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venerdì 22 gennaio 2010
Visti i recenti consensi bipartisan, pubblico integralmente l'intervento tenuto da Lorenzo Paluan durante il dibattito consiliare di ieri sera:

Discussione della Relazione Programmatica al Bilancio 2010 e al Piano
Triennale degli investimenti 2010-2012
Gruppo Consiliare Lista Civica Carpi a 5 Stelle
Partito della Rifondazione Comunista

Apro questo intervento leggendo la lettera giunta a tutti i consiglieri dalle lavoratrici elavoratori della Euro&Promos, in servizio presso la Biblioteca Loria.Prima di passare alle questioni di merito sul bilancio di previsione 2010, è necessario fare un'osservazione sul metodo con cui si è arrivati alla discussione di questo bilancio.
Noi consiglieri abbiamo ricevuto parte degli allegati in pieno periodo festivo, con sole duesettimane di anticipo sulla prima seduta di bilancio.Tempo forse sufficiente a darne una corretta lettura se fossi un tecnico del mestiere, madel tutto insufficiente per un qualunque comune cittadino, ivi compreso il sottoscritto cons.comunale, qualora volesse comprendere alla lettera il significato e la portata del bilancio,per esercitare a pieno il mandato elettorale ed il proprio diritto/dovere di cittadino.A questo s'aggiunga che il bilancio dell'Unione Terre d'Argine, cui sono ormai affidatidiversi servizi comunali, deliberato dal Consiglio dell'Unione, impedisce di fatto ad un terzodei gruppi consiliari di Carpi, e quindi al 14% dell'elettorato, di svolgere la benchè minimafunzione di controllo ed indirizzo sulle voci di spesa, in virtù di un tacito accordo tra imaggiori partiti, smentito a parole ma vigente nei fatti, che ha avuto come effettol'esclusione dei gruppi minori dal Consiglio dell'Unione.Viste le premesse, non faremo, a dispetto di quanto è facile presumere, alcunadichiarazione di principio sulla necessità e l'opportunità di adottare anche a Carpi lostrumento del Bilancio Partecipativo, cosa di cui per altro siamo pienamente convinti.Mi limito invece ad indicare 2 semplici accorgimenti che, da soli, potrebbero miglioraremolto e con effetto immediato il lavoro dei consiglieri e la trasparenza del bilancio:1_stante l'approvazione del bilancio a fine gennaio, l'amministrazione dovrebbeconsegnare il bilancio di previsione e tutti i documenti allegati già a partire dal primodicembre, e vista l'importanza del Piano Economico di Gestione (PEG) ai fini di una suamigliore e più dettagliata comprensione, è fondamentale che anche la bozza di questodocumento, seppur non sottoposto a giudizio da parte del Cosiglio, giunga in tempo utileper la discussione;2_noi crediamo, e visti i precedenti, pensiamo di non esser gli unici, nell'importanza dellarete quale strumento di trasparenza e partecipazione alla vita pubblica, pertanto riteniamoche sia importante che tutti gli allegati al bilancio, compreso il PEG venga messa pertempo a disposizione di tutta la cittadinanza attraverso la rete civica.Un bilancio “vecchio” e iniquoEd ora veniamo al merito.Noi riteniamo il bilancio di previsione 2010 e la relazione programmatica presentata dalSindaco nella seduta di giovedì 14 insufficienti a rispondere all'attuale situazione di crisieconomica, sociale ed ambientale, né capace di indicare una strategia d'uscita dallepolitiche che, anche a livello locale, questa crisi hanno contribuito a provocare e di cuiquesta maggioranza consiliare e questa giunta sono responsabili, essendo le dirette eredidelle maggioranze e delle giunte precedenti.

