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sabato 2 maggio 2009
14:40 |
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Enrico Campedelli
Salvaguardare l’ambiente e tutelare il territorioDeanna Guidi
In un momento di crisi come quello attuale, la sfida ambientale è la vera opportunità da cogliere per rilanciare l’economia italiana. È necessario adottare politiche per la tutela, il rispetto e la promozione dell’ambiente, in coerenza con l’inserimento nei regolamenti edilizi di norme che incentivano politiche volte alla bioedilizia e al risparmio energetico, l’investimento sul trasporto pubblico, sulle piste ciclabili, sulle rotonde e sulle aree verdi pubbliche.
Sono state cambiate le normative del piano regolatore, sostenendo chi decide di investire su nuove tecnologie e sul risparmio energetico.
Che gli impianti dei nuovi edifici pubblici siano a risparmio energetico, solare o fotovoltaico o geotermico (programma Idv)
Il territorio è la principale risorsa del futuro. Il modello competitivo globale vuole il dominio dello sviluppo economico su quello sociale, costi quel che costi sul piano della sostenibilità ambientale. Sinistra per Carpi propone uno sviluppo socialmente responsabile promuovendo:[...] la riduzione dei consumi energetici attraverso il miglioramento dell’efficienza di impianti e macchine.
Crediamo nell’uso di fonti rinnovabili di energia, pertanto,oltre a promuovere un’opera di controllo e miglioramento dell’esistente,che consideriamo esempio di megalomania fine a se stessa (turbogas) visto come funziona a monte la distribuzione e il controllo della produzione di energia elettrica in Italia, vogliamo il potenziamento del solare.Lorenzo Paluan
Rivoluzione energetica per tutti gli edifici Comunali e per l’illuminazione pubblicaRoberto Andreoli
Negli ultimi dieci anni, nonostante tutte le tecnologie necessarie siano già a disposizione ed utilizzate da diverse decine di amministrazioni comunali, non è stato fatto nulla per ridurre gli impatti ambientali e i costi della “macchina comunale”.
Proponiamo un piano di riduzione dei consumi, in grado di trasformare il 30% delle spese comunali in energia e gas in investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici e per l’avvio di impianti per le energie rinnovabili.
Autonomia energetica del territorio comunale entro 15 anni, sfruttando solo fonti di energia rinnovabili.
Sembrerebbe che questa cosa si possa fare da sola mettendo un pannello su ogni tetto. Non è così. Il comune deve avviare un piano reale che prevede nell'immediato il taglio di almeno il 30% dei consumi energetici dei suoi edifici, con quelle risorse far partire l'installazione di impianti per le energie rinnovabili (non solo solare, ma anche agroenergie da residui e colture in terreni in rotazione e marginali), creando un circolo di costante reinvestimento a partire da tutti gli edifici pubblici che trascinerà con sè il privato. Per la prima fase basta affidarsi ad una ESCO. Gli pseudo verdi alleati della giunta lo mettono nel loro programma, ma anzi che farlo nei cinque anni che sono stati al governo della città, proprio con la delega sugli edifici pubblici, hanno preferito sperperare soldi pagando un "energy manager" che in realtà non ha fatto risparmiare un singolo kilowatt al comune.
La Svezia lo ha deciso a livello di nazione, noi siamo convinti che ci siano già le tecniche disponibili per farlo anche a livello locale e molte municipalità su questo punto sono partite. I territori che si libereranno per primi dalla dipendenza non solo delle energie fossili, ma anche dall'obbligo di dipendere da grandi compagnie energetiche per la distribuzione, godranno di un vantaggio competitivo in termini economici notevolissimo, nel momento in cui petrolio e materie prime non rinnovabili torneranno a scarseggiare.
Carpi può diventare un distretto delle agroenergie, perchè abbiamo ancora il terreno necessario e perchè siamo inseriti in un contesto produttivo, che opportunamente riqualificato, può ricavare notevoli vantaggi, con i materiali per la bioedilizia, con sviluppi per il settore meccanico, informatico e dell'oleodinamica, per quello della creazione di nuove reti elettriche intelligenti.
