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giovedì 4 febbraio 2010

Intervista a Davide Dalle Ave realizzata dal settimanale Il Tempo

“Dobbiamo creare le condizioni di una nuova alleanza di centrosinistra, capace di vincere perché più credibile del centrodestra nelle proposte e nella condivisione di una visione strategica per l’Italia e il suo futuro”, parola del neo eletto segretario del Pd di Carpi, Davide Dalle Ave

Sono passati due anni dalla nascita del Partito Democratico. Due anni difficili, caratterizzati dalla caduta del Governo Prodi, da elezioni politiche anticipate che hanno visto nuovamente la vittoria di Berlusconi e del centro-destra, da un travaglio intestino al neonato progetto politico che ha portato alle dimissioni del Segretario nazionale Walter Veltroni. Della scorsa settimana poi, le ben note dimissioni del sindaco di Bologna Flavio Delbono. Un partito che a molti pare frammentato, dall’interno. Al neo segretario del Pd di Carpi, Davide Dalle Ave chiediamo quindi quali sono gli obiettivi primari e le linee che il partito vuole perseguire in città e, soprattutto, quali strumenti intende adottare per riconquistare la fiducia di un elettorato che, come le scorse Amministrative hanno reso palese, si decisamente sta assottigliando.

Di cosa ha bisogno il Pd per riconquistare gli elettori?

“Un partito, per funzionare, ha bisogno di tre elementi: un’identità forte e consolidata, un programma credibile per le comunità che si ambisce a rappresentare, una classe dirigente autorevole e riconosciuta dagli iscritti e dagli elettori. Occorre potenziare un’identità nuova del Pd, che vada oltre la somma delle culture di provenienza e che si dimostri sintesi prodotta dalla comune riflessione e dalla ricerca di nuove risposte ai bisogni della società che cambia. Dobbiamo rilanciare la proposta politica sulle questioni cruciali che investono il Paese – crisi economica, lavoro, sicurezza, immigrazione – per costruire un'alternativa che sia percepita come tale dai cittadini: non soltanto opposizione quindi, ma più relazioni e alleanze nel Paese e nelle istituzioni, creando in questo modo le condizioni di una nuova alleanza di centrosinistra, capace di vincere perché più credibile del centrodestra nelle proposte e nella condivisione di una visione strategica per l’Italia e il suo futuro”.

Complice il flusso migratorio, Carpi ha cambiato volto. Crescono i bisogni e, al contempo, le tensioni sociali.

“E' vero. Attraversiamo una fase di forti mutamenti sociali; dal 2004 al 2010 siamo passati dal 5.4 all’11% di cittadini stranieri residenti a Carpi. E’ un trend che investe tutti i Comuni del nostro territorio. Dobbiamo in questo porre grande attenzione; il timore e l’inquietudine del cambiamento fanno breccia anche nel profondo della nostra società; non può passare l’idea, priva di fondamento, che ci siano diritti senza doveri. Anzi, dobbiamo insistere su questo binomio: piena valorizzazione dei doveri e dei diritti di ogni cittadino. Occorre un modello di welfare capace di aggiornarsi, in cui risposte alla richiesta di sicurezza dei cittadine e politiche di inclusione sociale possano trovare il giusto equilibrio per una società unita, sicura. Io credo sia giunta l’ora di fare una riflessione profonda sul tipo di welfare che attualmente Carpi offre, per poter poi prendere decisioni nuove, anche strutturali, che diano il segno di una realtà aperta sì, ma insieme unita e rispettosa di tutti”.

Dai banchi dell’Opposizione il Bilancio è stato definito “tremolante” (ndr Andreoli), “inattendibile” (ndr Pivetti), “insufficiente a rispondere all'attuale situazione di crisi economica, sociale e ambientale” (ndr Paluan) e come una “bufala pubblicitaria per allocchi” (ndr Alboresi). Non crede che sarebbero state necessarie scelte più coraggiose in particolar modo sul fronte del sociale?

