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martedì 12 gennaio 2010
00:27 |
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Così fanno gli altri...
Dal blog AmareVignola:
Ieri sera (lunedì 14 dicembre), alle ore 20.15 presso l'auditorium dell'ITC Paradisi di Vignola, si è tenuto un incontro dal titolo "La parola ai cittadini" (vedi), organizzato dalle due liste civiche cittadine presenti in Consiglio Comunale: Vignola Cambia (Chiara Smeraldi) e Città di Vignola (Francesco Rubbiani). Ospite della serata è stato Paolo Michelotto, animatore di esperienze di "democrazia diretta" (vedi) ed autore del libro Democrazia dei cittadini (vedi). Il tema dell'incontro era il bilancio di previsione 2010 del Comune di Vignola, ma anche la possibilità di organizzare un'efficace partecipazione dei cittadini alla definizione delle scelte di bilancio (per un resoconto della serata vedi). All'incontro hanno preso parte 77 cittadini (prima di dire che non erano poi tanti considerate che nei 6 – dico sei – incontri nei quartieri organizzati dall'amministrazione comunale il numero complessivo dei partecipanti non ha superato i 60-65!). Ma la cosa sorprendente è stato vedere che Michelotto, con poche regole ben congegnate, è riuscito a tirar fuori dal nulla un incontro animato e dibattuto, in cui 12 cittadini hanno avanzato una proposta di intervento, l'hanno illustrata ai presenti, hanno suscitato un minimo di confronto e contraddittorio, hanno risposto alle osservazioni … e poi ciascuna di queste dodici proposte è stata messa ai voti, per testare il grado di gradimento dell'assemblea.
E così, con pochi ed essenziali ingredienti, la serata ha dimostrato che si può organizzare in modo efficace la partecipazione dei cittadini per determinare l'agenda dell'amministrazione comunale. Certo, essendo stata creata davvero sul momento, senza che i partecipanti fossero a conoscenza del metodo di lavoro, la serata ha vissuto anche di spontaneità e di improvvisazione. Ma, come si suol dire, è bene non fissare il dito che indica, quanto piuttosto la direzione indicata. E questa è, appunto, quella di un metodo assai interessante per organizzare la partecipazione dei cittadini e per selezionare – o meglio, per organizzare in modo gerarchico (in base al grado di consenso) – le proposte da sottoporre all'attenzione dell'amministrazione. Quali le regole, dunque? Molto semplici. Un primo giro di ricognizione in cui ciascun partecipante che vuole avanzare una proposta è tenuto a dichiararne il titolo (e solo il titolo). In questo modo è stato costruito un elenco di dodici proposte-titolo. Quindi si entra nel vivo. Ad ogni proponente viene dato un minuto per illustrare la propria proposta. Un minuto, non di più. Il controllo rigoroso dei tempi si è infatti rivelato un aspetto di grande importanza nell'organizzazione della serata (dopo i primi 45 secondi scatta un primo "segnale" sonoro). Dunque un minuto per l'illustrazione della proposta. Dopodiché spazio ad un massimo di tre interventi – osservazioni, critiche, sviluppi, controproposte – ciascuno di questi di nuovo per non oltre un minuto. Infine replica (un minuto anche in questo caso) del proponente originario. A questo punto si vota. L'apprezzamento di ogni proposta viene misurato in base al numero delle mani alzate. Alla fine, dopo le dodici presentazioni, confronti e votazioni si determina l'ordine di priorità tra le proposte presentate. Solo a titolo di cronaca riporto, nell'ordine, quelle maggiormente apprezzate: incentivi per giovani agricoltori, così da promuovere permanenza ed innovazione in un settore simbolo dell'economia vignolese (58 voti su 77 presenti); intervento sulla rete idrica per garantire la fornitura continua dell'acqua in alcune zone vignolesi oggi mal servite (alcune zone delle basse, l'area del gessiere, ecc.) (57 voti); rivisitazione del piano dei parcheggi a servizio di Vignola (55 voti); azioni di incentivazione alla riconversione delle fonti energetiche verso le energie rinnovabili (55 voti). E così via.
