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venerdì 9 aprile 2010
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Ieri sera ennesimo show lessicale del PD carpigiano in consiglio comunale.
Dopo aver bocciato l'odg presentato da Carpi 5 Stelle e Rifondazione per porre il servizio idrico fuori dalla grinfie del mercato (che per inciso era quello approvato da circa 200 (duecento!) amministrazioni comunali in giro per l'Italia, perlopiù a guida PD), il PD carpigiano ha pensato di approvarne non uno ma addirittura due suoi sullo stesso tema.
Dove stava l'escamotage? Semplice, mentre il nostro odg (come quelli del resto d'Italia!) dichiarava il "servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica", quello del PD dichiarava l'acqua come "bene privo di rilevanza economica.
La differenza parrebbe un po' da legulei, ma non è colpa nostra se in Italia per cercare di difendere un diritto (quello all'acqua) bisogna ricorrere a simili sottigliezze.
Il punto è che la legge modificata dal decreto Ronchi a settembre, prevede che tutti i servizi a rilevanza economica dei comuni diventino mercato per le imprese private, obbligando i comuni a disfarsi delle azioni delle ex municipalizzate e a rinunciare alle gestioni fatte con aziende di diritto pubblico.
Un assurdo in termini basato sull'ideologia che non possa esistere un settore pubblico efficiente e che solo il mercato ci salverà e che peraltro ammazza l'autonomia degli enti locali ai quali viene tolta la possibilità di scegliere come gestire i servizi per i propri cittadini. (alla faccia del federalismo).
Inserire quindi il servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica, ha significato per molti comuni chiarire che quel servizio per loro non può rispondere alle sole logiche del mercato ma deve garantire un diritto: l'accesso all'acqua.
Quella formulazione era ed è l'unica possibile per mettersi al riparo dal decreto Ronchi, e migliaia di consiglieri comunali del PD nel resto d'Italia questa cosa l'hanno capita ed assunta.
Il PD di Carpi, che evidentemente deve essere dotato di capacità cognitive che sfuggono al resto del PD italiano, ha invece stabilito che il servizio si può lasciare al mercato e il solo "bene" acqua deve essere difeso.
In pratica, l'acqua è un diritto, ma non è un diritto averla nelle case pagando solo il dovuto per la sua gestione e per gli investimenti necessari per la rete.
Come a dire, l'acqua è un diritto se vi armate di secchi e l'andate a prendere alla fonte (o magari saranno buoni e ci concederanno l'accesso anche all'acquedotto), mentre il riceverla a casa è un servizio sul quale è giusto che un'azienda possa ottenere i propri profitti, oltre ai costi di gestione e investimento.
Insomma, tante parole per affermare una cosa chiara: il PD di Carpi, nella lotta che su questo decreto ha visto schierati da un lato il Governo, la Confindustria e le multinazionali del settore e dall'altro centinaia di migliaia di cittadini che con 400.000 firme, un anno fa hanno dato vita ad una proposta di legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica, ha scelto i primi e abbandonato i secondi e insieme a loro ha abbandonato tutti i cittadini che tra due anni si ritroveranno a dover pagare le bollette salate dell'acqua a qualche multinazionale (come a Latina, Arezzo, mezza Campania e mezza Sicilia) per aver accesso ad un diritto
Il punto è proprio questo: CULTURALMENTE il PD di Carpi non è in grado di accettare che la gestione di un diritto sia sottratto alle logiche di mercato, nonostante le parole sembrino dire qualcosa di diverso, il PD di Carpi ha sancito che l'acqua è una merce come tutte le altre e non un elemento essenziale per la vita..
E l'IDV? Mentre a livello nazionale si prepara a raccogliere le firme su un referendum abrogativo del decreto, a Carpi risultano... non pervenuti.
Ai cittadini (compresi gli elettori del peggior PD del centro nord) noi invece rinnoviamo l'appuntamento per il 24 e 25 aprile, quando comincerà la raccolta di firme per i referendum nazionali per abolire questa ennesima legge porcata di Berlusconi, perché a noi, i diritti, piace provare ad affermali nei fatti e non solo a parole.
