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mercoledì 28 aprile 2010
09:13 |
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Niente rinnovo per i tre che si opposero all’acquisto del terreno di Santa Croce
Si è tenuta lunedì scorso la seduta del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi che ha provveduto a nominare il nuovo consiglio d’amministrazione.
Rieletti Gian Fedele Ferrari, Mauro Benincasa, Angelo Flammia e Riccardo Pelliciardi, mentre entrano per la prima volta Silvio Pederzoli, Claudio Saraceni e Tonino Zanoli.
Nominati anche - a seguito della prossima scadenza dei mandati - i nuovi componenti del consiglio di indirizzo che sono stati designati da Camera di Commercio di Modena, Provincia di Modena, Comune di Carpi, Comune di Soliera e Comune di Novi di Modena: sono stati eletti rispettivamente Giovanni Paini, Marco Gasparini, Lella Rizzi, Andrea Aldrovandi, Giuseppe Ferrario, Cinzia Principi, Maurizio Vescovini e Eleno Dondi.
Sempre nel corso della seduta è stato approvato all’unanimità il bilancio d’esercizio per il 2009, che ha portato l’ente di Palazzo Brusati a raggiungere un avanzo netto di 13.277.286,53 euro.
(da.fra.)
Benatti (Pdl): «Ormai il sindaco non ha più peso sulle nomine»
Via i tre ‘dissidenti’ dal cda della Fondazione Cassa.
Sono novità eclatanti quelle uscite dalla seduta di lunedì scorso del consiglio di indirizzo, chiamato a nominare i nuovi componenti dell’organo di amministrazione per i prossimi quattro anni.
Se la riconferma di Ferrari appariva del tutto scontata, a far notizia è sicuramente il benservito dato a Elisetta Bellelli, Edoardo Patriarca e Stefano Zanoli.
Tre nomi che riecheggiano ancora tra le mura di Palazzo Brusati, da quando si opposero all’acquisto del terreno di Traversa San Giorgio, nell’unica votazione dello scorso mandato che non si è risolta con l’approvazione all’unanimità. E così diventa un esercizio elementare e scontato l’accostamento tra quella vicenda e l’epurazione dei tre dal nuovo cda. Le riconferme di Angelo Flammia, Riccardo Pelliciardi (i due, insieme al presidente, votarono a favore dell’investimento) e Mauro Benincasa (che decise di non partecipare al voto), sembrerebbero inoltre dare adito a quella che sembra più di una congettura.
Se poi si pensa che, tra gli esclusi, i primi due erano al terzo mandato ma tecnicamente rieleggibili (la stessa identica situazione del rieletto presidente Ferrari), e il terzo aveva svolto un solo mandato, le nomine del nuovo organo assumono contorni quasi da film giallo.
Sulla Fondazione da mesi esiste un acceso dibattito, in cui le forze politiche sono intervenute a più riprese per portare il proprio apporto sul futuro di un ente tanto importante per la città.
La necessità di aprire un dialogo tra la Fondazione e la città è stata ravvisata anche dall’uscente Bellelli, che pur non commentando la sua esclusione, ha commentato le polemiche scatenate da Alleanza per Carpi: «Il partito di Giliola Pivetti ha avuto coraggio, anche se non condivido la metodologia. Sostengo l’importanza da parte dell’ente di allargare il confronto a tutte le componenti del territorio».
Non poteva mancare il commento della stessa capogruppo di ApC: «Niente di nuovo - sottolinea Pivetti - in discussione non è la capacità dei singoli, ma il livello di autonomia che garantiranno sui banchi dell’organo di amministrazione».
Più tagliente la critica di Roberto Benatti (Pdl): «Queste nomine indicano che il sindaco di Carpi non conta niente all’interno della Fondazione.
Campedelli voleva un posto nel Cda per Lella Rizzi (l’ex assessore al Centro storico è stata nominata consigliere d’indirizzo, ndr), mentre è stato confermato Flammia (ex sindaco di Soliera) nome indicato dal segretario provinciale Pd Baruffi.