Al di là delle specifiche proposte – indubbiamente embrionali, meritevoli di essere sviluppate e formulate in modo più puntuale – ciò che ha colpito maggiormente della serata è stato proprio il fatto che con poche semplici regole è risultato possibile organizzare in modo efficace il dibattito di poco meno di ottanta cittadini. L'orizzonte tratteggiato da questa prima esperienza vignolese è indubbiamente interessante. Proviamo a pensare come dargli solidità, come cercare di estrarre il "meglio" da una forma così organizzata di partecipazione dei cittadini. L'esperienza è interessante anche perché differisce in modo significativo da un'altra esperienza di partecipazione, quella di "Via della Partecipazione" (vedi) relativa alla riprogettazione di via Libertà e via Barella. Un confronto tra gli assunti teorici alla base delle due proposte partecipative risulta certamente interessante. Qui basta evidenziare che nell'esperienza di "La parola ai cittadini" si è realizzato un modo innovativo per svolgere una discussione, seppure sintetica, concludendola con la votazione. Ciò testimonia del fatto che metodi innovativi o perfino "creativi" possono essere applicati anche sul versante dei dibattiti assembleari (l'innovazione e la creatività, dunque, non sono prerogative del solo approccio alla costruzione del consenso). Da questo punto di vista è secondario il fatto che l'obiettivo sia differente nei due contesti: da un lato progettare un intervento urbano cercando di rappresentare tutti i punti di vista, dall'altro ordinare in base al numero di preferenze un elenco di proposte. Ciò che rileva in questo contesto è che anche sul versante dell'approccio argomentativo è possibile adottare formule "creative", ovvero formule che cercano di ottenere il massimo da pratiche di confronto argomentativo costruite su teorie dell'argomentazione e della prassi argomentativa sufficientemente sofisticate.
Ogni progetto di partecipazione deve infatti essere in grado di tenere assieme la partecipazione dei cittadini, la più ampia possibile, con la qualità della decisione che in tal modo viene assunta. Non si tratta di un'operazione banale! E proprio in questo sta la sfida della partecipazione! La trasparenza in merito alle "ragioni" delle scelte, ovvero il fatto di dover argomentare pubblicamente dei propri orientamenti decisionali e di essere tenuti a rispondere alle obiezioni avanzate dagli interlocutori sono indubbiamente "indici" di "razionalità", ovvero di accresciute chances di "buone" decisioni. Per questo trasparenza, pubblicità, controargomenti a cui dover rispondere sono ingredienti di processi partecipativi di qualità. E li troviamo, in nuce, nell'esperienza di "La parola ai cittadini". Ma certamente questi ingredienti possono essere "amplificati". Pensiamo, ad esempio, all'anticipazione delle proposte, così che tutti i convenuti (o anche solo gli interessati) possano esaminarsele in anticipo e meditarci un po' sopra. Pensiamo, anche, alla possibilità di raccogliere osservazioni ed integrazioni non solo nell'arco di una serata, ma nel corso di un periodo più lungo, magari con l'ausilio delle tecnologie web. Insomma, la serata di ieri apre indubbiamente una prospettiva assai intrigante per disegnare in modo innovativo processi di partecipazione che siano al contempo ampi ed efficaci. Chi volesse liquidare quell'esperienza con un'alzata di spalle, considerandola un po' troppo naif (ho l'impressione che qualche consigliere comunale del PD sia uscito dall'incontro con questo giudizio) dovrebbe invece prestarvi un po' più di attenzione, perché dalla riorganizzazione degli ingredienti della serata "La parola ai cittadini" possono nascere percorsi di partecipazione di grande interesse per le future scelte amministrative.
