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giovedì 9 settembre 2010
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Confesercenti accusa i mercati contadini di concorrenza sleale
E’ nuovamente polemica sui mercati contadini, gli spazi di rivendita diretta dei prodotti agricoli proposti dalle stesse aziende coltivatrici.
E ancora una volta il tema è la concorrenza indebita che verrebbe svolta da queste iniziative nei confronti dei commercianti.
Stavolta però, entrando nel merito della questione, il mirino non è puntato sulla qualità o la provenienza dei prodotti che vengono venduti all’interno dei mercati contadini, ma sui benefici fiscali di cui godono le aziende agricole.
In particolare è l’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico (Cosap) ad attirare le ire dei commercianti.
A denunciarlo è Massimiliano Siligardi, direttore di Confesercenti Carpi, che interviene in prossimità dell’inaugurazione del mercato contadino a Novi, che si svolgerà ogni giovedì mattina in via sperimentale per un anno.
A gestirlo è la stessa associazione, ‘Dalla terra alla tavola’, che ha in mano i mercati contadini dell’Unione Terre d’argine.
«Siamo indubbiamente sensibili alle esigenze dei consumatori, all’opportunità di puntare sui cosiddetti prodotti a ‘Km 0’, come del resto alle iniziative volte alla promozione delle eccellenze agricole del nostro territorio» premette Siligardi, che poi affonda: «Ma siamo anche sensibili all’eventuale danno che il proliferare dei cosiddetti ‘mercati contadini’ potrebbe arrecare agli operatori commerciali del settore ortofrutticolo, sia negozianti che ambulanti, già alle prese con una difficile situazione di mercato che si protrae ormai da un biennio».
E’ pronta la replica del presidente dell’associazione ‘Dalla terra alla tavola’, Massimo Pellacani: «Il mercato contadino, regolato da un rigido disciplinare che ammette la vendita esclusivamente di prodotti coltivati dalle stesse aziende nel territorio o acquistati da altra azienda agricola del perimetro regionale, viene istituito di concerto con le amministrazioni locali.
Che per agevolare la vendita dei prodotti locali, a ‘Km 0’, esentano dal pagamento del Cosap».
Siligardi chiede poi maggiori controlli «al fine di evitare, che tra i produttori agricoli non si mescolino i soliti ‘furbetti’ pronti a far passare come frutto del proprio orto e del proprio lavoro, mercanzia che invece proviene dalle celle frigorifere dei mercati all’ingrosso».
Anche su questo punto Pellacani risponde diretto: «Stiamo compiendo uno sforzo importante sul versante dei controlli: di tasca nostra paghiamo un consulente esterno, che effettua sistematiche verifiche sulle aziende agricole.
I commercianti si lamentano sempre quando viene avviato un mercato contadino, salvo poi ricredersi quando si accorgono che non facciamo concorrenza ma anzi avvantaggiamo i negozi limitrofi: i consumatori infatti si rivolgono a loro per tutto ciò che non trovano qui, come banane, ananas, arance e limoni».
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
E’ nuovamente polemica sui mercati contadini, gli spazi di rivendita diretta dei prodotti agricoli proposti dalle stesse aziende coltivatrici.
E ancora una volta il tema è la concorrenza indebita che verrebbe svolta da queste iniziative nei confronti dei commercianti.
Stavolta però, entrando nel merito della questione, il mirino non è puntato sulla qualità o la provenienza dei prodotti che vengono venduti all’interno dei mercati contadini, ma sui benefici fiscali di cui godono le aziende agricole.
In particolare è l’esenzione dal pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico (Cosap) ad attirare le ire dei commercianti.
A denunciarlo è Massimiliano Siligardi, direttore di Confesercenti Carpi, che interviene in prossimità dell’inaugurazione del mercato contadino a Novi, che si svolgerà ogni giovedì mattina in via sperimentale per un anno.
A gestirlo è la stessa associazione, ‘Dalla terra alla tavola’, che ha in mano i mercati contadini dell’Unione Terre d’argine.
«Siamo indubbiamente sensibili alle esigenze dei consumatori, all’opportunità di puntare sui cosiddetti prodotti a ‘Km 0’, come del resto alle iniziative volte alla promozione delle eccellenze agricole del nostro territorio» premette Siligardi, che poi affonda: «Ma siamo anche sensibili all’eventuale danno che il proliferare dei cosiddetti ‘mercati contadini’ potrebbe arrecare agli operatori commerciali del settore ortofrutticolo, sia negozianti che ambulanti, già alle prese con una difficile situazione di mercato che si protrae ormai da un biennio».
E’ pronta la replica del presidente dell’associazione ‘Dalla terra alla tavola’, Massimo Pellacani: «Il mercato contadino, regolato da un rigido disciplinare che ammette la vendita esclusivamente di prodotti coltivati dalle stesse aziende nel territorio o acquistati da altra azienda agricola del perimetro regionale, viene istituito di concerto con le amministrazioni locali.
Che per agevolare la vendita dei prodotti locali, a ‘Km 0’, esentano dal pagamento del Cosap».
Siligardi chiede poi maggiori controlli «al fine di evitare, che tra i produttori agricoli non si mescolino i soliti ‘furbetti’ pronti a far passare come frutto del proprio orto e del proprio lavoro, mercanzia che invece proviene dalle celle frigorifere dei mercati all’ingrosso».
Anche su questo punto Pellacani risponde diretto: «Stiamo compiendo uno sforzo importante sul versante dei controlli: di tasca nostra paghiamo un consulente esterno, che effettua sistematiche verifiche sulle aziende agricole.
I commercianti si lamentano sempre quando viene avviato un mercato contadino, salvo poi ricredersi quando si accorgono che non facciamo concorrenza ma anzi avvantaggiamo i negozi limitrofi: i consumatori infatti si rivolgono a loro per tutto ciò che non trovano qui, come banane, ananas, arance e limoni».
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
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3 commenti:
E' la prima volta che ne sento parlare di questo Siligardi e mi sta già sui mxxxxx
E' il Direttore della Confesercenti, l'associazione dei bottegai compagni.
...figurati se non c'è qualche compagno comunista che si mette contro il mercato !
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