Lorenzo PaluanDopo aver bocciato l'odg presentato da Carpi 5 Stelle e Rifondazione per porre il servizio idrico fuori dalla grinfie del mercato (che per inciso era quello approvato da circa 200 (duecento!) amministrazioni comunali in giro per l'Italia, perlopiù a guida PD), il PD carpigiano ha pensato di approvarne non uno ma addirittura due suoi sullo stesso tema.
Dove stava l'escamotage? Semplice, mentre il nostro odg (come quelli del resto d'Italia!) dichiarava il "servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica", quello del PD dichiarava l'acqua come "bene privo di rilevanza economica.
La differenza parrebbe un po' da legulei, ma non è colpa nostra se in Italia per cercare di difendere un diritto (quello all'acqua) bisogna ricorrere a simili sottigliezze.
Il punto è che la legge modificata dal decreto Ronchi a settembre, prevede che tutti i servizi a rilevanza economica dei comuni diventino mercato per le imprese private, obbligando i comuni a disfarsi delle azioni delle ex municipalizzate e a rinunciare alle gestioni fatte con aziende di diritto pubblico.
Un assurdo in termini basato sull'ideologia che non possa esistere un settore pubblico efficiente e che solo il mercato ci salverà e che peraltro ammazza l'autonomia degli enti locali ai quali viene tolta la possibilità di scegliere come gestire i servizi per i propri cittadini. (alla faccia del federalismo).
Inserire quindi il servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica, ha significato per molti comuni chiarire che quel servizio per loro non può rispondere alle sole logiche del mercato ma deve garantire un diritto: l'accesso all'acqua.
Quella formulazione era ed è l'unica possibile per mettersi al riparo dal decreto Ronchi, e migliaia di consiglieri comunali del PD nel resto d'Italia questa cosa l'hanno capita ed assunta.
Il PD di Carpi, che evidentemente deve essere dotato di capacità cognitive che sfuggono al resto del PD italiano, ha invece stabilito che il servizio si può lasciare al mercato e il solo "bene" acqua deve essere difeso.
In pratica, l'acqua è un diritto, ma non è un diritto averla nelle case pagando solo il dovuto per la sua gestione e per gli investimenti necessari per la rete.
Come a dire, l'acqua è un diritto se vi armate di secchi e l'andate a prendere alla fonte (o magari saranno buoni e ci concederanno l'accesso anche all'acquedotto), mentre il riceverla a casa è un servizio sul quale è giusto che un'azienda possa ottenere i propri profitti, oltre ai costi di gestione e investimento.
Insomma, tante parole per affermare una cosa chiara: il PD di Carpi, nella lotta che su questo decreto ha visto schierati da un lato il Governo, la Confindustria e le multinazionali del settore e dall'altro centinaia di migliaia di cittadini che con 400.000 firme, un anno fa hanno dato vita ad una proposta di legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica, ha scelto i primi e abbandonato i secondi e insieme a loro ha abbandonato tutti i cittadini che tra due anni si ritroveranno a dover pagare le bollette salate dell'acqua a qualche multinazionale (come a Latina, Arezzo, mezza Campania e mezza Sicilia) per aver accesso ad un diritto
Il punto è proprio questo: CULTURALMENTE il PD di Carpi non è in grado di accettare che la gestione di un diritto sia sottratto alle logiche di mercato, nonostante le parole sembrino dire qualcosa di diverso, il PD di Carpi ha sancito che l'acqua è una merce come tutte le altre e non un elemento essenziale per la vita..
E l'IDV? Mentre a livello nazionale si prepara a raccogliere le firme su un referendum abrogativo del decreto, a Carpi risultano... non pervenuti.
Ai cittadini (compresi gli elettori del peggior PD del centro nord) noi invece rinnoviamo l'appuntamento per il 24 e 25 aprile, quando comincerà la raccolta di firme per i referendum nazionali per abolire questa ennesima legge porcata di Berlusconi, perché a noi, i diritti, piace provare ad affermali nei fatti e non solo a parole.
