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lunedì 31 maggio 2010
Ricevo e pubblico:

Carpi, 31 Maggio 2010

GLI INSEGNANTI DEVONO POTER ESPRIMERE IL LORO DISACCORDO

La riforma Gelmini procede anno per anno, a volte con tagli solo di carattere burocratico (come quelli destinati alle supplenze), a volte con tagli che vengono definiti tali ma che sono sacrosante razionalizzazioni e riduzioni di sprechi incrostati nei decenni ( come quelli rivolti ad eliminare rami secchi nelle Università).

Comunque la si valuti, proprio perchè complessa, gli insegnanti devono poter esprimere il loro parere e pronunciarsi nel merito, anche nell'ambiente di lavoro ( naturalmente intendendo per ambiente di lavoro non le aule di insegnamento ma l'aula del collegio docenti, come infatti è avvenuto a Carpi).

Questo fa ogni professionista di ogni categoria quando deve pronunciarsi su provvedimenti che lo riguardano e noi abbiamo fiducia che gli insegnanti conoscano la delicatezza del loro ambito e rispettino la pluralità delle menti che stanno formando.

Proprio in nome di questa fiducia, Alleanza Per Carpi esprime il proprio appoggio agli insegnanti delle Scuole Superiori di Carpi che, manifestando il proprio dissenso, si trovano ad essere oggetto di inopportuni segnali di avvertimento da parte degli organismi superiori.

Il Ministro dell'Istruzione per prima dovrebbe sapere che non è questo il modo per introdurre una riforma, il luogo del pensiero che è la scuola, non può diventare il luogo del silenzio.

Questo non può esserle chiesto.

Firmato
Alleanza Per Carpi

15 commenti:

novigiudiforma ha detto...

"Comunque la si valuti, proprio perchè complessa, gli insegnanti devono poter esprimere il loro parere e pronunciarsi nel merito, anche nell'ambiente di lavoro ( naturalmente intendendo per ambiente di lavoro non le aule di insegnamento ma l'aula del collegio docenti, come infatti è avvenuto a Carpi)."

Ritengo ragionevole.

Davide Boldrin

Anonimo ha detto...

...comunque la si valuti.. a farne le spese saranno principalmente gli studenti che impareranno di meno e di conseguenza tutto il sistema produttivo nazionale...
in questo delicato momento di forte crisi economica dove fondamentale sarà la ricerca e l'innovazione ( strada già intrapresa da tempo dagli altri governi europei), questi tagli all'istruzione non saranno un taglio dei costi della spesa pubblica ma taglieranno le gambe alla ripresa economica.

Roberto Arletti

Unknown ha detto...

Come dire ragazzi ci hanno mollato alla guazza è ora di tirarsi su tutti le maniche e ognuno come può dare il meglio di sè
o la guerra civile o la cooperativa avendo il coraggio di mettersi insieme alle persone di buona volontà

ditemi se non c'è una strda che non sia questa

Davide

novigiudiforma ha detto...

O la Guerra civile o la Cooperativa.
Credo proprio sia il caso di darsi da fare per la Cooperativa.
Non sò chi ha scritto,(Sara? Davide?) ma quel commento lì, è come un bicchiere di acqua fresca, quando si ha sete.

Dvaide Boldrin

Anonimo ha detto...

Credere che la scuola italiana, in assenza di "voglia", di "motivazione", di "preparazione" del corpo docente, vada da qualche parte solo in virtù delle stabilizzazioni dei precari e degli euro spesi è un'utopia

Perché gli insegnanti non avanzano la proposta di mettere l'obbligo di formazione per il corpo docente? Fanno 18 ore alla settimana, arrivare a 40 è lunga e il tempo si trova. I libri glieli regalano gli editori, quindi costano zero. Allora?

Perché non prevedere la formazione obbligatoria per i docenti, con un esame finale? E con una componente variabile sullo stipendio in base al voto ottenuto anno per anno a quell'esame?

Roberto Benatti

Davide Boldrin ha detto...

Io, tra le altre cose, mi son sempre chiesto perchè abbiano così tante ferie...

Dibi

Giliola Pivetti ha detto...

Davide, gli insegnanti da contratto hanno 34 giorni di ferie, come gli altri dipendenti pubblici.Infatti quando a Giugno finiscono le lezioni loro devono compilare un modulo per dichiarare in quale periodo tra Luglio e Agosto sono da considerare in ferie. Teoricamente perciò possono essere chiamati a scuola negli altri giorni, e per molti insegnanti questo avviene: quelli che hanno compiti organizzativi, quelli che si occupano di studiare il fabbisogno di pianta organica, quelli che predispongono progetti integrativi da inoltrare al ministero, ecc. Gli altri se ne stanno a casa. Una cosa è certissima: gli insegnanti non lavorano tutti allo stesso modo. Ha ragione Benatti, lo stipendio dovrebbe essere diverso per ognuno e se questo non avviene lo dobbiamo al sindacato più conservatore che esista: la CGIL.

novigiudiforma ha detto...

Grazie Giliola per la precisazione.
Anche perchè bisogna, capire le ragioni di tutti.
Ora, io domando anche: Come mai conosco alcuni insegnanti, che ritengono addirittura in parte Giusti i Tagli, e dicono che nella scuola, per salvaguardare la Mediocrità, si sono smarrite le eccellenze?
Ad esempio,Io ho solo la licenza media. Non avevo voglia di studiare alle superiori, e il mio babbo mi mandò a lavorare..
" e poc ciàvèdi...."

