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domenica 17 maggio 2009

GAZZETTA DI MODENA
La sfida dei sei candidati-sindaco
Ecco a confronto gli sfidanti carpigiani per queste amministrative 2009. Fino a pochi giorni fa tutti pensavano che gli aspiranti alla poltrona di primo cittadino fossero 5, invece all’ultimo minuto ecco che si lancia nella gara politica Elena Gemignani, avvocatessa modenese, candidata per la Destra. Un altro candidato era atteso al nastro di partenza e cioè Claudio Boccaletti, leader de La Tua Carpi, dopo l’uscita di scena di Fabrizio Senigaglia. Boccaletti però ha rinunciato lasciando i propri sostenitori liberi di votare chi più ritengono giusto. La competizione appare comunque molto accesa. C’è il sindaco uscente Campedelli che punta alla riconferma. E c’è l’outsider Giliola Pivetti, che pare stia facendo innervosire un po’ tutti, diventando, nel caso di ballottaggio, un po’ l’ago della bilancia. La Pivetti, infatti, pare possa raggruppare molti scontenti del Pd e punta a raccogliere voti anche nel serbatoio della sinistra di Campedelli. In questa pagina a tutti i candidati abbiamo rivolto le stesse domande. Domande su problemi concreti che al contempo attendono decisioni veloci nel dopo elezioni. (Le interviste sono state raccolte da Rino Filippin e Fabrizio Stermieri)
Enrico Campedelli
«A mio avviso sono le criticità dettate dal particolare momento economico che stiamo attraversando che debbono dettare le priorità dell’azione amministrativa per un Comune come Carpi il quale voglia veramente essere al fianco delle imprese e delle famiglie. E credo che l’accesso al credito sia oggi uno dei problemi principali da affrontare. Per questo motivo la prima delibera che ho in mente di proporre e far approvare destinerà al Fondo rotativo straordinario, affidato in gestione a Confidi per incrementare la garanzia a piccole e medie imprese, una somma di 500.000 euro. Oltre a questo, destinerei una cifra importante per fare fronte alle difficoltà delle famiglie carpigiane più colpite dalla crisi». «Diciamo la verità: la crisi avrà anche una natura mondiale, ma a livello locale si è fatto poco per evitarla. La prima da cosa che farei da sindaco è capire esattamente che danni ha fatto la crisi a Carpi, poi ripartirei con un programma che non pensi solo al profitto immediato. Convocherei associazioni, banche... per un tavolo attorno a cui creare strategie condivise. Io sono convinta che il benessere economico passi dalla coesione sociale. Successivamente passerei ad occuparmi dell’agricoltura incentivando le produzioni tipiche e biologiche. Infine il tessile: le aziende locali devono essere spinte a puntare molto sulla qualità e per questo motivo dovrebbero servirsi di professionalità locali».
«Uno dei nostri obbiettivi è far rientrare nell’Unione dei Comuni anche i servizi sociali. Questo comporterebbe una razionalizzazione dei costi e la possibilità a un numero maggiore di cittadini di accedere alle offerte del settore municipale. Per me Carpi, come gli altri Comuni dell’Unione Teerre d’Argine, Soliera, Novi e Campogalliano, deve diventare il territorio delle opportunità. Chi è in difficoltà, chi è rimasto indietro deve avere la possibilità di riprendersi e di vivere una vita dignitosa. Per questo penso - conclude il sindaco uscente Enrico Campedelli - sia molto importante iniziare a lavorarci da subito, se i cittadini mi riconfermeranno ancora una volta la loro fiducia».
Elena Gemignani
«Nel caso fossi eletta, è opportuno sottolineare che le delibere verrebbero stabilite in base alle priorità ed esigenze che si presenterebbero al momento. Senza dubbio gli argomenti che affronterei per primi riguarderebbero la sicurezza, l’economia ed il lavoro e la viabilità. Per quanto concerne la sicurezza sarebbe importante potenziare il vigile di quartiere, oggi purtroppo insufficiente a livello numerico rispetto alla richiesta di sicurezza. Se Carpi è ancora un’isola felice, dobbiamo lavorare per impedire alla città di scivolare verso situazioni fuori controllo. Io non vivo a carpi, ma sento che quello della sicurezza è un tema che sta a cuore a tanti e che concretamente va tenuto sotto controllo». «Per l’economia nel corso della precedente legislatura abbiamo messo in campo diversi strumenti di cui si sono avvantaggiate le imprese. Quindi è importante continuare sulla strada del sostegno al Consorzio Fidi. Inoltre bisogna proseguire sulla strada intrapresa volta agli aiuti alle famiglie che si trovano in difficoltà anche a causa della difficile congiuntura generale. Voglio ricordare che in questo ambito nel 2008 abbiamo contribuito con 10 milioni di euro tra sgravi, rette agevolate, contributi per l’affitto, pagamento delle utenze. Infine, terzo punto, la promozione della città. Dobbiamo essere pronti in modo che quando l’economia ripartirà, tutti i cittadini possano avvantaggiarsene.

