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mercoledì 1 dicembre 2010
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Ci risiamo.
Le ultime dichiarazioni relative alla nuova scuola di Cibeno tornano a tirare in ballo il "Patto di stabilità" e i toni sono sempre gli stessi:
Ora, cos'è questo Patto di Stabilità?
Per quello che posso aver capito io (non me ne vogliano i "tecnici" che seguono questo blog, anzi ci aiutino a capire con commenti più precisi) il Patto di Stabilità nasce dapprima come accordo tra i paesi dell'Unione Europea come strumento di controllo dell'indebitamento, il patto di non eccedere nel deficit e nel debito pubblico per non rischiare di creare situazioni di instabilità che possano poi danneggiare gli altri paesi membri (vedi quanto successo a Grecia e Irlanda).
Perchè il contrario di stabilità è instabilità. Economica, politica, sociale.
I singoli paesi poi elaborano un Patto di stabilità interno con cui pongono dei limiti all'indebitamento degli enti territoriali (regioni ed enti locali).
Ecco il punto: si possono fare tutte le critiche che si vuole ai criteri che vengono stabiliti (eccessiva rigidità, opportunità o meno di applicarli al singolo bilancio di esercizio, rischio di rallentare l'economia riducendo gli investimenti, etc.) ma non si può che ritenere urgente e pressante il problema dell'eccessivo e sconsiderato indebitamento a partire da quello dei singoli individui e famiglie fino ad arrivare a quello degli stati. Perchè questa è la causa della crisi attuale!
Affermare che "grazie all'Unione Terre d'Argine" possiamo eludere al Patto di stabilità mi sembra come quel padre di famiglia che, tornando da un colloquio con la banca, dicesse ai propri figli: "la banca non mi voleva concedere il mutuo per comprare la casa nuova, perchè devo ancora pagare quello vecchio e faccio già fatica ... allora l'ho fatto intestatare alla nonna!" ... Grazie papà!
Il buon padre di famiglia non dovrebbe pensare a come eludere le regole per fare altri debiti (soprattutto se il lavoro non va più bene come una volta, se ha già venduto le ultime azioni che gli davano un po' di rendita e gli ultimi pezzettini di terra che aveva ereditato dai suoi avi) ma, una volta soddisfatti i bisogni fondamentali dei suoi figli, deve pensare a tutto quello che può fare per diminuire il debito che lascerà dietro di sé, anche a costo di imporre alla famiglia qualche sacrificio. Per lasciare ai suoi figli un po' di stabilità.
Perchè il contrario di stabilità è instabilità. Economica, politica, sociale.
Le ultime dichiarazioni relative alla nuova scuola di Cibeno tornano a tirare in ballo il "Patto di stabilità" e i toni sono sempre gli stessi:
Grazie all'Unione Terre D'Argine, che non deve sottostare al patto di stabilità imposto dai comuni dal governo.come in altre occasioni:
Il patto di stabilità ci paralizza (08/11/2010)
Il Patto di stabilità punisce il Comune di Carpi (24/06/2010)
Il patto di stabilità limita fortemente la nostra progettualità (26/06/2010)
le risorse sono bloccate dall'attuale patto di stabilità (24/06/2009)si trasmette continuamente l'idea che il Patto di Stabilità sia una cosa negativa.
Ora, cos'è questo Patto di Stabilità?
Per quello che posso aver capito io (non me ne vogliano i "tecnici" che seguono questo blog, anzi ci aiutino a capire con commenti più precisi) il Patto di Stabilità nasce dapprima come accordo tra i paesi dell'Unione Europea come strumento di controllo dell'indebitamento, il patto di non eccedere nel deficit e nel debito pubblico per non rischiare di creare situazioni di instabilità che possano poi danneggiare gli altri paesi membri (vedi quanto successo a Grecia e Irlanda).
Perchè il contrario di stabilità è instabilità. Economica, politica, sociale.
I singoli paesi poi elaborano un Patto di stabilità interno con cui pongono dei limiti all'indebitamento degli enti territoriali (regioni ed enti locali).
