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giovedì 28 maggio 2009
Quali risposte e/o riflessioni in ordine alle problematiche che Cives ha proposto nelle ultime settimane attraverso il proprio portale:
- La crisi economica a Carpi: numeri e proposte
- I poveri intorno a noi aumentano e la macchina dei servizi sociali è troppo complessa
- L'integrazione possibile in una società multiculturale


Roberto Andreoli
La crisi economica a Carpi: numeri e proposte

Della crisi economica abbiamo già ampiamente parlato.

I poveri intorno a noi aumentano e la macchina dei servizi sociali è troppo complessa

Assolutamente e tristemente Vero. Sono anni che denunciamo questo fatto. Oggi diventa un vero problema perché le risorse disponibili sono sempre meno e, senza un cambiamento di rotta, i bisogni sociali rimarranno scoperti. La azioni messe in campo come i Piani Sociali di Zona sono macchine molto complesse che drenano energie e risorse dal vero obiettivo che è la persona. Anche questi sono strumenti che servono a creare consenso speculando, però, sui bisogni dei cittadini. La sussidiarietà è un tema che non viene sviluppato perché queste amministrazioni e anche il sindaco uscente non intendono “mollare” nulla. Prova ne è la recente costituzione dell’Asp. Opere Pie costituite da decenni da lasciti di privati sono state scippate e condotte sotto l’ala pubblica.
E’ necessario liberare risorse per rispondere a più bisogni e soprattutto incidere laddove una azione determina la soddisfazione del bisogno. Un esempio è la casa. Chi non se la può permettere aspetta la casa popolare, che non arriva perché non ne vengono costruite. Il bisogno rimane. Intanto si interviene con un sussidio per l’affitto che però si ripresenterà l’anno successivo e via di seguito. Solo l’entrare nella casa popolare può fermare questo circuito.


L'integrazione possibile in una società multiculturale

L’integrazione passa attraverso due fattori: il tempo e i numeri.
I numeri intesi come percentuali di presenza di membri di altre etnie in un territorio, percentuali che devono rimanere contenute. Il tempo inteso come fattore legato alla reciproca conoscenza: per instaurare anche semplicemente un rapporto di convivenza occorrono mesi. Accelerare e ampliare questi fattori genera solo problemi e rischi.
Cosa fare. Dire che la percentuale di presenze di extracomunitari oggi sul territorio non è da superare. Le presenze garantiscono le richieste del mondo del lavoro, che oggi è in forte contrazione. E’ necessario quindi stabilire una soglia di presenze massime di extracomunitari per condominio definendo nel regolamento condominiale una percentuale di unità occupabili. Così facendo non si creano ghetti. Rivedere l’ISEE – indicatore della situazione economica apparente- inserendo gli anni di domicilio sul territorio. Stabilire che le insegne delle attività commerciali siano anche in italiano. Stimolare il percorso di condivisione dei valori che porta al raggiungimento alla cittadinanza italiana.
Enrico Campedelli
Sulla crisi economica credo che sia necessaria un’azione che vada ben oltre agli strumenti in dotazione ai comuni.Certamente il nostro distretto produttivo non vive da oggi una fase di difficoltà.Come ricordavo in precedenza è dal 1995 che è in corso una ristrutturazione del comparto, con una perdita di posti di lavoro intorno alle 7000 unità nel corso di un decennio.E’ vero che a cavallo del 2005 per la prima volta dopo anni ed anni si è registrato un dato positivo circa l’occupazione,lasciandoci sperare in una seppur modesta, ma comunque positiva ripresa.Gli eventi mondiali che sono seguiti li conosciamo tutti.Quella congiuntura negativa proveniente in modo particolare dalla crisi Americana, ci ha travolti e ci ha rigettato ad un trend negativo.Tuttavia la nostra economia non è solo figlia di registri e partite doppie, ma è formata e sostenuta da una solida tradizione imprenditoriale,costituita da donne e uomini di grande capacità che hanno saputo,anche in altri momenti particolarmente difficili,dare prova di grande carattere e “stoffa”.Sono quindi fiducioso, e i dati di fatturato complessivo e dell’export me lo confermano, che anche questa volta, l’estro, la creatività e l’intuizione, la grande qualità e professionalità degli addetti del nostro comparto produttivo principale riusciranno ad avere la meglio rispetto ad eventi congiunturali di carattere mondiale.

