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mercoledì 22 dicembre 2010
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Ricevo e pubblico
Lettera aperta a chi gestisce il riscaldamento delle scuole A. Pio
Venerdi 17/12, ore 9, lezione di risparmio energetico. Fuori ci sono 4°C sottozero.
Nell'aula multimediale delle scuole medie Alberto Pio avverto da subito uno sbalzo di temperatura esagerato. Estraggo il termometro digitale dal mio "kit" dell'energia: ci sono 24 gradi e non sono ancora entrati gli studenti.
Inizia la lezione, mi tolgo il pullover, resto in camicia di cotone, ma il caldo è tale che ben presto gli studenti chiedono anche di aprire un po' le finestre che così resteranno fino alle 12.
Mancano i rubinetti sui termosifoni, di valvole termostatiche manco a parlarne.
Le colleghe mi assicurano di aver fatto presente da tempo questa situazione ma nessuno è mai intervenuto.
Mi reco sempre volentieri nelle scuole che chiedono le nostre lezioni sul risparmio energetico, sono convinto che l'educazione ambientale nelle scuole vada fatta anche così,
parlando di consumi, di riduzione degli sprechi, di cambiamento dei propri stili di vita.
Agli studenti facciamo portare le bollette dei consumi domestici, e lì emergono molti spunti di riflessione.
La lezione viene resa più interessante con semplici esperimenti: misurare il consumo in stand by di un televisore o confrontare i consumi di una lampada a fluorescenza con una ad incandescenza.
Ma come giustificare quel caldo esagerato in aula?
La prima fonte di insegnamento è l'esempio che noi adulti dobbiamo dare agli studenti.
Chi gestisce l'impianto di riscaldamento di quella scuola sta lanciando un messaggio diseducativo, oltre che sprecare prezioso combustibile.
Spero che qualcuno "che conta" legga questa mia lettera e provveda alla regolazione dell'impianto: l'Ambiente e tutti noi lo ringrazieremo.
Covezzi Stefano
insegnante dell'ITIS "Leonardo da Vinci"
Lettera aperta a chi gestisce il riscaldamento delle scuole A. Pio
Venerdi 17/12, ore 9, lezione di risparmio energetico. Fuori ci sono 4°C sottozero.
Nell'aula multimediale delle scuole medie Alberto Pio avverto da subito uno sbalzo di temperatura esagerato. Estraggo il termometro digitale dal mio "kit" dell'energia: ci sono 24 gradi e non sono ancora entrati gli studenti.
Inizia la lezione, mi tolgo il pullover, resto in camicia di cotone, ma il caldo è tale che ben presto gli studenti chiedono anche di aprire un po' le finestre che così resteranno fino alle 12.
Mancano i rubinetti sui termosifoni, di valvole termostatiche manco a parlarne.
Le colleghe mi assicurano di aver fatto presente da tempo questa situazione ma nessuno è mai intervenuto.
Mi reco sempre volentieri nelle scuole che chiedono le nostre lezioni sul risparmio energetico, sono convinto che l'educazione ambientale nelle scuole vada fatta anche così,
parlando di consumi, di riduzione degli sprechi, di cambiamento dei propri stili di vita.
Agli studenti facciamo portare le bollette dei consumi domestici, e lì emergono molti spunti di riflessione.
La lezione viene resa più interessante con semplici esperimenti: misurare il consumo in stand by di un televisore o confrontare i consumi di una lampada a fluorescenza con una ad incandescenza.
Ma come giustificare quel caldo esagerato in aula?
La prima fonte di insegnamento è l'esempio che noi adulti dobbiamo dare agli studenti.
Chi gestisce l'impianto di riscaldamento di quella scuola sta lanciando un messaggio diseducativo, oltre che sprecare prezioso combustibile.
Spero che qualcuno "che conta" legga questa mia lettera e provveda alla regolazione dell'impianto: l'Ambiente e tutti noi lo ringrazieremo.
Covezzi Stefano
insegnante dell'ITIS "Leonardo da Vinci"
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5 commenti:
l'eccesso, lo spreco non è solo lì ma anche in altri edifici pubblici. Vedi biblioteca CarpiBec 04/01/2010
http://carpibec.wordpress.com/2010/01/04/biblioteca-calda/
Impossibile. L'assessore Tosi ci ha assicurato che i due piani energetici del 98 e del 2007 (costati più di 40.000€ in totale), funzionano egregiamente e che non si possono mettere in conto ulteriori risparmi sulla gestione energetica del comune (e quindi non potendo risparmiare energia, si risparmia sul costo del lavoro...)
Evidentemente il termometro della Loria è sballato e gli alunni delle Pio soffrono di disturbi del metabilismo termoregolatore.
Fuori di metafora, abbiamo già pubblicato una volta, basandoci sui dati fornito dall'assessore Tosi, che i ritardi in campo energetico di questo comune, tra mancati risparmi e produzione da fonti rinnovabili ci costano non meno di 250.000€ l'anno, dal 2008 ad oggi.
Non abbiamo anora ricevuto smentite basate sui numeri in merito, ma com'è noto, al comune di Carpi i soldi fanno schifo.
Ma non ci sono i soldi per assumere giovani lavoratori. Che bello il Comune di Carpi! Tanto poi si va a Roma a manifestare e si paga un caffè ai cittadini per dirgli che "abbiamo dovuto tagliare perché il Cav ci ha tagliato i fondi..."
Beata ignoranza.
S.
Confermo! In biblioteca Loria si schiatta dal caldo! Si suda! Chi regola la temperatura???
Carpi la patria della maglieria....se qualcuno avesse eventualmente "freddo" (si fa per dire)a 20-21 gradi, può sempre infilarsi una maglia in più. Spreconi! E poi la menano con il risparmio energetico!!
Sono un'insegnante delle Pio e confermo che anche nella succursale di Piazzale Re Astolfo (davanti alla Loria) da anni, a causa dei termosifoni bollenti, si suda in pieno inverno. Da anni telefoniamo a chi di dovere, ma siamo costretti ad aprire sempre le finestre. Sarà il microclima della piazza......
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