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venerdì 13 agosto 2010
Ricevo e pubblico:

COSA SUCCEDE INVECE AL VERDE A RIMINI...

Mentre l'ormai conosciuto come l'ineffabile assessore Simone Tosi si sbraccia a comunicarci quanti centimetri di verde abbiamo a testa in quel di Carpi, a Rimini il Consiglio comunale ha deliberato un Parco urbano di 20 chilometri di lunghezza, all'unanimità, in una conclusiva seduta emozionante alla quale ha partecipato anche il Vescovo con un suo discorso.
Certamente le difficoltà economiche per i conti privati e per quelli pubblici le sentono anche a Rimini, ma il sindaco, invece di andare in piazza a distribuire volantini su quanto è avaro il governo, non ha rinunciato a studiare e a programmare il futuro della sua città.
Gli sono serviti tre anni di lavoro e 300 incontri per il progetto strategico che si svilupperà nei prossimi vent'anni, sono state coinvolte 52 associazioni locali, economiche, sociali, culturali e la Fondazione Cassa di Risparmio.
E' tutto come deve essere, là in quella città: quando mancano i soldi gli amministratori lavorano di più per tessere infinite relazioni, non si chiudono nel qui e ora, coinvolgono tutti e non fanno finta di aver consultato qualcuno, lavorano col Consiglio comunale tutto intero, nessuno dice "Abbiamo solo tre manutentori", nessuno dice "Abbiamo già sufficienti centimetri cubi di ossigeno a testa".
Tutta qua la differenza : una città con amministratori di largo respiro culturale e urbanistico e una città gestita in modo asfittico.
E' ovvio che per creare un simile progetto, nessuno del partito di maggioranza ha detto "Facciamo fare uno studio di fattibilità all'ufficio tecnico, per sapere se si può", invece tutti ne hanno colto la vita futura e si sono impegnati a lungo su quello.
A Carpi il Comitato per il Parco Lama, fatte le dovute proporzioni, si sta muovendo proprio così: un'idea di città futura, centinaia di cittadini che l'hanno capita subito, associazioni che hanno già aderito, trasversalità politica nei politici che l'hanno condivisa e consapevolezza di tempi lunghi e programmati.

A Settembre proseguirà il lavoro del Comitato per costruire il progetto nei suoi aspetti operativi, con la viva speranza che l'apertura mostrata dal segretario del PD di Carpi non si un espediente per commissionare due conti asfittici e dire infine che non si può fare. Questo è un lavoro di una intera collettività che va costruito con pazienza, lungimiranza e passione.

Firmato
Giliola Pivetti
Alleanza Per Carpi

14 commenti:

Maurizio ha detto...

Quello di Rimini è un parco fluviale sul fiume Marecchia simile al parco fluviale del Secchia. Il tuo progetto di "parco Lama" è un'altra storia non confrontabile: un abnorme parco centrale da un milione e duecentomila mq. Io preferisco tre nuovi parchi periferici da trecentomila mq che abbracciano la città.

Anonimo ha detto...

Ma tu non eri "fuso e tornavi a settembre"?

Giliola Pivetti ha detto...

Maurizio, ti sbagli assai, non c'è nessun parco fluviale e lo saprei distinguere.
Vatti mo a leggere la "Repubblica" del 27 Luglio 2010. Due paginone piene di ammirazione per il PARCO URBANO e del Marecchia nemmeno l'ombra. Guarda caso anche là in una grande area delle ferrovie, tra il centro storico e il lungomare.
Ora potresti citare le tue fonti.

Maurizio ha detto...

Il progetto è nella pagina dell'assessore alle politiche ambientali del comune di Rimini
http://www.slideshare.net/Andrea.Zanzini

Maurizio ha detto...