Deanna Guidi
«La prima iniziativa da mettere in campo è quella di destinare ai Consorzi Fidi 500 mila euro di nuove risorse per offrire maggiori garanzie alle piccole e medie imprese. La seconda: attivare con tempestività le opere pubbliche comunali più importanti affidandone la realizzazione in via prioritaria alle imprese del nostro territorio. La terza: attirare i buyers internazionali nella nostra città, creando importanti eventi promozionali dedicati nonché attivare gli spazi e i contenitori recuperati del centro storico. Sono questi gli strumenti principali a disposizione di una Amministrazione che punti a salvaguardare i posti di lavoro e a crearne dei nuovi, soprattutto per i più giovani». «La cementificazione è a livelli gravissimi. Ormai la città è compromessa e si può solo limitare i danni. Chi ha approvato questp Prg è colpevole di avere stravolto la città con costruzioni che hanno azzerato vaste aree di campagna e con una viabilità caotica. L’assessore Mirco Arletti avrebbe dovuto ribellarsi a questa crescita caotica. Io, se fossi sindaco, andrei a verificare tutte le varianti e metterei ai raggi x le prossime: è uno strumento abusato quello della variante. Il problema è far rinascere tra la gente la cultura della città come luogo di tutti. A Carpi invece, chi per un privilegio, chi per un altro, sono rare le persone che si prendono a cuore dell’ambiente locale. Io farei tanti parchi, parchi enormi».

Lorenzo Paluan
«Prg: Carpi, a parte il centro storico, esprime ben poco. Molte delle nuove edificazioni sono senza identità. La Carpi che realizzeremo non prevede ulteriori espansioni. Nelle nuove urbanizzazioni la residenza e le attività produttive saranno separate. Saranno creati spazi sociali nuovi: piazze, centri di vicinato, piccoli impianti sportivi. Auto, bici e pedoni avranno spazi dedicati e separati. Carpi avrà un grande Parco nell’area ad est della stazione ferroviaria, fino a Via Cavata. Saranno implementate le energie rinnovabili negli edifici pubblici. La fascia a ridosso dell’Autostrada sarà la vetrina per le aziende. La viabilità sarà modificata introducendo la gerarchizzazione delle vie». «Sicuramente la prima cosa da fare è pensare ai tanti che sono stati estromessi dal mondo del lavoro. Il Comune dispone di consistenti avanzi di bilancio e quindi bisogna utilizzare almeno parte di quelle somme per creare un fondo di solidarietà. Noi ipotizziamo che potrebbero essere messi subito a disposizione per questo scopo circa 700mila euro. Collegato a questo provvedimento noi abbiamo in mente di utilizzare meglio i fondo disponibili per l’economia rispetto a quanto ha fatto la giunta Campedelli che ha consentito una enorme speculazione immobiliare e avvantaggiato solo il tessile che, tra l’altro, non ha nemmeno recuperato i posti di lavoro andati perduti».

Giliola Pivetti
«Come vorrei Carpi? La vorrei bella ed elegante come è adesso, ma con un po’ più di fiducia nel domani attraverso una valorizzazione del suo splendido centro storico, delle sue tradizioni e della sua economia. io penso che si debba dare ancora più importanza al centro storico e a chi vi lavora. I negozianti devono essere valorizzati perchè portano vita in centro. Inoltre toglierei i parcheggi a pagamento: devono essere gratis per tutti gli automobilisti. Inoltre non vorrei più nuove costruzioni e preserverei in modo assoluto la nostra campagna. Infine, se fossi eletta sindaco, incrementerei il numero di parcheggi a servizio del centro dove dovrebbe essere più facile arrivare». «Parto con una provocazione: chiederei agli organizzatori della Maratona d’Italia di cambiare il loro regolamento per quanto concerne i premi, ora differenziati per maschi e femmine, nel senso che queste ultime, pur percorrendo sempre i 42 chilometri, possono contare su premi inferiori. Insomma inizierei subito con una battaglia per l’equiparazione dei diritti tra uomini e donne. Bisogna lottare per superare le discriminazioni sessuali e il caso della Maratona d’Italia è eclatante. Se diventassi sindaco mi impegnerei molto per evitare alle donne la discriminazione sul posto di lavoro. Tutti sanno che il sesso femminile è spesso sottoposto a ricatti lavorativi dai titolari delle aziende». «Tre cose concrete da fare per aiutare il lavoro e l’economia locale: a) vogliamo aprire a Milano (luogo da cui si lanciano i marchi nel mondo) uno show room con un accordo pubblico-privato, Luci su Carpi, baluardo carpigiano del Made in Carpi, con giovani carpigiani che vi lavorano, che prendono contatto coi giornali e le televisioni, che lanciano il nome dei nostri marchi e il nome stesso di Carpi; b) Credito alle imprese in collaborazione tra Comune, banche e Fondazione Cassa di Risparmio per finanziare idee industriali innovative; c) apertura di una reception La porta di Carpi, all’uscita dell’autostrada, dove chi arriva trovi tutte le indicazioni e le proposte, sulla nostra città». «Noi pensiamo a una città equilibrata, al contrario di quanto sta realizzando la giunta Campedelli che ha acconsentito a una enorme speculazione edilizia. Nessuno può dire infatti che si stia costruendo per necessità abitative: il fine ultimo è appunto quello speculativo. Tutto ciò deve cessare. Quindi no a ulteriori espansioni, blocco del Prg attuale, no a case nella zona est dietro la ferrovia, no a nuovi insediamenti a Fossoli, no alle torri gemelle di via Zappiano, un progetto a dir poco raccapricciante. Ogni ettaro di terreno che ci resta deve essere accuratamente mantenuto; ci serve per l’equilibrio idrogeologico e per l’agricoltura. Il territorio - conclude - non può più sostenere colate di cemento».

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