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giovedì 2 settembre 2010
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Il segretario Bonasi: «Valutiamo l’ingresso nel fondo immobiliare etico»
«La Fondazione Cassa di Risparmio ha a cuore il tema casa ed è al lavoro per individuare i presupposti di una partecipazione al fondo immobiliare etico istuito dalla Regione e da altre fondazioni bancarie».
Sembra voler rassicurare tutti, Enrico Bonasi (nella foto) segretario generale della Fondazione CariCarpi, intervenendo nel dibattito sull’importante tema dell’edilizia popolare, che in questi giorni si è infiammato: la Fondazione c’è e si sta dando da fare.
La questione casa, di storica memoria a Carpi, era stata rispolverata all’inizio dell’estate in consiglio comunale grazie a due ordini del giorno bipartisan, presentati da Rostovi (Pdl) e Arletti (Pd), e approvati all’unanimità: i consiglieri chiedevano in pratica una sterzata sulle politiche abitative, sollecitando anche la Fondazione Crc a sostenere progetti di social housing.
Finita la pausa estiva, è interessante sapere quali contatti ci siano stati tra amministrazione e l’ente di Palazzo Brusati-Bonasi: «A luglio - spiega il segretario generale - abbiamo convocato i due estensori degli odg, per un incontro informativo.
Un colloquio sereno, al termine del quale la Fondazione si è impegnata ad informarsi circa le possibilità di inserirsi nel progetto regionale del fondo immobiliare etico».
Il fondo, costituito a luglio grazie ad un patto tra sei fondazioni bancarie (tra cui quella di Modena) e l’ente regionale, si pone l’obiettivo del contrasto al disagio abitativo che affligge fasce sempre più ampie di popolazione.
A questo scopo sono pronti circa 100 milioni di euro, «che consentiranno - come ha spiegato l’assessore regionale all’edilizia Gian Carlo Muzzarelli - di riqualificare ‘pezzi’ di città e mettere a disposizione circa 2000 appartamenti in più».
Perché Carpi non è stata coinvolta? E’ stata a guardare perdendo così il treno dell’opportunità? «Non siamo stati a guardare - precisa Bonasi -, eravamo presenti anche noi in sede di associazione regionale delle fondazioni quando si discusse del progetto.
Ma in una fase iniziale si rivolgeva principalmente a città di grandi dimensioni, capoluoghi di provincia.
Oggi, alla luce degli sviluppi di questo patto e dell’interessamento dimostrato dalla città attraverso i propri rappresentanti in consiglio, la Fondazione Crc si sta attivando in questa direzione, approfondendo i contatti con le altre ‘consorelle’ per capire come funziona questa ‘macchina’».
Quella che riguarda l’accesso alla casa è un’emergenza ribadita più volte da gruppi politici ma anche da associazioni di volontariato e di assistenza, come ad esempio la Caritas diocesana: a fronte di qualche migliaio di alloggi sfitti presenti sul territorio, è davvero sconfortante constatare la difficoltà crescente, anche a causa della crisi, nell’accesso (o nel mantenimento delle spese di gestione) ad un diritto primario come la casa.
Daniele Franda
«Il consiglio - dichiara il segretario Bonasi - ha deliberato lo stanziamento del contributo, che andrà a sostentamento del progetto ‘Affitto casa garantito’, avviato nel 2003».
I 500mila euro, finanziamento a garanzia di proprietari e affittuari, si andranno a sommare al milione e 250mila euro, stanziato in gran parte (1 milione) sempre dalla Fondazione Crc, del fondo sociale anticrisi, che prevede il sostegno al pagamento dell’affitto per famiglie in difficoltà.
Il criterio del disagio abitativo era stato inserito successivamente alla sottoscrizione del bando, proprio per fornire una risposta al crescente bisogno, recependo così la moratoria antisfratto decisa dal protocollo provinciale.
A inizio agosto, alla chiusura del bando di accesso al fondo, furono quasi 400 le richieste nella sola città di Carpi: più della metà (219) erano rivolte alla copertura di spese di affitto, condominiali o di utenze domestiche.
(da.fra.)
(fonte: ModenaQui)
«La Fondazione Cassa di Risparmio ha a cuore il tema casa ed è al lavoro per individuare i presupposti di una partecipazione al fondo immobiliare etico istuito dalla Regione e da altre fondazioni bancarie».
Sembra voler rassicurare tutti, Enrico Bonasi (nella foto) segretario generale della Fondazione CariCarpi, intervenendo nel dibattito sull’importante tema dell’edilizia popolare, che in questi giorni si è infiammato: la Fondazione c’è e si sta dando da fare.
