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domenica 30 maggio 2010
Il culto islamico relegato in una sala fatiscente.
Sarà ancora una volta il salone (pieno di graffiti e degrado) della Stazione delle autocorriere di via Peruzzi ad ospitare temporaneamente l’associazione culturale tunisina Errisala, che radunerà i propri iscritti per attività e preghiera il sabato dalle ore 19.30 alle ore 23.30 e la domenica dalle ore 16 alle ore 23.30.
La richiesta dell’associazione è stata accolta con delibera di giunta lo scorso 24 maggio, autorizzando l’occupazione dei locali per un periodo massimo di due mesi circa, e cioè fino all’11 luglio, in attesa che vengano ultimati i lavori presso la sede di via Piemonte.
In cambio di tale permesso, il Comune chiederà ad Errisala un corrispettivo forfettario di 8 euro al giorno, per un totale presunto di 128 euro.
Oltre ad aver scatenato le polemiche di cittadini e partiti politici (in primis Lega Nord e Pdl), il provvedimento non manca di suscitare alcune riflessioni sulla gestione sia dell’area della Stazione degli autobus, sia dei rapporti con queste realtà etniche che reclamano dignità e ascolto.
In risposta ad un’interrogazione presentata da Argio Alboresi, l’ex vicesindaco e assessore alla Sicurezza Lorena Borsari aveva presentato un progetto (in via di definizione) di riqualificazione dell’area per contrastarne il crescente degrado.
Oggi però questa decisione dell’amministrazione fa pensare ad una sorta di marcia indietro, avallata dalla partenza della carismatica esponente dell’Italia dei Valori.
Le diverse e intervallate concessioni (sia per il Ramadan, che in altri periodi, come questo del resto) non facilitano la nascita di un pensiero comune e condiviso sul futuro di questa sala.
Ad esprimere riserve e preoccupazioni è anche l’agenzia per la Mobilità, che ha in concessione l’area di proprietà del Comune: «Prima di esprimere il nostro parere - si legge nella nota inviata al Comune dai dirigenti dell’aMo - vorremmo conoscere in che tempi si giungerà ad una soluzione definitiva della questione e se l’amministrazione comunale ritiene tale soluzione temporanea idonea sotto il profilo della sicurezza, dell’igiene pubblica e della qualità urbana».

Daniele Franda

(fonte: ModenaQui)

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