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QUANDO GOVERNEREMO NOI. In previsione delle imminenti elezioni politiche, Forza Italia ha stilato una speciale graduatoria dei seggi più facili e di quelli più difficili da conquistare. Appartengono al primo gruppo, nell’ordine: Seriate (Bg), Morbegno (So), Erba (Co), Zogno (Bg), Albino (Bg). Al secondo: Bressanone (Bz), Appiano (Bz), Merano (Bz), Aosta, Empoli (Fi)… Carpi. Per opposte, evidenti ragioni, “i territori in oggetto vengono considerati marginali, e dunque lasciati al loro naturale destino”.

Ma non disperi, Lorena Borsari (FI), e guardi oltre: alle prossime amministrative, ad esempio; a quelle successive, se necessario. La sua reiterata litania “quando (a Carpi) governeremo noi” suona oggi velleitaria e patetica, solleva sarcasmo ed ilarità; domani, molto probabilmente, assurgerà a lungimiranza politica.

I Ds, infatti, stanno lavorando sodo per servirLe la città su un piatto d’argento: i malumori che accompagnano l’operato dell’attuale Amministrazione sono tali da costituire l’anticamera di ulteriori arretramenti. Sempre più profondo, sempre meno represso, il disagio si fa strada nel sindacato, nelle associazioni, tra i consiglieri comunali… Come vede, l’ipotesi che la sinistra possa dilapidare con le proprie mani l’enorme patrimonio di credibilità, di fiducia (e quindi di consensi) conquistato in decenni di lavoro, d’iniziativa politica, di buon governo, non è affatto irrealistica.
Dulcis in fundo, due dati da prendere con prudenza, ancorché significativi. Primo. Gli iscritti alla Quercia carpigiana garantiscono oggi, col loro attivismo, una base sicura, uno “zoccolo duro” pari al 20% circa dell’elettorato: un contributo notevole, ma inferiore di ben cinque punti rispetto al 1995. Secondo. Un recente sondaggio fa scendere al 60% il voto “fideistico” ai Ds: mai così in basso, nella realtà locale. Mala tempora currunt.