Pederzoli è un professionista vicino al presidente, Benincasa e Saraceni sono stati promossi, l’uno per non essersi opposto all’acquisto del terreno di Santa Croce, l’altro dal consiglio di indirizzo quale presidente della Cna carpigiana».
A giochi ormai fatti, non è così errato riscontrare l’allontanamento di ogni voce fuori dal coro da Palazzo Brusati.
Insomma, da oggi la Fondazione Cassa sarà ancora più Fedele.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
Nell’organo di indirizzo, tre nomi dalla forte connotazione politica
Le polemiche non hanno riguardato solo le nomine del nuovo consiglio d’amministrazione, ma anche quelle per il consiglio d’indirizzo.
A scorrere bene i nomi dei nuovi membri designati da Camera di Commercio di Modena, Provincia di Modena, e i comuni di Carpi, Soliera e Novi, ci si accorge che gran parte di questi sono legati o direttamente riconducibili a logiche di partito sempre negate dall’amministrazione e dalla Fondazione stessa.
Per quanto riguarda i tre nomi ‘pescati’ dalle terne del Comune di Carpi, due sono rielezioni (Ferrario e Aldrovandi), mentre la terza è l’ex consigliere comunale dei Ds Cinzia Principi, oggi impegnata nel Pd.
«La storia dei curriculum è una presa per i fondelli - sbotta Benatti (Pdl) -, possono anche non inviarli che tanto si sa già chi verrà eletto».
Lo stesso discorso fatto per le terne carpigiane vale anche per Novi e Soliera: Eleno Dondi, ex assessore nella giunta novese della scorsa legislatura, e Maurizio Vescovini, primo dei non eletti nella lista del Pd di Soliera.
«Dalle nomine di Novi è stato escluso una personalità come Adamo Neri, mentre va rilevato che non c’è nessun rappresentante della Lapam - conclude Benatti, stavolta nella veste di consigliere provinciale dell’associazione -, il che denota il suo scarso peso politico».
(da.fra.)
Così Gian Fedele Ferrari, presidente uscente e rieletto della Fondazione, allontana le polemiche e ogni supposizione di ‘pressioni’ interne.
«Le liste sono chiuse, hanno scelto questi sette ritenendo di dover cambiare tre componenti - continua Ferrari -.
Non c’è stato nessuno scontro, magari qualche dibattito ma è normale e giusto così.
In quattro anni questo Cda ha approvato all’unanimità più di cento delibere, solo una ha visto qualche voto contrario».
Il riferimento è ovviamente alla decisione dell’acquisto del famoso terreno di Traversa San Giorgio, noto anche per le polemiche che accompagnarono la notizia e il costo dell’investimento.
«La mancata riconferma dei tre consiglieri non è assolutamente da ricondurre a quell’episodio» spiega il presidente.
«Anche nel consiglio di indirizzo c’è stato un cambiamento, con sei nuovi su otto».
(da.fra.)
Si è tenuta lunedì scorso la seduta del Consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi che ha provveduto a nominare il nuovo consiglio d’amministrazione.
Rieletti Gian Fedele Ferrari, Mauro Benincasa, Angelo Flammia e Riccardo Pelliciardi, mentre entrano per la prima volta Silvio Pederzoli, Claudio Saraceni e Tonino Zanoli.
Nominati anche - a seguito della prossima scadenza dei mandati - i nuovi componenti del consiglio di indirizzo che sono stati designati da Camera di Commercio di Modena, Provincia di Modena, Comune di Carpi, Comune di Soliera e Comune di Novi di Modena: sono stati eletti rispettivamente Giovanni Paini, Marco Gasparini, Lella Rizzi, Andrea Aldrovandi, Giuseppe Ferrario, Cinzia Principi, Maurizio Vescovini e Eleno Dondi.
Sempre nel corso della seduta è stato approvato all’unanimità il bilancio d’esercizio per il 2009, che ha portato l’ente di Palazzo Brusati a raggiungere un avanzo netto di 13.277.286,53 euro.
(da.fra.)
Benatti (Pdl): «Ormai il sindaco non ha più peso sulle nomine»
Via i tre ‘dissidenti’ dal cda della Fondazione Cassa.
