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giovedì 28 maggio 2009
15:35 |
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GAZZETTA DI MODENA
La piazza aperta piace ai commercianti
di Francesco Dondi Che fare di piazza Martiri? Il cuore culturale e storico della città a volte sembra morente, altre volte si anima all’improvviso; il Pdl vorrebbe riaprirla al traffico, Campedelli no. E i carpigiani? I commercianti incoraggiano la svolta, ma i residenti la vogliono ancora pedonale. Mettiamo da parte teorie ambientaliste: la piazza aperta al traffico non comporterebbe più smog di quanto esiste già, visto che le auto la lambiscono da ogni parte. Qui esiste solo una questione di sensibilità umana, culturale e commerciale. I commercianti la vorrebbero vedere trafficata, ma con le dovute cautele. «Dubito che sarà riaperta - ammette Mauro Ganzerli del Bar Dorando - sarebbe una decisione che va contro le linee guida ormai accettate da tutta Italia. Però non nego che due file di parcheggi, magari a pagamento per consentire la rotazione, le vedrei bene. E dico di più: consentierei la sosta solo in inverno. In estate qui si vive bene, anche senza le auto, perchè la gente passeggia volentieri». Paolo Bergonzoni è ancora più drastico. «Abito a Modena vicino a tre locali notturni. Capisco il disagio di chi deve riposare la notte, ma la piazza così è troppo vuota. La gente non passeggia al centro, cammina sotto i portici perciò, come commerciante, dico che sono favorevole alla riapertura». Stessa tesi per la collega Rosy Caruso. «Vivevo a Vigevano dove hanno chiuso il centro alle auto. Hanno chiuso anche molti negozi. Si apra piazza Martiri e magari la si chiuda di sera, in modo da tutelare il passeggio». Dietro il bancone della farmacia, Chiara Spaggiari resta sorpresa. «C’è una proposta per riaprirla? Ben venga. Trovino un modo per non incentivare la sosta selvaggia e vedrete che il centro ne trarrà un bel beneficio». La soluzione prova ad avanzarla Federico dell’edicola all’angolo. «Mettano un listone di parcheggi a lisca di pesce; aprano la piazza da ottobre a marzo; la aprano dalle 19 alle 7 del mattino; mettano i posteggi a pagamenti. Ci sono tante soluzioni per ravvivarla. Penso anche a chi frequenta il teatro, che in teoria è comunale. Sarebbe un bel servizio, in inverno, poter lasciare l’auto a pochi passi invece che farsi centinaia di metri al freddo o sotto la pioggia». Fin qui i commercianti. Ma i cittadini la vedono diversamente. «Abito a Carpi da 40 anni - racconta Ginevra Vaccari - la piazza è bella così. Piuttosto aprano Re Astolfo. E comunque devono trovare un incentivo per animare il centro. Se fanno dei concerti o delle belle serate la città torna a vivere come un tempo». Katia è combattuta. «Se devo scegliere tra la vivibilità o gli affari, scelgo la prima. E non mi dicano che non ci sono parcheggi perchè la gente deve abituarsi a fare anche qualche metro a piedi». Gianni e Maria vengono da Ascoli, sono a Carpi in visita parenti. «Ma guardi che bella che è questa piazza. Sarebbe uno scempio aprirla al traffico. È il salotto della città».
VOCE
Campagna surriscaldata - Si intensificano le iniziative e le prese di posizione
Non solo per ragioni meteorologiche. Accenti forti del senatore Giovanardi L'esordio dei "raddrizzatori". Pivetti sul paesaggio e Paluan sul cemento
Carpi - E' evidentemente terreno di caccia esclusivo di Carlo Giovanardi, la città di Carpi per il centro destra, visto che il big, la risorsa ultima da giocare in loco, per qualsiasi tipo di consultazione elettorale, continua a essere immancabilmente lui. Si è materializzato sul podio di piazzetta Garibaldi, nell'afoso tardo pomeriggio di sabato, davanti a una cinquantina di sostenitori, introdotto da Roberto Andreoli, candidato del PdL a Sindaco di Carpi. Andreoli si è mostrato molto deciso nel classificare come "balle" le promesse del rivale Enrico Campedelli di una nuova piscina entro due anni, di una nuova sede comunale, di un parcheggio interrato dietro le Poste e nel definire "deliranti" le considerazioni dell'Assessore alle Politiche sociali in materia di campo nomadi. E nello spiegare come il patto di stabilità, evocato continuamente da Campedelli e tirato da tutte le parti per giustificare i mancati investimenti, non comporti più di un milione e mezzo di minori entrate per l'Amministrazione civica.
Ha parlato anche il candidato alla presidenza della Provincia, Luca Ghelfi, molto fiducioso in un ribaltone alla maniera di quanto avvenuto a Roma e assai critico sulla perdurante arretratezza del collegamento stradale tra Carpi e Modena. Dopo di che il microfono, transitato per un attimo tra le mani del candidato alle Europee, Toni Cancian, è arrivato a Giovanardi.
