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venerdì 14 maggio 2010
Rottura dovuta alla cronica mancanza di personale in Neuroradiologia

Ad uno ad uno i migliori se ne stanno andando tutti.
Lo stillicidio di medici che abbandonano il Ramazzini assume sempre più i contorni di un’emorragia inarrestabile.
Dopo professionisti affermati come Orlandi, Giovanardi, Gibertoni e Aguzzoli, secondo fonti quanto mai accreditate e ben informate, il prossimo a lasciare il nosocomio carpigiano sarebbe il dottor Paolo Zonari, titolare della struttura semplice di Neuroradiologia a Carpi, medico benvoluto e stimato dai pazienti.
Il disagio vissuto da Zonari partirebbe da lontano e sarebbe dovuto alla cronica discrepanza fra dotazione tecnologica e risorse umane per gestirlA.
Pare, infatti, che l’azienda abbia fatto investimenti forti in apparecchiature, ma scarse sul fronte del personale. In particolare, dal 2004 in reparto sono rimasti due soli neuroradiologi e si parla pertanto di tempi d’attesa stimati intorno agli otto mesi o giù di lì.
Fortissime dilazioni, quindi, che riguarderebbero specificamente la risonanza magnetica, più che la Tac. A risentirne maggiormente, oltre ai due neuroradiologi oberati di lavoro, sarebbero i malati oncologici. E proprio per meglio ottemperare alle loro esigenze, Zonari si sarebbe rivolto al primario di Oncologia Fabrizio Artioli, al fine di costituire un fondo, pare sostenuto anche dall’Associazione Malati Oncologici, per aggiungere un terzo professionista neuroradiologo, che avrebbe garantito un’offerta più costante ai pazienti e ritmi meno stressanti ai due dottori già presenti.
L’accordo fra Zonari e Artioli, sempre secondo voci autorevoli, sarebbe andato in porto e la sinergia costituita, ma il progetto, di fatto, non si è mai concretizzato, mandando in fumo quella che sembrava cosa certa. Il perché al momento è top secret, ma sembra che questa sia stata l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il finale si preannuncia tutt’altro che lieto, con Zonari pronto a dare le dimissioni entro fine maggio. Nel suo futuro, tra le varie ipotesi, vi sarebbe quella di prestare lavoro presso un privato convenzionato con l’Ausl. Se questa ipotesi si avverasse, ci si potrebbe domandare perché l’azienda ospedaliera non abbia investito risorse su un medico amato e preparato come Zonari direttamente presso il Ramazzini, piuttosto che incentivarne il trasferimento verso un’altra struttura che verrebbe comunque finanziata dall’azienda stessa.
Nel futuro di neuroradiologia a Carpi invece, après Zonari, le deluge.

Serena Arbizzi

(fonte: ModenaQui)

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