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martedì 13 ottobre 2009
Ricevo e pubblico:
I nuovi carpigiani e le regole della strada
Ovvero: l'educazione stradale come forma di integrazione sociale
Una proposta di lavoro per la Giunta
Partiamo da un dato di fatto numerico: gli stranieri a Carpi sono circa il 12% della popolazione ma come pedoni, ciclisti, ciclomotoristi, automobilisti, sono protagonisti del 25% degli incidenti. I dati sono provinciali e nazionali, non conosco esattamente i numeri di Carpi, ma è verosimile che le proporzioni si mantengano. Inoltre, sempre da statistica nazionale, realizzano circa il 70% di incidenti come autisti di autocarri, dato che prendono la patente in realtà molto diverse tra loro e diverse dalla nostra. Non rientra nemmeno nelle loro abitudini consolidate allacciare le cinture di sicurezza per i bambini in auto.
Non siamo qui per parlare della loro abilità alla guida o dei loro riflessi, siamo qui per parlare di una cosa che la Giunta non fa e per segnalare la necessità di una formazione all'uso dei veicoli e della strada, formazione da concordare con le loro associazioni, in quel tavolo permanente di consultazione di cui da sempre sosteniamo la necessità.
Certo può sembrare mirato dalla parte sbagliata questo discorso in una città dove tutti abbiamo sofferto per i casi di mamme e bambini stranieri investiti sulle strisce pedonali da conducenti carpigiani. Ma a fronte dei casi che fanno cronaca ce ne sono centinaia che si verificano secondo la casistica che dicevamo all'inizio, con costi umani e sociali altissimi e con la lievitazione delle polizze assicurative per tutti.
Anche la formazione stradale può diventare un modo di responsabilizzare i cittadini immigrati e di coinvolgerli nella vita della loro città d'adozione, mettendola anche come condizione per la fruizione di altri benefici.
A Carpi si parla troppo poco di convivenza tra nuovi immigrati e autoctoni, ma il tema va affrontato per non lasciare tutto al caso come si è fatto fino ad ora e questa dell'educazione stradale potrebbe essere un primo, minimo, poco costoso, simpatico, utile segnale al riguardo.
Se gli amministratori locali scendessero per un attimo dai vari cantieri edili e aprissero un minimo di riflessione sull'argomento, questa di un ciclo di incontri sull'educazione stradale per stranieri, potrebbe essere una interessante occasione. Chi proviene da luoghi senza semafori, che cosa si pretende che sappia di regole da usare sulle piste ciclabili? E del fatto che si deve accendere il fanale e il fanalino della bici di sera? ( e lo dovrebbero imparare anche i carpigiani).
La prima cosa da fare è di mettersi dal punto di vista dell'immigrato per chiedergli poi a buon diritto di entrare nel nostro.
La Giunta vuole un'opposizione costruttiva? Vediamo che destino riserva alle proposte che facciamo.
Carpi, 11 Ottobre 2009
Firmato :Giliola Pivetti, Alleanza Per CARPI
I nuovi carpigiani e le regole della strada
Ovvero: l'educazione stradale come forma di integrazione sociale
Una proposta di lavoro per la Giunta
Partiamo da un dato di fatto numerico: gli stranieri a Carpi sono circa il 12% della popolazione ma come pedoni, ciclisti, ciclomotoristi, automobilisti, sono protagonisti del 25% degli incidenti. I dati sono provinciali e nazionali, non conosco esattamente i numeri di Carpi, ma è verosimile che le proporzioni si mantengano. Inoltre, sempre da statistica nazionale, realizzano circa il 70% di incidenti come autisti di autocarri, dato che prendono la patente in realtà molto diverse tra loro e diverse dalla nostra. Non rientra nemmeno nelle loro abitudini consolidate allacciare le cinture di sicurezza per i bambini in auto.
Non siamo qui per parlare della loro abilità alla guida o dei loro riflessi, siamo qui per parlare di una cosa che la Giunta non fa e per segnalare la necessità di una formazione all'uso dei veicoli e della strada, formazione da concordare con le loro associazioni, in quel tavolo permanente di consultazione di cui da sempre sosteniamo la necessità.
Certo può sembrare mirato dalla parte sbagliata questo discorso in una città dove tutti abbiamo sofferto per i casi di mamme e bambini stranieri investiti sulle strisce pedonali da conducenti carpigiani. Ma a fronte dei casi che fanno cronaca ce ne sono centinaia che si verificano secondo la casistica che dicevamo all'inizio, con costi umani e sociali altissimi e con la lievitazione delle polizze assicurative per tutti.
Anche la formazione stradale può diventare un modo di responsabilizzare i cittadini immigrati e di coinvolgerli nella vita della loro città d'adozione, mettendola anche come condizione per la fruizione di altri benefici.
A Carpi si parla troppo poco di convivenza tra nuovi immigrati e autoctoni, ma il tema va affrontato per non lasciare tutto al caso come si è fatto fino ad ora e questa dell'educazione stradale potrebbe essere un primo, minimo, poco costoso, simpatico, utile segnale al riguardo.
Se gli amministratori locali scendessero per un attimo dai vari cantieri edili e aprissero un minimo di riflessione sull'argomento, questa di un ciclo di incontri sull'educazione stradale per stranieri, potrebbe essere una interessante occasione. Chi proviene da luoghi senza semafori, che cosa si pretende che sappia di regole da usare sulle piste ciclabili? E del fatto che si deve accendere il fanale e il fanalino della bici di sera? ( e lo dovrebbero imparare anche i carpigiani).
La prima cosa da fare è di mettersi dal punto di vista dell'immigrato per chiedergli poi a buon diritto di entrare nel nostro.
La Giunta vuole un'opposizione costruttiva? Vediamo che destino riserva alle proposte che facciamo.
Carpi, 11 Ottobre 2009
Firmato :Giliola Pivetti, Alleanza Per CARPI
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