La questione casa, di storica memoria a Carpi, era stata rispolverata all’inizio dell’estate in consiglio comunale grazie a due ordini del giorno bipartisan, presentati da Rostovi (Pdl) e Arletti (Pd), e approvati all’unanimità: i consiglieri chiedevano in pratica una sterzata sulle politiche abitative, sollecitando anche la Fondazione Crc a sostenere progetti di social housing.
Finita la pausa estiva, è interessante sapere quali contatti ci siano stati tra amministrazione e l’ente di Palazzo Brusati-Bonasi: «A luglio - spiega il segretario generale - abbiamo convocato i due estensori degli odg, per un incontro informativo.
Un colloquio sereno, al termine del quale la Fondazione si è impegnata ad informarsi circa le possibilità di inserirsi nel progetto regionale del fondo immobiliare etico».
Il fondo, costituito a luglio grazie ad un patto tra sei fondazioni bancarie (tra cui quella di Modena) e l’ente regionale, si pone l’obiettivo del contrasto al disagio abitativo che affligge fasce sempre più ampie di popolazione.
A questo scopo sono pronti circa 100 milioni di euro, «che consentiranno - come ha spiegato l’assessore regionale all’edilizia Gian Carlo Muzzarelli - di riqualificare ‘pezzi’ di città e mettere a disposizione circa 2000 appartamenti in più».
Perché Carpi non è stata coinvolta? E’ stata a guardare perdendo così il treno dell’opportunità? «Non siamo stati a guardare - precisa Bonasi -, eravamo presenti anche noi in sede di associazione regionale delle fondazioni quando si discusse del progetto.
Ma in una fase iniziale si rivolgeva principalmente a città di grandi dimensioni, capoluoghi di provincia.
Oggi, alla luce degli sviluppi di questo patto e dell’interessamento dimostrato dalla città attraverso i propri rappresentanti in consiglio, la Fondazione Crc si sta attivando in questa direzione, approfondendo i contatti con le altre ‘consorelle’ per capire come funziona questa ‘macchina’».
Quella che riguarda l’accesso alla casa è un’emergenza ribadita più volte da gruppi politici ma anche da associazioni di volontariato e di assistenza, come ad esempio la Caritas diocesana: a fronte di qualche migliaio di alloggi sfitti presenti sul territorio, è davvero sconfortante constatare la difficoltà crescente, anche a causa della crisi, nell’accesso (o nel mantenimento delle spese di gestione) ad un diritto primario come la casa.
Daniele Franda
Intanto arrivano 500mila euro per il fondo garanzia affitti
Quello sul social housing non è l’unico progetto a cui sta lavorando la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi: sono pronti infatti altri 500mila euro da destinare al fondo garanzia per l’affitto.«Il consiglio - dichiara il segretario Bonasi - ha deliberato lo stanziamento del contributo, che andrà a sostentamento del progetto ‘Affitto casa garantito’, avviato nel 2003».
I 500mila euro, finanziamento a garanzia di proprietari e affittuari, si andranno a sommare al milione e 250mila euro, stanziato in gran parte (1 milione) sempre dalla Fondazione Crc, del fondo sociale anticrisi, che prevede il sostegno al pagamento dell’affitto per famiglie in difficoltà.
Il criterio del disagio abitativo era stato inserito successivamente alla sottoscrizione del bando, proprio per fornire una risposta al crescente bisogno, recependo così la moratoria antisfratto decisa dal protocollo provinciale.
A inizio agosto, alla chiusura del bando di accesso al fondo, furono quasi 400 le richieste nella sola città di Carpi: più della metà (219) erano rivolte alla copertura di spese di affitto, condominiali o di utenze domestiche.
(da.fra.)
(fonte: ModenaQui)
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11 commenti:
...scusate l'ingenuità ma onestamente non riesco a capire che cosa significhi < una sterzata alle politiche abitative > e < sostenere progetti di social housig >. Significa forse costruire altre abitazioni ? e poi < riqualificare pezzi di città >. Riassumendo: ci sono due progetti paralleli, il primo è di natura edilizia ed è orientato alla costruzione di sana pianta, il secondo è di natura conservativa e tende a riqualificare l'esistente. E così oppure ho capito male ? Chans il giardiniere
in effetti non è chiaro ce lo puo' spiegare l'autore dell'articolo.