Riconosciamo la situazione sfavorevole per le finanze locali, a causa delle politichedeliranti del Governo nazionale in materia di enti locali, ma riteniamo anche che sul tantopubblicizzato “taglio di 5 milioni di entrate”, che Sindaco e Giunta hanno nominato ad ognipiè sospinto, dalla conferenza stampa alle presentazioni pubbliche di presentazione delbilancio (e finanche nella Relazione Tecnica allegata al bilancio) l’informazione sia stataparziale e fuorviante, confondendo i tagli (ingiustificati e deleteri) operati dal Governo, conla presenza di partite straordinarie nel 2009 (in primis la vendita delle azioni AIMAG) che arigor di logica, nessuna amministrazione responsabile poteva ritenere sensatoutilizzare per finanziare la spesa corrente (a meno di non ipotizzare ogni anno divendere un eguale valore di azioni) né tantomeno possono essere presentate oggicome un “taglio” delle entrate correnti.Quindi sveliamo un primo trucco: la spesa corrente di questo comune, nel 2009, si èalimentata di partite straordinarie per far quadrare i conti, per cifre ben superiori a quelletagliate dal governo e lamentarsi oggi che quelle risorse non siano disponibili, significafare disinformazione, e se è vero che fra le spese “tagliate” nel 2010 ci sono anche 1,2milioni di interessi grazie all’estinzioni di mutui consentita dall’operazione AIMAG per iprossimi cinque anni (come specificato nella Relazione Tecnica), non ho mai sentito lagiunta sottolineare con la stessa pubblicità, che quell’operazione ha tagliato anchedel 35% l’incasso dei dividendi che AIMAG ha garantito in tutti questi anni percentinaia di migliaia di euro e che questa perdita non si limiterà al prossimoquinquennio, ma è per sempre.Quei dividendi, da quest’anno, finiranno per il 25% a HERA e per il 10% alla FondazioneCRC.Un secondo trucco è quello di fare finta che nel 2011 sarà passata la nottata:misteriosamente, tutte le entrate riprendono a salire. Un ottimismo che ci pare,onestamente, poco motivato e che dovrebbe mettere in guardia dall’intraprendereinvestimenti impegnativi come la nuova e faraonica sede comunale.Se le entrate straordinarie, fossero state utilizzata per migliorare i livelli di servizio o percontrastare gli effetti della crisi, pur restando in disaccordo sull’operazione AIMAG, la cosaavrebbe avuto anche una sua dignità, ma, come ci dimostrerà tra qualche mese il bilancioconsuntivo 2009, noi riteniamo che gran parte di quei 3 milioni di partite straordinarie delbilancio 2009, siano state spese in operazioni discutibili, non prioritarie e in veri e proprisprechi e privilegi che si ripetono da anni .Allo stesso modo i cosiddetti “tagli” effettuati per il 2010 sulla spesa corrente, riteniamosiano stati tutti eseguiti concentrandosi più sulla loro facilità (ad esempio tagliando laspesa per lavoratori in appalto, infischiandosene delle conseguenza) piuttosto che facendovere scelte di risparmio e riorganizzazione in settori e servizi, a partire dai consumienergetici di questo comune, fino alle spese per incarichi e consulenze per manifestazioni“vetrina”, o per un settore, quello della comunicazione, che ha assunto in diverse occasionisempre più i contorni, per la sua attività, di un ufficio propaganda, come dimostrano leiniziative di marketing fatte a un passo delle elezioni da questa giunta nel maggio-giugnoscorso.Questo bilancio non indica vie di uscita, né capacità di indirizzo, per dare una prospettivaalle migliaia di lavoratori colpiti dalla crisi o alle famiglie in situazioni di disagio.I bilanci passati del Comune di Carpi e quello di previsione che discutiamo stasera,mostrano i chiari segni di un’incapacità ad immaginare alle storture dell’ attuale sistemaproduttivo ed economico ed una percepibile sottovalutazione di alcune emergenze sociali,in primis il diritto alla casa.