Sono novità eclatanti quelle uscite dalla seduta di lunedì scorso del consiglio di indirizzo, chiamato a nominare i nuovi componenti dell’organo di amministrazione per i prossimi quattro anni.
Se la riconferma di Ferrari appariva del tutto scontata, a far notizia è sicuramente il benservito dato a Elisetta Bellelli, Edoardo Patriarca e Stefano Zanoli.
Tre nomi che riecheggiano ancora tra le mura di Palazzo Brusati, da quando si opposero all’acquisto del terreno di Traversa San Giorgio, nell’unica votazione dello scorso mandato che non si è risolta con l’approvazione all’unanimità. E così diventa un esercizio elementare e scontato l’accostamento tra quella vicenda e l’epurazione dei tre dal nuovo cda. Le riconferme di Angelo Flammia, Riccardo Pelliciardi (i due, insieme al presidente, votarono a favore dell’investimento) e Mauro Benincasa (che decise di non partecipare al voto), sembrerebbero inoltre dare adito a quella che sembra più di una congettura.
Se poi si pensa che, tra gli esclusi, i primi due erano al terzo mandato ma tecnicamente rieleggibili (la stessa identica situazione del rieletto presidente Ferrari), e il terzo aveva svolto un solo mandato, le nomine del nuovo organo assumono contorni quasi da film giallo.
Sulla Fondazione da mesi esiste un acceso dibattito, in cui le forze politiche sono intervenute a più riprese per portare il proprio apporto sul futuro di un ente tanto importante per la città.
La necessità di aprire un dialogo tra la Fondazione e la città è stata ravvisata anche dall’uscente Bellelli, che pur non commentando la sua esclusione, ha commentato le polemiche scatenate da Alleanza per Carpi: «Il partito di Giliola Pivetti ha avuto coraggio, anche se non condivido la metodologia. Sostengo l’importanza da parte dell’ente di allargare il confronto a tutte le componenti del territorio».
Non poteva mancare il commento della stessa capogruppo di ApC: «Niente di nuovo - sottolinea Pivetti - in discussione non è la capacità dei singoli, ma il livello di autonomia che garantiranno sui banchi dell’organo di amministrazione».
Più tagliente la critica di Roberto Benatti (Pdl): «Queste nomine indicano che il sindaco di Carpi non conta niente all’interno della Fondazione.
Campedelli voleva un posto nel Cda per Lella Rizzi (l’ex assessore al Centro storico è stata nominata consigliere d’indirizzo, ndr), mentre è stato confermato Flammia (ex sindaco di Soliera) nome indicato dal segretario provinciale Pd Baruffi.
Pederzoli è un professionista vicino al presidente, Benincasa e Saraceni sono stati promossi, l’uno per non essersi opposto all’acquisto del terreno di Santa Croce, l’altro dal consiglio di indirizzo quale presidente della Cna carpigiana».
A giochi ormai fatti, non è così errato riscontrare l’allontanamento di ogni voce fuori dal coro da Palazzo Brusati.
Insomma, da oggi la Fondazione Cassa sarà ancora più Fedele.
Daniele Franda
(fonte: ModenaQui)
Nell’organo di indirizzo, tre nomi dalla forte connotazione politica
Le polemiche non hanno riguardato solo le nomine del nuovo consiglio d’amministrazione, ma anche quelle per il consiglio d’indirizzo.
A scorrere bene i nomi dei nuovi membri designati da Camera di Commercio di Modena, Provincia di Modena, e i comuni di Carpi, Soliera e Novi, ci si accorge che gran parte di questi sono legati o direttamente riconducibili a logiche di partito sempre negate dall’amministrazione e dalla Fondazione stessa.
Per quanto riguarda i tre nomi ‘pescati’ dalle terne del Comune di Carpi, due sono rielezioni (Ferrario e Aldrovandi), mentre la terza è l’ex consigliere comunale dei Ds Cinzia Principi, oggi impegnata nel Pd.
«La storia dei curriculum è una presa per i fondelli - sbotta Benatti (Pdl) -, possono anche non inviarli che tanto si sa già chi verrà eletto».