"No. Anzi abbiamo assunto decisioni precise, di responsabilità e di investimento per Carpi proprio in occasione del bilancio 2010. In un contesto non facile, la nostra realtà rimane punto di riferimento per l’alta qualità della vita e opportunità offerte ai cittadini. Le nostre priorità si chiamano appunto politiche sociali e politiche di formazione: lì abbiamo fatto i maggiori investimenti. Non solo per rispondere alle esigenze attuali, tramite l’erogazione di servizi rivolti in primo luogo alla persona e alla sua crescita e formazione, ma nell’ottica di dare, con determinazione e sicurezza, una prospettiva concreta per il futuro di Carpi. Partendo dalle famiglie meno abbienti, che più sentono il peso della difficile contingenza socio-economica. I servizi alla persona, l’educazione scolastica: il welfare locale dunque, inteso come vero e proprio ammortizzatore sociale volto a tutelare la coesione e la forza di una comunità. Questa è la nostra idea di sviluppo della città: al di là delle dichiarazioni dell'Opposizione, l’abbiamo perseguita nei fatti anche in questa occasione".

Il 28 e il 29 marzo appuntamento con le Regionali: un banco di prova importante soprattutto ora dopo le dimissioni di Delbono.

“Le elezioni regionali saranno il primo banco di prova per misurare la distanza che separa le promesse del Governo e il nostro progetto per l’Italia. Saremo impegnati in tempi strettissimi su tre esigenze: il programma, le alleanze e le candidature. Abbiamo bisogno di coalizioni larghe e forti, capaci di interpretare questo tempo e le sfide che abbiamo di fronte. L’autosufficienza è un’idea che abbiamo alle spalle; il Partito democratico ha tutto l’interesse, oltre che l’esigenza, di allargare lo spazio del suo consenso, riorganizzando il campo dell’opposizione e ristabilendo rapporti stabili con le realtà socio-economico e culturali del territorio. Come fu per l’esperienza dell’Ulivo, il Pd a Carpi può essere laboratorio per promuovere un nuovo progetto politico e culturale che contribuisca ad allargare le fasce di riferimento di una coalizione di centro-sinistra capace di interpretare la realtà e porsi come guida di governo autorevole e riconosciuta a tutti i livelli”.

Spazio all’Udc di Casini?

"C’è una parte moderata del nostro Paese che oggi non si riconosce più nelle politiche del governo nazionale, che contro queste si sta battendo con i propri rappresentanti in Parlamento, con la quale dobbiamo confrontarci per creare le condizioni di un progetto politico di ampio respiro. Sì, credo ci sia una possibilità di convergenza tra Partito democratico e altra forze centriste; tuttavia non può mancare a supporto un movimento politico e culturale che dia chiarezza alle scelte. Le alleanze non si fanno mai a tavolino, ma condividendo un'idea precisa di Paese".

Come mai Berlusconi va con le escort e i consensi non calano e Delbono si dimette? Non crede che le dimissioni del sindaco di Bologna possano ledere ulteriormente l’immagine del Pd?

"L'anomalia non è Delbono che, proprio per non far collidere proprie questioni personali con la comunità di Bologna ha rassegnato subito le proprie dimissioni. Noi crediamo in una gestione sana e rispettosa delle regole da parte di chi amministra la cosa pubblica. Di più. Pensiamo che chi ha funzioni pubbliche deve essere ancor più attento a tenere un proprio comportamento moralmente ineccepibile. Non possono esserci sbavature su questo, o ambiguità di sorta. Dovrebbe valere per tutti. invece siamo di fronte a una Destra in Italia che purtroppo troppo spesso non dimostra la stessa sensibilità e lo stesso rigore nei confronti delle istituzioni. Penso che questo sia un problema, e in prospettiva rischi di generare gravi danni, innanzi tutto per il Paese".

Jessica Bianchi

(fonte: Il Tempo del 5 febbraio 2010)

1 commenti:

Lorenzo Paluan ha detto...

L'anomalia non è Del Bono, infatti per il PD è normale avere candidati inquisiti, vedasi i casi di Campania e Calabria...

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