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martedì 7 settembre 2010
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Il ‘diktat’ del direttore regionale Limina dopo i fatti del Meucci
«Ho solo detto ai docenti di pensare a fare scuola e di lasciare perdere il resto».
Si difende così, Marcello Limina, responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, dalle accuse di intimidazioni e censura nei confronti dei docenti lanciategli dalla Cgil: il riferimento è al ‘caso Meucci’, l’istituto carpigiano in cui andò in scena, nel marzo scorso, un duro scontro tra alcuni docenti e il preside in un infuocato collegio docenti, conclusosi addirittura con l’intervento della Polizia.
A chiamarla era stato uno dei professori, Francesco Mele, sentitosi privato del diritto a discutere liberamente di un documento sulla riforma Gelmini: il preside infatti non volle mettere ai voti la mozione, giudicandola troppo ‘politico’ e presentandone invece un’altra in cui si indicava che «il collegio non ha sufficienti elementi per prendere decisioni sulla riforma in quanto i regolamenti non sono stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale».
La disputa provocò una serie di eventi successivi (l’ispezione al Meucci, la ‘denuncia’ ai giornali da parte di Mele e la circolare di Limina che invitava i docenti a non rilasciare dichiarazioni critiche sulla scuola ai giornali), che culminarono nella sanzione comminata al professore ‘scomodo’: è di pochi giorni fa infine la notizia che lo stesso docente, appoggiato dalla Cgil, farà ricorso al giudice del lavoro affinché annulli la sanzione.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, è arrivata la replica del direttore Limina: «Non è che chi fa ricorso ha ragione - ha affermato il responsabile -, io continuo con la mia linea di fermezza.
Il resto è Carnevale. Mele sa benissimo che la scuola non è una palestra di esercitazione di polizia».
Una presa di posizione forte, che conferma ad ogni modo la difficoltà di rapporto tra amministrazione scolastica e corpo docenti quando sullo sfondo del contendere c’è la politica.
I docenti potevano liberamente discutere su come cambierà la propria scuola, il proprio modo di insegnare, con l’applicazione della riforma? O di queste cose non se ne deve parlare, nemmeno in un organo collegiale? «Chiunque farà rimostranze in modo urbano sarà benvenuto - conclude Limina -, chi fa caos ad arte invece non può dialogare».
Daniele Franda
La situazione dei precari nelle scuole emiliano-romagnole? Non è poi così drammatica.
Ad affermarlo è ancora Marcello Limina, direttore dell’Ufficio scolastico regionale.
«Quello che riguarda i docenti senza contratto a tempo indeterminato - prosegue Limina - è un problema che riguarda certamente numeri notevolissimi, ma non si può pensare che la scuola possa assorbirli tutti con la bacchetta magica».
In totale quest’anno sono 817 i docenti precari che sono stati stabilizzati in Emilia-Romagna a cui vanno aggiunti 474 unità di personale amministrativo Ata.
«Avevamo chiesto 350 posti in più al ministero, ce ne sono stati dati 171», ha ricordato Limina spiegando che «al resto si è fatto fronte con risorse endogene».
Quanto alla nuova riforma Gelmini, sono 700mila euro i finanziamenti destinati dal Ministero per la sua attuazione della riforma della scuola, ha reso noto Limina, spiegando che i fondi «serviranno a dare impulso ai progetti che si inseriscono nelle linee della riforma».
(fonte: ModenaQui)
«Ho solo detto ai docenti di pensare a fare scuola e di lasciare perdere il resto».
Si difende così, Marcello Limina, responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, dalle accuse di intimidazioni e censura nei confronti dei docenti lanciategli dalla Cgil: il riferimento è al ‘caso Meucci’, l’istituto carpigiano in cui andò in scena, nel marzo scorso, un duro scontro tra alcuni docenti e il preside in un infuocato collegio docenti, conclusosi addirittura con l’intervento della Polizia.
A chiamarla era stato uno dei professori, Francesco Mele, sentitosi privato del diritto a discutere liberamente di un documento sulla riforma Gelmini: il preside infatti non volle mettere ai voti la mozione, giudicandola troppo ‘politico’ e presentandone invece un’altra in cui si indicava che «il collegio non ha sufficienti elementi per prendere decisioni sulla riforma in quanto i regolamenti non sono stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale».
La disputa provocò una serie di eventi successivi (l’ispezione al Meucci, la ‘denuncia’ ai giornali da parte di Mele e la circolare di Limina che invitava i docenti a non rilasciare dichiarazioni critiche sulla scuola ai giornali), che culminarono nella sanzione comminata al professore ‘scomodo’: è di pochi giorni fa infine la notizia che lo stesso docente, appoggiato dalla Cgil, farà ricorso al giudice del lavoro affinché annulli la sanzione.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, è arrivata la replica del direttore Limina: «Non è che chi fa ricorso ha ragione - ha affermato il responsabile -, io continuo con la mia linea di fermezza.
Il resto è Carnevale. Mele sa benissimo che la scuola non è una palestra di esercitazione di polizia».
Una presa di posizione forte, che conferma ad ogni modo la difficoltà di rapporto tra amministrazione scolastica e corpo docenti quando sullo sfondo del contendere c’è la politica.
I docenti potevano liberamente discutere su come cambierà la propria scuola, il proprio modo di insegnare, con l’applicazione della riforma? O di queste cose non se ne deve parlare, nemmeno in un organo collegiale? «Chiunque farà rimostranze in modo urbano sarà benvenuto - conclude Limina -, chi fa caos ad arte invece non può dialogare».
Daniele Franda
«La situazione dei precari? Non è così drammatica» In 817 passano di ruolo
La situazione dei precari nelle scuole emiliano-romagnole? Non è poi così drammatica.
Ad affermarlo è ancora Marcello Limina, direttore dell’Ufficio scolastico regionale.
«Quello che riguarda i docenti senza contratto a tempo indeterminato - prosegue Limina - è un problema che riguarda certamente numeri notevolissimi, ma non si può pensare che la scuola possa assorbirli tutti con la bacchetta magica».
In totale quest’anno sono 817 i docenti precari che sono stati stabilizzati in Emilia-Romagna a cui vanno aggiunti 474 unità di personale amministrativo Ata.
«Avevamo chiesto 350 posti in più al ministero, ce ne sono stati dati 171», ha ricordato Limina spiegando che «al resto si è fatto fronte con risorse endogene».
Quanto alla nuova riforma Gelmini, sono 700mila euro i finanziamenti destinati dal Ministero per la sua attuazione della riforma della scuola, ha reso noto Limina, spiegando che i fondi «serviranno a dare impulso ai progetti che si inseriscono nelle linee della riforma».
(fonte: ModenaQui)
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