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giovedì 28 maggio 2009
Roberto Andreoli
Volendo, la Carpi di oggi si può sintetizzare in tre tratti: è ancora sinonimo solo di Tessile e abbigliamento, ha servizi sociali di buona qualità ma non per tutti, culturalmente troppo appiattita sui temi legati alla Memoria.
Noi pensiamo ad un comune che si apra e guardi con attenzione anche agli altri settori produttivi come la meccanica e l’agrindustriale; possa offrire servizi alla persona che coprano tutte le richieste ad un costo equo; che abbia una proposta culturale che, facendo leva sugli spazi riqualificati del centro, sia più aperta e meno marcata da una appartenenza politica. Per fare questo è necessario individuare aree a costi accessibili per chi vuole fare impresa; stimolare i patti di filiera che uniscono i produttori ai grossisti perché ognuno ha bisogno dell’altro; individuare contenitori dedicati agli spacci aziendali dove proporre tutte le tipologie di prodotto (dal lambrusco alla maglieria); dare una risposta ai bisogni in maniera ultimativa (la casa più che il sostegno per l’affitto); attivare, grazie alla sussidiarietà, tutte le realtà già presenti sul territorio che operano nel sociale; creare una struttura mista pubblico-privata per la gestione degli spazi rinnovati e del centro; entrare nei circuiti delle grandi mostre tematiche; istituire un premio riservato ai giovani artisti emergenti che vengono a realizzare le loro opere in città; rendere i corsi rinnovati del centro non un museo blindato ma il salotto vivo della città.


Enrico Campedelli
Non mi limito a proposte, ma invito a guardare ciò che stiamo già facendo per il rilancio di tutta la nostra città.
Il forte impegno nella riqualificazione del centro storico ha prodotto da subito un indubbio risultato.Carpi non solo è più bella,ma è anche più frequentata e vissuta sia da noi residenti che da persone che vengono da fuori. I dati ci dicono che nel 2008 a Carpi e dintorni sono state ospitate nelle strutture alberghiere 40.880 di cui il 44,3% provenienti dall’estero.Si pensi che solo nel 2003 la presenza turistica ed il soggiorno alberghiero era fermo a 23.225 unità… Questo incremento di presenza turistica si deve sommare a quella registrata dai visitatori dei nostri siti di interesse storico,quali Musei della città e mostre temporanee in esso allestite,che contano 45.000 annue presenze ciascuno. Così come una media giornaliera di 1000 utenti in biblioteca multimediale sta a significare un alto gradimento per un nuovo servizio messo a disposizione di tanti cittadini. Sempre sul piano del rilancio socio culturale del nostro territorio,vorrei ricordare le attività del Castello dei ragazzi sempre nell’ambito del Palazzo dei Pio riqualificato, che ha registrato per l’anno 2008 oltre 100.000 presenze di bambini.E’ un esempio virtuoso di attenzione verso una fascia d’età che rappresenta il futuro del Paese.Investire sui ragazzi,significa investire sul futuro della città. I risultatati sin qui registrati ci dicono che siamo sulla strada giusta,ma non basta ancora, perché le società cambiano e noi che abbiamo responsabilità pubbliche,dobbiamo essere in grado di saper dare delle risposte adeguate a questi continui aggiornamenti sociali.

Il secondo elemento che pongo è il rapporto pubblico privato. Anche qui richiamo quella prassi che ha caratterizzato questi primi cinque anni di governo locale.Il continuo dialogo,ascolto e confronto con tutti gli attori che compongono il tessuto sociale locale.Mondo dell’impresa con le sue diverse realtà associative ed individuali.Sindacati di categoria,mondo del volontariato nelle sue diverse declinazioni e sensibilità,singoli cittadini,portatori di tante esperienze che a volte risultano essere comuni a molte fasce sociali.E’ dunque nel segno del confronto e nella collaborazione plurale nel rispetto dei singoli ruoli e specificità che si può realisticamente fare massa critica per reagire a questa situazione di crisi generale.

Come terzo e ultimo elemento porrei l’accento sulla tenuta sociale della comunità locale.
In momenti di forte crisi è di fondamentale importanza dare a tutti i cittadini quella sicurezza in termini di servizi essenziali,che li preservino dallo scivolare verso la precarietà e dall’esclusione sociale.Insistere dunque su ogni strumento in possesso dell’Ente locale affinchè si attivi anche con il coinvolgimento del terzo settore per l’espansione di una rete sociale già oggi forte, ma ancor più chiamata a dare un maggior contributo,anche attraverso l’ulteriore impiego dello strumento della sussidiarietà quale efficace collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni.


Deanna Guidi
Penso che dopo una grave calamità si debba fare la conta dei danni e la verifica delle risorse umane e finanziarie disponibili. Infatti senza una oculata analisi dei fenomeni e delle loro cause non si può passare ideologicamente alle proposte. Nella conta dei danni agli oltre mille posti di lavoro persi devono essere aggiunte le migliaia di lavori saltuari mal retribuiti, spesso indecorosi e ricattatori, inadeguati a concedere al lavoratore senso di sé e della propria identità sociale.
Chi è responsabile della crisi non è tanto lontano da noi né tanto da noi alieno: pensiamo alla dittatura culturale dell’alta finanza ma anche alla evasione fiscale dalle proporzioni gigantesche che ha riempito le pagine dei giornali locali, all’aumento indiscriminato dei prezzi, allo sperpero di denaro pubblico.
Abbiamo ancora saperi di alta qualità, ricerca, strumenti, voglia di esserci, disponibilità finanziarie, specificità produttive: rimettiamole al servizio della nostra comunità, non escludendo nessuno.
Sosteniamo il coraggio di chi desidera contrubuire compattando le volontà e condividendo le scelte.
Quello che stavolta non deve mancare è la chiara percezione del territorio nel suo complesso e dei bisogni di tutti.
Prima di fare i generosi alla cieca, promettendo sussidi e sostegno finanziario si guardi alle identità civili dei singoli e delle aziende, privilegiando negli aiuti le vittime innocenti della crisi, quali i giovani e i poveri. Tra le aziende il sostegno deve andare a quelle che vogliano produrre in loco, non esportando macchinari e lavoro, che sappiano difendersi dalle varie facce della mafia denunciandone le subdole infiltrazioni.
Il recupero della salute ambientale, alimentare e culturale rappresenta il nuovo su cui noi puntiamo, per la ripresa economica.


Lorenzo Paluan
Direi che si possono dedurre dalla domanda 3 e dalla domanda 5.
Gigliola Pivetti
La mia risposta è collegata alla precedente, inoltre penso che sia indispensabile anche lo sviluppo del commercio, riportando “ Carpinfiore” in Corso A. Pio, il mercatino dell'Antiquariato e altre iniziative da studiare insieme ai commercianti e alle loro Associazioni.
Lo sviluppo sociale lo vedo molto collegato al ridiventare cittadini che si pronunciano sulle cose strategiche, non attrverso il conflitto su cose già decise, ma attraverso pacifici confronti prima delle decisioni. Lo strumento è l'Agorà.
Culturalmente occorre unire arte e economia, grandi mostre e eventi di carattere internazionale portati a Carpi che interagiscono con la nostra economia e sono un volano reciproco.


Fonte: www.cives.it

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