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giovedì 8 aprile 2010
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La Consulta A evidenzia pregi e difetti del Piano Generale del Traffico Urbano. Le infrastrutture realizzate negli ultimi anni, dalla Bretella al prolungamento di via Cavata, non possono essere considerate risolutive. Dal 2002 al 2007 il traffico veicolare è aumentato del 20%
La Consulta A ha passato ai raggi x il Piano Generale del Traffico Urbano elaborato dal Comune di Carpi e ne ha messo in luce pregi e difetti. Strumento previsto dallo Statuto Comunale, la Consulta raggruppa le associazioni carpigiane attive nei diversi settori ( in questo caso quelle che operano nel settore ambientale), presenta proposte, organizza iniziative e verifica l'attività dell'Amministrazione.
Il Piano Generale del Traffico Urbano "dovrebbe servire - spiega il presidente della Consulta A Mario Poltronieri - a migliorare le condizioni della circolazione stradale, a ridurre il numero degli incidenti, a diminuire l'inquinamento atmosferico e acustico e a produrre risparmio energetico".
I primi due obiettivi, secondo Poltronieri, sono contemplati dal Piano che, invece, è ancora troppo poco incisivo sul fronte della lotta all'inquinamento da traffico veicolare e su quello del risparmio energetico.
"Una maggiore attenzione per le intersezioni 'nemiche' (le strade secondarie e piccole che sboccano su arterie principali), per gli attraversamenti pedonali in prossimità delle rotonde, per la riduzione della velocità con dissuasori e restringitori stradali, per le zone a chilometri trenta: tutto questo è auspicabile in considerazione dell'aumento del traffico" spiega Poltronieri.
A Carpi nel periodo dal 2002 al 2007 il traffico è aumentato, infatti, del 20%: ci sono più auto in circolazione e più gente utilizza l'auto.
"Se l'unico obiettivo del Piano Generale del Traffico Urbano resta quello di migliorare la circolazione rendendola più fluida, i carpigiani saranno ulteriormente indotti a utilizzare l'auto per gli spostamenti, aggravando la situazione dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico".
Le infrastrutture realizzate negli ultimi anni dalla Bretella al prolungamento di via Cavata non possono essere considerate risolutive per quel che riguarda il traffico di attraversamento: chi viene da Mirandola ed è diretto nella zona industriale di Carpi (casello autostradale) imbocca la strada più corta (via Roosvelt) evitando di percorrere la Bretella.
La Bretella e via Cavata non avranno dunque quelle ricadute sperate sul traffico pesante e leggero. "In tutto il Piano si attribuiscono proprietà salvifiche alla bretella, ma a noi non sembrano tali".
I camion che scelgono di percorrere via Griduzza e via Cavata per arrivare in via Lama corrono, inoltre, il rischio di restare bloccati nell'ultima rotonda della via, all'intersezione con via Moro Esterna: la rotonda è troppo piccola per la manovra di un mezzo pesante.
Il Piano, dunque, avrà sicuramente effetti positivi facendo scorrere meglio il traffico e diminuendo le occasioni di incidentalità, ma non si pone il problema di diminuire complessivamente il traffico veicolare per favorire una mobilità alternativa: il trasporto pubblico, per esempio, non serve le zone di periferia di ultima espansione e se "non si supporta il Piano del Traffico con un adeguato servizio di autobus, si registreranno anche in futuro sforamenti dei livelli di pm10. Nei primi tre mesi dell'anno se ne sono verificati 37, quando il limite fissato dallUnione Europea è di 35 all'anno.
E' vero che uno scorrimento migliore del traffico veicolare mitiga l'inquinamento ma le auto a Carpi contribuiscono in maniera rilevante (75%) alla produzione di pm10".
Per la Consulta A, occorre studiare misure per far girare meno la gente in auto, "diminuire le occasioni di uso delle automobili". Considerando, per esempio, anche la possibilità di allargare l'area off limits del centro storico arrivando a comprendere via Giulio Rovighi e via Nova.
"Un parcheggio sotterraneo nel Piazzale della Meridiana (delle Poste) e un parcheggio meccano nel piazzale dell'Ospedale inducono all'uso dell'auto per arrivare là dove si potrebbe giungere con mezzi alternativi". Magari con la bici circolando sulle apposite piste? "Negli ultimi anni non si sono fatte piste ciclabili se non a carico dei piani particolareggiati col risultato che, spesso, non portano a nulla".
