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domenica 20 giugno 2010
L’area è ‘protetta’ dalla Provincia, il proprietario non si arrende

C’era una volta un bosco a Migliarina.
Questo potrebbe essere l’incipit per raccontare la storia dell’elettrodotto che sta per essere costruito nella frazione a ovest di Carpi, il cui passaggio è previsto proprio sopra un’area verde di due ettari e mezzo.
Il ‘raid’ a sorpresa effettuato lo scorso aprile da tecnici toscani della società Terna, che hanno oltrepassato le proprietà private effettuando misurazioni e piantando picchetti, ha dato un’accelerata al progetto di costruzione del raccordo elettrico Carpi-Correggio.
Vincenzo D’Ambrosio è uno di quelli la cui proprietà, in via Guastalla, è stata varcata da Terna per dare il via alla cotstruzione della struttura in un appezzamento che nel 2016 potrà essere denominato ‘bosco’.
Otto biolche, corrispondenti a due ettari e mezzo di verde, divenuti il felice rifugio di tanti animali e luogo di nascita di piante per la manutenzione delle quali lo stesso D’Ambrosio ha costruito un capannone nelle adiacenze del ‘bosco’.
Verde che, nel caso l’elettrodotto venga effettivamente costruito, verrà espropriato.
«Se avessi saputo dell’elettrodotto forse non avrei nemmeno costruito il capanno – commenta –.
Ho stipulato un accordo con la Provincia al fine di ricevere fondi per la manutenzione di questo spazio verde ed ogni anno mi arriva un forfait di 1.300 euro.
Nel 2009, non avendoli ricevuti temevo che la costruzione dell’elettrodotto fosse imminente, ma ho ricevuto rassicurazioni al riguardo e il 28 maggio mi è arrivata una lettera da parte dell’ente, che annuncia l’erogazione, di 2.773 euro, sia per l’anno scorso, seppure in ritardo, che per il 2010».
Una difesa ad oltranza quella di D’Ambrosio e degli altri residenti di Migliarina nei confronti di una proprietà frutto di sacrifici decennali e che non è stata rispettata.
«I tecnici non conoscevano i territorio che andavano a tracciare - continua D’Ambrosio -.
Hanno aggirato l’ingresso principale per piantare i picchetti del pilastro, di 15 metri per 15, sul quale dovrebbe sorgere la torre e per apporre i segni del tracciato.
Io ho interrato questo picchetto perché difendo la mia proprietà e prima che succeda qualsiasi cosa voglio poter dire la mia.
Nel caso ritornino presidierò la zona in modo permanente e disturberò i lavori.
Finora buona parte di quello che prendevo dalla Provincia per il bosco, l’ho speso per l’avvocato contro l’elettrodotto.
Io sono un artigiano e nel tempo libero mi occupo di quello che amo, l’agricoltura.
Solo che se costruiscono l’impianto, più di 4 ore non ci puoi stare in campagna, per via delle onde elettromagnetiche».
Il tema del bosco dovrebbe stare molto a cuore alla giunta Campedelli, dal momento che ha in programma di crearne uno ex novo a Carpi.
Che ne direbbe, intanto, di affiancare alla ‘propaganda’ la tutela delle aree verdi già esistenti?

Serena Arbizzi

Il terreno a rischio svalutazione

I proprietari dei terreni interessati dal passaggio dell’elettrodotto, si troveranno presto a fare i conti con gli indennizzi da espropri.
«Purtroppo la normativa in merito non è molto chiara - spiega Alan Rustichelli, geometra e amministratore immobiliare -.
Nel caso del signor D’Ambrosio, il terreno che rimarebbe di sua proprietà dopo la costruzione dell’elettrodotto potrebbe subire una svalutazione dal 5 al 10%.
Che però verrebbe rimborsata dall’ente pubblico al momento del calcolo di indennizzo per l’esproprio.
Tra l’altro i coltivatori diretti hanno diritto ad ottenere un’ulteriore indennità.
Si deve tenere conto del valore agricolo medio del terreno, stimando i danni immediati e futuri con una quantificazione forfettaria, di redditi mancati, di eventuali danni verificatisi alla fine dell’occupazione e di spese dirette e indirette».
(se.arb.)

«Terna potrebbe entrare di nuovo»
E i residenti adesso ‘temono’ l’estate

Non si è ancora sopita la rabbia dei residenti di Migliarina per l’intrusione da parte degli addetti di Terna, che lo scorso aprile si sono introdotti nei loro terreni per effettuare misurazioni e picchettamenti.
E adesso inizia a diffondersi il timore che operazioni simili possano essere effettuate anche tra luglio e agosto, quando la campagna si svuoterà per le ferie estive.
«Dopo quello che hanno fatto potrebbe succedere ancora - afferma Stefano Discosti, portavoce del Comitato di Migliarina contro l’elettrodotto -.
Non mi aspettavo da parte di una società così importante un comportamento così basso.
Ma a monte di tutto ciò, c’è il metodo usato per ridisegnare il tracciato e farlo passare sulle nostre case.
Inoltre non capiamo perché in alcune zone un elettrodotto costituisce un pericolo per la salute, mentre da noi no».
(da.fra.)

(fonte: ModenaQui)

2 commenti:

dinopego@libero.it ha detto...

Ma come a Carpi vorremmo costruire un "Bosco" e qui invece distruggono? Ma che fine ha fatto la legge in vigore dove è impegno dei sindaci di ogni copmune, di piantare un albero per ogni bimbo che nasce?? Dove sono gli alberi dei bimbi nati in questi anni a Carpi e zone limitrofe???

Anonimo ha detto...

Domanda per qualche amministratore: l'elettrodotto è lo stesso che è indicato sul piano regolatore del 2000, e che gira attorno a Migliarina?

Se è lo stesso, la Provincia poteva non finanziare il bosco, dando una semplice occhiata alla cartografia che essa stessa ha approvato, prima di buttare denaro pubblico

E' - per dire - come se il Comune volesse costruire a tutti i costi una rotonda proprio là dove ha appena autorizzato una ristrutturazione, buttando così milioni di euro per comprare una casa appena messa a nuovo per demolirla

Roberto Benatti

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