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martedì 26 ottobre 2010
Ci sono cose dette con un filo di voce piuttosto che urlate a suon di proclami e manifesti che comunque si insinuano nella mente e continuano a risuonare. Poco più di dieci giorni fa ha avuto questo effetto su di me un articolo di Florio Magnanini su Voce.
L'articolo era questo:
La cultura comunale e il bisogno di tornare a discuterne
C'è un risvolto interessante nella scelta di Alleanza per Carpi di riprendere in un proprio comunicato le critiche di Cesare Carbonieri all'organizzazione della Festa del Racconto, accusata di aver dato poco spazio agli autori locali, mentre i pochi prescelti erano più saggisti e politici che narratori. E potrebbe essere riassunto in questa domanda: chi decide che cosa, in Comune, in fatto di cultura? Chi stabilisce le linee d'azione di istituti come Biblioteca, Museo, Teatro, Archivi? Chi sceglie come organizzare rassegne come la Festa del Racconto o FestivalFilosofia? O come intitolare strade, vie e piazze? Del problema si è occupato di recente anche il settimanale diocesano che, prendendo spunto da quella che considerava una lacuna (per la verità, un tantino specialistica, trattandosi della psiconeurolinguistica...) nella dotazione libraria della Biblioteca, ha chiesto alla Direttrice dell'istituto chi sovrintenda alle scelte di acquisto dei volumi, per sentirsi rispondere semplicemente: "Io".
[leggi il resto]
L'interesse è duplice:
1- L'interesse specifico sul tema della Biblioteca. Avevo cercato di aprire un dibattito su un possibile utilizzo più aperto della biblioteca con il mio post  Una libreria che non c'è più e una biblioteca che non c'è ancora, che ha ricevuto solo due romantici commenti di due amici.
2- L'interesse generale sulla domanda Chi decide cosa, in Comune, in fatto di...? che in questo caso finiva con cultura ma che potrebbe finire con tante altre parole.

Il tema proposto da Magnanini è quello della partecipazione.
Semplificando, la questione è, di nuovo, duplice:
1- L'interesse dei cittadini a partecipare
2- L'interesse del Comune a far partecipare

Può darsi che il primo sia cambiato dai tempi delle assemblee che ricorda Magnanini, ma penso anche che troppo spesso si usi la scusa "ma alla gente non interessa niente"  per non attivare delle vere modalità di partecipazione. Poniamo comunque un ragionevole dubbio su l'interesse a partecipare.

Ma come verificarlo? C'è interesse del Comune a far partecipare i cittadini? C'è voglia di una progettazione partecipata?

Faccio un esempio letto oggi. Sabato il comune di Rimini organizza un'Open Space Technology e laboratorio di Progettazione Partecipata per il recupero dell’area naturalistica di una ex cava lungo il Marecchia.

A quando un Open Space Technology a Carpi sulla Biblioteca o il Parco Lama?

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