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martedì 2 marzo 2010
794 famiglie sono prive del necessario per vivere
Che ci sia un’emergenza povertà, anche a Carpi, è sotto gli occhi di tutti.
Che si debba fare di più, ciascuno secondo il proprio ruolo, è altrettanto lampante: a ribadirlo ancora una volta ci ha pensato l’annuale rapporto dell’osservatorio diocesano, presentato ieri da Caritas Carpi e redatto sulla base delle attività delle due opere-segno principali: il centro d’ascolto Porta Aperta e Recuperandia.
«La crisi ha provocato cifre da record nei nostri centri d’ascolto - ha esordito il direttore della Caritas Stefano Facchini - casa e sovraindebitamento sono i due aspetti più critici: in particolare per la prima, urgono politiche sociali più incisive: l’acquisto di alloggi Erp da parte dell’amministrazione non basta e i privati non hanno risposto all’appello di mettere a disposizione immobili sfitti. Con la Fondazione Cassa di Risparmio Carpi si è avviato un dialogo per cercare soluzioni, la speranza è che anche gli altri dimostrino disponibilità».
Secondo Alessandro Gibertoni, responsabile del centro di ascolto, le cattive scelte del passato stanno condizionando il presente: «L’impressione è che il paradosso di oggi (migliaia di alloggi vuoti) sia il frutto della scarsa lungimiranza di ieri».
Per Porta Aperta ‘annus horribilis’ è l’unico appellativo possibile per il 2009, in cui sono aumentati sia i colloqui (4.019, +23% rispetto al 2008), sia le persone che si sono rivolte al centro almeno una volta (954, +21%, e soprattutto cifra più alta dal 1988). Emblematico un altro dato: il 6.5% dei nuovi arrivi è laureato. Anche dal punto di vista del bisogno alimentare si riscontrano numeri mai visti: le sporte erogate da Porta Aperta a seguito di colloqui, sono state 6.743 (+39% sul 2008, ma raddoppiate rispetto a due anni fa), per un totale di 794 famiglie assistite. Di queste, ben 321 si sono rivolte al centro per la prima volta nel 2009.
La disastrosa congiuntura economica ha messo in ginocchio imprese e lavoratori: «953 persone si sono rivolte a noi perché non hanno più lavoro: sono soprattutto artigiani e muratori.
Il 2010 si prospetta ancora peggio: bisogna individuare nuovi spazi; sognare può fare bene», è stato il commento di Luisa Bignardi, presidente del centro di ascolto.
«Queste attività sono il segno di una Chiesa viva - ha il vescovo Tinti - nell’anno della lotta alle povertà è avvilente constatare lo spreco enorme che produce la società di oggi.
Autorità pubbliche e istituti di credito si facciano più attenti a queste situazioni sempre più drammatiche».
Daniele Franda
(fonte: Modena Qui)
Che ci sia un’emergenza povertà, anche a Carpi, è sotto gli occhi di tutti.
Che si debba fare di più, ciascuno secondo il proprio ruolo, è altrettanto lampante: a ribadirlo ancora una volta ci ha pensato l’annuale rapporto dell’osservatorio diocesano, presentato ieri da Caritas Carpi e redatto sulla base delle attività delle due opere-segno principali: il centro d’ascolto Porta Aperta e Recuperandia.
«La crisi ha provocato cifre da record nei nostri centri d’ascolto - ha esordito il direttore della Caritas Stefano Facchini - casa e sovraindebitamento sono i due aspetti più critici: in particolare per la prima, urgono politiche sociali più incisive: l’acquisto di alloggi Erp da parte dell’amministrazione non basta e i privati non hanno risposto all’appello di mettere a disposizione immobili sfitti. Con la Fondazione Cassa di Risparmio Carpi si è avviato un dialogo per cercare soluzioni, la speranza è che anche gli altri dimostrino disponibilità».
Secondo Alessandro Gibertoni, responsabile del centro di ascolto, le cattive scelte del passato stanno condizionando il presente: «L’impressione è che il paradosso di oggi (migliaia di alloggi vuoti) sia il frutto della scarsa lungimiranza di ieri».
Per Porta Aperta ‘annus horribilis’ è l’unico appellativo possibile per il 2009, in cui sono aumentati sia i colloqui (4.019, +23% rispetto al 2008), sia le persone che si sono rivolte al centro almeno una volta (954, +21%, e soprattutto cifra più alta dal 1988). Emblematico un altro dato: il 6.5% dei nuovi arrivi è laureato. Anche dal punto di vista del bisogno alimentare si riscontrano numeri mai visti: le sporte erogate da Porta Aperta a seguito di colloqui, sono state 6.743 (+39% sul 2008, ma raddoppiate rispetto a due anni fa), per un totale di 794 famiglie assistite. Di queste, ben 321 si sono rivolte al centro per la prima volta nel 2009.
La disastrosa congiuntura economica ha messo in ginocchio imprese e lavoratori: «953 persone si sono rivolte a noi perché non hanno più lavoro: sono soprattutto artigiani e muratori.
Il 2010 si prospetta ancora peggio: bisogna individuare nuovi spazi; sognare può fare bene», è stato il commento di Luisa Bignardi, presidente del centro di ascolto.
«Queste attività sono il segno di una Chiesa viva - ha il vescovo Tinti - nell’anno della lotta alle povertà è avvilente constatare lo spreco enorme che produce la società di oggi.
Autorità pubbliche e istituti di credito si facciano più attenti a queste situazioni sempre più drammatiche».
Daniele Franda
(fonte: Modena Qui)
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3 commenti:
In sede di approvazione del bilancio comunale PRC e Carpi 5 Stelle avevano chiesto di spostare uno 0,9% delle spese correnti per un fondo straordinario a sostegno delle persone in difficoltà, proposta bocciata.
Successivamente hanno bocciato l'odg di Alleanza per Carpi che chiedeva si spostasse "solo" lo 0,5% (anzi ,qualcosa in meno).
Hanno detto che "loro" pensano all'ordinario, che allo straordinario ci pensa la fondazione (al momento ha messo a disposizione 175.000€, una frazione infinitesimale di quanto hanno speso e spenderanno per i loro giochetti immobiliari tra Casa del Volontarito e Campus della Moda).
Avanti così, che "la crisi è finita e se avete ancora fame... è psicosomatica" (Guzzanti, qualche settimana fa a Modena)
Riportare il lavoro a Carpi, riportare il lavoro ai carpigiani.
Urgente, urgentissimo, improcrastinabile.
Eravamo i cinesi d'Europa, possiamo tornare ad esserlo. La povertà è peggio.
Campedelli, Onorevole, Errani: svegliaaaaaaaaaa.
CONSIGLIO di visitare
www.bancoalimentare.it
e chiedere aiuto,umilmente,e concretamente,anche li.
Davide Boldrin
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