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martedì 6 aprile 2010
Fabrizia Soncini racconta il suo dramma: «Voglio sapere perché»

«Morire a causa di un tumore raro, il mesotelioma, senza mai essere stati a contatto diretto con l’amianto: è accaduto a mio marito».
Fabrizia Soncini, carpigiana titolare di un’edicola in zona Cibeno, è ancora comprensibilmente molto provata quando parla del marito Sirio Vaccari, scomparso lo scorso ottobre a causa di un mesotelioma pleurico maligno.
Ma se ha deciso di ripercorrere per ModenaQui il dramma vissuto è per sensibilizzare le istituzioni e tutti i cittadini sull’argomento amianto, che non a caso negli anni si è ‘meritato’ la fama di killer silenzioso.
«Sirio non ha mai lavorato a diretto contatto con l’amianto - spiega la signora Soncini - per 37 anni ha svolto l’attività di magazziniere, addetto ai ricambi, presso una cooperativa.
Niente che faccia presupporre l’inalazione di fibre di amianto.
Eppure, a mio marito è stata diagnosticata questa terribile malattia nell’agosto del 2008.
Quando ho saputo che l’amianto fa male anche quando ingerito, mi sono venute in mente le parole dell’ex assessore Arletti, che ha sempre sostenuto la totale sicurezza delle nostre condutture dell’acqua.
Ma è davvero così?».
La risposta ovviamente compete agli esperti, i quali però sembrano non avere dubbi, tanto da non scomodarsi nemmeno per verificare, durante le analisi settimanali e mensili, la presenza di amianto nell’acqua del rubinetto.
Sirio Vaccari si è ammalato pur non avendo lavorato a contatto con questa sostanza: «Da giovani abitavamo a San Marino, non lontano dalla Superlit, una ditta di Rovereto che produceva ondulati in eternit, in linea d’aria 5 km: se è questa la causa, siamo tutti a rischio».
L’incognita sulle possibili fonti di inquinamento che hanno provocato la malattia del marito porta Fabrizia Soncini a chiedere con forza alle istituzioni competenti, Ausl e amministrazione, di essere molto più attente alle segnalazioni dei cittadini riguardo l’eternit: «Ancora oggi vedo amianto dappertutto.
Segnalo spesso la presenza di fabbricati che presentano tetti in eternit.
Il mesotelioma pleurico è una malattia che non dà scampo, è inesorabile.
Quando abbiamo saputo che Sirio ne era affetto eravamo disorientati, spaventati, annientati.
Abbiamo sofferto tantissimo, vorrei che non capitasse a nessuno».
Sono diverse le associazioni e i gruppi di aiuto a cui la signora Soncini si è rivolta durante la malattia del marito per avere conforto, sostegno e consigli.
«Ho capito che questa malattia è poco conosciuta nei nostri ospedali, e quindi consiglio a chi dovesse trovarsi nella situazione in cui ci siamo trovati noi di andare il prima possibile nei centri specializzati».
Infine, un appello alle istituzioni: «Attivatevi e andate a controllare ogni segnalazione, rimuovete le costruzioni in eternit non integre, per il bene di tutti».
Se amministrare significa avere a cuore un territorio, questa è un’occasione per dimostrarlo.

Daniele Franda

«C’è ancora troppo eternit in città»

«Non si tratta di allarmismo, ma di garantire la sicurezza di tutti»: Jacopo Vaccari, figlio di Sirio e Fabrizia Soncini, era presente al convegno sull’argomento organizzato qualche mese fa dal Comune, e ha ben impresse le parole dei presenti.
«Non sapere cosa possa aver causato la morte di mio padre ci fa ancora più male, se possibile.
La nostra non è una battaglia personale, vorremmo solo che ci fosse più informazione sull’amianto e sui suoi effetti devastanti».
Quante siano a Carpi le costruzioni in eternit è impossibile stabilirlo con esattezza, anche se sicuramente si tratta di un numero molto alto: «Ho riscontrato la presenza di fabbricati in eternit ovunque: anche nella casa in cui mi trasferirò a breve ho una tettoia a dieci metri.
Con più coscienza collettiva si potrebbe arrivare ad eliminare l’amianto dalla nostra città.
Capisco che ci vogliono soldi e tempo, ma almeno quando arriva una segnalazione e si constata che non ci sono i presupposti di sicurezza, bisogna intervenire».
(da.fra.)

(fonte: ModenaQui)

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