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Il Comune di Carpi vuole tagliare costi e rami secchi? Che inizi dalle rette degli asili
Le casse del Comune piangono. Il Comune risparmia sulla fantasia (vedi Labò) ma non ha la fantasia per risparmiare. Non applica un'attenta amministrazione, dimenticando che, trattandosi di soldi di cittadini, ai cittadini stessi devono tornare sotto altre forme. La determinazione della retta di asili nido o di scuole d'infanzia viene calcolata sulla base del reddito del nucleo famigliare in cui il bambino risiede, vedi stato di famiglia. Sempre. Nel caso di un bambino figlio di genitori separati, il cui genitore non convivente è tenuto al pagamento del 50% delle spese scolastiche, vengono applicate eventuali riduzioni anche a chi per reddito casomai non ne ha diritto, cioè il genitore non convivente col bimbo. La condizione di separazione viene sempre espressa nel modulo di iscrizione e questa condizione dovrebbe portare a calcoli diversi. Ad esempio: Carletto, figlio di Maria e di Tizio, è collocato presso la madre. Maria, la madre, ha un basso reddito che le dà diritto alla riduzione della retta d'asilo. Tizio risiede in un'altra casa o, addirittura in un altro comune, ha un reddito equivalente la tariffa massima. Nella condizione amministrativa attuale Tizio pagherà il 50% chi gli compete in base alle riduzioni di cui ha diritto la moglie, usufruendo di aiuti di cui non ha bisogno. Basterebbe chiedere al momento dell'iscrizione, il reddito Isee di entrambi i genitori, non solo di quello con cui il bimbo convive; copia della parte di competenza della sentenza di separazione ove figura l'attribuzione del 50% delle spese scolastiche; fare il calcolo separato della retta dovuta, dell'uno e dell'altro genitore e applicare una fatturazione separata. Le rette e le tariffe per l'anno in corso, comprensive di imposta sono: Scuola d'Infanzia - tariffa minima ridotta 62 euro, tariffa massima intera 147 euro. Nido d'infanzia - tariffa minima ridotta 64 euro, tariffa massima intera 412 euro. (Nota: ovviamente ci sono le tariffe intermedie, quelle indicate sono solo le minime e le massime). Nel caso in cui Maria abbia i requisiti per la tariffa minima (Isee < 7.500 euro) e Tizio quelli per la massima, vediamo quanto il Comune butta via a favore di chi non possiede i requisiti. Scuola d'Infanzia retta mensile per Maria (suo 50%): 31 euro; Scuola d'Infanzia retta mensile per Tizio (suo 50%): 31 euro mentre dovrebbe essere 73,50 euro. Il risparmio del Comune (73,50-31 moltiplicato per dieci mesi) ammonterebbe a 425 euro. Nido d'Infanzia retta mensile per Maria (suo 50%): 32 euro; Nido d'Infanzia retta mensile per Tizio (suo 50%): 32 euro mentre dovrebbe essere 206 euro. Il risparmio del Comune (206-32 moltiplicato per dieci mesi) ammonterebbe a 1.740 euro. Quanti sono i bambini frequentanti, figli di separati, iscritti all'anno in corso? Questa evasione che dimensioni ha? Ovviamente la situazione potrebbe essere inversa: Tizio ha i requisiti per la riduzione e Maria no; si tratta di distribuzione equa, che si può mettere in atto semplicemente applicando il duplice calcolo della retta per i figli di genitori separati. Non è socialmente corretto, per pari opportunità, che soldi che potrebbero aiutare altre persone del Comune vadano in tasca a chi non ne ha bisogno. Un Comune oculato dovrebbe correre ai ripari da subito: siamo all'inizio dell'anno scolastico e in termini di rette, ciò che viene applicato adesso non è un diritto acquisito di chi sta ricevendo impropri benefici a sfavore di altri.
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1 commenti:
si, ottimo spunto per una riflessione seria sul problema, che a mio avviso, è più frequente di quanto si pensi. La richiesta del reddito Isee per entrambi i genitori sarebbe una buona soluzione.
Paolo
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