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Il caso ha voluto che il podio si trovasse proprio sotto le finestre di un antico compagno di battaglie politiche di Giovanardi. Ma Rossano Bellelli è rimasto nell'Udc con Pier Ferdinando Casini, al di qua dello spartiacque culturale e antropologico, prima ancora che politico, rappresentato dal berlusconismo. Carlo Giovanardi lo ha invece varcato da tempo, quel confine. E dal nuovo crinale, raggiunto dopo lunga anticamera, ha sconvolto il profilo tranquillamente riformista e per nulla ideologico mantenuto poco prima da Andreoli, menando fendenti contro il senso stesso della sinistra. E, in qualche passaggio, anche un po' contro il buon senso. Ecco un florilegio: "...Le caverne da cui escono i comunisti che fino a ieri ci additavano a esempio Cuba, la Cina, la Romania, l'Unione Sovietica, l'Albania..."; "Da noi ha vinto Don Camillo e non Peppone"; "Adesso riscoprono De Gasperi e Craxi, arrivano sempre in ritardo e magari fra dieci anni elogeranno Berlusconi". Sui diritti della persona, ha sciolto i propri cavalli di battaglia della droga; della famiglia "società naturale tra un uomo e una donna e non tra persone dello stesso sesso"; degli immigrati "...che vanno fatti diventare come noi" e che "...vanno bene quando lavorano nelle aziende, nelle famiglie , ma non possiamo ospitarne venti o trenta milioni e già ora nelle carceri sono loro la maggioranza"; dell'Afghanistan "...dove le donne le uccidono e per fortuna che ci sono i nostri alpini a difenderle"; della crisi economica che si vince con l'energia nucleare e le infrastrutture come la Tav e il ponte sullo Stretto; del rigassificatore di Rivara che, "...siccome io non sono Pecoraro Scanio, se è sicuro, se porta benessere al territorio e vantaggi ai comuni interessati, non vedo perché si debba dire di no"...
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Ma Giovanardi non è solo un senatore di primo piano del PdL. E' soprattutto il riferimento di quanti vedono come il fumo negli occhi la coordinatrice provinciale del partito, Isabella Bertolini. Baruffe modenesi. Le stesse che, per consentire il recupero degli avversari della Bertolini e degli appartenenti al Circolo della libertà di Cinzia Borghi, esclusi dalle candidature locali, hanno prodotto la lista civica per le provinciali chiamata Modena prima di Tutto (quella dei "Tocca a Te" appiccicati ovunque, apparentata con Luca Ghelfi e guidata da Luca Davoli). Per i collegi di Carpi vi compaiono Massimo Barbi, Enrichetta Annovi ed Enzo Cacciatore: il primo rimasto fuori dalle candidature comunali, la seconda invece confermata dal PdL a Carpi, ma non al Consiglio provinciale e il terzo, noto chirurgo vascolare, al suo esordio in politica. La prova che "i raddrizzatori" - come vengono ormai definiti dal loro slogan elettorale "Raddrizziamo Modena" - intendono dare battaglia per la supremazia nel PdL modenese anche dopo il voto di giugno, è la decisione di aprire una sede in via Trento e Trieste. E' vero che si tratta di un androne, pronto a essere liberato: ma a Carpi il PdL della Bertolini non ha nemmeno quello.
***
Confrontata con i toni nient'affatto distesi di Giovanardi e con i travagli del PdL, la conferenza stampa su ambiente e paesaggio di Giliola Pivetti e Sergio Vascotto, manager che ha molto visto e viaggiato, con la collaborazione di Vanel Salati, di Ekoclub, è stata un sorso di aria fresca. Non fosse per l'ampio dispiego di fotografie che hanno mostrato come non basti un'oasi "La Francesa" per compensare l'assenza di una politica del paesaggio. E che c'è tanto da fare per restituire al plat pays, al territorio piatto ("...che per Jacques Brel era il Belgio, ma per noi sono le nostre campagne", ha sottolineato Pivetti) quel tanto di bellezza senza la quale non potranno mai funzionare né le fattorie aperte né le strade dei vini e dei sapori.