La campagna di “cementificazione” perpetuata per poter finanziare opere e iniziativeviziate da un provinciale senso di “grandeur”, è un malcostume italiano che deve finire.Pensare di finanziare la spesa corrente continuando nella svendita di un bene finito qualeil nostro territorio o il capitale dell’azienda che gestisce i nostri più importanti beni comuni,come l’AIMAG è secondo noi un atteggiamento miope ed una politica irresponsabileverso le future generazioni.Tornando all’analisi dei due titoli di spesa, corrente e per investimenti, rimaniamocomunque particolarmente sconcertati di fronte a determinate scelte.Per il 2010 ci ritroviamo sostanzialmente in una situazione in cui il Comune taglia qua e lànella spesa corrente, ma soprattutto azzera gli investimenti.Da un certo punto di vista è anche un bene, visto che negli anni passati, gran parte delpiano investimenti, è stato assorbito da opere viarie, tutte rivolte a favorire la mobilità sugomma, in alcuni casi progettualmente discutibili come il cavalcavia di Fossoli, giusto perfare un esempio, la cui scarsa efficacia poi risulta evidente, nel momento in cuil’amministrazione decide di mettere a senso unico la Remesina, perché troppo “utilizzata”dagli automobilisti che la trovano più agevole del cavalcavia, dimostrandoci che il presuntospostamento di flussi di traffico con la costruzione di queste infrastrutture appartiene piùalle leggende metropolitane che alla realtà.Innanzitutto ribadiamo che, dato che a giugno i numeri della crisi erano tutti evidenti epresenti sul tavolo di giunta e dirigenza, avere confermato incarichi di staff e indennità adpersonam (che si aggiungono alla normale retribuzione contrattuale) nella medesimamisura degli anni precedenti, salvo poi dover tagliare qualche decina di migliaia di euro afine anno in lavoratori “appaltati” o a termine, è una delle più clamorose ingiustizie dicui si macchia questo Comune, come si evince chiaramente dalla lettera degli operatoridella Loria letta in precedenza, dalla vera e propria campagna che ha dovuto lanciare lacooperativa il Mantello per salvare il salvabile e da tutti i casi di quei lavoratori precari daanni in attesa di una stabilizzazione che questo comune non ha voluto concedere e chenon hanno avuto la forza per organizzarsi e uscire allo scoperto per denunciare lasituazione.Il tutto mentre questa amministrazione ha saputo essere così generosa con alcuni.In tempo di crisi, tutti, a partire dalla “testa” dovrebbero essere capaci di sacrifici, quiinvece i sacrifici si sono scaricati sulla fascia di lavoratori più deboli (appaltati e precarianche di “lungo corso”) e tanti saluti.Sono 270.000€ all’anno le somme per le sole indennità ad personam di un ristretto gruppodi dirigenti e personale di staff, a cui magari si andranno ad aggiungere in corso d’annopure i premi di produzione.Noi le riteniamo uno sproposito (anche che non fossimo di fronte ad un bilancio “dicrisi”) e fossimo stati al governo di questa città ci saremmo vergognati diriconfermarle per intero.La sottile differenza tra cultura e intrattenimento e tra comunicazione e propaganda.E veniamo agli altri settori di spesaIn un anno di crisi come questo, con un territorio che, come ricordava il Sindaco nel suointervento, ha visto i disoccupati salire a quota 8.000 e i redditi di molte famiglie ridotti allumicino, tutto dovrebbe consigliare un’unica parola SOBRIETA’.

