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venerdì 28 maggio 2010
11:08 |
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Il professore: «Decisione dolorosa, dovuta anche alle condizioni di lavoro»
Ora è definitivo.
La firma in calce alle dimissioni è stata apposta ieri mattina.
Come anticipato dalle colonne di Modena Qui due settimane fa, il valente e stimato neuro radiologo Paolo Zonari non farà più parte dell’équipe in servizio al Ramazzini.
Una decisione sofferta da parte di questo medico, capace di tributare un ‘volto umano’ alla cura del paziente, oltre all’indiscussa professionalità, premiata da persone che arrivano da tutta Italia al Ramazzini, proprio per sottoporsi ad una spettroscopia da Zonari, nonostante il fiorire in tutta la penisola di centri presso i quali sarebbe possibile effettuare lo stesso esame.
Dopo l’abbandono del nosocomio carpigiano da parte di altri specialisti come Aguzzoli, Giovanardi, Orlandi e Gibertoni, ora tocca a Zonari.
E sempre più prende corpo la tesi del costante processo di smantellamento del Ramazzini.
Anche perchè Zonari, in realtà, continuerà a prestare servizio presso istituti privati, ma pur sempre convenzionati con l’Ausl.
L’Azienda stessa continuerà quindi ad essere la referente del professore, ma altrove rispetto a Carpi.
Dottor Zonari, perché la scelta di abbandonare l’Ospedale di Carpi?
«E’ stata una decisione dolorosa, maturata in seguito a problemi di salute. Da uno stress sul lavoro che parte da lontano ed è legato alla carenza del personale, alla cronica discrepanza tra dotazione tecnologica all’avanguardia e risorse umane, che si traduce in tempi d’attesa molto lunghi per i pazienti (in particolare per la risonanza) e in ritmi insostenibili da parte di noi medici. Da quando se n’è andato il dottor Crisi, nel 2004, siamo rimasti solo io e Lucia Cito e la situazione è difficilissima, il carico di lavoro immane. Ho manifestato più volte il mio disagio e, alla fine, la situazione sempre identica mi ha indotto ad andarmene».
E’ vero che, insieme al primario di Oncologia Fabrizio Artioli, avevate reperito i fondi per un terzo neuro radiologo?
«Sì, avevamo trovato i fondi tramite l’Associazione Malati Oncologici per stipulare un contratto di libera professione ad un terzo neuro radiologo, che avrebbe garantito un’assistenza costante ai pazienti e turni più ‘vivibili’ per noi».
Quando avete fatto questa proposta all’Ausl e con quale esito?
«Alla fine del 2009. Da allora la cosa non si è mai concretizzata e la proposta è ancora sul tavolo».
Perché?
«Evidentemente in questo periodo di sofferenze non c’era spazio per provvedere».
Di quanti neuroradiologi avrebbe bisogno il reparto per funzionare a regime?
«La risposta non è semplice, un terzo avrebbe già alleviato di molto il carico e ripristinato il regime pre 2004».
Dove presterà servizio ora?
«Sto valutando numerose possibilità spalmate in tutta Modena e Reggio Emilia. Continuerò a lavorare presso centri privati, ma convenzionati con l’Ausl. Lascio Carpi a malincuore, memore della qualità del lavoro svolto. Dal 2002 abbiamo costituito un centro di eccellenza nel campo della spettroscopia, importante per la valutazione dei tumori cerebrali che accoglie pazienti da tutta Italia, nonostante il fiorire dappertutto di centri analoghi. Un giorno alla settimana si facevano visitare dapprima 5 persone, ultimamente 4 perché il carico di lavoro era diventato, appunto, eccessivo. Questo è un importante segno della qualità del lavoro svolto e vorrei pertanto lasciare un messaggio ai miei pazienti: se avranno bisogno di me, io per loro ci sarò sempre».
Serena Arbizzi
(fonte: ModenaQui)
Ora è definitivo.
La firma in calce alle dimissioni è stata apposta ieri mattina.
Come anticipato dalle colonne di Modena Qui due settimane fa, il valente e stimato neuro radiologo Paolo Zonari non farà più parte dell’équipe in servizio al Ramazzini.
Una decisione sofferta da parte di questo medico, capace di tributare un ‘volto umano’ alla cura del paziente, oltre all’indiscussa professionalità, premiata da persone che arrivano da tutta Italia al Ramazzini, proprio per sottoporsi ad una spettroscopia da Zonari, nonostante il fiorire in tutta la penisola di centri presso i quali sarebbe possibile effettuare lo stesso esame.
Dopo l’abbandono del nosocomio carpigiano da parte di altri specialisti come Aguzzoli, Giovanardi, Orlandi e Gibertoni, ora tocca a Zonari.
E sempre più prende corpo la tesi del costante processo di smantellamento del Ramazzini.
Anche perchè Zonari, in realtà, continuerà a prestare servizio presso istituti privati, ma pur sempre convenzionati con l’Ausl.
L’Azienda stessa continuerà quindi ad essere la referente del professore, ma altrove rispetto a Carpi.
Dottor Zonari, perché la scelta di abbandonare l’Ospedale di Carpi?
«E’ stata una decisione dolorosa, maturata in seguito a problemi di salute. Da uno stress sul lavoro che parte da lontano ed è legato alla carenza del personale, alla cronica discrepanza tra dotazione tecnologica all’avanguardia e risorse umane, che si traduce in tempi d’attesa molto lunghi per i pazienti (in particolare per la risonanza) e in ritmi insostenibili da parte di noi medici. Da quando se n’è andato il dottor Crisi, nel 2004, siamo rimasti solo io e Lucia Cito e la situazione è difficilissima, il carico di lavoro immane. Ho manifestato più volte il mio disagio e, alla fine, la situazione sempre identica mi ha indotto ad andarmene».
E’ vero che, insieme al primario di Oncologia Fabrizio Artioli, avevate reperito i fondi per un terzo neuro radiologo?
«Sì, avevamo trovato i fondi tramite l’Associazione Malati Oncologici per stipulare un contratto di libera professione ad un terzo neuro radiologo, che avrebbe garantito un’assistenza costante ai pazienti e turni più ‘vivibili’ per noi».
Quando avete fatto questa proposta all’Ausl e con quale esito?
«Alla fine del 2009. Da allora la cosa non si è mai concretizzata e la proposta è ancora sul tavolo».
Perché?
«Evidentemente in questo periodo di sofferenze non c’era spazio per provvedere».
Di quanti neuroradiologi avrebbe bisogno il reparto per funzionare a regime?
«La risposta non è semplice, un terzo avrebbe già alleviato di molto il carico e ripristinato il regime pre 2004».
Dove presterà servizio ora?
«Sto valutando numerose possibilità spalmate in tutta Modena e Reggio Emilia. Continuerò a lavorare presso centri privati, ma convenzionati con l’Ausl. Lascio Carpi a malincuore, memore della qualità del lavoro svolto. Dal 2002 abbiamo costituito un centro di eccellenza nel campo della spettroscopia, importante per la valutazione dei tumori cerebrali che accoglie pazienti da tutta Italia, nonostante il fiorire dappertutto di centri analoghi. Un giorno alla settimana si facevano visitare dapprima 5 persone, ultimamente 4 perché il carico di lavoro era diventato, appunto, eccessivo. Questo è un importante segno della qualità del lavoro svolto e vorrei pertanto lasciare un messaggio ai miei pazienti: se avranno bisogno di me, io per loro ci sarò sempre».
Serena Arbizzi
(fonte: ModenaQui)
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