Giliola, insieme a Repubblica leggi i documenti del comune di Rimini: (...) Si prevede la creazione di un sistema di trame verdi a livello territoriale capaci di ricucire le eccellenze ambientali e di valorizzarle, mettendole in continuità e tutelandole. Tra i progetti prioritari si inserisce la prosecuzione del Parco Marecchia e la tutela
dell’intera asta fluviale a partire dal primo passo della costituzione di un’area protetta,
per poi sviluppare un vero e proprio progetto di parco, con interventi a tutela della biodiversità e di rinaturalizzazione delle aree antropizzate e degradate. Il parco sarà
inoltre occasione di altre riconnessioni: da un lato, con l’“anello verde” della città, di cui si
parlerà poco oltre; dall’altro, con i corsi d’acqua minori per incrementare ulteriormente il
corridoio ecologico" (...)
http://www.riminiventure.it/binary/rimini_venture_new/documenti/Territorio_ricomposto_e_coeso.1258016018.pdf
---
Giliola, a Rimini non progettano un abnorme,esagerato... parco Lama ma progettano di avvolgere la città nel verde. Al tuo mega parco preferisco tre parchi che "abbracciano" Carpi e un parco fluviale sulla Lama che collega i laghetti di Campogalliano con il Secchia e la valorizzazione del Tresinaro, una rete di piste ciclabili, stradelli, argini di canali... alberati con siepi.

Anonimo ha detto...

Gentile Pivetti, il Suo modo di cavalcare e strumentalizzare il comitato del Parco Lama e non solo per meri scopi di opportunità (opportunismo) e visibilità politica appare sempre più rozzo e smaccato.
Non creda che la gente non se ne accorga.

Leonardo

Giliola Pivetti ha detto...

Leonardo, io non cavalco il Parco Lama, io sono una dei componenti, come altre 2600 persone, e lo sostengo e lo porto avanti.
C'è una bella differenza.
Lei veda pure quello che le pare e sappia che la gente è qualcosa di più della proiezione del suo pensiero.

Giliola Pivetti ha detto...

Maurizio, il sito Rimini Venture 2027 io l'avevo infatti già letto ed è proprio per questo che ho visto tutta la differenza tra i diversi modi di amministrare. Quella che io chiamo l'agorà loro la chiamano community e c'è da provare come minimo molta invidia per una città che si è data questo modo di governare.
Credo che tu sia d'accordo con me nel consigliare a tutti di visitare questo sito per vedere come si fa ad amministrare.

Quelle che tu chiami "trame verdi" unite tra loro hanno ognuna la misura di una quota del Parco Lama,ognuna come se la ritrovano, e non è una misura abnorme,infatti il Parco Lama sarà in lunghezza circa quattro chilometri non venti. Qui non stiamo facendo la gara a "chi ce l'ha più lungo", ma a chi valorizza meglio quello che ha. Rimini può disporsi ad anello perchè sono le aree che ha, Carpi si dispone lungo la direttrice est-ovest perche è quella che ancora non è stata cementificata e, dimentichi un obiettivo fondamentale, per evitare che venga anch'essa cementificata.

Maurizio ha detto...

Giliola, dal progetto di Rimini prendi e interpreta come ti garba. A Rimini non discutono di un parco abnorme ma di una città "parco" (osserva i disegni: nel verde ci sono alberghi, edifici storici, servizi... http://www.riminiventure.it/news/pagina154.html) Il tuo progetto del parco Lama è come la piazza: un luogo centrale dove il resto è periferia. Io sostengo che il verde è da diffondere non solo con verde condominiale, giardinetti, viali alberati ma anche parchi di medie dimensioni (300/400mila mq)diversi (nella vegetazione, nella conformazione...) fra di loro, accessibili da migliaia di persone perchè a due passi da casa.

Marco P. ha detto...

Mettiamo, in linea teorica, di essere d'accordo con Maurizio. Dove sono, secondo te, le 3 aree di 300mila mq ancora libere dal cemento vicine al centro di Carpi? Se ormai l'unica zona non cementificata è rimasta quella oltreferrovia è inutile dire che sarebbe meglio che gli spazi verdi fossero distribuiti meglio. Dov'è che si possono ancora ricavare 3 parchi raggiungibili a piedi o in bicicletta e dai quali sia possibile isolarsi un po' dal traffico delle macchine senza che ci sia bisogno di costruire altre mura di cemento armato?

