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lunedì 22 febbraio 2010
La sentenza di Fiorella Belpoggi, a convegno domani

«Alcuni tetti e il pavimento dell’ospedale di Carpi sono in amianto? Non lo sapevo, va sicuramente rimosso».
Parola del Premio Ramazzini 2007 Fiorella Belpoggi.
Un nome un’autorità in materia: scienziata di fama internazionale, Belpoggi dirige un’equipe di professionisti al Centro di Ricerca sul Cancro ‘Cesare Maltoni’, afferente all’Istituto Nazionale per lo Studio dei Tumori e delle Malattie Ambientali ‘B.
Ramazzini’ di Bologna.
L’autorevole studiosa sarà protagonista della relazione conclusiva al convegno organizzato proprio dall’Istituto bolognese, in programma domani presso la Sala dei Cimieri di Palazzo Pio (ore 20.30).
«Carpi è il Comune che ha promosso il più alto numero di iniziative sull’argomento» spiega Belpoggi.
Ma il legame della città dei Pio con l’amianto è da ricondurre soprattutto alla sua alta concentrazione nei tetti delle abitazioni private, nelle tubature dell’acqua e perfino nel luogo di cura per eccellenza, l’ospedale.
Che guarda caso condivide il nome con l’istituto bolognese, quel Bernardino Ramazzini, carpigiano e padre dell’odierna medicina del lavoro.
«Non sapevo che nell’ospedale fosse presente l’amianto.
Sono invece a conoscenza del problema delle tubature (il 40% è in Eternit, ndr), quando si rompono vanno fatti interventi specifici».
‘L’amianto e i suoi effetti sulla salute’ vedrà la partecipazione di diverse personalità del panorama delle istituzioni locali, tra cui Ausl, Inca-Cgil e Comune, con il sindaco Enrico Campedelli.
‘Da minerale magico a minerale malefico’ - così Belpoggi ha intitolato il suo intervento al convegno - ripercorrerà la storia di questo materiale, dalla scoperta delle sue proprietà a quella della nocività.
Nella seconda parte presenterò il lavoro dell’Istituto Ramazzini, che da sempre difende i lavoratori con patologie legate alla presenza dell’amianto nel luogo di lavoro.
Sempre dalla parte dei più deboli, secondo gli insegnamenti del grande oncologo Maltoni».
La strada nella lotta a questo ‘killer silenzioso’ è comunque ancora lunga: «C’è un cartello tra gli esperti che non riconosce l’amianto come causa di tumori al pancreas, ai reni, al fegato.
La battaglia vera è cancellare l’amianto nel mondo: vi sono ancora Paesi che lo commercializzano.
Non è possibile, la responsabilità della globalizzazione deve passare anche da questo».

Daniele Franda

(fonte: Modena Qui)

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