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giovedì 12 agosto 2010
«La scelta del cemento armato non è stata nostra, ma del Comune»

«Abbiamo prescritto una barriera acustica, non specificatamente un muro in cemento armato: quella è una scelta del Comune e del privato».
Così l’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, si smarca dalle polemiche sulla muraglia della scuola d’infanzia ‘Balena Blu’ di via Tre Ponti.
Una struttura privata realizzata grazie ad una convenzione urbanistica che prevede il ritorno della proprietà nelle mani del Comune tra 12 anni.
Contro l’impatto visivo e l’oggettiva estetica pessima del muro prospiciente la strada, sono insorti da subito molti cittadini, la cui mobilitazione ha portato alla creazione di una petizione online indirizzata al sindaco Campedelli, e alcuni gruppi politici, come i grillini e Rifondazione comunista.
Anche dal Pd si sono levate voci di dissenso riguardo questa scelta.
Scelta che è stata adottata, nel prgetto redatto dalla cooperativa Andria, proprietaria del comparto insieme ad Abitcoop e altre cooperative, recependo le osservazioni fatte proprio dall’Arpa.
«La nostra osservazione riguardava un problema di impatto acustico da mitigare - spiega Luigi Parenti, responsabile del servizio territoriale di Arpa -, poi spettava all’azienda costruttrice decidere.
Certo, avrebbero potuto utilizzare una barriera di altro tipo, ad esempio con una struttura in legno e vetro».
Insomma, il privato costruttore ha deciso autonomamente di innalzare quel muro, un vero e proprio schiaffo alla valenza paesaggistica del luogo in cui si trova: a ridosso dell’area che potrebbe presto ospitare il Parco Lama, la struttura, che rappresenta una balena blu, è situata in uno degli scorci campestri più belli della città.
La costruzione della struttura fu autorizzata dopo il passaggio in consiglio comunale, avvenuto il 17 luglio del 2008, in cui tutte le forze politiche, ad esclusione di Rifondazione comunista, approvarono la collocazione dell’asilo in quel specifico lotto.
Nonostante ancora l’Arpa avesse espresso alcune riserve sul merito: «Ricordo che all’epoca ci fu un po’ di dialettica con il Comune sulla collocazione della scuola - racconta Parenti -: l’avviso di Arpa era quello di non costruire l’asilo nel lotto fronte strada».
Evidentemente però quasi tutto il consiglio comunale non ha tenuto in considerazione questa puntualizzazione dell’agenzia regionale.
«La struttura è stata realizzata e non è più competenza nostra intervenire sull’estetica del muro» conclude il dirigente Arpa.
Dopo lo sventato taglio ai bagolari di viale Focherini, quello del muro dell’asilo di Cibeno sta diventando il nuovo ‘caso’ dell’estate: la querelle è appena all’inizio.

Daniele Franda

«L’agenzia aveva già visto il progetto»
La replica dell’assessore Tosi

La replica del Comune, tirato in ballo dall’agenzia per la mobilità, è piccata: «Il muro - afferma l’assessore all’ambiente Simone Tosi - è diretta conseguenza delle prescrizioni Arpa, che a suo tempo ha avuto modo di vedere il progetto in cui era evidente il tipo di barriera che l’azienda avrebbe adottato».
L’assessore, inoltre, chiede pazienza: pur ritenendo «legittime» le critiche sollevate dalla cittadinanza, la muraglia della scuola di Cibeno non è ancora finita e il suo aspetto potrebbe essere migliorato in un futuro non troppo lontano.
«Aspettiamo a giudicare, il muro è un’opera incompiuta».
Tosi, che all’epoca dell’approvazione della variante al piano particolareggiato che ha permesso la costruzione della struttura era consigliere comunale dei Ds, ricorda bene come la locazione in quel lotto fu una scelta condivisa da tutte le forze politiche, ad eccezione di Rifondazione comunista.
«Le riserve di Arpa si basavano su cifre sbagliate, per stessa ammissione dell’agenzia per l’ambiente.
Arpa aveva stimato il passaggio di 7mila auto al giorno».
L’asilo, la cui ultimazione ha richiesto una proroga di quattro mesi concessa nell’ottobre del 2009 dalla giunta cittadina, è ormai pronto ad ospitare i bambini per l’apertura del nuovo anno scolastico di settembre.

