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lunedì 20 dicembre 2010
Ricevo e pubblico:

Un messaggio dalla giunta ai lavoratori della Loria: precari siete e precari resterete.

La risposta alla nostra interrogazione ricevuta in consiglio comunale sulla situazione dei lavoratori della Loria, non appare francamente
incoraggiante.
Ad una domanda che chiedeva se e in che misura si voleva dare garanzie un po' più a lunga scadenza circa il rapporto di lavoro con il comune e se per il comune era un problema che, a parità di funzione, ci fossero lavoratori che ricevono paghe fra loro molto diverse (gli stipendi dei lavoratori in appalto sono inferiori anche su base oraria a quelli dei dipendenti comunali), l'unica risposta della giunta è stata: è nostra intenzione continuare a fornire il servizio della Loria gestendolo nella massima economia.

Economia nel progettare un istituto che oggi occupa circa un quarto del bilancio totale della cultura? Economia negli allestimenti? Economia nell'efficenza energetica dell'edificio? No, l'unica economia possibile a cui si riferiscono è quella sul costo del lavoro.

Nessuna informazione quindi sulle intenzioni della giunta alla scadere della proroga dell'appalto (inizialmente previsto solo fino a maggio 2011 e oggi a maggio 2012, più per difficoltà organizzative nella gara che non per venire incontro alle esigenze degli operatori della biblioteca).

La Loria resta probabilmente un istituto culturale che può essere decantato come "vanto" per la città di Carpi., ma il fatto che per
tenerlo aperto, si sia pensato fin dal suo avvio, che fosse legittimo ricorrere ad un'esternalizzazione selvaggia che comprime i redditi e
condanna alla precarietà chi ci lavora, ci pare un prezzo inaccettabile, che forse poteva essere evitato, con un po' meno "grandeur" nella realizzazione dell'istituto e un po' più attenzione ai diritti di chi lavora.
La giunta, in questo,senso ha fatto le sue scelte nel 2005 e continua a non voler cambiare strada.
Per i lavoratori della Loria, l'orizzonte per programmare le proprie vite, si accorcia dai tre anni dei normali rinnovi d'appalto a uno e
mezzo, e nel frattempo hanno accorciato anche i redditi con la riduzione dell'orario.

Il punto per noi è molto semplice: può un comune decidere che un servizio pubblico, venga gestito con lavoratori precari e sottopagati?
Può un comune, dopo anni di lavoro sottopagato, dire ai lavoratori che lì sono stati impegnati a servizio della città, semplicemente
"arrivederci e grazie" allo scadere degli appalti? E' questo il modello di lavoro che vogliamo per i servizi del nostro comune?

Per la giunta di Carpi evidentemente sì, dato che lo fa (e lo ha già fatto con altri lavoratori in appalto). Poi lascia al partito la propaganda sulla lotta al precariato.

Lorenzo Paluan
Gruppo Consiliare Lista Civica Carpi a 5 Stelle beppegrillo.it
Partito della Rifondazione Comunista

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Stimo Paluan e so che non è un sempliciotto. Proprio per questo resto sorpreso da questa propaganda tipica della sinistrella radicale fatta sulla pelle dei precari.
Credo che nessuno preferisca il precariato alla stabilità, e credo che nessuno, in presenza di adeguate risorse, sceglierebbe i contratti a termine e le esternalizzazioni in luogo della stabilità e della valorizzazione del personale interno.

Anonimo ha detto...

Io condivido quello che dice Paluan, ma il problema reale è un altro.
1 - il Comune deve tagliare sui costi, causa patto di stabilità (ma anche per buon senso). Il personale è un costo che in certi casi, può essere tagliato.
2 - il personale comunale, a contratto indeterminato, non può essere tagliato. Non si può licenziare nessuno, neppure chi non serve più (passatemi il termine, so che si sta parlando di persone). Vi sono professionalità, assunte vent'anni fa, che oggi non sono semplicemente più utili e che, detto in tutta sincerità, non possono neppure essere riconvertite.

= si possono tagliare solo i precari. Poco importa se questi sono sicuramente più professionalizzati per il lavoro che oggi stanno facendo e se domani saranno sostituiti da dipendenti comunali non preparati e preparabili per fare quel lavoro. Non c'è, a livello giuridico, alcuna alternativa.

Non mi si dica che il comune può risparmiare in altri settori e tenere i precari. Il comune non è un'agenzia di collocamento. E' una macchina, che, anche se pubblica, dovrebbe lavorare con la massima efficacia ed efficienza. Ogni comparto quindi deve essere efficiente a se, a prescindere da quello che succede negli altri.

La soluzione in questo caso è cambiare la legislazione nazionale, permettere il licenziamento dei dipendenti in esubero non riqualificabili e l'assunzione di dipendenti qualificati.

Il problema è trovare qualcuno con il coraggio di fare una scelta di questo tipo....

Salvatore ha detto...

Mi sembra che le argomentazioni di Paluan siano un po' più profonde di quanto non venga evidenziato dai due commenti successivi. Non si tratta di fare una battaglia pro o contro il precariato, ma di affrontare il problema dei costi dei servizi pubblici con maggiore capacità critica.
Il problema della Loria non si riduce solo al precariato delle persone che ci lavorano, ma questo è sicuramente il sintomo più evidente che quella scelta fu fatta in fretta e senza razionalizzare i costi che si potevano o si possono tagliare.
Quando, allora, sono le scelte delle amministrazioni che producono precariato o che possono produrlo è necessario criticare e intervenire a livello politico.
Salvatore

Cattivik ha detto...