Lorenzo Paluan ha detto...

In effetti non capisco neanche io cosa voglia dire un "parco abnorme".
Le aree verdi, più sono grandi più garantiscono varietà e biodiversità per flora e fauna, nei sistemi complessi, anche le dimensioni contano.
Dopodichè, per quanto mi riguarda, il primo scopo del parco Lama è impedire l'urbanizzazione dell'oltreferrovia.
Ammesso e non concesso che poi ci siano le risorse per fare uno o tre parchi (e non ci sono, e non ci sono neanche per fare il milione di mq di verde calcolati da Tosi), non riesco a capire come, in una realtà così densamente urbanizzata come il nord Italia, un parco (bosco ceduo per biomasse, area verde, parco agricolo, orti sociali, insomma, di cose se ne possono immaginare anche più di una...) possa mai essere "abnorme".
Di che abbiamo paura? Della "selva oscura" come nel medioevo?
Comunque, ribadirò ogni volta:
obiettivo 1: non cementificare l'area oltreferrovia
obiettivo 2: parco, bosco, orto o quello che si vuole, ragionandoci con calma e realizzando man mano.
In altri termini: per come è ora a me la zona starebbe pure bene così, perchè contrariamente alla giunta, io considero anche i terreni agricoli come "verde" (preferei venissero gestiti con metodi a "bassi input" ma questo è un altro discorso).
Vedo vantaggi molto modesti a trasformare quei terreni in "verde pubblico" (come ad esempio nel caso di via Sigonio, o dei terreni intorno al cimitero, che Tosi mette nel conto di "futuro" verde, quando verdi sono già).
Il vantaggio è tutto nel non cementificare ulteriormente il nostro territorio.
Percui, prima che lo dica qualcun altro, non ho difficoltà a dire che per quanto mi riguarda, "cavalco strumentalmente" la questione del Parco Lama, se con questo si intende che per me il parco è strumentale ad evitare ulteriori spargimenti di cemento sulle nostre campagne (quindi non è che se viene tutelata l'area oltreferrovia, si da poi il permesso di procedere a cementifcare altrove, per compensazione).
Stabiliamo che Carpi ha raggiunto ora la sua massima espansione urbana, SENZA le ulteriori realizzazioni previste dal PRG.
Lo si può fare in un momento di crisi e di evidente surplus di unità abitative rispetto alla popolazione residente.
Chi ha soldi da investire dovrà trovare un modo più intelligente e sostenible per farlo, che non metter giù mattoni.

Anonimo ha detto...

...ciao Lorenzo. Il tuo intervento mi stimola ad una riflessione. Sono senz'altro d'accordo con te sul primo obbiettivo che ti proponi, e cioè quello di preservare l'area da una cementificazione, sperando tuttavia che. Ogni tergiversare e ogni tentativo di sviare il discorso sulla fattibilità o meno del parco in quell'area da parte dell'amministrazione, o nella persona dell'assessore Tosi, non siano in realtà l'imbarazzo di aver già programmato e promesso sottobanco a qualche costruttore la lottizzazione di quei terreni, e non dunque utilizzandoli per il parco che tutti si attendono. Quindi tu esorti ad affrettarsi lentamente per ragionarci sopra, e questo è senz'altro sensato. E infatti sarebbe utile a mio modo di vedere in tempi brevi e approfonditamente, che cosa la legislatura regionale prevede in questi casi : per es. tempi per gli espropri dei terreni per pubblica utilità, e tutto l'iter da seguire, ecc. Non sono del tutto d'accordo invece, quando asserisci che i terreni andrebbero bene anche così, poichè fin che rimangono così, non sono parco e dunque nemmeno fruibili da tutti noi, mantenendo l'appetibilità per quei costruttori e quegli assessori che su quei terreni ci vogliono costruire, senza farcelo sapere. Poi in ultimo, non riesco a capire a cosa ti riferisci, quando dici che << vedo vantaggi molto modesti a trasformare quei terreni in verde pubblico >>. Un saluto. Chans il giardiniere

Lorenzo Paluan ha detto...

