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venerdì 16 aprile 2010
Il Comitato: «E’ illegittimo perché non c’era urgenza»

«Non è in atto alcuna ‘prevaricazione’».
Si difende così Terna, la società incaricata della costruzione dell’elettrodotto di Migliarina, dalle accuse mosse dai cittadini della frazione.
Alcuni privati, proprietari di terreni agricoli, avevano denunciato l’attività scorretta della utility romana, rea di aver inviato propri tecnici per effettuare misurazioni e picchettamenti all’interno di proprietà private senza autorizzazione.
«I tecnici stanno effettuando rilievi e sondaggi geologici propedeutici alla progettazione esecutiva dell’opera - si legge in una nota di Terna -, autorizzata nel giugno del 2007 dalla Regione Emilia-Romagna previo parere favorevole del Comune di Carpi del maggio del 2006, che sarà realizzata a partire dal 2011 con un investimento di oltre 7 milioni di euro.
Quanto alla presunta pericolosità della linea elettrica, i tecnici ricordano che tutti gli elettrodotti Terna sono progettati e realizzati nel pieno rispetto delle normative tecniche e di legge vigenti».
Il comunicato, dal punto di vista giuridico, poco esprime circa la legittimità dell’azione effettuata martedì scorso sul territorio di Migliarina.
E in effetti la flebile presa di posizione della società non ha per niente convinto il Comitato dei cittadini: «Nessuno ci ha mandato una lettera per avvisarci dell’arrivo dei tecnici - ribadisce la presidente Fiorella Bellelli -, nemmeno il Prefetto. E’ vero, l’opera è stata dichiarata di pubblica utilità dalla Regione, ma fino al decreto di esproprio questa è proprietà privata».
A sostenere la difesa dei cittadini della frazione carpigiana c’è anche il parere dell’avvocato Lucia Maggiolo, legale del Comitato, specializzata in diritto amministrativo.
Con alla mano i riferimenti normativi contenuti nel ‘Testo unico delle disposizioni legislative in materia di espropriazione per pubblica utilità’, il legale parla di azione illegittima da parte di Terna: dall’articolo 22bis (denominato ‘Occupazione d’urgenza preordinata all’espropriazione’) si apprende che solo in presenza del carattere di particolare urgenza dell’avvio dei lavori, «può essere emanato, senza particolari indagini e formalità, un decreto motivato che determina in via provvisoria l’indennità di espropriazione, e che quindi dispone anche l’occupazione anticipata dei beni immobili necessari».
Il carattere d’urgenza dell’opera ovviamente non esiste, dal momento che da circa tre anni tutta la vicenda dell’elettrodotto è praticamente congelata: «Non riceviamo raccomandate da tanto, se fosse cambiato qualcosa ci avrebbero avvisati» ha precisato Bellelli.
Tralasciando gli aspetti giuridici, che in ogni caso sembrerebbero dare ragione in maniera incontrovertibile ai privati, è anche la sensibilità dei cittadini ad essere stata violata: se la questione andrà avanti, lo deciderà il Comitato, di concerto con il proprio legale.

Daniele Franda

(fonte: ModenaQui)

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