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Lista Civica Carpi a 5 Stelle beppegrillo.it
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19 commenti:
Caro Lorenzo sbagli quando dici che il Pd e la Giunta sono dalla parte del governo e di confindustria, ti assicuro che siamo dalla parte dei cittadini che si meritano un servizio efficacie, efficiente, che non sprechi una goccia, che sia accessibile a tutti.
Per noi valgono queste direttrici:
· l’acqua è un bene comune, da tutelare e preservare, protetto dalle leggi vigenti quale risorsa demaniale dello Stato non proprietà privata né dei comuni, esclusivamente governata dall’autorità pubblica, per ambiti di bacino e territoriali ottimali per la gestione dei servizi, degli impianti e delle reti, per i quali è fondamentale superare anguste logiche municipalistiche;
· il suo uso è possibile solo tramite concessione pubblica temporanea, onerosa per gli usi ammessi (agricoltura, industria e usi civili), con una specifica ridefinizione dei termini per lo sfruttamento delle acque minerali;
· le reti degli acquedotti, delle fognature e gli impianti (potabilizzazione e depurazione) sono e restano di proprietà dei comuni e li concedono in gestione nell’ambito del SII, scegliendo (l’idraulico), con trasparenza e nel confronto, tra diverse proposte e soggetti industriali affidabili, a prescindere dalla loro compagine societaria;
· i bandi, i capitolati di appalto, le procedure di assegnazione, gli investimenti, le tariffe, le prestazioni richieste e le carte dei servizi sono preventivamente stabiliti dalle autorità pubbliche di ambito (province e comuni insieme), sentiti gli utenti;
· le tariffe sono a esclusiva copertura dei costi totali (tutti i costi industriali) e degli investimenti, senza possibilità di utile per le imprese di gestione, dando priorità all’accessibilità e alla depurazione, premiando chi risparmia e non chi spreca o consuma di più, assicurando nelle situazioni di criticità sociale le agevolazioni e il minimo vitale;
· a scala regionale e nazionale vanno costituite autorità pubbliche di controllo della gestione, quali soggetti a supporto e nell’interesse dei comuni, degli utenti e degli stessi gestori, per la maggiore efficacia ed efficienza del servizio, nell’interesse dell’ambiente e della trasparenza delle gestioni.
Questo perchè non vogliamo che la gente vada a prendere l'acqua con i secchi ai pozzi...
Il Pd a Carpi ha votato un odg che criticava fortemente il decreto Ronchi e lo sai bene e tu su qyesto ti sei astenuto più per partito preso che per il merito dell'ODG stesso. Quindi non solo rigetto le accuse di convivenza con Confindustria e Governo ma vorrei ricordarti che per la dura opposizione fatta da Pd e IDV in parlamento, il Governo ha dovuto mettere la fiducia.
Poi capisco che per allungare il brodo si può dire e scrivere di tutto, ma la questione è questa.
No, la questione è che riconoscendo la rilevanza economica del servizio idrico, di fatto vi ponete sulla linea del governo e infatti migliaia di vostri colleghi in giro per l'Italia l'hanno capito e hanno fatto la loro scelta di campo.
Così come l'ha fatta il vostro alleato IDV, leggendo il comunicato uscito oggi, quindi siete pure soli a Carpi nel centrosinistra a sostenere questa posizione.
Voi avete fatto la vostra scelta ma avete sparso una cortina fumogena per non farlo capire, ed è facile prevedere come evolverà la situazione a Carpi: nel giro di qualche anno venderete il restante di AIMAG a HERA (perchè presto vi serviranno nuove entrate straordinarie per far quadrare anche solola parte corrente del bilancio comunale, vi do due anni al massimo di tempo, prima di fare un'altra scvendita...) ed HERA, essendo società quotata in borsa non sarà più sotto il controllo del pubblico, dato che per questo decreto i comuni saranno obbligati a vendere le proprie quote (e potranno usare il governo cattivo come scusa).