Invece ci ritroviamo, ad esempio, con un Comune che progetta “nuovi contenitori culturalida dedicare alla politica” (e a pagina 103 della Relazione Previsionale Programmaticascopriamo che si tratta niente di meno che di un nuovo festival)Anche noi riteniamo che gli investimenti in beni culturali, oltre che arricchirci comepersone, contribuiscano a creare un favorevole ambiente di sviluppo delle coscienze, dellaloro autonomia e della coesione sociale, ma ci pare che il Comune di Carpi, abbia sposatoun modello culturale che si ciba di grandi eventi, grandi ritorni mediatici e grandi spese, eche questo non significhi immediati ritorni per tutti, materiali o immateriali che sianoAnche accettando la logica un po’ mercantile in cui cade a volte il Sindaco quando parla diquesti eventi di grido, che pare portino tante persone a Carpi, come se il turismo da solopotesse ricucire un tessuto economico produttivo in smantellamento (praticamente 8.000operai e impiegati disoccupati a lavorare nei bar del centro), bisognerebbe sforzarsi di fareun po’ di bilancio costi/benefeci e chiedersi se i soldi investiti in questo “sforzo”comunicativo non potrebbero dare maggior ritorni (ma ahimè, temo minor visibilità aSindaco e Giunta) anche con un’idea di cultura meno televisiva e per grandi eventi da unlato, e maggiori capacità redistributive e di investimenti realmente produttivi dall’altro.O in alternativa, ci si chiede perché la compartecipazione prevista per ogni altro tipo diservizio debba venire qua a mancare del tutto.Il Festival della Letteratura di Mantova è forse meno popolare e “culturale” dei nostriperché fa pagare un piccolo obolo a chi vi partecipa?In tempi di vacche magre non è possibile concepire che certe manifestazioni da annualidiventino biennali?Per le rassegne culturali è sempre necessario spendere per i grandi nomi e non chiederea tutti gli operatori accademici e della cultura di fare uno sforzo anche loro per promuovereiniziative, rassegne e partecipazioni a festival a prezzi contenuti?Tutte le spese in comunicazione per i nostri “grandi” eventi poi, vanno ad aggravareulteriormente il bilancio del nostro ufficio “propaganda”.Facciamo qualche esempioSpese per la redazione di articoli redazionali, servizi fotografici, servizi di marketing e affiniper 46.000€.Spese che si aggiungono al personale comunale già pagato per fare comunicazione!Prevediamo di spendere per la rete civica 65.500€ di incarichi esterni e però in passatoquesto non ci ha garantito dal dover commissionare a tre altre distinte software house diprogettare i siti per la Biblioteca Loria, per il Teatro e il Museo e nel 2010 pagheremoqueste cifre per riversare il tutto sul sistema open source fornito dalla regione.Praticamente siamo l’unico comune che traduce l’adozione di tecnologie open source incosti, e questo perché continuiamo ad affidarci a strapagate consulenze esterne, tutteripetute negli ultimi cinque anni, che non vengono tagliate, e non riusciamo a sviluppare unsettore interno in grado di fare queste cose in economia.Un comportamento schizofrenico che elimina il personale a tempo determinato e inappalto, spremuto per anni in condizioni di precarietà e che costa poco e poi ci si affidaall’esterno per incarichi super pagati per competenze che invece andrebbero sviluppateall’interno (e che forse sono anche all’interno e in questo momento vengono mortificate).Non di sola maglia…Veniamo al capitolo attività produttive della relazione del Sindaco.

Intanto segnaliamo che un settore è sparito (se non nel titolo del paragrafo). Carpi aquanto pare non è più città con vocazione agricola. Il settore per l’amministrazione nonesisteCi si dirà che l’anno scorso è partito il mercato contadino.Bene (nonostante le riserve di alcune delle associazioni di volontariato che lo avevanopromosso circa la sua gestione e le sue caratteristiche, comunque si tratta di un inizio).Noi però vi diciamo che sulla valorizzazione delle filiere corte, altri comuni stannosperimentando ben altre iniziative, quali il sostegno a piattaforme logistiche per far arrivarecibi a chilometro zero nelle nostre mense ed esercizi pubblici, avviare culture di boschicedui per la produzione di biomasse energetiche sui territori comunali da affittare alleaziende agricole che vi si vogliano impegnare (cosa che per inciso potrebbe anchecontribuire a far ripartire un indotto per le macchine per il legno, ad esempio) e ogni altrotipo di attività, a costi limitati per il comune, ma che consentirebbero di aumentare la quotadi spesa delle famiglie e di enti pubblici in forniture alimentari ed energetiche che rimanesul territorio.Per gli altri settori produttivi abbiamo visto citato una sola iniziativa: la fusione diCarpiformazione con il Campus della Moda, sul quale in passato abbiamo già avuto mododi esprimerci circa economicità ed utilità per questo territorio, che non di Campus avrebbebisogno, ma di finanziare direttamente la formazione di giovani carpigiani, da inviare inItalia e all’estero per la loro crescita professionale, da legare contrattualmente alle aziendedel territorio al loro rientro con stipendi veri e non tirocini e stage.Invece si va a costruire un Campus che per le sue dimensioni, rischia di produrre unnumero di specialisti talmente elevato che per lavorare dovranno per forza andarseneloro, nei distretti e nelle aziende che faranno concorrenza a Carpi.Su come la Fondazione CRC spenda i suoi soldi (che ricordiamolo, sono soldi dellacollettività e non del suo consiglio di amministrazione), ci riserviamo di interveniresuccessivamente, nel corso dell’attività politica e consiliare.Quel che è certo è che per il Comune di Carpi, la capacità di sostegno ai settori produttivi,in termini di proposta e progetto, finisce qui.Sul commercio, semplicemente prendiamo atto della schizofrenia politica che derivadall’ossessiva (a parole) attenzione per il commercio del centro storico, unita ad unapolitica urbanistica che sta puntando sui grandi spazi commerciali, aggravando laconseguente dipendenza dall’automobile dei cittadini consumatori.E tanto per chiarire che non si tratta della difesa delle corporazioni dei piccolicommercianti da parte nostra (alle quali peraltro non siamo simpatici visto che continuiamoa ripetere che è assurdo trattare il centro come se fosse un puro e semplice centrocommerciale e ridurre a parcheggio ogni buco intorno alla piazza, anziché invitare icittadini a liberarsi dall’auto per tutti piccoli spostamenti, compresi quelli per loshopping…), vi invito a leggervi un’interessante relazione dei rappresentanti provincialidella FILCAMS, circa la situazione dei lavoratori nei grandi spazi commerciali e il modellodi consumo che questi si tirano dietro, presentata al convegno “Ipermercati, hard discount,outlet. Il commercio insostenibile?” il 29 maggio scorso.Politiche sociali: un boom immobiliare che ci lascia senza caseGli alloggi ERP e non ERP destinati all’emergenza abitativa sono pochi.Ci sono dubbi a riguardo?Avete qualche dubbio su di chi sia la responsabilità di questa situazione?Poco più di 600 alloggi su 33.000 unità abitative presenti a Carpi significa che il 2% scarsodelle abitazioni di Carpi è disponibile ad un prezzo sociale.

