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mercoledì 24 febbraio 2010
10:48 |
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«Anche l’ingestione causa malattie». Ma l’Ausl nega
«L’amianto fa male. Anche quando viene ingerito e non solo se inalato».
L’affermazione, in contraddizione totale con quanto da sempre sostenuto dagli esperti dell’Ausl modenese, non arriva da un’allarmista-ambientalista, ma da una fonte di grande autorevolezza: a sostenerlo, infatti, è Fiorella Belpoggi (nella foto), direttore del Centro di ricerca sul cancro ‘C.
Maltoni’ di Bologna, intervenuta lunedì scorso durante un convegno che si è svolto a Carpi e a cui hanno partecipato esponenti della stessa Ausl.
Il tema è caldo, in particolare nelle nostre città, dove è ormai noto che più del 50% delle tubature che portano acqua nelle case sono fatte di eternit, il tanto temuto impasto di amianto e cemento.
La ricercatrice di fama internazionale, premio Ramazzini 2007 e allieva del compianto oncologo Cesare Maltoni, sollecitata, durante la serata, ad esprimersi sull’argomento e sul pericolo che comporta l’ingestione eventuale di piccole particelle portate dall’acqua (pericolo sempre negato dalle istituzioni) ha dichiarato: «Dal punto di vista tossicologico non può essere che una sostanza dannosa come l’amianto possa nuocere alla salute solo se inalato. Ci sono numerosi studi che confermano la tossicità dell’amianto ingerito. All’ultima World Asbestos Conference, che si è tenuta a Taormina nel 2009, una ricercatrice francese ha portato un caso di un paziente malato di asbestosi (la malattia tipica di chi è stato esposto alla tossica sostanza) nel quale aveva riscontrato l’amianto nelle urine.
E come è finito nelle urine? Attraverso i reni, lo stomaco e il fegato».
Una delle giustificazioni che l’Ausl ha in questi mesi utilizzato sul tema è stata l’incrostazione calcarea che impedirebbe, nei vecchi tubi dei nostri acquedotti, alle fibre di amianto presenti di staccarsi ed essere ingerite.
Una spiegazione che, però, almeno in linea di principio lascia un po’ il tempo che trova...
Anche in questa occasione, comunque, il rappresentante dell’Ausl, ha fatto orecchie da mercante, tirando in ballo il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si sarebbe schierata su posizioni scettiche senza, però, aver mai condotto studi specifici sul tema.
«Non capisco questa campagna dei media al limite del procurato allarme - ha accusato Besutti, che per sua stessa ammissione non era a conoscenza della presenza di manufatti in amianto nello stesso ospedale di Carpi -. Comunque l’acqua delle nostre zone è dura e non corrode i tubi di eternit, per cui non c’è rischio».
Tra i presenti in sala a seguire il dibattito c’erano anche alcuni parenti di vittime dell’amianto.
Daniele Franda
(fonte: Modena Qui)
«L’amianto fa male. Anche quando viene ingerito e non solo se inalato».
L’affermazione, in contraddizione totale con quanto da sempre sostenuto dagli esperti dell’Ausl modenese, non arriva da un’allarmista-ambientalista, ma da una fonte di grande autorevolezza: a sostenerlo, infatti, è Fiorella Belpoggi (nella foto), direttore del Centro di ricerca sul cancro ‘C.
Maltoni’ di Bologna, intervenuta lunedì scorso durante un convegno che si è svolto a Carpi e a cui hanno partecipato esponenti della stessa Ausl.
Il tema è caldo, in particolare nelle nostre città, dove è ormai noto che più del 50% delle tubature che portano acqua nelle case sono fatte di eternit, il tanto temuto impasto di amianto e cemento.
La ricercatrice di fama internazionale, premio Ramazzini 2007 e allieva del compianto oncologo Cesare Maltoni, sollecitata, durante la serata, ad esprimersi sull’argomento e sul pericolo che comporta l’ingestione eventuale di piccole particelle portate dall’acqua (pericolo sempre negato dalle istituzioni) ha dichiarato: «Dal punto di vista tossicologico non può essere che una sostanza dannosa come l’amianto possa nuocere alla salute solo se inalato. Ci sono numerosi studi che confermano la tossicità dell’amianto ingerito. All’ultima World Asbestos Conference, che si è tenuta a Taormina nel 2009, una ricercatrice francese ha portato un caso di un paziente malato di asbestosi (la malattia tipica di chi è stato esposto alla tossica sostanza) nel quale aveva riscontrato l’amianto nelle urine.
E come è finito nelle urine? Attraverso i reni, lo stomaco e il fegato».
Una delle giustificazioni che l’Ausl ha in questi mesi utilizzato sul tema è stata l’incrostazione calcarea che impedirebbe, nei vecchi tubi dei nostri acquedotti, alle fibre di amianto presenti di staccarsi ed essere ingerite.
Una spiegazione che, però, almeno in linea di principio lascia un po’ il tempo che trova...
Anche in questa occasione, comunque, il rappresentante dell’Ausl, ha fatto orecchie da mercante, tirando in ballo il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si sarebbe schierata su posizioni scettiche senza, però, aver mai condotto studi specifici sul tema.
«Non capisco questa campagna dei media al limite del procurato allarme - ha accusato Besutti, che per sua stessa ammissione non era a conoscenza della presenza di manufatti in amianto nello stesso ospedale di Carpi -. Comunque l’acqua delle nostre zone è dura e non corrode i tubi di eternit, per cui non c’è rischio».
Tra i presenti in sala a seguire il dibattito c’erano anche alcuni parenti di vittime dell’amianto.
Daniele Franda
(fonte: Modena Qui)
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1 commenti:
non ho potuto partecipare al convegno, a causa di allergia improvvisa ad un antibiotico.
ma la domanda, che avrei voluto fare, riguardava proprio la contaminazione ambientale.
perchè, mio marito, è morto 4 mesi fa di mesotelioma, pur non avendo mai lavorato direttamente l'aminato,.
è vero, che ci circonda in ogni fabbricato pubblico o privato costruito fino al 1992, e che i casi nella nostra zona sono relativamente pochi.
ma, purtroppo, stanno aumentando, e credo che non sia più possibile, liquidare l'argomento delle tubature, come ha fatto con me l'all'ora assessore Arletti, dicendo che l'amianto, non è previsto nelle analisi della potabilità, in quanto è pericoloso solo se inalato.
dunque innoquo se ingerito.
questa risposta, mi ha sempre inquietato, ma ora è arrivato il momento di approfondire, di dare ascolto ai ricercatori.
credetemi, il mesotelioma, è una malattia orribile, inesorabile, distruttiva.
vorrei tanto, che nessun altro, dovesse mai più affrontare questa esperienza.
ma purtroppo, la latenza del mesotelioma, è lunghissima, e più in fretta si agisce, sarà sempre molto tardi
per chi volesse saperne di più, c'è un sito su Facebok, che si chiama
"gruppo di auto-aiuto.
fabrizia
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