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domenica 18 aprile 2010
In città ci sono 18 impianti, ma a Fossoli non s’ha da fare

Ericsson non desiste e torna alla carica per la costruzione del nuovo impianto di telefonia mobile di via S. Antonio a Fossoli.
Il gigante delle telecomunicazioni ha infatti inoltrato nuovamente ricorso al Tar di Bologna contro il sindaco di Carpi Enrico Campedelli, a causa della decisione dello Sportello Unico per le Attività Produttive (Suap) che ha negato ancora una volta, dopo averlo fatto già nel 2005 e nel 2008, la possibilità di costruzione di una stazione radiomobile nella frazione a nord della città.
Salgono così a tre i procedimenti di contenzioso tra Comune ed Ericsson, società che si occupa di progettazione, realizzazione e gestione delle reti di telefonia fissa e mobile per conto di Wind: nei due precedenti, la sede giudiziaria fu il Tar di Parma, chiamato a decidere circa i ricorsi di Ericsson per le bocciature dei progetti di installazione di antenne in via Corbolani (2007) e via S.
Antonio a Fossoli (2008).
In entrambi i casi Campedelli affidò l’incarico di resistere in giudizio all’avvocato Corrado Marzullo di Modena a cui si è rivolto anche oggi.
Le motivazioni alla base dei pareri contrari recapitati alla società romana sono molteplici e fanno capo alla relazione del Settore Ambiente del Comune, in cui si legge tra l’altro che «è obiettivo prioritario dell’amministrazione evitare su tutto il territorio e per quanto possibile, la proliferazione ingiustificata delle infrastrutture di supporto. In particolare si ritiene indispensabile che l’abitato di Fossoli venga servito da un’unica struttura di sostegno per tutti i gestori».
La relazione prosegue indicando l’alternativa nel co-siting del vicino impianto Vodafone di via Oceano Atlantico, che basterebbe a «garantire copertura idonea all’intero abitato di Fossoli».
Il ripetersi negli ultimi anni di questi rifiuti da parte dell’amministrazione, e i conseguenti ricorsi dei gestori, fa da contraltare al permissivismo mostrato dal Comune nei primi anni del boom della telefonia mobile.
Dal 2000 al 2004 infatti sono state realizzate 15 delle 18 stazioni indicate come attive sul territorio nell’ultimo ‘Programma generale delle installazioni’, datato 2008.
Uno sguardo alla mappatura evidenzia un problema di ‘sovraffollamento’ nella zona sud della città, con ben 11 impianti.
La ‘partita’ delle antenne comunque non finisce qui, la palla adesso è nelle mani del Tar.

Daniele Franda

(fonte: ModenaQui)

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