Serve un piano per portare questa percentuale almeno al 10%, per ottenere un veroimpatto di calmieramento dei prezzi degli affitti e una possibilità reale di accedere adun’abitazione decente senza doversi indebitare per una vita intera, con un mutuoquarantennale.Governi di centrodestra e centrosinistra hanno negli anni chiesto al mondo del lavoroflessibilità e mobilità, in cambio però il mercato offriva a questi lavoratori affitti alti cherendevano illusoriamente vantaggioso l’acquisto della casa, ovvero la negazione dellaflessibilità e della mobilità.Questi processi possono essere contrastati a livello locale da un a politica sociale per lacasa come quello che indichiamo noi, da perseguire con regolarità con un certo numero diacquisti (non necessariamente di nuove costruzioni) da ripetere ogni anno, anche dapiccoli proprietari, anche di appartamenti non nuovi (perché non è vero che, come hannopaventato i consiglieri di maggioranza nel dibattito sugli appartamenti di via Ginzburgpagati uno sproposito, che un appartamento di cinque o dieci anni richiedanecessariamente insostenibili spese di manutenzione e restauro, se è stato costruito concriteri di decenza) mentre invece, per il 2010 il Comune su questo settore si ferma.Nessun investimento previsto nel piano investimenti. Zero. Niente di niente .In fondo abbiamo solo 600 famiglie in lista di attesa.Per lo stesso motivo, in questa particolare fase, è necessario spostare parte della spesacorrente per integrare il fondo sociale per l’affitto, o per andare in aiuto ai lavoratori non ingrado di sostenere le rate del mutuo della prima casa o per contribuire a pagare le speseche le famiglie, magari con figli o anziani a carico oggi non sono in grado di affrontare.Questa dovrebbe essere la cartina di tornasole e non semplicemente la rincorsa nellaquale si sta esercitando la giunta, a tappare i buchi degli inevitabili minori incassi da rette etariffe, cercando di non intaccare troppo le spese superflue di cui parlavamo sopra.Per quanto riguarda i servizi alla persona: bene l’aumento dei posti letto del Carpine, manoi avremmo preferito che non aveste rinunciato alla destinazione di utilità pubblica perl’area dell’ex cremeria, dove forse oggi sarebbe potuta sorgere una struttura nuova e piùcapiente e ricordo per inciso che durante quella campagna, da diversi esponenti dellagiunta, ci veniva segnalato come la necessità di posti letto in strutture protette non fossecosì rilevante.Senz’altro meno rilevante dell’interesse per un’azienda costruttrice ad utilizzare quelterreno per appartamenti di valore in prossimità del centro.Se ne ricordino gli anziani che rimarranno in lista d’attesa e le loro famiglie, anche dopoche sarà realizzato il nuovo piano de Il Carpine..Rifiuti: avanti piano che sennò Modena fa brutta figura…In campo ambientale, l’assessore Tosi ci ripete ad ogni piè sospinto quale incredibiletraguardo sia stato per Carpi raggiungere il 55% di raccolta differenziata, grazie al porta aporta.Anche noi siamo convinti che il porta a porta sia l’unica modalità logica di raccolta,tanto è vero che eravamo fra quelli che mentre l’allora DS proponeva di costruire unnuovo inceneritore a Fossoli, dicevamo che se si fosse partiti subito con il porta aporta avremmo risparmiato soldi, emissioni e creato lavoro.Ci avete messo qualche anno a capirlo e ora ci state mettendo qualche anno a realizzarlo,quindi forse sarebbe bene contenere i trionfalismi per due motivi.Il primo è che il 55% di raccolta differenziata è un risultato discreto, ma non eccellente, seguardiamo alle altre esperienze italiane che da anni veleggiano oltre 75% per bacini di utenza pari o maggiori di quello di Carpi., e lo hanno fatto con un filino in più di solerzia diquello che ci state mettendo voi (in alcuni casi in un anno!) , associando il tutto anche ainiziative di riduzione dei rifiuti, all’interno di una strategia che efficacemente si chiamaRifiuti Zero.Per chi fosse interessato, può andarsi a vedere l’esperienza del comune di Capannori, inprovincia di Lucca, ad esempio.Secondo motivo: proprio in un’ottica di riduzione dei rifiuti, i comuni che hanno attuato inmodo efficace il porta a porta, sono stati in grado di misurare delle economie derivate dalminor conferimento in discarica o all’incenerimento. A Carpi invece pare che il porta aporta sia solo un costo e, anzi, ci ritroviamo con un aumento in bolletta rifiuti per tutti del2,5%.Su questo tema, ho sotto gli occhi una dichiarazione del presidente AIMAG, Michelini, cheafferma che i loro costi di gestione sono aumentati solo del 0,75%, quindi il restodell’aumento è una decisione di questa giunta per fare cassa.Decisione legittima, ma almeno chiamiamola con il suo nome e non diamo la colpa alporta a porta.In altri termini: mi sembra che sul tema rifiuti la giunta abbia cominciato un po’ troppopresto a farsi i complimenti da solaCerto, è un risultato che salta all’occhio in una provincia come quella di Modena, dove ivostri compagni di partito ci hanno appunto regalato il raddoppio dell’inceneritore aModena, impresa che pagheremo anche tutti i noi, sia monetariamente che in termini diaumento di emissioni inquinanti nell’aria, che com’è noto, non danno troppo peso ai confinicomunali.Politiche energetiche: aspettate che arriviamo!Sulle politiche energetiche ci sono due aspetti dove si palesa la totale insipienza dellescelte delle giunte passate e che rischia di confermarsi per gli anni futuri.Nella relazione del sindaco si cita l’adozione del regolamento edilizio per i privati, perobbligare i costruttori a costruire case un po’ più efficienti dal punto di vista energetico.BenePeccato che sia arrivato nel 2008, a boom edilizio finito.Non pretendiamo di essere al passo di Bolzano su questi temi (non sia mai!), ma facciamopresente che Correggio il piano lo ha adottato nel 2006. Fate i conti di quante case sonostate costruite a Carpi in quei due anni di ritardo nell’adozione di un provvedimento cheper il Comune era a costo zero.Secondo aspetto: il Comune ha dettato il regolamento per i privati, ma in casa sua, cosaha fatto in questi anni?Il primo piano energetico risale al 1998.Da allora il massimo delle realizzazioni è stato cambiare qualche caldaia con nuovecaldaie a condensazione e… basta.Nella scorsa legislatura abbiamo anche speso qualche migliaio di euro per un EnergyManager, il cui fondamentale contributo è stato proporre alla giunta di fare la mappaturaenergetica degli edifici, convertire a metano o gpl qualche macchina comunale, ottenere lacertificazione EMAS.La giunta delibera nel 2007.Qualcuno ci dica in quale cassetto è finito quel piano (sperando che non ci sia rinchiuso edimenticato anche l’energy manager che lo ha proposto)