Davide Boldrin

Anonimo ha detto...

"Perché gli insegnanti non avanzano la proposta di mettere l'obbligo di formazione per il corpo docente? Fanno 18 ore alla settimana, arrivare a 40 è lunga e il tempo si trova. I libri glieli regalano gli editori, quindi costano zero. "

D'accordissimo con questa idea, la formazione è indispensabile! Un tempo, se ricordo bene, c'era un tetto di ore da fare obligatoriamente...
Per il libri: è vero che quelli che usiamo in classe li danno gratis, ma non ci sono solo quelli.
Lungi da me lamentarmi, solo una constatazione.
Come insegnante mi devo pagare gli attrezzi del lavoro (biro, libri e corsi per aggiornamento, carta, quaderni).
Chiara Lugli

Anonimo ha detto...

Veramente io conosco insegnanti che oltre ai loro attrezzi di lavoro devono comprare anche quelli della scuola... perfino i gessi per la lavagna. Mi pare che in molti dei commenti a questo post si siano espresse persone che forse non sanno bene cosa sta succedendo nel mondo della scuola da alcuni anni a questa parte. Gli insegnanti italiani sono già i meno pagati d’Europa (e la pausa estiva di luglio non è certamente sufficiente a riparare questo danno). E sanno tutti che le 18 ore di lezioni in classe non esauriscono il loro lavoro (chi le prepara le lezioni? Chi corregge i compiti? Chi partecipa alle decine di ore per i collegi docenti, incontri insegnanti etc etc). Parliamo di laureati (alcuni anche addottorati) che dopo numerosi anni di lavoro (comprensivi di corsi di formazione) hanno stipendi che si aggirano sui 1200 euro. Gli stipendi di maestre e professori italiani sono più bassi, e si incrementano più lentamente (adesso poi la manovra li ha perfino bloccati), di quelli percepiti dai colleghi europei. Un insegnante della scuola media all’inizio della carriera guadagna 600 euro l’anno in meno rispetto ai professori europei, dopo 15 anni di servizio il divario aumenta per arrivare 5 mila euro a fine carriera. In più, per arrivare al massimo della retribuzione, in Italia, occorre rimanere dietro la cattedra per 35 anni, contro i 24 della media europea. Oltre a questo gli insegnanti si trovano ad aver a che fare con studenti (e genitori) che non riconoscono sempre il loro ruolo. Per forza: dopo vent’anni di televisione pubblica e privata che ci hanno raccontato che ciò che conta nella vita è il tuo stipendio, cosa volete che pensino i ragazzi davanti ad uno ‘sfigato’ che si presenta a scuola, se va bene, su una punto di seconda mano, dopo aver speso una vita intera a studiare. Meglio sarebbe stato per lui che avesse fatto altro nella vita, che tanto di sapere non ce n’è bisogno per avere successo. Basta il Grande Fratello. No dico, ma di che stiamo parlando?
Ma c’è qualcuno che ha il coraggio di dire che i paesi che avranno futuro dopo questa crisi saranno quelli che investono in formazione, sapere, scuola, istruzione, ricerca e non quelli che stanno a sparare sulla Croce Rossa, perché di fatto è questa che la scuola è ormai chiamata a fare: tentare di rianimare un paese esanime. Mi piacerebbe ci fosse il Teacher Pride, la giornata dell’orgoglio per gli insegnanti, calpestato da un ministro che non si vergogna di dire di aver fatto l’esame di avvocato a Reggio Calabria dove era più facile, statisticamente e furbescamente, essere ammessi. Alla faccia del merito. Viva l’Italia dei furbi e dei furbetti del quartierino.
Anna Sovi Giurati

Francesco Grillenzoni ha detto...

..per quel che conta sottoscrivo anche le virgole dell'intervento di Anna Sovi Giurati.
Francesco Grillenzoni

Anonimo ha detto...

Di cosa si parla nei collegi docenti?

Anonimo ha detto...

Ho un dubbio.
Quasi tutte le mie amiche sono insegnanti e quando, per esempio, ci troviamo in pizzeria, mi devo sorbire 2 ore di "scuola" , per cui ordino una pizza extralarge: loro fanno discorsi prolissi e io ascolto e mangio.
In tanti anni non ho mai sentito parlar bene di un ministro, neppure del cugino Berlinguer, tutto dire. Ricordo ancora "Falcucci, Falcucci, ridacci i nostri astucci!"
E i giudizi sui colleghi/e ? Da quel che dicono sembra che la maggioranza non faccia concorrenza a Stakanov.
Per cui "Oh, no non so, non so più se credere o no..."
Mi sa che continuerò ad ordinare pizze extralarge, anche se "una pizza al giorno mantiene la ciccia attorno".
Buon fine anno scolastico a tutti.

novigiudiforma ha detto...

Gentile Anna Sovi Giurati, sono molto d'accordo.
Infatti io stimo molto chi spende la Vita per insegnare. E' una Vocazione. E (oso dire...) un esempio di Maternità e Paternità allargate. Non può essere altrimenti. Proprio per questo, bisogna salvaguardare le Eccellenze.Non siam Mica tutti dottori...Meglio POCHI, ma BUONI.

Davide Boldrin

Davide Boldrin ha detto...

Cari signori...ma Vi rendete CONTO di cosa voglio dire per "STRUMENTALIZZAZIONE"?
Ma come si fà a fare "LO SCIOPERO DEGLI SCRUTINI?" Faccio il BRITISH...e mi fermo qua..

Davide Boldrin

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