Ecco il punto: si possono fare tutte le critiche che si vuole ai criteri che vengono stabiliti (eccessiva rigidità, opportunità o meno di applicarli al singolo bilancio di esercizio, rischio di rallentare l'economia riducendo gli investimenti, etc.) ma non si può che ritenere urgente e pressante il problema dell'eccessivo e sconsiderato indebitamento a partire da quello dei singoli individui e famiglie fino ad arrivare a quello degli stati. Perchè questa è la causa della crisi attuale!
Affermare che "grazie all'Unione Terre d'Argine" possiamo eludere al Patto di stabilità mi sembra come quel padre di famiglia che, tornando da un colloquio con la banca, dicesse ai propri figli: "la banca non mi voleva concedere il mutuo per comprare la casa nuova, perchè devo ancora pagare quello vecchio e faccio già fatica ... allora l'ho fatto intestatare alla nonna!" ... Grazie papà!
Il buon padre di famiglia non dovrebbe pensare a come eludere le regole per fare altri debiti (soprattutto se il lavoro non va più bene come una volta, se ha già venduto le ultime azioni che gli davano un po' di rendita e gli ultimi pezzettini di terra che aveva ereditato dai suoi avi) ma, una volta soddisfatti i bisogni fondamentali dei suoi figli, deve pensare a tutto quello che può fare per diminuire il debito che lascerà dietro di sé, anche a costo di imporre alla famiglia qualche sacrificio. Per lasciare ai suoi figli un po' di stabilità.
Perchè il contrario di stabilità è instabilità. Economica, politica, sociale.
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7 commenti:
Tralasciando le lamentazioni più o meno strumentali (oh là, una volta tanto posso dirlo anche io) della maggioranza a Carpi, circa i vincoli posti dal patto di stabilità, provo a dire quel che ho capito io, da consigliere comunale, che ogni volta che me lo ritrovo citato in una commissione, tampino assessora e dirigente perchè mi rispieghino come cavolo funziona 'sto patto (e l'impresa è abbastanza ardua. Avrò dei limiti io, ma con una laurea e un master, faccio veramente fatica a capire i criteri su cui si basa)
Quel che è certo è che il patto di stabilità elaborato dal governo, (o meglio i successivi patti di stablità dei successivi governi, dato che le modalità cambiano spesso) dovrebbe servire a contenere l'indebitamento, ma invece mescola voci che hanno a che fare con la capacità di spesa degli anni precedenti con la disponibilità di cassa. Indicatori che in realtà hanno poco a che fare con il reale ammontare dei debiti di un ente locale e, soprattutto, con la sua effettiva solvibilità, ovvero con la sua capacità di pagarli, i debiti (posso aver sbagliato qualcosa nell'interpretazione o per eccesso di sintesi, se qualcuno la sa meglio e ha voglia di cimentarsi, si faccia avanti).
Personalmente trovo il meccanismo cervellotico ed effettivamente lesivo delle autonomie locali.
Per il comune di Carpi ci dicono che il nostro debito è la relativa spesa per interessi, rispetto al totale del bilancio, è compatibile per un ente "sano" (prendiamolo per buono. Io sarei stato un po' più prudente su certe spese e certe opere, ma è un'altra storia), ma che poi ci troviamo a ritardare o a non fare alcune spese per vincoli posti da questi assurdi calcoli, che francamente non credo ci diano garanzie di particolare stabilità (e al tempo stesso hanno consentito in passato che alcuni comuni sforassero allegramente qualsiasi patto e qualsiasi tetto di idebitamento, salvo essere poi ripianati a suon di centinaia di milioni di euro, come nel caso di Catania e di Roma. Vai a sapere perchè loro possono indebitarsi fino a rischiare il default, e a noi ci debbano fare le pulci se prima di spendere per un'opera pubblica, incasseremo, non importa da quale fonte, l'equivalente in cassa corrente, anche se saremmo comunque capaci di pagarci autonomamente il nostro bel mutuo e avendo un bilancio negli ultimi anni sempre in attivo).
