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martedì 15 febbraio 2011
Tre persone in questi giorni mi hanno chiesto cosa pensassi del progetto CarpiFi. Una mi chiedeva addirittura se avessi avviato io una campagna "contro" Carpi-Fi.
Siccome credo nella trasparenza e nella circolazione delle idee, cercherò di dare una risposta qui.
Il 16 gennaio ho creato la mappa degli hot-spot a Carpi inserendo sia quelli del progetto CarpiFi che quelli già esistenti.
Qualche giorno fa è apparso un articolo sul quotidiano ModenaQui che si interrogava in particolare sulla disposizione degli hot-spot in punti dove il servizio era già presente grazie all'offerta di privati.
Confesso che anch'io nel realizzare la mappa mi ero stupito della presenza di nuovi hot-spot a fianco di alcuni già funzionanti quando rimanevano comunque scoperte così tante altre zone.
E mi ero anche stupito della collocazione di alcuni hot-spot.
Altre domande mi sono nate dalla recente campagna Sveglia Italia lanciata dal mensile Wired che ha pubblicato un manifesto per portare il Wi-fi gratis per tutto il 2011 in 150 piazze d'Italia. Bastava che il sindaco inviasse una mail per "candidare" la propria città. In una settimana sono pervenute oltre 200 richieste. Il tutto sarà fatto secondo gli standard del kit open source creato dal Consorzio delle università romane (il Caspur) per la Provincia di Roma: obiettivo, la creazione di una “rete di reti” dove con un unico account e un’unica password tutti possano navigare gratis in tutta Italia.

In attesa quindi di superare il giro della ruota, l'aiuto da casa, l'estrazione e l'aiuto del computer su giuntacarpi.org e di poter quindi formulare l'intervista ufficialmente all'Assessore competente, raccolgo qui alcune domande (alcune di ModenaQui e mie) sul progetto Carpi-Fi.
Ad ogni domanda faccio seguire anche una o più possibili risposte che mi vengono in mente. Se avete altre domande e/o altre risposte aggiungetele nei commenti... sempre in attesa di quelle ufficiali.
  1. Quale dovrebbe essere l'obiettivo di questo progetto?
  2. Con quale criterio sono stati posizionati questi punti di accesso in presenza di altri già esistenti e che offrono lo stesso servizio, se non uno migliore? (Domanda di ModenaQui)
    L'unico criterio che mi sembra di ravisare per la disposizione degli Hot-spot di CarpiFi è quello di aver seguito l'infrastruttura già esistente per la videosorveglianza le cui telecamere sono connesse alla fibra ottica di Lepida - compagine a capitale pubblico (18 milioni) nata per realizzare in fibra ottica il collegamento a banda larga fra tutte le amministrazioni pubbliche dell'Emilia Romagna. - di cui il Comune di Carpi è socio.
    Mi sembra che gli obiettivi di una rete WiFi, però, dovrebbero essere diversi da quelli di una rete di videosorveglianza. Mentre ad esempio può aver senso videosorvegliare il piazzale della stazione, faccio fatica ad immaginarmi di scaricare la posta sullo smartphone nell'aiuola al centro di quel piazzale.
    Ovvio che veniva più comodo piazzare le antenne dove c'era già la connessione. Ma anche questo dipende dal sistema che si intende realizzare. Il Comune di Correggio, ad esempio, ha realizzato una rete di ripetitori HiperLan che "diffondono" la connessione su tutto il territorio. Chi volesse connettersi deve solamente comprare un'antenna e avrà l'accesso gratis fino al 2014.
    Sulla qualità del servizio offerto, io dubito (a differenza di ModenaQui) che gli hot-spot già esistenti offrissero un servizio migliore (a casa mia riesco a connettermi all'antenna del foro boario a distanza di quasi un centinaio di metri) se non per il fatto di non limitare l'accesso gratuito ad un'ora al giorno. Ma dubito anche che sia preferibile una qualità eccelsa in pochi punti d'accesso che non una buona in molti.
  1. Non era forse più opportuno coprire aree prive di qualsiasi connessione? (Domanda di ModenaQui)
    Io penso proprio di sì, almeno inizialmente. Di sicuro aree in cui già i privati offrivano un servizio analogo (mettiamo anche peggiore) potevano essere inizialmente tralasciate.

  2. Non avrebbe più senso posizionarli nei punti dove la gente si può sedere con il portatile o il telefono?
    A me i primi luoghi che mi verrebbe in mente di "coprire" con la rete sono bar e ristoranti.
    Un progetto di questo tipo avrebbe avuto il doppio vantaggio di fornire un servizio ai cittadini e di aiutare le attività commerciali ad offrire un valore aggiunto al loro servizio.
    Eventualmente il comune poteva concentrarsi sui luoghi pubblici, penso però più ai parchi che non le strade e le piazze. Uno dei problemi potrebbe essere la continuità del servizio: un bar può chiudere e quindi non rendere più disponibile il servizio. Ma se i punti sono tanti e ognuno serve solo l'area di propria pertinenza il problema sarebbe risolto a monte.
    Ovvio che bisognava avviare una programmazione condivisa fra pubblico e privati.