Il Sindaco ci dice nella sua relazione che nel 2010 “si proverà” a fare qualcosa.Segnaliamo a lui e alla giunta che ci sono comuni che da anni hanno affidato il loro servizienergetici alle famose ESCO (Energy Saving Company), agenzie che prendono su di sé lagestione energetica di tutti gli edifici comunali, con progetti di risparmio energetico cheripagano il loro lavoro e le opere necessarie nei primi anni, per poi lasciare dopo qualcheanno al Comune tutto il vantaggio delle minori spese in consumi e maggiori entrate per laproduzione di energia.In pratica questa amministrazione siede su un potenziale di diverse centinaia di migliaia dieuro ogni anno, non sfruttato.Ogni tanto se ne ricordano e qualcuno lo mette nel programma elettorale: le ESCO eranogià citate nella campagna elettorale del 2004, i Verdi che da due legislature sostengonoquesta giunta le hanno rispolverate nel loro programma elettorale 2009.Qualcuno le ha viste nel bilancio di previsione 2010? Siamo ai “si proverà…”, un po’ pocodopo cinque anni che se ne parla (e altrettanti o più anni che altri comuni lo fanno).Mobilità: se ci avanza qualcosa facciamo una ciclabile. Basta che non disturbarel’autistaEsistono, per le città delle dimensioni di Carpi, due mezzi di mobilità sostenibile: ferrovia ebiciclette.Biciclette per gli spostamenti urbani, ferrovia per quelli sovra urbani.Esiste un mezzo di mobilità insostenibile, per i costi ambientali ma anche per quelli socialiche si trascina dietro in termini di morti , feriti, ammalati di patologie croniche. E’l’automobile.Da cosa si giudica se un’amministrazione sta lavorando sulla mobilità sostenibile? Dallerisorse che mette a disposizione di un mezzo piuttosto che a un altro.Sarebbe interessante che qualcuno si occupasse di fare la somma delle risorse comunalispese per la mobilità su gomma in questi 15 anni e le paragonasse a quelle spese per lamobilità cosiddetta sostenibile.Possiamo ragionevolmente anticiparvi che il paragone per il Comune di Carpi sarebbeimpietoso e lo dimostra il fatto che solo nel 2010 riusciremo ad avere un pista ciclabile conun inizio ed una fine, quella da Fossoli alle Magazzeno, peraltro solo grazie allamobilitazione dei nuovi residenti di Fossoli che l’hanno richiesta, perché vi ricordo che ilprogetto originario prevedeva una pista verso il campo di concentramento, buona per legite della domenica come le altre piste ciclabili, che sono rami e tronconi che nonservono per ridurre gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro in automobile afavore della bicicletta, ma sono molto utili per fare statistica, quando la giunta devedirsi che è stata molto brava.Anche il caso della Fossoli-Magazzeno, ci dimostra comunque che un sistema dispostamento amico dell’ambiente non è prioritario per questa giunta, che trova sempre isoldi per le rotonde e per le tangenziali e i cavalcavia che non riducono traffico e amalapena lo spostano un po’ più in là, ma, nel caso specifico, si ritrova poi senza soldi perfare il previsto secondo ramo di quella ciclabile che dalla Remesina doveva passare a latodella ferrovia.Paesi come la Danimarca o l’Olanda hanno più piste ciclabili di noi e la gente le usa alposto della macchina anche con un clima più rigido del nostro.Sono più stupidi?Sono superuomini e superdonne?