(da.fra.)

(fonte: ModenaQui)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Cosè che manca.. il filo spinato?

Anonimo ha detto...

... caro Simone, l'assessore quando afferma << aspettiamo a giudicare, il muro è un'opera incompiuta >> vuole dire, se posso interpretare. Che egli è in empasse, e prende tempo. E che per giunta ohibò, il muro dai progetti doveva essere anche più alto ?. E i responsabili non sanno più come fare a mediare abbattendo il muro senza pagare dazio. Un'ennesima sconfitta d'immagine, dopo quella dei 42 alberi di via focherini, è inammissibile. Dunque, l'assessore e altri dello staff, attendono un colpo di genio comunicativo di qualcuno ( di chiunque, e nonostante il muro che li ottenebra, sono disposti ad accettarlo anche dal cielo ) per uscire dalla situazione che li vede perdenti ( sarebbe come ammettere pubblicamente le loro lacune e incapacità, dando ragione alle critiche ) e che però questo colpo di genio comunicativo che non arriva, e da offrire alla cittadinanza tutta, dovrebbe spiegare appunto: che il muro è stato abbattuto, e al contempo, non c'è nessun responsabile, lasciando vincenti e senza macchia imbelle, l'immagine degli stessi responsabili, cioè i politici locali. E questa è un'acrobazia che non si trova. Però chi cerca trova. E quando troveranno l'acrobazia, credo di poterti assicurare che sarà tutta da ridere. Cioè da credere. Ma se abbatteranno il muro potremmo anche fare finta di crederci, potremmo fare questo sforzo per i bambini della balena blu, no?. ciao. Chans il giardiniere

Marco P. ha detto...

Il problema di quel muro non è solo per quello che aggiunge ma anche, e soprattutto, per quello che toglie. Quindi aggiungere ancora qualcosa che possa mitigarne l'effetto non basta. Bisogna togliere qualcosa. Se non tutto il muro almeno alcune parti, siano esse dei grossi oblò (che potrebbero avere anche un nesso "logico" con la balena) o delle grosse fette verticali e rimpiazzarle con qualcosa che restituisca ai bambini la vista "oltre al muro".

Marco P. ha detto...

La difesa di Tosi, poi, ha tutto l'aspetto di una confessione. Dire che Arpa sapeva non serve ad altro che non ad ammettere che anche l'amministrazione comunale sapeva. Non è, infatti, nei doveri né nei poteri di Arpa impedire gli abusi edilizi o gli scempi urbanistici! Andria, dal canto suo, non ha fatto altro che quello che fa ogni azienda privata: cercare il massimo profitto e la minima spesa. L'unico soggetto che avrebbe dovuto impedire la realizzazione del muro era quindi il comune. Mancano solo i nomi e i cognomi del tecnico, del dirigente e dell'assessore che hanno concesso le necessarie autorizzazioni.

Anonimo ha detto...

Scusate, ma come ha fatto Arpa a stimare un passaggio di 7.000 auto al giorno per via Tre Ponti.!!! io ci passo almeno una volta alla settimana da 20 anni e quando ci passo vedo solo lepri e fagiani ai bordi della strada, se passassero 7.000 auto al giorno, dal frastuono non ci sarebbero neanche le formiche.!!! ..secondo me Arpa ha fatto un'errore di battuta, potevano essere al max 700 e non 7.000..

Martinelli Vasco di Budrione

Anonimo ha detto...

...per abbattere i costi di spesa e fare prima , lArpa l'ha chiesto al postino in lambretta, quante vetture al giorno secondo lui, passano per tre ponti...
Chans il giardiniere

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