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giovedì 1 aprile 2010
10:59 |
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Dal sito della Caritas Diocesana di Carpi:
Esprimo alcune opinioni sulla Fondazione, da aggiungere a quelle del dibattito che, finalmente, è in corso in queste settimane e che precede il rinnovo dei consigli. Alcune opinioni le ho già espresse, a più riprese, negli anni scorsi e si concentravano, da un lato, sui nuovi enti creati, sulle scelte, sulle spese, sugli investimenti fatti e, dall’altro, sul bisogno di case a prezzi accessibili che presenta il nostro territorio.
Tale esigenza è sempre più consistente col procedere degli effetti della crisi. Se infatti non si coglie l’occasione di quella che è unanimemente definita come la crisi economica più grave del dopoguerra, quando mai si avrà il coraggio di intervenire su un bisogno così importante come quello della casa?
Ribadito questo bisogno essenziale del nostro territorio, credo che valutare una Fondazione solo sulla base della quantità di soldi erogati, come è stato fatto in questi giorni, sia molto riduttivo. Oltre alla quantità di soldi erogati, credo sia giusto anche valutare il metodo seguito: come, a chi e per cosa sono stati erogati questi fondi?
In merito al patrimonio della Fondazione non ho elementi per esprimere un giudizio sulla capacità del Presidente e del Consiglio di amministrazione di gestirlo. Chi opera nel settore bancario/finanziario ha certamente più strumenti e conoscenze per farlo. Per esprimere giudizi e fare paragoni sulla gestione economico/finanziaria della Fondazione ci vorrebbe un’altra Fondazione, con lo stesso patrimonio, lo stesso territorio e la medesima lunga presidenza: impossibile! Una lettura comparativa dei bilanci, invece, degli investimenti, delle erogazioni e dei risultati raggiunti dalle fondazioni bancarie, potrebbe essere oggetto di uno studio alla portata di molti centri di ricerca e potrebbe costituire un servizio utile a tutte le fondazioni ex bancarie ed ai loro territori.
Con riguardo al dibattito in corso, la Fondazione deve essere espressione, oltre che del Presidente, anche di tutti gli altri consiglieri: di indirizzo e di amministrazione. Ora capisco che ciò che deve “uscire” in modo ufficiale sia la posizione maggioritaria, raggiunta dall’ente dopo il dibattito nei consigli; arrivo anche a capire che questa coincida molto spesso con la posizione del Presidente. Ciò che non è credibile però è che non vi siano posizioni discordanti o alternative o che, nel caso vi siano, non siano mai messe a disposizione del territorio, per arricchirlo. Lo stesso discorso vale anche per il Comune e per la maggioranza che lo governa, che in questi giorni ha visto un solo consigliere prendere una posizione…fuori dal coro.
Per i nuovi consigli ed il nuovo presidente da eleggere - precisato che non ho nulla di personale col presidente Ferrari, che non conosco e non ho mai avuto occasione di incontrare - è proprio così sconvolgente pensare che un territorio di 100.000 abitanti possa esprimere, dopo tanti anni, altre persone oltre a Ferrari per guidare la sua (del territorio) Fondazione?
In conclusione intendo avanzare anche al nuovo Consiglio la proposta che da anni facciamo alla Fondazione e che finora è rimasta inascoltata: investa anche in case ad affitti accessibili, in progetti di social housing!! Lo hanno fatto altre fondazioni bancarie, perché quella di Carpi no?
Stefano Facchini
Esprimo alcune opinioni sulla Fondazione, da aggiungere a quelle del dibattito che, finalmente, è in corso in queste settimane e che precede il rinnovo dei consigli. Alcune opinioni le ho già espresse, a più riprese, negli anni scorsi e si concentravano, da un lato, sui nuovi enti creati, sulle scelte, sulle spese, sugli investimenti fatti e, dall’altro, sul bisogno di case a prezzi accessibili che presenta il nostro territorio.
Tale esigenza è sempre più consistente col procedere degli effetti della crisi. Se infatti non si coglie l’occasione di quella che è unanimemente definita come la crisi economica più grave del dopoguerra, quando mai si avrà il coraggio di intervenire su un bisogno così importante come quello della casa?
Ribadito questo bisogno essenziale del nostro territorio, credo che valutare una Fondazione solo sulla base della quantità di soldi erogati, come è stato fatto in questi giorni, sia molto riduttivo. Oltre alla quantità di soldi erogati, credo sia giusto anche valutare il metodo seguito: come, a chi e per cosa sono stati erogati questi fondi?
In merito al patrimonio della Fondazione non ho elementi per esprimere un giudizio sulla capacità del Presidente e del Consiglio di amministrazione di gestirlo. Chi opera nel settore bancario/finanziario ha certamente più strumenti e conoscenze per farlo. Per esprimere giudizi e fare paragoni sulla gestione economico/finanziaria della Fondazione ci vorrebbe un’altra Fondazione, con lo stesso patrimonio, lo stesso territorio e la medesima lunga presidenza: impossibile! Una lettura comparativa dei bilanci, invece, degli investimenti, delle erogazioni e dei risultati raggiunti dalle fondazioni bancarie, potrebbe essere oggetto di uno studio alla portata di molti centri di ricerca e potrebbe costituire un servizio utile a tutte le fondazioni ex bancarie ed ai loro territori.
Con riguardo al dibattito in corso, la Fondazione deve essere espressione, oltre che del Presidente, anche di tutti gli altri consiglieri: di indirizzo e di amministrazione. Ora capisco che ciò che deve “uscire” in modo ufficiale sia la posizione maggioritaria, raggiunta dall’ente dopo il dibattito nei consigli; arrivo anche a capire che questa coincida molto spesso con la posizione del Presidente. Ciò che non è credibile però è che non vi siano posizioni discordanti o alternative o che, nel caso vi siano, non siano mai messe a disposizione del territorio, per arricchirlo. Lo stesso discorso vale anche per il Comune e per la maggioranza che lo governa, che in questi giorni ha visto un solo consigliere prendere una posizione…fuori dal coro.
Per i nuovi consigli ed il nuovo presidente da eleggere - precisato che non ho nulla di personale col presidente Ferrari, che non conosco e non ho mai avuto occasione di incontrare - è proprio così sconvolgente pensare che un territorio di 100.000 abitanti possa esprimere, dopo tanti anni, altre persone oltre a Ferrari per guidare la sua (del territorio) Fondazione?
In conclusione intendo avanzare anche al nuovo Consiglio la proposta che da anni facciamo alla Fondazione e che finora è rimasta inascoltata: investa anche in case ad affitti accessibili, in progetti di social housing!! Lo hanno fatto altre fondazioni bancarie, perché quella di Carpi no?
Stefano Facchini
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Fondazione Cassa di Risparmio
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