O hanno solo preso coscienza che fare un uso moderato dell’auto aiuta tutti a viveremeglio?E le loro amministrazioni comunali, che riservano spazi alle biciclette per toglierli alle auto,perché questa è la sola soluzione disponibile nelle nostre città, sono tutte fatte daestremisti ecologisti? Sono forse i loro centri storici morti perché hanno scelto di non ridurliad un unico parcheggio, come sembra che vogliano fare a Carpi gli esponenti menoilluminati delle associazioni di categoria del nostro centro storico?Insomma, anche in questo caso, la differenza fra la mediocrità e l’eccellenza si misurasulla base di parametri certi: un piano di mobilità che abbia come obiettivo lo spostamentodi almeno il 15% degli spostamenti giornalieri su biciclette entro il 2020 (come previstodalla Carta di Bruxelles del 2008, firmata da diverse città), risorse per realizzarlo, un pianourbano del traffico che dica chiaramente a chi vuole dare la priorità senza giri di parole emistificazioni da propaganda.Tutto questo a Carpi non c’è.Se volete una città a misura di automobilista, non sarà mai una città a misura d’uomo.Territorio: la bulimia è finita (forse e per ora). I danni sicuramente no.La giunta lo chiama “un’ordinato sviluppo urbanistico di Carpi”, verrebbe maliziosamenteda dire: “ordinato da chi?A noi è sembrata una smodata corsa al mattone, fatta per tenere in piedi la spesa correntee per fare molti regali a costruttori e speculatori.Oggi Carpi ha circa 33.000 unità abitative (dato del SIT al 30 agosto), di queste 3500 ssono aggiunte nel periodo dal 2002 al 2008Al 31 dicembre 2008 Carpi aveva circa 28.000 famiglie residenti (Annuario statistico delComune di Carpi).Questi due dati statistici da soli chiudono ogni fantasioso conto di quante siano le caselibere a Carpi: un po’ di più del ridicolo dato di circa 600 appartamenti di cui parlava l’exassessore Arletti, ai tempi della campagna contro la cementificazione della ex Cremeria.Di questo delirio del mattone, il nostro territorio ne porterà i segni per SEMPRE e quindiancora una volta diciamo con forza che almeno due cose bisogna farle subito.La prima: STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO, nessuna ulteriore espansione deveessere consentita, cominciando con il preservare l’area oltre ferrovia dallacementificazione, variandone la destinazione d’uso. Operazione che il tribunale di Stato hariconosciuto legittima, in assenza di lavori avviati.La seconda, demolendo l’obbrobrio di cemento che sta venendo avanti in via Lama, cheavrà tutti i crismi e carismi della legalità ma rimane un pugno in faccia non solo alla qualitàdella vita delle persone che vivono in quel quartiere, ma anche al più normale e banalebuonsenso e buon gusto.Io invito i consiglieri della maggioranza e tutti i cittadini, a farsi un giro in via Lama, e dopoaver visto la posizione e le caratteristiche di quell’impianto, inserite in quello scorcio dipaesaggio rurale alle porte della nostra città, vi chiedo di dire onestamente se ritenetequella tipologia di impianto in quella collocazione un atto di buona e saggiaamministrazione, tenendo conto che non mi pare che a Carpi manchino le aree industrialie artigianali.Concludendo

