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giovedì 5 agosto 2010
Ormai non ho più paura di nessuna etichetta. Sono stato "blog di Paluan", "blog del Comune", "blog della Pivetti" e "blog del PdL". Mi manca "blog del Vescovo".

Quindi stasera pubblico una bella parabola.

«Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio. »
(Matteo 13,24-30)

Prima che qualcuno mi attribuisca anche un delirio di onnipotenza, eliminiamo ogni riferimento al regno dei cieli e al padrone del regno dei cieli: non c'entra niente. Ma il resto della parabola, secondo me, ha molto da dire...

Carpizeronove è un campo.
Io sono un contadino (come Boldrin a Novi).
Io credo di aver preparato la terra, seminato del buon seme e annaffiato il giusto.
Poi cresce di tutto, cresce il grano ma cresce anche la zizzania, cresce erba anonima, erba velenosa, erba inutile, di tutto.
E subito alcuni servi impulsivi (che non siano gli stessi che hanno seminato la zizzania...): "chiudi il campo!", "strappa la zizzania!", "dà il diserbante!", "ma cosa hai seminato?".
Ma la mia paura più grande è che ogni azione drastica rischierebbe di danneggiare anche il grano.
Verranno nuove elezioni (la mietitura) e i mietitori (gli e/lettori) più attenti avranno modo di distinguere il grano dalla zizzania.

La predica è finita.
Andate in pace!

5 commenti:

Giliola Pivetti ha detto...

Pignatti, sei da premio Nobel.
Quello della saggezza ( non esiste ma andrebbe inventato).Questa parabola sembra fatta apposta, papà Paolo ha seminato bene con te.
Hai costruito un'agorà e dentro ci sta di tutto.Prova a fermarti una mattina in piazza a Carpi ad "origliare" quello che dicono i frequentatori: baggianate, frasi sbruffone, frasi buone, frasi di bella ironia carpigiana, di tutto. Chissà Socrate come si comportava nella sua agorà? E' vero che era un filosofo, ma era anche un sanguigno, secondo me in certi casi prendeva due per la testa e gliela sbatteva insieme.
Resisti, alle prossime elezioni vedremo un bel raccolto.

Anonimo ha detto...

mi compiaccio e mi rallegro per questo tuo tocco di saggezza

con stima

Roberto Arletti (roboe)

Lorenzo Paluan ha detto...

Amen

Anonimo ha detto...

Bravissimo, complimenti: più chiaro di così !
Chiara

Francesco Lodi ha detto...

Molto bella la parabola! Però, da rompiscatole quale sono, permettimi di fare alcune osservazioni.
La parabola, in quanto tale, è una rappresentazione fantasiosa della realtà, e per questo si svolge nel "Regno dei Cieli".
Inoltre, è bene ricordarsi che la caratteristica che contraddistingue la parabola dall'allegoria è il fatto che la parabola ha un unico punto di contatto tra l'immagine e la realtà, mentre l'allegoria ne ha molti. Questo ci tornerà utile fra poco.
Ora, fatte le premesse, io capisco che nel "Regno dei Cieli" tutto sia perfetto, compresa la semenza, e che quindi, se la zizzania cresce deve per forza essere colpa di un fantomatico nemico che per fantomatici motivi ci odia[*]. Ma noi, purtroppo, siamo ancora peccatori mortali e quindi viviamo sulla Terra. Nel mondo reale.
Qui da noi la zizzania non cresce perchè c'è qualcuno che viene di notte a seminarla di nascosto.
Cresce perchè la semenza non è buona. O semplicemente perchè la porta il vento, che fa parte della natura e quindi non può essere considerato un nemico.
Qui da noi il contadino deve occuparsi del suo campo. "Perchè è il tempo che hai perduto per la tua rosa, che ha fatto la tua rosa così importante".[**]

Ecco, se analizziamo la cosa da questo punto di vista le metafore in gioco cambiano un pochino, ma solo una resta costante (e da qui appunto il nome di "parabola"):
i servi, quando per la prima volta vedono la zizzania (cioè la critica), hanno paura, vogliono chiudere tutto, diserbare, addirittura se la prendono con il contadino che, invero, non ha nessuna colpa.
Ora mi domando: ma quale sarà mai stato il post che ha provocato tutto ciò? E chi sono i servi? ;)

Buone vacanze a tutti, ci si rilegge fra una settimana! ;)

[*]potremmo poi parlare lungamente del dualismo "buono-cattivo" o "amico-nemico" e del suo utilizzo nella propaganda, ma non mi sembra il caso di farlo adesso.
Mi limito a chiedermi: "Che cos'è buono? Che cos'è cattivo? E tutto quello che è buono per me lo è anche per gli altri?"

[**] Dal Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupery:
Disse la Volpe: "E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…".
"Io sono responsabile della mia rosa…." Ripetè il Piccolo Principe per ricordarselo.

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