Sara Gelli su Tempo del 9 Aprile 2010
La Consulta A ha passato ai raggi x il Piano Generale del Traffico Urbano elaborato dal Comune di Carpi e ne ha messo in luce pregi e difetti. Strumento previsto dallo Statuto Comunale, la Consulta raggruppa le associazioni carpigiane attive nei diversi settori ( in questo caso quelle che operano nel settore ambientale), presenta proposte, organizza iniziative e verifica l'attività dell'Amministrazione.
Il Piano Generale del Traffico Urbano "dovrebbe servire - spiega il presidente della Consulta A Mario Poltronieri - a migliorare le condizioni della circolazione stradale, a ridurre il numero degli incidenti, a diminuire l'inquinamento atmosferico e acustico e a produrre risparmio energetico".
I primi due obiettivi, secondo Poltronieri, sono contemplati dal Piano che, invece, è ancora troppo poco incisivo sul fronte della lotta all'inquinamento da traffico veicolare e su quello del risparmio energetico.
"Una maggiore attenzione per le intersezioni 'nemiche' (le strade secondarie e piccole che sboccano su arterie principali), per gli attraversamenti pedonali in prossimità delle rotonde, per la riduzione della velocità con dissuasori e restringitori stradali, per le zone a chilometri trenta: tutto questo è auspicabile in considerazione dell'aumento del traffico" spiega Poltronieri.
A Carpi nel periodo dal 2002 al 2007 il traffico è aumentato, infatti, del 20%: ci sono più auto in circolazione e più gente utilizza l'auto.
"Se l'unico obiettivo del Piano Generale del Traffico Urbano resta quello di migliorare la circolazione rendendola più fluida, i carpigiani saranno ulteriormente indotti a utilizzare l'auto per gli spostamenti, aggravando la situazione dal punto di vista dell'inquinamento atmosferico".
Le infrastrutture realizzate negli ultimi anni dalla Bretella al prolungamento di via Cavata non possono essere considerate risolutive per quel che riguarda il traffico di attraversamento: chi viene da Mirandola ed è diretto nella zona industriale di Carpi (casello autostradale) imbocca la strada più corta (via Roosvelt) evitando di percorrere la Bretella.
La Bretella e via Cavata non avranno dunque quelle ricadute sperate sul traffico pesante e leggero. "In tutto il Piano si attribuiscono proprietà salvifiche alla bretella, ma a noi non sembrano tali".
I camion che scelgono di percorrere via Griduzza e via Cavata per arrivare in via Lama corrono, inoltre, il rischio di restare bloccati nell'ultima rotonda della via, all'intersezione con via Moro Esterna: la rotonda è troppo piccola per la manovra di un mezzo pesante.
Il Piano, dunque, avrà sicuramente effetti positivi facendo scorrere meglio il traffico e diminuendo le occasioni di incidentalità, ma non si pone il problema di diminuire complessivamente il traffico veicolare per favorire una mobilità alternativa: il trasporto pubblico, per esempio, non serve le zone di periferia di ultima espansione e se "non si supporta il Piano del Traffico con un adeguato servizio di autobus, si registreranno anche in futuro sforamenti dei livelli di pm10. Nei primi tre mesi dell'anno se ne sono verificati 37, quando il limite fissato dallUnione Europea è di 35 all'anno.
E' vero che uno scorrimento migliore del traffico veicolare mitiga l'inquinamento ma le auto a Carpi contribuiscono in maniera rilevante (75%) alla produzione di pm10".
Per la Consulta A, occorre studiare misure per far girare meno la gente in auto, "diminuire le occasioni di uso delle automobili". Considerando, per esempio, anche la possibilità di allargare l'area off limits del centro storico arrivando a comprendere via Giulio Rovighi e via Nova.
"Un parcheggio sotterraneo nel Piazzale della Meridiana (delle Poste) e un parcheggio meccano nel piazzale dell'Ospedale inducono all'uso dell'auto per arrivare là dove si potrebbe giungere con mezzi alternativi". Magari con la bici circolando sulle apposite piste? "Negli ultimi anni non si sono fatte piste ciclabili se non a carico dei piani particolareggiati col risultato che, spesso, non portano a nulla".
Sara Gelli su Tempo del 9 Aprile 2010
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