Le immagini che scorrevano hanno mostrato casotti trasformati in seconde case, depositi di attrezzi quasi sempre ricoperti di tettorie in amianto, pesanti guard rail da autostrada lungo canali che richiederebbero invece staccionate di legno, depositi di auto o di ferraglia in territorio agricolo. Passati in rassegna gli ormai famosi "parchi", massima espressione del verde statistico dell'assessore Mirco Arletti, e dopo essersi pronunciata per realizzarne uno vasto a est della stazione e per un grande "bosco della Valle" tra la media e la bassa pianura, Pivetti ha attaccato a fondo il progetto di Parco regionale del Secchia, accettato invece senza pensarci troppo su da Enrico Campedelli. Lo ha definito "un carrozzone complicato e costoso", che ha speso finora più di tre milioni di euro per tagliare la vegetazione golenale del fiume (secondo l'Ente Parco da sostituire con una autoctona, come se quella crescita spontaneamente non la fosse) e rasarne gli argini, con il risultato di esporli a pericolosi smottamenti e di disperderne la fauna. Il tutto, mentre si sono tralasciati problemi più urgenti come l'appiattimento dell'alveo, mai scavato e ripulito per ridare un letto al Secchia. L'alternativa proposta da Pivetti è l'idea di un corridoio ecologico lungo quanto il fiume, non irrigidito nella legislazione di un ente parco regionale, ma pensato come semplice sistema di norme di tutela.
***
La Lega Nord ha presentato la propria lista. Di sabato, nel dopo cena. E mentre in piazza si svolgeva un torneo di kick boxing che è poi la boxe in cui si possono anche tirar calci. Un nesso c'è: calci e pugni - metaforici, s'intende - ne ha dati tanti, Argio Alboresi, il capolista, per ottenere dagli alleati di centro destra di presentare un proprio candidato autonomo per palazzo Scacchetti. Tutto inutile: la Lega Nord di Carpi farà la portatrice d'acqua (l'espressione è dello stesso Alboresi) per il PdL e per Roberto Andreoli. Lo farà, tuttavia, con trenta nomi in lista, fra i quali spicca un gruppo "molto agguerrito", secondo Alboresi, che lo guida, composto da Euro Cattini, Enrico Gasparini Casari, Alfio Meli, Massimo Pollastri, Andrea Taschini, Vincenza Tufo, Elisa Forti e Federica Gualandi. "Valorizzeremo i nostri voti - ha promesso Alboresi - gli elettori debbono continuare ad aver fiducia in noi, conosciamo sia gli amici che i nemici". Tradotto, vuol dire che se anche ha dovuto sottomettersi alle ragioni della realpolitik, la Lega Nord andrà avanti in autonomia con il proprio programma, senza rispondere a nessuno. Le priorità indicate sono lo stop alla cementificazione, la riconversione al risparmio energetico dell'edilizia e dell'indotto artigianale che la alimenta, la preferenza alle ditte locali in caso di lavori pubblici, la valorizzazione dell'apparato comunale piuttosto che le consulenze, la modifica del welfare a favore degli Italiani disagiati, la chiusura del capitolo "nuove residenze" per gli extracomunitari.
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Faceva molto Hyde Park, l'angolo londinese dove chiunque può salire su un piedistallo per esporre in pubblico le proprie ragioni, la manifestazione elettorale della Lista, con Deanna Guidi e Loris Vincenzi seduti davanti al Municipio. Era comunque bello vedere uno spicchio di democrazia diretta, dialogante con poche anime, nella cornice di un affollatissimo e indifferente sabato pomeriggio. Lei, la candidata Guidi, è andata all'attacco della scarsa informazione che circonda la sua lista, dei segnali di minore democrazia che questo rivela. E ha accusato l'Amministrazione di anteporre la compagnia di figure non sempre di specchiata virtù fiscale all'ascolto dei cittadini. Da Vincenzi è venuta invece una critica serrata al mondo delle immobiliari che "non hanno creduto vero di trovare, a Carpi, un'autentica età dell'oro".
***
A proposito di luoghi ad alta valenza simbolica: da dove poteva cominciare il tour ciclistico anti cementificazione di Lorenzo Paluan, candidato di Carpi a 5 Stelle e Rifondazione? Dall'ex Cremeria, naturalmente, tratto di campagna naturale inglobato dalla città, sacrificato per metà alle superiori ragioni del costruire e per l'altra metà trasformato in "parco arlettiano". Il viaggio è poi proseguito nell'area Peep di Cibeno che ospita il ben noto "parco matto"; nell'area a nord di Fossoli, dove sorgeranno 150 nuovi alloggi e nell'Oltreferrovia, che nei piani della Giunta dovrebbe ospitare la costruzione di una nuova Carpi. «L'ondata edilizia - ha detto, ricordando i tanti cartelli "vendesi" censiti lungo il percorso - risponde più a esigenze speculative che alle necessità della gente».
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Fra tutte le critiche che gli sono piovute addosso, da destra e da sinistra, Campedelli ha scelto l'idea di Andreoli e Lega Nord di un "possibile accesso" delle auto in piazza Martiri per ribattere: "Finché sarò in carica come Sindaco di Carpi - ha dichiarato - non permetterò che la nostra piazza diventi un parcheggio". E ha rilanciato i suoi temi prediletti: centro storico da valorizzare sempre più con eventi culturali, piste ciclabili, trasporto pubblico. E il parcheggio interrato dietro le Poste.
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