Per tutte le regioni esposte fino ad ora, e per molte altre, la Lista Civica Carpi a 5 Stellebeppegrillo.it e il Partito della Rifondazione Comunista bocciano questo bilancio, ma nonvogliamo limitarci a questo.Abbiamo preparato due emendamenti, per dare risposte concrete ai bisogni immediati euna visione capace di futuro.Sostegno ai redditi, politiche per la casa in grado di ridistribuire risorse anche per i piccoliproprietari (che proporremo di ripetere ogni anno, per ottenere una vera politica dicalmieramento dei prezzi degli affitti e degli immobili), un investimento in energierinnovabili che dovrà affiancarsi all’avvio concreto di un piano energetico che consenta diRISPARMIARE in futuro diverse centinaia di migliaia di euro in energia.Tutto questo comincia spostando meno dell’1% della spesa corrente e aumentandomeno del 20% la spesa di investimenti, ricorrendo a un meccanismo di debito inperiodo di bassi tassi di interesse per investimenti produttivi che si ripagherannonel tempo.Questi due emendamenti non cambiano il senso generale di una manovra che risente ditutti i vizi delle gestioni precedenti, ma potrebbero essere un segnale importante dicambiamento, che consegniamo alla responsabilità dei consiglieri della maggioranza e algiudizio delle cittadine e dei cittadini di Carpi.

1 commenti:

Daniela DePietri ha detto...

Gli interventi di quasi tutti i COnsiglieri che sono intervenuti alla approvazione del bilancio, si trovano qui
http://www.carpidiem.it/cgi/page.cgi?g=Il_Comune/Bilancio/Anno_2010&t=default&s=1264254781193217782&d=1

Daniela DePietri

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