Innanzitutto, per onor del vero, sula questione del PRU e degli altri comparti del PRG nell'oltreferrovia, non ci sono promesse sottobanco o altro che si possano imputare alla giunta: è tutto ufficiale e alla luce del sole.
La maggioranza ha deciso (legittimamente), che l'area doveva essere destinata a residenziale e insediamenti commerciali, per un totale di mq di superficie e di mc di costruito che secondo noi è una follia, ma non li si può certo accusare di nessuna trama (in altri termini, è una follia palese..)
Quel che era previsto dal vecchio PRG, potrà essere rivisto in sede di definizione del nuovo strumento di programmazione urbanistica (PSC), che diversi comuni hanno già cominciato a discutere, ma che a Carpi ancora non si vede all'orizzonte.
L'importante è che non partano nuovi cantieri a breve nell'area (cosa che dovrebbe essere in qalche modo favorita anche dall'atttuale crisi) e in questo senso il Comune potrebbe giocare la sua parte.

Per quel che riguarda la questione verde agricolo - verde urbano: la terra serve e servirà sempre di più, se vogliamo darci qualche possibilità di uscita, almeno parziale, in termini di sostenibilità alimentare ed energetica.
In questo senso, grandi estensioni di terreno non cementificato, possono contenere al loro interno un equilibrato rapporto fra bosco, area pubblica, terreni destinati all'agricultura (meglio se bologica e "sociale"): nell'idea di un "Parco Lama" questo può avvenire.
Nel caso di altre aree verdi, come quelle citate da Tosi (via SIgonio, Cappuccina, ecc), sostituire terreno agricolo (quindi già verde) con un parco pubblico, è ambientalmente meno rilevante che preservare la funzionalità agricola di quei terreni (ma serve a fare statisca sulle "aree verdi" del comune).
In sintesi: se io prendo un ettaro di campagna, lo cementifico per il 70% e il 30 lo destino a verde pubblico, la statistica mi dirà che ho guadagnato 0,3 ettari di verde per la mia città (ma si dimenticherà di dirmi quanto valeva in termini ambientali, economici e culturali quell'ettaro di campagna cementificato)

Quindi il punto è: su una grande superficie, possono convivere diverse destinazioni "verdi", tanto più se in parte queste sono "strappate" ad un futuro di cementificazione (Parco Lama). Su superfici piccole e medie già destinate ad uso agricolo, trasformarle in parchetto serve meno (specie se poi non hai i soldi e il personale qualificato per fare le manutenzioni, che è esattamente la situazione in cui si trova il Comune di Carpi adesso).

Giliola Pivetti ha detto...

Nei libri, a fianco alla spiegazione c'è l'illustrazione. Se volete vedere l'illustrazione dal vero di questo discorso di Paluan, percorrete via Morbidina e via Bollitora nel punto che fa angolo con via Morbidina. Vedrete un grandissimo quadrato del terreno più fertile e bello di Carpi trasformato in una lottizzazione inutile, perchè anche le case sono vuote, incomplete e abbandonate. C'è un triangolo di terra in via Morbidina con scritto Parco Pubblico, c'è perfino una solitaria panchina con l'erba più alta dello schienale. Svoltate su via Bollitora e vedrete una distesa di lampioni in mezzo all'erba e vialetti che non portano da nessuna parte già pieni di erba, poichè il tutto è abbandonato. E' una scena allucinante e veniva spacciata come una grande conquista quella di far fare ai costruttori le opere di urbanizzazione prima degli edifici stessi. La crisi dell'edilizia ci mette ora invece di fronte a questi paesaggi spettrali e assurdi e ci fa vedere ancora meglio cosa significa riempire Carpi di case per pura speculazione. Anche questo verde naturalmente contribuisce al calcolo dei metri di cui godiamo e di cui dovremmo essere grati. Per mia sfortuna, io devo passare di lì tutti i giorni e non ci farò mai l'abitudine.
L'egregio che mi accusa di strumentalizzare ci faccia qualche giro e vedrà come si sente dopo.

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