Io non mi sono astenuto "per partito preso" sull'odg del PD ma perchè ho deciso che da ora in poi, gli odg di "auspici" "inviti" e "dura critica" o "forte preoccupazione" in cui il PD di Carpi è campione, basta che non si preveda una qualche diretta assunzione di responsabilità da parte dell'amministrazione comunale, non meritino neanche più il voto contrario.
All'irrilevanza, si addice l'astensione.
C'è una frase, nel commento di Tosi che mi risulta difficile da comprendere: quando dice "le tariffe sono a esclusiva copertura dei costi totali (tutti i costi industriali) e degli investimenti, senza possibilità di utile per le imprese di gestione" cosa significa?
Perchè una qualsivoglia impresa dovrebbe gestire un businnes "senza possibilità di utile"?
É possibile spiegare questo concetto al comune cittadino?
Grazie
@Lorenzo, sbagli a pensare questo, sbagli a pensare che tutto quello che non è con te è di conseguenza con il Governo, c'è tanto spazio tra le tue posizioni e quelle del governo è oggettivo. Come ti ho detto il "garullo" della questione non è da chi prende la busta paga l'idraulico, ma che il GOVERNO E IL CONTROLLO sia saldamente nelle mani pubbliche, e dove questo è stato esercitato con forza i risultati si sono visti, infatti tra i comuni che porti ad esempio non ne ho letto uno che sia Emiliano.
@Marco, dico che la tariffa è a copertura dei costi e non di possono inserire in tariffa PROFITTI e UTILI di IMPRESA, perchè è la legge che lo dice e lo stabilisce.
La tariffa è composta dalla copertura dei costi di gestione, degli investimenti e dalla remunerazione del capitale.
Ps per Lorenzo
Se ci sarà il referendum sull'abrogazione del decreto Ronchi ti informo che staremo dalla stessa parte, e questo ti dovrebbe dare l'idea su quanta distanza c'è tra noi e il governo su questa materia.
Poi dovremo lavorare tanto perchè questo referendum non sia un boomerang.... ma avremo tempo per parlare anche di questo.
pss scusami,
e sempre sullo stesso referendum non so quanti leghisti, quelli che hanno votato invece il tuo documento, staranno dalla nostra parte, e se lo faranno credo che scenderanno in campo a titolo personale.... qui si che un pò di contraddizione c'è e spero ne converrai anche tu.
@Simone
Continuo a non trovare risposta alla seconda domanda: perchè mai un'impresa dovrebbe voler gestire un businnes senza possibilità di utile?
E approfitto per chiedere anche: viste tutte le direttrici che hai citato, cosa c'era che non andava nell'OdG proposto da Paluan e votato da tanti comuni anche governati dal PD?
Simone. è inutile personalizzare la questione: quel documento NON è il mio documento. E' il documento delle maggioranza di centrosinistra di centinaia di comuni. Nel caso specifico, è quello approvato un mese fa dal consiglio comunale di Imola (provincia di Bologna, non Marte).
Quindi voi non avete bocciato un MIO documento ma un VOSTRO documento e non sono io che dico che chi non è con me è con il governo, ma è nella forza delle cose di una scelta binaria: o il servizio idrico è senza rilevanza economica o ce l'ha.
Per voi ce l'ha (lo avete riaffermato ieri sera) e non è colpa mia se questa è anche la posizione del governo.
E' un dato di fatto a cui io do una valutazione politica, tu ne puoi dare un'altra, ma il fatto resta!
E del resto lo dicono a livello nazionale anche tutti i vostri alleati, senza i quali a Carpi non avreste raggiunto il 50% per governare
E di quel che dicono i leghisti di Carpi o di Roma non me ne importa una cippa, perchè io i loro voti in consiglio non li vado a cercare (siete voi che li andate a elemosinare quando fate gli ordini del giorno "unitari" sui crocefissi e sulla "moderazione verbale", roba che mi sganascio ancora dal ridere se ci penso...)
bello il garullo!!!!! ma forse manca a qualcuno !!!!!