Dal blog AmareVignola:
Ieri sera (lunedì 14 dicembre), alle ore 20.15 presso l'auditorium dell'ITC Paradisi di Vignola, si è tenuto un incontro dal titolo "La parola ai cittadini" (vedi), organizzato dalle due liste civiche cittadine presenti in Consiglio Comunale: Vignola Cambia (Chiara Smeraldi) e Città di Vignola (Francesco Rubbiani). Ospite della serata è stato Paolo Michelotto, animatore di esperienze di "democrazia diretta" (vedi) ed autore del libro Democrazia dei cittadini (vedi). Il tema dell'incontro era il bilancio di previsione 2010 del Comune di Vignola, ma anche la possibilità di organizzare un'efficace partecipazione dei cittadini alla definizione delle scelte di bilancio (per un resoconto della serata vedi). All'incontro hanno preso parte 77 cittadini (prima di dire che non erano poi tanti considerate che nei 6 – dico sei – incontri nei quartieri organizzati dall'amministrazione comunale il numero complessivo dei partecipanti non ha superato i 60-65!). Ma la cosa sorprendente è stato vedere che Michelotto, con poche regole ben congegnate, è riuscito a tirar fuori dal nulla un incontro animato e dibattuto, in cui 12 cittadini hanno avanzato una proposta di intervento, l'hanno illustrata ai presenti, hanno suscitato un minimo di confronto e contraddittorio, hanno risposto alle osservazioni … e poi ciascuna di queste dodici proposte è stata messa ai voti, per testare il grado di gradimento dell'assemblea.
E così, con pochi ed essenziali ingredienti, la serata ha dimostrato che si può organizzare in modo efficace la partecipazione dei cittadini per determinare l'agenda dell'amministrazione comunale. Certo, essendo stata creata davvero sul momento, senza che i partecipanti fossero a conoscenza del metodo di lavoro, la serata ha vissuto anche di spontaneità e di improvvisazione. Ma, come si suol dire, è bene non fissare il dito che indica, quanto piuttosto la direzione indicata. E questa è, appunto, quella di un metodo assai interessante per organizzare la partecipazione dei cittadini e per selezionare – o meglio, per organizzare in modo gerarchico (in base al grado di consenso) – le proposte da sottoporre all'attenzione dell'amministrazione. Quali le regole, dunque? Molto semplici. Un primo giro di ricognizione in cui ciascun partecipante che vuole avanzare una proposta è tenuto a dichiararne il titolo (e solo il titolo). In questo modo è stato costruito un elenco di dodici proposte-titolo. Quindi si entra nel vivo. Ad ogni proponente viene dato un minuto per illustrare la propria proposta. Un minuto, non di più. Il controllo rigoroso dei tempi si è infatti rivelato un aspetto di grande importanza nell'organizzazione della serata (dopo i primi 45 secondi scatta un primo "segnale" sonoro). Dunque un minuto per l'illustrazione della proposta. Dopodiché spazio ad un massimo di tre interventi – osservazioni, critiche, sviluppi, controproposte – ciascuno di questi di nuovo per non oltre un minuto. Infine replica (un minuto anche in questo caso) del proponente originario. A questo punto si vota. L'apprezzamento di ogni proposta viene misurato in base al numero delle mani alzate. Alla fine, dopo le dodici presentazioni, confronti e votazioni si determina l'ordine di priorità tra le proposte presentate. Solo a titolo di cronaca riporto, nell'ordine, quelle maggiormente apprezzate: incentivi per giovani agricoltori, così da promuovere permanenza ed innovazione in un settore simbolo dell'economia vignolese (58 voti su 77 presenti); intervento sulla rete idrica per garantire la fornitura continua dell'acqua in alcune zone vignolesi oggi mal servite (alcune zone delle basse, l'area del gessiere, ecc.) (57 voti); rivisitazione del piano dei parcheggi a servizio di Vignola (55 voti); azioni di incentivazione alla riconversione delle fonti energetiche verso le energie rinnovabili (55 voti). E così via.