Personalmente sono uno di quei pochi a sinistra del PD che ritengono sbagliato il meccanismo dell'indebitamento no-limits per sostenere comunque i redditi. Anche che l'UE ce lo lasciasse fare (come paese), il gioco non regge e soprattutto apre le porte a posizioni di rendita e speculative sul nostro debito che non credo siano di interesse per la sinistra.
Sicuramente però vorrei vedere un meccanismo meno idiota dell'attuale patto di stabilità (per non parlare di una qualità differente della spesa per investimenti di questo comune, ma questo è, appunto, un altro paio di maniche,nonchè uno dei motivi percui sono all'opposizione e non in maggioranza).
I PATTI erano chiari
l'intero zoo per te
e tu dovevi dare
un gatto nero a me.
Volevo un gatto nero, nero, nero
invece è un gatto bianco
quello che hai dato a me
volevo un gatto nero, nero, nero
ma insomma nero o bianco...
il gatto me lo tengo
e non dò niente a te!
Sono nato nel 1971 a Legnago (VR). E ad 1 giorno di vita abitavo a S. Marino di Carpi.
Ho passato glia anni del’infanzia a sentire la nonna che raccontava i suoi di anni in cui c’era la guerra ecc. ecc. All’età di 9 anni i miei si trasferirono a Carpi. Ho vissuto tutto il benessere (?) degli anni ’80. Il babbo di sinistra ( .. nessuno è perfetto..) , con il tipico atteggiamento degli imprenditori carpigiani di quei tempi (“Mè a soun un puvrèt! Minga Agnelli..”) nonché tipico dei comunisti (… ciò che è tuo è anche mio, ma ciò che è mio me lo son guadagnato … Gli altri no vero ? ), insomma per farla breve problemi di soldi in gioventu, mai. E quanti ne ho “sputtanati” e buttati al vento …
Tutto quel che serviva … SERVIVA! Guai a far senza ! “Non stava bene”… (tipica mentalità carpigiana non “da signori”, ma da arricchiti che avevano alcuni amici del babbo, tranne uno, che adesso …) Facciamo un balzo avanti agli anni nostri , perché se no ne avrei da dire …. Ma cosa c’entra con il post sopra ? Che a casa mia 2+2 fa 4 … e la matematica non è una opinione. Da nessuna parte. A Novi serve una scuola Nuova. HO SEMPRE PENSATO CHE SE CI SONO I BESI (..SOLDI..) SI FA. O si trova il modo di trovare i BESI. Altrimenti, si farà come si può. E a casa mia (sopratutto dopo il 2009…) per quel che è NECESSARIO, si trova il modo. Per quel che è NECESSARIO, ma non è NECESSARIO, si può anche far senza … Anche “Se non sta bene” . Questo commento è Dedicato a tutti quei carpzàn ed m…a che negli anni 80 mi han rotto le palle credendo di avere la verità in tasca senza aprezzare ciò che i loro vecchi gli avevano insegnato, ovvero che se ce n’è si spendono, altrimenti no. E ai COMUNISTI MALATI ( c’e’ differenza tra l’idealista e il malato …) faccio notare che NON SIAMO PER NIENTE TUTTI UGUALI, e L’E’ GIUST, quel c’lè GIUST pare mè. Concludo che dopo la gioventù da benestante (?) , mi tocca quindi alla soglia dei 40 anni fare i conti con il patto di stabilità a casa mia. Mentre invece chi amministra la cosa pubblica, invece di guardare in faccia la realtà ( si potrebbero fare tante cose con quel che esiste già ..) vogliono costruire i TEMPLI del SOCIALE a FUTURA MEMORIA. Ma do piò do, fa quatèr a cà d’tòt!
Davide Boldrin
P.S. : non vorrei si equivocasse sui Comunisti, dato che Paluan ha commentato per primo. A mè quel signore lì è simpatico, e secondo mè non è neppure un Comunista...
... sempre a parlar di soldi...
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