogruppo del Pdl ha poi citato la seduta del 14 ottobre e le sei assenze che hanno costretto ad aggiornare la votazione su questa delibera venne rimandata, e ha poi sottolineato come sarebbe necessario portare avanti ordini del giorno condivisi sui temi della crisi economica. Stefania Gasparini, capogruppo Pd, ha poi preso la parola per spiegare come Benatti stesse tentando di arrampicarsi sugli specchi e con lui il centro destra con differenti posizioni al momento delle votazioni nei singoli Consigli e in quel momento, mentre sarebbe piuttosto necessario mettere mano a revisioni nel Patto di Stabilità che consentano di rimettere in moto gli investimenti a carico dei Comuni. Mario D’Ambrosio (Ripensare le Terre d’argine) ha chiesto prima di uscire per un impegno che fosse il Presidente del Consiglio a intervenire in relazione alle assenze giustificate dei consiglieri, motivandole in aula, mentre la collega Giulia Olivetti (Verdi) ha motivato la sua assenza dall’aula il 14 ottobre scorso con gravi problemi di salute. La Presidente Zanni ha infine ricordato come nessuno abbia chiesto alla minoranza di fare la stampella della maggioranza e come l’Unione stia lavorando per prendere provvedimenti concreti a favore di famiglie ed imprese colpite dalla crisi economica.

Le sette votazioni sulle altrettante modifiche allo Statuto dell’Unione hanno visto i singoli punti approvati tutti all’unanimità dal Consiglio, mentre la votazione finale sul complesso dello Statuto modificato ha visto a favore 22 consiglieri su 30, quindi una maggioranza qualificata come richiesto anche in seconda seduta: in particolare si sono espressi per il si alla revisione del documento Pd, Idv, Sinistra per le Tda, Riformisti, Verdi. Contrari gli otto consiglieri presenti in aula di Pdl per le Terre d’argine e Lega nord Padania.

(Fonte: modena2000.it)

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