Legata alla crisi c’è la conseguente perdita di posti di lavoro.Il concreto rischio di scivolare verso la soglia della povertà è un’inquietante ipotesi che attanaglia diverse famiglie anche del nostro distretto.E’ proprio verso queste realtà che l’Amministrazione ha inteso confermare ed incrementare quegli strumenti di aiuti diretti che già dal 1995 sta utilizzando.Sostegno alle famiglie con figli, riconoscimenti di sgravi e tagli di rette e tariffe agevolate già nel corso d’anno, secondo l’ISEE presentata,sostegno all’affitto ed aumento dell’offerta per case d’edilizia popolare.Certamente la maggior prossimità degli osservatori sociali sulle nuove povertà sarebbe uno strumento utile per dare ulteriori risposte ed in tempi sempre più stretti.Per questo ribadisco che la partecipazione corale di tutti gli operatori anche del mondo del volontariato sociale,impegnati a dare servizi ed aiuti concreti ai cittadini in difficoltà,sono uno strumento importante per migliorare sempre più una già alta attenzione sociale che il nostro Ente riserva alle persone più bisognose.

La presenza di persone in città, provenienti non solo dall’estero ma anche da altre regioni d’Italia è ormai un dato di fatto.La propensione alla ricerca di strutture sanitarie adeguate, servizi all’infanzia ed all’assistenza di persone anziane,muovono verso la nostra città soprattutto italiani provenienti da altre regioni del nostro Paese.
Diversamente la ricerca di lavoro e naturalmente anche di strutture sociali è la motivazione principale che induce gli stranieri in particolare immigrati extracomunitari a raggiungere il nostro territorio.Oggi purtroppo la crisi economica che ci ha investito non offre più quelle opportunità occupazionali che si presentavano anni addietro.Nonostante questa consapevolezza di difficoltà d’impiego,il trend nazionale di immigrazione, si registra anche sulle nostre aree.Per questo credo che una linea di continuità nel porre serietà di attenzione ai doveri che ognuno, indipendentemente dal luogo di provenienza,deve avere vivendo nelle nostre realtà,sia da affiancare a quelle politiche dell’accoglienza e del riconoscimento di pari dignità e diritti nei confronti di tutte le persone residenti nel nostro comune.

Deanna Guidi
Noto con grande rammarico e preoccupazione che solo due liste, fra cui la nostra, hanno candidato dei carpigiani provenienti da paesi extracomunitari: paura delle altre culture o paura dei leghisti?. Lo chiediamo a Campedelli e Pivetti. Fino a quando non comprenderemo che tanto più ci si apre a culture diverse dalla nostra tanto più ci si arricchisce intellettualmente e culturalmente, non saremo credibili come programmatori di integrazione sociale.
Per apprezzare l’altro è necessario essere forti ed orgogliosi del proprio mondo. Chi vive come un problema l’immigrazione, la religione, l’abito e il cibo dell’altro in realtà dimostra di non saper porre rimedio alle proprie debolezze culturali e ai propri errori politici ed economici.
Ancora non c’è stata da noi l’integrazione soddisfacente della cultura femminile o della disabilità tanto per fare un esempio di debolezze culturali nostrane..