Lo stesso discorso fatto per le terne carpigiane vale anche per Novi e Soliera: Eleno Dondi, ex assessore nella giunta novese della scorsa legislatura, e Maurizio Vescovini, primo dei non eletti nella lista del Pd di Soliera.
«Dalle nomine di Novi è stato escluso una personalità come Adamo Neri, mentre va rilevato che non c’è nessun rappresentante della Lapam - conclude Benatti, stavolta nella veste di consigliere provinciale dell’associazione -, il che denota il suo scarso peso politico».
(da.fra.)
Ma per Gian Fedele Ferrari «non c’è nessuna cospirazione»
«Nessuna cospirazione, i consiglieri di indirizzo hanno ritenuto opportuno scegliere questa lista».Così Gian Fedele Ferrari, presidente uscente e rieletto della Fondazione, allontana le polemiche e ogni supposizione di ‘pressioni’ interne.
«Le liste sono chiuse, hanno scelto questi sette ritenendo di dover cambiare tre componenti - continua Ferrari -.
Non c’è stato nessuno scontro, magari qualche dibattito ma è normale e giusto così.
In quattro anni questo Cda ha approvato all’unanimità più di cento delibere, solo una ha visto qualche voto contrario».
Il riferimento è ovviamente alla decisione dell’acquisto del famoso terreno di Traversa San Giorgio, noto anche per le polemiche che accompagnarono la notizia e il costo dell’investimento.
«La mancata riconferma dei tre consiglieri non è assolutamente da ricondurre a quell’episodio» spiega il presidente.
«Anche nel consiglio di indirizzo c’è stato un cambiamento, con sei nuovi su otto».
(da.fra.)
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La Fondazione ha chiuso con un bilancio di 13 milioni + 6 di erogazioni.
Il Presidente Ferrari eroga molti più soldi dei presidenti delle altre Fondazioni e dei precedenti presidenti
Dal punto di vista degli investimenti, si sottopone agli stessi rischi ai quali si sottoponeva quando c'era Cigarini nel consiglio di amministrazione, anzi, forse ai tempi di Cigarini correva più rischi perché con Cigarini si investiva addirittura in fondi ultra-speculativi "Edge Funds": basta andare sul sito dell'ACRI e vedere i bilanci.
I bilanci della Fondazione non sono "segreti", ma sono appunto pubblicati sul sito dell'ACRI
Per finire: "noi" in Fondazione abbiamo il Presidente, che è uno dei nostri. Il progetto del CampusDellaModa è nostro. Il PD, come abbiamo chiarito, non conta niente, e si accontenta di guardare e di allocare ex politici, visto che non ha nessuno da mettere al posto di Ferrari. Per i colleghi di opposizione avevamo chiesto un posto con una mozione ma ci è stata bocciata. E la lista Pivetti aveva un suo candidato alla Fondazione, il Presidente Lapam, che è stato ovviamente fatto fuori
Saluti
Roberto Benatti
Caro Benatti, come sempre è difficile capire se parli sul serio o se stai giocando. La lista Pivetti non aveva nessun candidato. Il fatto che il Presidente attuale della Lapam ( persona rigorosa e capace) sia vicino ad Alleanza Per Carpi non vuol dire che fosse il nostro candidato. Se fosse stato scelto, sarebbe stato il consigliere in quota lavoro, imprese e serietà,non in quota Alleanza. Detto questo, se Alleanza Per Carpi fosse abbastanza forte da avere un candidato al consiglio della Fondazione, sarei orgogliosa che fosse il Presidente Lapam, non tanto per la sua attuale veste, ma per quella di cittadino onesto quale è.
Se Ferrari è uno dei loro ed è tnto pronto ad accogliere le proposte che vengono formulate dal consigliere Benatti,allora possiamo contare che a breve farà partire quel programma di "housing sociale" di cui parla nel suo comunicato stampa.
Cioè, hanno avuto non so più quanti anni di tempo per poterlo far partire, ma comunque meglio tardi che mai.
Aspettiamo fiduciosi, consigliere Benatti...
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