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martedì 1 giugno 2010
L’utile sfiora i 9 milioni: più di uno andrà al «socio privato»

Se Aimag fa tanta gola a Hera, che venerdì scorso ha annunciato l’intenzione di aumentare il proprio 25% per bocca del presidente Tommasi di Vignano, un motivo ci sarà.
E il motivo sono forse i multipli della multiutility dell’energia carpigiano-mirandolese, almeno quelli desumibili dal bilancio d’esercizio del 2009 che il consiglio d’amministrazione di Aimag ha appena licenziato.
L’approvazione definitiva è attesa con l’assemblea dei soci del prossimo 22 giugno.
IL CONTO ECONOMICO - Ebbene, tutte le principali voci del conto economico del Gruppo Aimag, lo scorso anno, sono andate al rialzo rispetto al 2008.
Il valore della produzione si è attestato a circa 196 milioni di euro, salendo del 5%.
Il margine operativo, che dal 2007 al 2008 era andato in discesa, è risalito oltre 36 milioni: in questo caso, anzi, la crescita percentuale è addirittura a due cifre, ovvero del 38%.
Ma a sorridere è soprattutto l’utile di Gruppo, che fa segnare un +48 % e dunque supera gli 8,8 milioni.
Una cifra ben maggiore dei 6,65 milioni del consolidato 2007, l’ultimo esercizio non toccato dalla Grande Crisi.
Nel 2009 invece, recita una nota del Gruppo, «l’azienda, nonostante un anno difficile dal punto di vista economico generale, ha mantenuto un andamento positivo grazie al contenimento dei costi, alla razionalizzazione dei processi nell’erogazione dei servizi e anche in virtù degli investimenti realizzati negli anni precedenti che hanno permesso una riduzione dei costi energetici e un maggior ricorso a fonti rinnovabili per il funzionamento degli impianti».
In cosa consista il contenimento dei costi non è stato però chiarito, almeno in termini numerici.
IL DIVIDENDO - Nella proposta di bilancio il dividendo passa da 0,05 a 0,06 euro per ogni azione ordinaria posseduta.
Per la Fondazione Cassa di risparmio di Carpi, che ha il 7,50%, questo significa aumentare il proprio incasso lordo da 253mila a 304mila euro.
Il 25% di Hera, acquisito proprio nel 2009 quando la gara di Aimag per il «socio privato» trovò un solo concorrente, frutta invece poco più di un milione.
Al Comune di Carpi, poi, dovrebbero arrivare 830mila euro.
Se non fosse avvenuta la parziale privatizzazione, il dividendo lordo per Palazzo Scacchetti sarebbe stato di circa 1 milione e 150mila euro.
Le casse del Comune di Mirandola, infine, attendono 300mila euro, contro i 415mila che avrebbe garantito la vecchia partecipazione.
I promoter di Hera, pur appartenenti a una società esterna, hanno intanto iniziato una campagna ‘aggressiva’ di acquisizione clienti ai danni di Sinergas, controllata di Aimag che distribuisce il metano.
Del caso, già segnalato nei giorni scorsi su ModenaQui, si dà conto nell’articolo sottostante.

Nicola Tedeschini

Hera e quei promoter troppo aggressivi Sinergas ha avviato una serie di verifiche

La strategia d’assalto messa in atto dai (presunti) promoters di Hera a Novi produce le prime conseguenze.
Sinergas, la società di vendita del gas controllata da Aimag, ha avviato una verifica sul territorio per avere ragguagli sul caso segnalato su queste colonne dalla cittadina novese Manuela Lugli.
«Sono stata avvicinata da una ragazza che si è presentata come dipendente di Hera», ha raccontato la signora Lugli, che fa parte del Coordinamento per la difesa dei beni comuni di Novi.
«Mi ha proposto di sottoscrivere il contratto con loro, dicendomi che Aimag non esisteva più, in quanto Hera l’aveva comprata.
Mi ha dato molto fastidio il tono utilizzato».
L’episodio capitato alla signora Lugli seguiva di qualche mese quelli accaduti a Limidi di Soliera e Medolla, che vedevano ancora come protagonisti i promoter di una società che lavora per conto di Hera, forse in cerca di contratti ‘facili’.
Nonostante già dai primi episodi i vertici della multiutility bolognese avessero redarguito la società esterna, l’atteggiamento della stessa non pare cambiato.
I rapporti tra Hera e Aimag appaiono così quelli di due concorrenti, nonostante il 25% che la prima detiene nella seconda faccia presupporre tutt’altro.
Eppure questi operatori hanno dimostrato di utilizzare ogni tecnica per strappare clienti all’ex municipalizzata carpigiano-mirandolese.
Simile situazione concorrenziale era stata prefigurata già qualche tempo fa, all’epoca del referendum per la parziale privatizzazione di Aimag, da diversi soggetti, politici e non.
Stefano Facchini, direttore di Caritas-Porta Aperta di Carpi e sempre molto attento ai temi che toccano direttamente la cittadinanza, esprimeva i propri dubbi circa il tanto decantato rafforzamento della società tramite la cessione di una quota di azioni: «Per rendere Aimag più forte - scriveva Facchini nel settembre del 2008 - il partner industriale dovrebbe essere più bravo di Aimag stessa, dovrebbe avere più esperienza e/o dimensioni più consistenti: in pratica dovrebbe essere un temibile concorrente! Per quale motivo però un concorrente dovrebbe mettere a disposizione di Aimag - di cui possiede solo il 25% - la propria forza, esperienza, competitività quando il suo core business è altrove?».
Dichiarazioni profetiche, non raccolte dall’allora giunta carpigiana e tuttora inascoltate nei Palazzi della politica della Bassa.
In attesa di fare chiarezza sulla vicenda che ha interessato Novi, e in vista della messa a gara del servizio gas nel 2011, ci si aspetterebbe comunque una presa di posizione da parte degli azionisti di Aimag.

Daniele Franda

(fonte: ModenaQui)

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