Lorenzo Paluan

a. La crisi economica a Carpi: numeri e proposte

La crisi economica sta falcidiando praticamente tutte le aziende di tutti i settori tradizionali dell’economia carpigiana.
Nel tessile è evidente che, pur conservando a Carpi le funzioni di direzione, design e alta specializzazione, il settore non sarà mai più in grado di garantire i livelli occupazionali degli anni 90, e difficilmente riuscirà a garantire anche quelli attuali da qui ai prossimi cinque anni.
A questo punto Comune e Fondazione Cassa di Risparmio, dovrebbero fare una valutazione molto approfondita, per capire se le risorse destinate al tessile non possano essere ripartite per altre iniziative, quali la riqualificazione del settore edile, (per avere imprese capaci di intervenire sul patrimonio edilizio esistente per interventi di risparmio energetico) e facilitare gli investimenti su settori innovativi, gli unici che anche in questo periodo di crisi continuano a creare opportunità reali di lavoro, quali quello delle energie rinnovabili e agroenergie, che sarebbero in grado di trascinare nel loro indotto anche altri settori (soprattutto il metalmeccanico ).
Per fare un esempio concreto, la Fondazione Cassa di Risparmio sta per investire dagli 8 ai 10 milioni di euro in quattro anni per creare il Campus della Moda, una struttura destinata all’alta formazione del settore tessile.
Essendo meno di 20 le aziende carpigiane in grado di accogliere figure di alta specializzazione di quel tipo, che invece verranno sfornate dal campus al ritmo di qualche decina all’anno, non è che stiamo investendo le poche risorse disponibili sul territorio per una struttura che prepara giovani destinati alla nostra concorrenza?
E’ evidente che su un’operazione di questo genere, la valutazioni costi/benefici non è stata fatta pensando realmente alla creazione di opportunità sul territorio, ma hanno giocato altri fattori, a vantaggio di pochi interessi consolidati
Con un investimento decisamente minore, si potrebbero finanziare direttamente gli studenti che vogliano migliorare la loro formazione nel settore moda, garantendo borse studio/lavoro reali che consentano loro di internazionalizzare la loro formazione, che li leghino contrattualmente alle aziende del carpigiano e destinare il resto delle risorse alla creazione di un fondo rotativo per la creazione di imprese innovative, creando le condizioni per la differenziazione del nostro tessuto economico..

b I poveri intorno a noi aumentano e la macchina dei servizi sociali è troppo complessa
Se c’è un problema di complessità nelle procedure, basta avere la volontà di affrontarlo
Quello che è certo è che la risposta non è l’esternalizzazione di funzioni del nostro sistema di welfare locale: non contribuisce alla sua semplificazione o flessibilizzazione, casomai ce ne fosse bisogno, ma solo a moltiplicare il precariato nei servizi educativi e di assistenza alla persona.

c L'integrazione possibile in una società multiculturale
All’integrazione non c’è alternativa e in questo senso i servizi di mediazione culturale sono essenziali. In questi anni il comune li ha affidati a operatori con incarichi a tempo parziale e precari. Per noi devono essere potenziati e stabilizzati, perché dal mondo della scuola come da quello dei servizi alle famiglie ci viene costantemente sottolineato come il loro ruolo sia prezioso per superare gli ostacoli linguistici e culturali.


Giliola Pivetti

Ci interessa molto aiutare i giovani. Abbiamo nel nostro programma il “VIVAIO DELLE IDEE E DELLE PROFESSIONI”. Si tratta di mettere a disposizione una trentina di piccoli uffici ( con magazzino, se necessario) ad affitto quasi simbolico, utenze, internet, ecc, già tutto predisposto, dove possano sperimentare le loro idee i giovani che vogliono mettersi in proprio. Così non avranno spese di avviamento e meno paura. Una commissione di esperti ( senza compenso se non le spese vive) fungerà anche da consulente sulle problematiche che il giovane incontrerà.

I poveri ci sono, prendo qui in esame il discorso dei “ bisognosi e meritevoli ” in ambito scolastico.
Il nostro programma prevede di aiutare i migliori 50 studenti delle superiori, sostenendo le loro spese scolastiche, e di portare completamente alla laurea 5 studenti universitari.

Per aiutare un indispensabile multiculturalismo, che ho definito empatico per indicarne anche la volontà di comprensione, abbiamo in mente di mantenere sotto stretto controllo la presenza numerica degli immigrati a Carpi, per evitare che il numero crescente generi conflitti. Questo avverrà attraverso la concessione oculata di residenza e abitabilità degli alloggi e attraverso un incrocio di dati in una banca dati che dimostri quando gli abitanti di un alloggio aumentano in modo non regolare.
Fonte: www.cives.it

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