Grazie
Mi sembra un articolo abbastanza chiaro, ma se qualcuno non ha capito vuol dire che non ho fatto bene il mio lavoro. Ci sta, con un tema così delicato e complesso come l'emergenza casa, e da affrontare in meno di 3mila battute.
Che sulle politiche abitative (e con questo intendo una serie di scelte, idee, progetti e azioni amministrative concrete atte ad agevolare l'accesso alla casa a persone svantaggiate) ci sia bisogno di un cambio di rotta da parte della giunta non lo dico io, ma tanti gruppi politici (ultimo in ordine temporale Paluan, che ha sostenuto il "ritardo storico del Pd nell'affrontare il tema") e associazioni come la Caritas (che da anni si batte per dotare Carpi di un Piano casa).
Un'occasione, forse, per un cambio di rotta è quello del Fondo immobiliare etico, un patto tra Regione e 6 Fondazioni bancarie che a regime metterà a disposizione 100milioni di euro per dotare le città interessate di altri complessivi 20mila alloggi da destinare a edilizia popolare. Poi, che questi siano da costruire o acquisiti tramite riqualificazione di immobili invenduti, sfitti, ecc...se lo chiede anche l'assessore regionale Muzzarelli. Proprio perché l'iniziativa è poco più avanti di uno stato embrionale. La Fondazione Crc ne era rimasta fuori, ora, dopo le pressioni del consiglio comunale potrebbe entrare a far parte del Fondo. Così è più chiaro?
Ora, se mi è permesso, la faccio io una domanda. Carpi ha bisogno di nuovi alloggi (principalmente da reperire sul mercato, come chiedeva l'odg di Roberto Arletti) da destinare alle fasce più in difficoltà?
non è ancora chiaro, ma dici davvero... come verrebbero suddivisi questi 20mila alloggi perchè se li divido ipoteticamente per le sei fondazioni che hanno aderito ne spetterebbero 3.333 tremilatrecentotrentatre.. su ogni territorio di competenza di ogni fondazione...se aderisce anche carpi allora sarebbero 2.857..duemilaottocentocinquantasette...si risolverebbe il problema della casa a carpi dei prossimi 50 anni...
ma sei sicuro...?
Caro anonimo, ho forse detto che si risolverebbe così il problema casa a Carpi nei prossimi 50 anni? Non mi pare...Ho solo riportato la possibilità di un progetto a cui sta lavorando la Fondazione Crc, tutto qui. Le valutazioni politiche non spettano di certo a me.
si dice che a carpi gli appartamenti sfitti sono circa 3.000 il conto torna, se li compra tutti la fondazione....
michele
bohhhh... mi sembra tanto una bufala..
michele
...premetto che l'articolo era si esaustivo, ma personalmente avevo bisogno di chiarimenti, la domanda che ti poni tu Daniele, me la pongo anch'io. Ma soprattutto alla luce di un articolo che lessi tempo fa, dove il sindaco Campedelli sosteneva che oltre la soglia di 70000 cittadini per Carpi, subentrano problemi di varia natura ( per ora sembra che siamo sui 68000 ) quali l'efficenza dei servizi ecc. mi chiedo se sia così necessario edificare a Carpi stimolando quelle richieste abitative che porterebbero appunto, altri problemi. Quindi riqualificare l'esistente sarebbe più auspicabile rispetto a costruire, tanto più che l'ambiente ringrazierebbe e probabilmente anche coloro che si aspettano una politica più ambientalista della giunta. Chans il giardiniere
gli appartamenti presunti sono 2.000 e non 20.000.
Roberto Arletti
Ovviamente, nel pezzo c'è scritto 2mila, nel mio commento mi è sfuggito uno 0.
Grazie
Quindi riassumiamo: il consiglio comunale ha votato all'unanimità (se non ricordo male) l'odg presentato da Arletti, affinchè la fondazione si attivi sul fronte immobiliare, per mettere sul mercato appartamenti ad affitti calmierati o a condizioni ERP).
L'odg prevedeva esplicitiamente che gli immobili venissero reperiti sul mercato esistente e non che si andasse a nuove costruzioni (emendamento prsentato da Carpi 5 Stelle- Rifondazione).
Nel frattempo la regione parte con un progetto simile, con tutte le maggiori fondazioni del territorio, a cui la fondazione non partecipa (perchè avevano capito male, pofferbacco!).
Ora stanno valutando di rimediare.
In un caso o nell'altro, quando si muoveranno non sarà mai troppo presto.
Attendiamo fiduciosi.
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