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giovedì 15 aprile 2010
12:34 |
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I tecnici hanno iniziato i lavori senza informare i residenti
La questione del nuovo elettrodotto di Migliarina si arricchisce di un nuovo e inquietante capitolo: alcuni tecnici di Terna spa, la società incaricata della costruzione dell’infrastruttura elettrica, hanno oltrepassato i limiti di proprietà private senza autorizzazione, effettuando misurazioni e picchettando il terreno agricolo di privati cittadini.
A denunciare l’azione scorretta, sono alcuni cittadini della frazione ad ovest di Carpi, in cui da diversi anni è in ballo un contenzioso causato dalla costruzione di un nuovo tracciato Enel tra Fossoli e Correggio: «Si sono introdotti nella mia proprietà privata senza nessun permesso - accusa Maurizio Traldi, proprietario di uno dei terreni sui cui è avvenuta la vicenda -.
Hanno tolto il cartello di divieto d’accesso e sono entrati, piantando paletti e segnando con uno spray blu i pali delle vigne. Mi hanno detto che la società poteva pagarmi quanto volevo per l’esproprio, ma non è una questione di soldi».
Un’operazione discutibile quella condotta da Terna martedì, che non è passata inosservata a Migliarina, nonostante il tentativo malriuscito di confondere i residenti: «Non avevano segni di riconoscimento di appartenenza all’azienda - racconta Adriano Caffari, altro proprietario sul terreno del quale dovrà passare un traliccio -, si sono presentati con abbigliamento e veicoli civili».
Il modus operandi a dir poco irrispettoso è proseguito anche all’interno di altre case: «Questi signori si sono presentati a casa di mia madre - afferma Fiorella Bellelli, presidente del Comitato dei cittadini di Migliarini contro l’elettrodotto - e le hanno mentito dichiarando di dover effettuare analisi del terreno. Invece hanno piantato dei picchetti».
Insomma, ai cittadini di Migliarina questo sopruso non va proprio giù.
E come dargli torto: dalla loro ci sono diversi passaggi giuridici ed elementi inconfutabili.
«Il Tar di Bologna, a cui noi abbiamo fatto ricorso, ha di fatto ‘congelato’ la partita fino al pronunciamento. Quindi Terna non poteva assolutamente fare nuove mosse. Inoltre non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione da parte del Prefetto».
Il legale del Comitato, l’avvocato Lucia Maggiolo, ha condannato l’accaduto, invitando i suoi assistiti a chiamare le forze dell’ordine qualora si dovesse ripetere.
Quella dell’elettrodotto di Migliarina è una vicenda dai contorni poco chiari sin dal suo avvio: in origine Enel aveva disegnato il tracciato sopra Budrione, un’altra frazione poco distante.
Dopo le proteste dei cittadini, costituitisi in un Comitato, l’amministrazione nel 2005 diede il via libera ad un secondo percorso, che stavolta prevedeva l’attraversamento di Migliarina.
Anche qui, come visto, è sorto un Comitato di cittadini preoccupati per la salute e in difesa dei propri terreni.
Ma forse a pochi chilometri di distanza le preoccupazioni valgono meno.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
La questione del nuovo elettrodotto di Migliarina si arricchisce di un nuovo e inquietante capitolo: alcuni tecnici di Terna spa, la società incaricata della costruzione dell’infrastruttura elettrica, hanno oltrepassato i limiti di proprietà private senza autorizzazione, effettuando misurazioni e picchettando il terreno agricolo di privati cittadini.
A denunciare l’azione scorretta, sono alcuni cittadini della frazione ad ovest di Carpi, in cui da diversi anni è in ballo un contenzioso causato dalla costruzione di un nuovo tracciato Enel tra Fossoli e Correggio: «Si sono introdotti nella mia proprietà privata senza nessun permesso - accusa Maurizio Traldi, proprietario di uno dei terreni sui cui è avvenuta la vicenda -.
Hanno tolto il cartello di divieto d’accesso e sono entrati, piantando paletti e segnando con uno spray blu i pali delle vigne. Mi hanno detto che la società poteva pagarmi quanto volevo per l’esproprio, ma non è una questione di soldi».
Un’operazione discutibile quella condotta da Terna martedì, che non è passata inosservata a Migliarina, nonostante il tentativo malriuscito di confondere i residenti: «Non avevano segni di riconoscimento di appartenenza all’azienda - racconta Adriano Caffari, altro proprietario sul terreno del quale dovrà passare un traliccio -, si sono presentati con abbigliamento e veicoli civili».
Il modus operandi a dir poco irrispettoso è proseguito anche all’interno di altre case: «Questi signori si sono presentati a casa di mia madre - afferma Fiorella Bellelli, presidente del Comitato dei cittadini di Migliarini contro l’elettrodotto - e le hanno mentito dichiarando di dover effettuare analisi del terreno. Invece hanno piantato dei picchetti».
Insomma, ai cittadini di Migliarina questo sopruso non va proprio giù.
E come dargli torto: dalla loro ci sono diversi passaggi giuridici ed elementi inconfutabili.
«Il Tar di Bologna, a cui noi abbiamo fatto ricorso, ha di fatto ‘congelato’ la partita fino al pronunciamento. Quindi Terna non poteva assolutamente fare nuove mosse. Inoltre non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione da parte del Prefetto».
Il legale del Comitato, l’avvocato Lucia Maggiolo, ha condannato l’accaduto, invitando i suoi assistiti a chiamare le forze dell’ordine qualora si dovesse ripetere.
Quella dell’elettrodotto di Migliarina è una vicenda dai contorni poco chiari sin dal suo avvio: in origine Enel aveva disegnato il tracciato sopra Budrione, un’altra frazione poco distante.
Dopo le proteste dei cittadini, costituitisi in un Comitato, l’amministrazione nel 2005 diede il via libera ad un secondo percorso, che stavolta prevedeva l’attraversamento di Migliarina.
Anche qui, come visto, è sorto un Comitato di cittadini preoccupati per la salute e in difesa dei propri terreni.
Ma forse a pochi chilometri di distanza le preoccupazioni valgono meno.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
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