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mercoledì 31 marzo 2010
Su Tempo del 2 aprile:

Cresce il partito degli astensionsiti: sono 14.210 a Carpi e rappresentano il 27,4% degli aventi diritto; alle Regionali del 2005 erano il 19% circa. Un dato che deve far riflettere, trasversalmente, tutti coloro che fanno politica attiva. L'astensionismo non è solo una protesta, sta diventando una scelta. Una scelta preoccupante, quasi un voto che va a bocciare la politica nazionale e locale, fatta troppo spesso per gli interessi di corporazioni e di lobby e non degli interessi dei cittadini. Vince, ma perde il nove per cento rispetto a cinque anni fa: Vasco Errani (60,24%) riconquista la presidenza della Regione Emilia Romagna ma il Pd, sebbene migliori di quattro punti la performance in termini percentuali rispetto alle amministrative del 2009, in termini assoluti perde duecento voti. Il candidato del centro destra Anna Maria Bernini si attesta sul risultato del suo predecessore Carlo Monaco che, come lei, arrivò al 29% ma a sostenerla è la Lega perché il Pdl perde mille voti rispetto alle amministrative. A guadagnarne mille è la Lega Nord che a Carpi arriva al 13% rispetto al 9% dell'ultima tornata elettorale. Un risultato netto quello del Carroccio con Argio Alboresi che fa il pieno in casa con 379 preferenze: un risultato pesante destinato a cambiare gli equilibri nel centro destra. Sul fronte opposto c'è da registrare il risultato dei grillini. La lista Grillo fa boom anche a Carpi (6,12 per il candidato Giovanni Favia) ma non come a livello regionale dove si attesta sul 7%. Ma c'è una sostanziale differenza tra il Movimento Cinque Stelle e il Carroccio. Il movimento del candidato regionale Favia raccoglie meramente il malumore del momento di una sinistra frastagliata, in cerca di nuovi punti di riferimento, mentre quello della Lega nord è ormai un percorso molto lungo (era il 1983 quando la Liga Veneta mandò i primi due rappresentanti a Roma). Non si può più parlare di un voto di protesta raccolto dalla Lega: il consenso che ottiene è una vera e propria condivisione di un progetto politico destinato ad avere un peso sempre maggiore sulla scena politica nazionale e locale. Chi deve porsi sicuramente degli interrogativi è l'Udc che rimane fuori dai giochi. Bilancio deludente il suo (3,70%), sul quale un'analisi interna sarà inevitabile nei prossimi giorni. A incassare il maggior numero di preferenze, 1.246, è stata Palma Costi (PD), seguita dal collega di partito Matteo Richetti con 741, Enrico Aimi (PDL) con 571 e Andrea Leoni (PDL) con 484.

Sara Gelli

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