Non saprei. Può darsi. Ma chi era il capogruppo di maggioranza quando sono stati approvati questi provvedimenti?
Cattivik

Anonimo ha detto...

Salvatore, la critica è sempre lecita, ma deve anche essere puntuale e non scadere nell'ideologizzazione. Il problema della Loria non è un problema generalizzato di costi, ma sicuramente di efficienza. Efficienza che però non può essere raggiunta per cause esogene più che endogene.
Posto che la biblioteca è un servizio pubblico fondamentale ed in quanto tale deve restare gratuita, si può ragionare su come rientrare di alcuni costi: ad esempio mettendo internet a pagamento, o alzando l'affitto del bar.
Poi non si può certo spegnere il riscaldamento durante il periodo invernale, perchè gli studenti potrebbero morire congelati (esperienza personale).

Lorenzo Paluan ha detto...

Ognuno sul tema la veda come gli pare, ma non veniteci a dire che in una situazione di crisi, l'unica risposta di un comune che si dice di centrosinistra, possa essere quella di tagliare i posti di lavoro più a rischio.
Noi lo stiamo ripetendo da un po' che questo comune ha scientemente deciso di non tagliare alcune spese e di intervenire, fin dal 2009 su quelle "facili".
Dalla campagna elettorale andiamo ripetendo che non si giustifica una politica di risparmi sul personale, in presenza di dirigenti e funzionari extraorganico, che ricevono laute indennità ad personam (e magari le mantengono anche quando diventano di ruolo, quando in parte sarebbero giustificate dalla "pracarietà" del loro incarico).
Solo quelle girano intorno ai 250.000€ l'anno (indennità aggiuntive rispetto agli stipendi previsti per il loro inquadramento, sia ben chiaro), cui si aggiungono premi di prouzione (sempre e solo per dirigenti) per 80.000€.
Fanno più di 300.000€ all'anno, mentre ad altri gli si chiede di gestire il servizio "vetrina" della città per paghe orarie vergognose.

Altro discorso che andiamo ripetendo da tempo, è che nelle spese del comune, si annida un "tesoretto" legato alle mancate politiche di risparmio energetico (che non hanno nulla a che fare con il lasciare gli studenti al freddoe il mancato investimento nelle rinnovabili (quando entreranno in funzione i primi impianti dell'unione di un certo rilievo, avremo già perso 6 anni e mezzo di contributi in conto energia, tanto per dire).
Noi abbiamo calcolato che questo ritardo sia costato al comune non meno di un quarto di milione all'anno nell'ultima legislatura (e dura tutt'oggi).
Lo abbiamo scritto e lo abbiamo detto in consiglio comunale e nessuno ci ha ancora smentito con numeri reali.

Insomma, in mezzo a questo panorama, pare che l'unico risparmio, nel 2010 come nel 2011, sarà tagliare le spese sul personale già meno retribuito e meno garantito.
Per me è un errore, quindi, soprattutto per rispondere al primo commento anonimo, qui la "sinistrella radicale" non c'entra nulla.
Se il PD vuole combattere il lavoro precario e la crisi, deve cominciare a dare l'esempio da dove amministra.
Io non vedo tutta quest'attenzione e questa "ansia" a tutelare il lavoro in comune (anzi, la ex assessora Borsari ne faceva un vanto di poter tagliare a destra e a manca, quando aveva la delega al personale).

L'appalto della Loria si giustifica solo con il fatto che i lavoratori in appalto costano meno e sono facilmente "liquidabili".
Per me già questa è un'impostazione sbagliata (e contro questa scelta si era schierato anche il consigliere di Sinistra Democratica, oggi SEL Galantini, che mi risulta siano comunque parte di questa maggioranza, quindi non è una nostra valutazione da "estremisti" o oppositori per partito preso).
Ma a prescindere da questa differenza di vedute su quanto sia politcamente e moralmente legittimo utilizzare gli strumenti del lavoro in appalto per poi ululare a Roma contro la precarizzazione del lavoro, nel caso specifico, si potrebbe perlomeno cominciare a dire che comunque non si andrà a peggiorare la situazione reddituale di quelle persone tagliandogli le ore di lavoro e gli si restituisce una durata ragionevole per i loro contratti, ovvero l'appalto triennale.

Stiamo aspettando di vedere le cifre precise, ma il tutto dovrebbe valere meno del premio di produzione che si sono autoelargiti i dirigenti del comune.

Salvatore ha detto...

La risposta di Paluan è abbastanza soddisfacente. Come si vede, quando uno fa politica e ne ha le competenze, la sinistra diventa credibile agli occhi della gente.
Io ero il capogruppo dei DS quando la Loria fu messa in piedi e, naturalmente, votai a favore. Non si discusse a sufficienza, ma in discussione c'era la nascita della Loria e non me la sentii di bloccare un progetto così importante per la nostra città. Votai, quindi, a favore della nascita della biblioteca non dei tagli indiscriminati del personale.
Io non sono più consigliere da quasi quattro anni, mentre, oggi, questa giunta di centrosinistra taglia il personale, quello dei giovani.
Cattivik, la mia breve storia politica tu non la conosci, quindi ti invito a seguire l'adagio di Ludwig Wittgenstein.
P.S.: non risponderò ad ulteriori accuse che si basano solo su pregiudizi.
Salvatore.

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