Al di là delle specifiche proposte – indubbiamente embrionali, meritevoli di essere sviluppate e formulate in modo più puntuale – ciò che ha colpito maggiormente della serata è stato proprio il fatto che con poche semplici regole è risultato possibile organizzare in modo efficace il dibattito di poco meno di ottanta cittadini. L'orizzonte tratteggiato da questa prima esperienza vignolese è indubbiamente interessante. Proviamo a pensare come dargli solidità, come cercare di estrarre il "meglio" da una forma così organizzata di partecipazione dei cittadini. L'esperienza è interessante anche perché differisce in modo significativo da un'altra esperienza di partecipazione, quella di "Via della Partecipazione" (vedi) relativa alla riprogettazione di via Libertà e via Barella. Un confronto tra gli assunti teorici alla base delle due proposte partecipative risulta certamente interessante. Qui basta evidenziare che nell'esperienza di "La parola ai cittadini" si è realizzato un modo innovativo per svolgere una discussione, seppure sintetica, concludendola con la votazione. Ciò testimonia del fatto che metodi innovativi o perfino "creativi" possono essere applicati anche sul versante dei dibattiti assembleari (l'innovazione e la creatività, dunque, non sono prerogative del solo approccio alla costruzione del consenso). Da questo punto di vista è secondario il fatto che l'obiettivo sia differente nei due contesti: da un lato progettare un intervento urbano cercando di rappresentare tutti i punti di vista, dall'altro ordinare in base al numero di preferenze un elenco di proposte. Ciò che rileva in questo contesto è che anche sul versante dell'approccio argomentativo è possibile adottare formule "creative", ovvero formule che cercano di ottenere il massimo da pratiche di confronto argomentativo costruite su teorie dell'argomentazione e della prassi argomentativa sufficientemente sofisticate.
Ogni progetto di partecipazione deve infatti essere in grado di tenere assieme la partecipazione dei cittadini, la più ampia possibile, con la qualità della decisione che in tal modo viene assunta. Non si tratta di un'operazione banale! E proprio in questo sta la sfida della partecipazione! La trasparenza in merito alle "ragioni" delle scelte, ovvero il fatto di dover argomentare pubblicamente dei propri orientamenti decisionali e di essere tenuti a rispondere alle obiezioni avanzate dagli interlocutori sono indubbiamente "indici" di "razionalità", ovvero di accresciute chances di "buone" decisioni. Per questo trasparenza, pubblicità, controargomenti a cui dover rispondere sono ingredienti di processi partecipativi di qualità. E li troviamo, in nuce, nell'esperienza di "La parola ai cittadini". Ma certamente questi ingredienti possono essere "amplificati". Pensiamo, ad esempio, all'anticipazione delle proposte, così che tutti i convenuti (o anche solo gli interessati) possano esaminarsele in anticipo e meditarci un po' sopra. Pensiamo, anche, alla possibilità di raccogliere osservazioni ed integrazioni non solo nell'arco di una serata, ma nel corso di un periodo più lungo, magari con l'ausilio delle tecnologie web. Insomma, la serata di ieri apre indubbiamente una prospettiva assai intrigante per disegnare in modo innovativo processi di partecipazione che siano al contempo ampi ed efficaci. Chi volesse liquidare quell'esperienza con un'alzata di spalle, considerandola un po' troppo naif (ho l'impressione che qualche consigliere comunale del PD sia uscito dall'incontro con questo giudizio) dovrebbe invece prestarvi un po' più di attenzione, perché dalla riorganizzazione degli ingredienti della serata "La parola ai cittadini" possono nascere percorsi di partecipazione di grande interesse per le future scelte amministrative.
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2 commenti:
Giusto.
Mi rivolgo ai Consiglieri comunali Rostovi e Paluan che frequentano questo forum e leggono e mi leggono:io sono pronta con la mia lista civica Alleanza Per CARPI a provare questa esperienza che mi sembra molto interessante e che è anche quello che volevamo fare in piazza in campagna elettorale e che poi abbiamo saltato causa tempo da lupi in quella sera.
Vogliamo farlo insieme?
Prima del 21,quando si approverà il bilancio, ci si riesce.
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