Tutto questo ammesso che decidiamo di fare una politica di avanguardia, per un volta, anzichè aspettare e attardarci nel difendere settori "cotti" come l'edilizia tradizionale e il tessile, che tra cinque anni darà ancora meno posti di lavoro di quelli che ha ora e che sono già la metà di quelli che erano dieci anni fa.
Una bella sfida. Non ho in mano strumenti che possano identificare questo obbiettivo come realizzabile in questo lasso di tempo. Sono pronto a confrontarmi con chi ha proposte da fare. Le energie rinnovabili sono comunque strumenti da sostenere fortemente, però, non attraverso la coercizione come ha deciso l'amministrazione uscente.
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5 commenti:
È necessario che sulle tipologie residenziali vi sia una sempre maggiore attenzione alla qualità delle tipologie abitative ed architettoniche. Bioarchitettura, risparmio energetico e idrico, fonti rinnovabili che sono state inserite nel nuovo regolamento edilizio vanno ulteriormente incrementati anche studiando nuove forme di incentivazione.
-usare solo energie rinnovabili, senza voler pensare ad aspetti che abbiano a che fare con la combustione di biomasse (immagino bene?) può essre velleitario; infatti puntare sull'eolico a carpi è difficile, e allora rimane solare termico-fotovoltaico, digestione anaerobica ma senza usare coltivazioni ad hoc per evitare troppe necessità idroesigenti, dato che abbiamo poca acqua..., e altri usi dello scarto agrozootecnico ...ma certo che partirem dal settore pubblico, edifici comunali, palestre, ecc., e usando tutte le possibili forme di finanziamento che anche a livello nazionale esistono, senza dimenticare forme come le 'energy saving companies, cioè esco' a, perchè la vera energia rinnovabile è quella che risparmiamo!!! Circa il ruolo di emnergy manager, come anche di mobility manager, senz'altro c'è bisogno di mettere a regime e far diventare il 'pane quotidiano' le cose che ne derivano per noi tutti
-insomma le nuove energie dovranno garantire sviluppo da affiancare a quello che -tutti ci augura- anche i settori economici più maturi e direi 'tradizionali' per carpi, nell'innovazione continua che finora siamo stati in grado manifestare nel tempo
Mi inserisco su un punto che può sembrare marginale, ma invece è patognomonico:
Quando i politici dicono di "Bioarchitettura" credi che sappiano di cosa stanno parlando?
E tu invece, cosa intendi con questo termine?
Pensi che si tratti di una priorità? Perché?
@Weissbach
In primo luogo lo ringrazio per aver arricchito il mio dizionario con il termine patognomonico. Ho dovuto cercare il significato. Parto da questo per denunciare la mia personale ignoranza. Che probabilmente vale per il termine bioarchitettura. Che io definirei più come un metodo, un comportamento, uno stile. Un metodo che può essere anche regolato e normato. E cosa prevede questo metodo? PEr me che si costruisca secondo criteri che aumentino, nel modo maggiore possibile, la sosteniubilità ambientale di un territorio. Il che significa ad esempio ridurre la dispersione termivca delle abitazioni, incentivare l'uso di impianti fotovoltaici e pannelli solari per il riscaldamento dell'acqua, etc etc. Sono molto lontano dal significato? Su cosa intendano i politici non saprei dire... sono ancora un dilettante
Bene, siamo tutti d'accordo e ci fa molto piacere.
Una nota: dato che le tecnologie di cui stiamo parlando sono tutte disponibli da almeno 15 anni, e dato che negli ultimi 15 a Carpi, l'unica cosa fatta riguarda il regolamento edilizio, uscito giusto l'anno scorso, peraltro, piuttosto blendo, mi chiedo. quale incredibile ostacolo ha impedito una politica a favore del risparmio energetico e delle energie rinnovabili, almeno negli ultimi cinque anni? E chi la propone oggi dopo avere amministrato in questo modo è credibile?
Anche qui, uno straccio di assunzione di responsabilità e di coerenza da parte degli attuali amministratori, non farebbe male.
Non è obbligatorio dirsi "amici dell'ambiente", ma se il PD lo dice, che si comporti di conseguenza.
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