@Lorenzo: i voti della Lega non li cerchi ma non capisco perchè attacchi quella che dici essere la nostra contraddizione e non la loro.
In ogni caso quando definisci il PD di Carpi il peggior PD del centro nordsinceramente non capisco a cosa ti riferisci, comunque mi dispiaccio di questi tuoi toni amari e duri.Stefania
intervengo nel dibattito per provare a dare una risposta alle domande di Marco e correggere alcune affermazioni di Lorenzo, che a mio parere nelle foga ha parlato di posizioni del PD che porteranno l'acqua a diventare una merce in pasto alle "grinfie" del mercato libero.
La tariffa del Servizio Idrico Integrato,come già ha ricordato Simone, non è decisa dai Gestori, ma da ATO, e approvata dall'Assemblea dei Comuni.
Trattandosi di una situazione di servizio affidato in concessione (cioè per un tot di anni) il meccanismo che regola il servizio idrico non è quello del libero mercato, e dunque l'acqua non è e non sarà trattata come merce, ma quello del mercato regolato (tipico dei servizi in concessione).
L'evoluzione della tariffa viene cioè determinata per tutta la durata della concessione sulla base come diceva Simone, di costi di gestione, investimenti, ammortamenti e remunerazione del capitale investito.
Dov'è che sta l'utile per l'Impresa?
nella remunerazione del capitale, e nelle efficienze interne sui costi operativi che può fare ripetto a quanto previsto in tariffa.
con una particolarità, che i ricavi che un gestore può fare hanno un tetto massimo stabilito da ATO, superato il quale il GEstore deve restituire i ricavi a vantaggio delle tariffe dell'anno successivo.
Questo è il meccanismo stabilito dalla legge e applicato anche dalla nostro ato (www.ato.mo.it).
La posizone del PD come già detto è chiara e punta ad una maggiore efficienza del servizio, che deve restare sotto controllo pubblico e garantire trasparenza per i cittadini.
Il problema in Italia, come detto anche ieri in COnsiglio non è il tipo di gestone pubblica o privata sul quale devono aver la possibilità di decidere i cittadini, e francamente su questo dovremmo essere molto più concreti (come altri paesi europei hanno fatto da anni) e meno ideologici.
il problema sono le inefficenze dovute ad una pesante eredità pubblica,agli investimenti necessari per la modernizzazione del sistema rimandati da anni, e alle troppe gestioni comunali ancora esistenti, che sfuggono ad ogni logica di trasparenza ed efficienza.
il presidente del COVIRI, ente nazionale di vigilanza sulle risorse idriche, dice che "i nostri servizi idrici restano su un piano inclinato di degrado strutturale che lasceremo alle future generazioni".
rafforziamo quindi meccanismi di controllo pubblico e trasparenza del servizio, ma per una volta cerchiamo di risolvere i problemi reali e di non fare crociate ideologiche.
paolo
Grazie Paolo.
Però dire che l'utile sta nella remunerazione del capitale, cosa vuol dire? Per me l'utile di un'impresa SERVE A remunerare il capitale investito ... cosa significa questa formuletta?
E l'altra mi terrorizza ancora di più! Se l'unica fonte di utile per l'impresa rimane "l'efficienza interna sui costi operativi" mi suona come "più il servizio tende al basso (che potrebbe comprendere il risparmio dovuto alla maggior efficenza ma anche il risparmio e basta) più il gestore ci guadagna", o no?
Per Paolo, se le cose stessero così non si spiegherebbero i casi di Latina, Arezzo, Campania e Sicilia, dove evidentemente il potere di controllo delle ATO è andato a farsi benedire (peraltro facciamoci grasse risate sul potere di controllo delle agenzie pubbliche una volta che sono in essere monopoli privati basati su concessioni, guardate per esempio cosa succede con le autostrade). In secondo luogo, la recente riforma degli enti locali di Calderoli, le ATO le sopprime, per questo motivo era (ed è) urgente togliere la rilevanza economica al servizio idrico.
Lo hanno capito a Imola, a Carpi no.