  3. Ma un conto è una rete unica e un conto è doversi registrare ogni volta che si cambia locale. Non sarebbe penalizzante?
    Anche ammesso che l'utente medio passi il tempo girando per Carpi in cerca di connessione, penso che si poteva ovviare al problema fornendo solo il coordinamento e l'integrazione dei vari hot-spot in modo che il sistema fosse lo stesso e le credenziali degli utenti andassero bene per tutti gli hot-spot.

  4. Ma veniamo ai costi, quanto è costato il progetto CarpiFi e cosa si sarebbe potuto fare con la stessa cifra?
    Il modello GWiFi proposto da Green Geek e adottato dalla Campagna promossa da Wired (vedi sopra) prevede un costo una tantum di 250€ ad antenna (120€ per quelle da interno) ed un canone annuale di 120€ ad hot-spot per la gestione del servizio.
    Con i 250.000€ messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio per questo progetto era ipotizzabile creare un incentivo per tutti i gestori di locali (bar, ristoranti, etc.) che lo desiderassero affinchè si dotassero di un sistema del genere. Così a occhio e croce, anche volendo fare un incentivo che coprisse il 100% delle spese (ma sono convinto che molti gestori sarebbero stati disposti anche a partecipare alla spesa) mi sembra che si potessero dotare più di 150 esercizi della tecnologia necessaria (250*150=37.500€) e pagare ad ognuno il canone per 10 anni (120*150*10=180.000€).

  5. A Carpi invece siamo riusciti a mettere 15 hot-spot, in posti a volte improbabili, che forniscono una sola ora di connessione al giorno. Come mai?Io sinceramente, finchè non ho cominciato a leggere di progetti come quello di Green Geek, non avevo un'idea di quanto costasse la cosa. Adesso mi piacerebbe conoscere più nel dettaglio come sono stati spesi quei 250.000€.
    Il limite di un'ora di connessione al giorno è la cosa più assurda e penalizzante del progetto, penso che la possibilità di vendere le ulteriori ore di connessione sia la controparte richiesta dalla società Net&Work in cambio della fornitura del servizio.
    Alla fine un accordo pubblico privato c'è stato ma invece che beneficiarne 150 attività carpigiane ne potrà beneficiare solo una di Correggio.

5 commenti:

Lorenzo Paluan ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Lorenzo Paluan ha detto...

Visto che le risposte della Giunta arrivano solo a botta di comunicati stampa un filino vaghi, do un "aiutino" sulla risposta 5: una parte rilevante del finanziamento dedicato al "superamento del digital divide" (direi circa un quinto, se non ricordo male) comprendeva l'acquisto di un sistema di proiezione, per ritrasmettere gli eventi rilevanti da una sede o piazza del comune, in altri angoli della città
Che questo è risolvere il digital divide per il comune, almeno a livello di progetto.
Non so se poi l'acquisto del sistema è effettivamente già avvenuto e quante volte sia stato usato (con gran beneficio per la collettività tutta...).

Ricordo che a Gargallo, qualcuno aveva chiesto perlomeno di abbattere i costi di attivazione del wi-fi per imprese e privati, dato che non arrivava l'adsl (questo sarebbe il digital divide correttamente inteso, secondo me). ROba da 20.000€, se non mi ricordo male.
Non mi pare che siano arrivati a tanto...

Dato che vado a memoria, sarò ben felice di essere corretto e magari smentito da un/a solerte assessora/e (o almeno che diano mandato ad un addetto stampa di smentire!)

toratora ha detto...

In tutti i paesi avanzati le citta' a vocazione turistica offrono nelle aree di interesse culturale (per Carpi principalmente il centro storico) un servizio analogo a quello di Carpi-Fi. Cio' permette al turista di utilizzare le app degli ormai diffusissimi smart-phone gratuitamente (lo straniero non riesce a connettersi ai ponti privati senza subire un salasso) in modo da potersi orientare, scoprire ed apprezzare cio' che gli sta intorno e sapere dove puo' dormire, mangiare etc.
Questo gia' di per se' e' un plus per i commercianti ed esercenti che, a mio parere, devono garantire a loro spese il servizio all'interno del locale anche nel loro interesse: un cliente che si collega 1 ora alla rete gratuita ha il diritto di bere solo un caffe', ma se la rete e' offerta dal locale allora sara' tenuto a maggior rispetto degli interessi di quest'ultimo.
La finestra di un ora mi pare piu' che sufficiente per il turista quanto per il residente, per fare dowload trovo giusto pagare un abbonamento ai privati.
Sui costi non mi pronuncio ma 250.000 euro per un progetto simile non mi sembrano, seppur a spanne, uno sproposito.
Mi pare una iniziativa piu' che lodevole e al passo con i tempi, ma ovviamente son pietre che volano...
Besos

Locco ha detto...

io ho provato a collegarmi in due punti diversi del centro e funzionava come una lampadina spenta di notte. Quindi, dato che io personalmente ci vivrei di rendita 13 anni con 250000 euro. Evviva. Inoltre, ma qui chiedo lumi, anche quello della biblioteca, pur dandomi l'accesso, non i faceva entrare in internet...

carpizeronove ha detto...

In questi giorni alle domande già poste (che attendono risposte) se ne aggiunge un'altra dai risvolti ancora più inquietanti.
E' vero, come afferma, che la ditta WiMore ha "coperto" tutto il territorio comunale con la rete Wi-Max?

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