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martedì 16 marzo 2010
Panico per le telefonate di una misteriosa ditta solierese

«Signora non beva l’acqua del rubinetto, non è buona come vogliono farle credere».
Iniziavano grosso modo così le telefonate effettuate in questi giorni da una ditta che installa impianti di purificazione dell’acqua ai cittadini di Soliera.
Rubrica telefonica alla mano, la misteriosa ditta diffidava i solieresi dal servirsi dell’acqua proveniente da condutture «vecchie e arrugginite, in cui è probabile la presenza delle pericolosissime polveri di amianto».
Una strategia di marketing molto aggressiva, per non dire scorretta, tanto più se fatta senza rivelare il proprio marchio e se per supportarla si adducono informazioni contraddittorie e false.
E’ stata una cittadina, insospettita dall’atteggiamento elusivo dell’interlocutore dall’altra parte della cornetta, a segnalare il caso agli uffici del Comune.
E ieri l’assessore all’Ambiente Caterina Bagni ha avuto il suo bel da fare per tranquillizzare i solieresi: «Le condutture non possono essere arrugginite, in quanto non sono composte da materiali ferrosi.
Insomma, l’hanno sparata grossa: stiamo provvedendo ad identificare i responsabili di questa azione scorretta, che lambisce il reato di procurato allarme».
Nella nota diffusa dall’amministrazione viene ribadito che «la qualità delle acque del territorio comunale solierese, reflue e potabili, è oggetto di costanti monitoraggi da parte di Aimag, l’azienda che gestisce il ciclo integrato dell’acqua, il servizio di distribuzione del gas metano e quelli di igiene ambientale e di pubblica illuminazione.
Controlli periodici vengono effettuati anche sulla rete idrica, per garantire sicurezza e continuità dell’esercizio. I risultati sono trasparenti e consultabili sul sito dell’azienda».
La stessa multiutility, pur ritenendo superflua una comunicazione ufficiale, ha fatto sapere di condividere appieno le considerazioni del Comune di Soliera.
«Bere l’acqua del rubinetto - ha aggiunto Bagni - è anche una scelta economica: in un anno, infatti, una famiglia di tre persone risparmia quasi 300 euro. Oltre a questo, è una scelta ecologicamente sostenibile perché limita la produzione di plastica, il Pet, che provoca grave inquinamento sia in fase di produzione che in fase di smaltimento».
A queste considerazioni ne va aggiunta un’altra: quello dell’amianto, altro argomento tirato in ballo dai venditori, è un problema serio, che non può e non deve essere oggetto di strumentalizzazione.

Daniele Franda

(fonte: Modena Qui)

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