In terzo luogo, le domande di Marco sono ancora lì e nessuno ci ha ancora detto perchè mai un privato dovrebbe fornire un servizio senza avere un legittimo profitto (il chè allora vuol dire che un pubblico efficiente lo potrebbe fare al medesimo prezzo meno la quota di profitto, a meno di poter partire dall'assunto ideologico che non può esistere un servizio pubblico efficiente).
Per Stefania: nella mia personalissima e opinabile classifica personale, io misuro il mio giudizio sul PD di Carpi in base ai comportamenti di voto. Testamento biologico: passato da molti comuni a maggioranza PD, a Carpi no, odg acqua: passato da molti comuni a maggioranza PD, a Carpi no. Investimenti sulle rinnovabili? Un fracco di amministrazioni di PD ci sono dentro da anni, a Carpi no. Fondo straordinario per il sociale: passato in diverse amministrazioni PD (Bologna, per esempio, già a fine 2009, e non credo che il suo livello di servizi standard fosse inferiore a quello carpigiano), a Carpi no.
Rispetto ai PD del centrosud vi salva solo la questione morale (nel senso che almeno a Carpi nessun amministratore del PD è inquisito, rinviato a giudizio o pregiudicato).
Ognuno da i giudizi in base ai propri criteri di valore (anche perchè in caso contrario, non avrei sentito il bisogno di accettare la candidatura a sindaco in opposizione a un sindaco PD!).
@ Marco: La tariffa si compone nella maniera che ti abbiamo detto io e Paolo, l'efficentamento sui costi operativi, è esattamente il contrario della domanda che hai fatto. Cioè se il sistema perde meno acqua, se la rete è ammodernata e usa sistemi di risparmio energetico per funzionare, questi investimenti, riducono il costo operativo....
La differenza tra profitto di impresa e remunerazione del capitale, non è una "formuletta" lessicale ma una definizione economica, (macroeconomia se non erro)
@ Lorenzo, credo che il tuo giudizio sul PD sia francamente eccessivo e mi spiace. La chiudo qui perchè non voglio distogliere l'attenzione sul tema in discussione qui cioè l'acqua.
Ps per Marco
Il dibattito lo continuiamo qui o sul nuovo Post che hai pubblicato ripreso da Quimodena?
Mettiamola così Simone: il campionato è lungo, (altri quattro anni e rotti) e avrete tempo per scalare posizioni...
la predo come una apertura di credito importante ;-)
@Simone
Io non mi intendo di macroeconomia.
Però, per quello che capisco io, un'azienda privata ha un solo scopo, quello del profitto (e non c'è niente di male in questo), e ha solo tre modi per aumentare il proprio profitto:
1- aumentare il prezzo di quello che vende
2- aumentare il numero dei propri clienti
3- ridurre i propri costi
La seconda opzione mi sembra non applicabile a questo caso.
La prima è la strada più semplice e più ovvia ed è il primo rischio. Ma se il prezzo è bloccato (dalla legge o dalla domanda del mercato) rimane solo la possibilità di tagliare i costi.
Uno dei metodi più sfruttati dalle moderne aziende (soprattutto quelle di una certa dimensione e soprattutto quelle che si occupano di materie prime) è quella di "esternalizzare" alcuni costi, cioè riversarli sulla comunità.
Questo potrebbe essere un classico esempio.
Se il sistema, come dici tu, "perde più acqua" o se l'acqua è meno controllata e, poniamo, causa delle malattie (che si potrebbero rivelare dopo anni) l'azienda non spende assolutamente un euro in più! L'azienda non paga la "nostra" acqua! L'azienda non paga per la nostra salute! Tutto quello che riesce a risparmiare si traduce in un costo differito nel tempo e spalmato sulla società (es. esaurimento delle riserve o costi sanitari). Il peggio che potrebbe capitare all'azienda (posto che qualcuno controllasse e verificasse questi fatti e riuscisse ad attribuirli alla gestione) sarebbe quello di vedersi togliere il servizio dopo qualche anno.
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