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mercoledì 10 febbraio 2010
17:44 |
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Per la rubrica, "L'erba del vicino"...
Torino, prima fra le grandi città italiane ha dichiarato che l’acqua è un bene pubblico e come tale deve essere messo al riparo da leggi del mercato e gestioni a scopo di lucro. Lo ha fatto modificando lo statuto cittadino con l’approvazione della delibera di iniziativa popolare, approvata ieri dal Consiglio comunale, sostenuta da 12.000 firme raccolte dal Comitato acqua pubblica Torino.
Nel nuovo testo dell’articolo 71/bis del testo si legge: “In osservanza della Legge, la proprieta’ delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato e’ pubblica e inalienabile. La Citta’ si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici”. Successo a metà quindi per i promotori della delibera perchè, se la proprietà pubblica viene garantita, per la gestione del servizio è stato ottenuto solo un impegno da parte della città. Differenza significativa che lascia comunque uno spiraglio al processo di privatizzazione sancito dalla decisione del parlamento, con voto di fiducia imposto dal governo, a novembre.
La delibera di inziativa popolare era arrivata in Consiglio comunale lunedì scorso con il parere favorevole di tutte e dieci le Circoscrizioni. Ma la proposta di modifica non ha raggiunto i due terzi dei voti favorevoli necessari per essere approvata in prima battuta. Sul voto ha pesato l’astensione del sindaco Chiamparino, favorevole alla privatizzazione. Ci sono quindi volute tre consultazioni favorevoli consecutive perchè venisse sancito il diritto all’acqua pubblica per i cittadini torinesi.
(Fonte: futura)
Torino, prima fra le grandi città italiane ha dichiarato che l’acqua è un bene pubblico e come tale deve essere messo al riparo da leggi del mercato e gestioni a scopo di lucro. Lo ha fatto modificando lo statuto cittadino con l’approvazione della delibera di iniziativa popolare, approvata ieri dal Consiglio comunale, sostenuta da 12.000 firme raccolte dal Comitato acqua pubblica Torino.
Nel nuovo testo dell’articolo 71/bis del testo si legge: “In osservanza della Legge, la proprieta’ delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato e’ pubblica e inalienabile. La Citta’ si impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici”. Successo a metà quindi per i promotori della delibera perchè, se la proprietà pubblica viene garantita, per la gestione del servizio è stato ottenuto solo un impegno da parte della città. Differenza significativa che lascia comunque uno spiraglio al processo di privatizzazione sancito dalla decisione del parlamento, con voto di fiducia imposto dal governo, a novembre.
La delibera di inziativa popolare era arrivata in Consiglio comunale lunedì scorso con il parere favorevole di tutte e dieci le Circoscrizioni. Ma la proposta di modifica non ha raggiunto i due terzi dei voti favorevoli necessari per essere approvata in prima battuta. Sul voto ha pesato l’astensione del sindaco Chiamparino, favorevole alla privatizzazione. Ci sono quindi volute tre consultazioni favorevoli consecutive perchè venisse sancito il diritto all’acqua pubblica per i cittadini torinesi.
(Fonte: futura)
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