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domenica 5 dicembre 2010
MOZIONE  SU  IMMIGRAZIONE       

Premettiamo fondamentalmente quanto segue. 

Il delitto  di  Novi, maturato  all'interno di un nucleo familiare pakistano, ha rivelato in modo drammatico una realtà presente  nei nostri Comuni, più ampia di quanto si pensi, e colpevolmente ignorata. 

L'immigrazione è una necessità per il nostro sistema economico  ed è una risorsa se accompagnata all'integrazione, mentre diventa un problema  se l'integrazione non si realizza o è rifiutata. 

L'integrazione non è  assimilazione, concetto che una società liberale come la nostra respinge. Perciò ogni straniero ha il diritto di mantenere la sua religione e la sua identità culturale. 

IL  CONSIGLIO  COMUNALE,  rilevato però: 

Che ci sono gruppi estesi etnico-religiosi di immigrati che, all'apparenza composti da buoni cittadini e  lavoratori, rafforzano al loro interno  tradizioni arcaiche di oppressione e di violenza  di cui le principali vittime sono donne; 

Che questi gruppi continuano a vivere, all'interno del microcosmo familiare ed etnico-religioso, come se non fossero in Italia e in Europa; 

Che rifiutano il confronto con la società che li ha accolti, con il nostro sistema di diritti e di doveri, che praticano l'assoluta e indiscussa autorità maschile, i matrimoni imposti e  sovente la  violenza; 

Rilevato inoltre che: 

Esiste una notevole sottovalutazione e incomprensione del fenomeno da parte delle autorità locali e soprattutto degli amministratori comunali; 

Esiste una sostanziale impotenza da parte dei servizi sociali e scolastici verso ciò che avviene all'interno di queste comunità e delle famiglie (come dimostra la vicenda di Novi); 

SOTTOLINEATO che ciò produce: 

Sottovalutazione della gravità del fenomeno e delle sue implicazioni (fino a quando non succede l'evento drammatico); 

Mancanza di quell'attenzione particolare e delle strategie conseguenti che sarebbero necessarie da parte delle autorità locali, i cui progetti per l'integrazione degli immigrati  sono inadeguati,  

Sottolineato inoltre che : 

Questa carenza di attenzione è tanto più grave e verso le donne e in  particolare verso le adolescenti che, tramite la scuola e i mass-media, maturano visioni  più libere per il loro futuro ma sono lasciate sole; 

È opposto all'integrazione che permangano estese enclave arcaico- patriacali dove si applicano vecchie ed oppressive consuetudini dei paesi di provenienza; 

Questi comportamenti sono incompatibili con il nostro ordinamento e facilitano per reazione spinte razziste e xenofobe; 

AFFERMATO  pertanto che: 

La permanenza nelle nostre città richiede necessariamente l'accettazione di un percorso che porti all'accettazione dei valori  del paese in cui si vive, e cioè la tolleranza, la libertà di religione e di disporre della propria vita e del proprio futuro; 

CONSTATATO  che:

Sono inadeguate le politiche locali e dei servizi fin qui praticate;

C'è una sottovalutazione da parte degli amministratori pubblici che in primis devono farsi carico di questi problemi per non lasciare una eredità sempre più esplosiva;

Una questione di tale portata ( sono oltre l'11% gli immigrati ) richiede di essere affrontata con impegno eccezionale, con politiche e strumenti specifici e finalizzati, in grado di costringere le comunità e i  nuclei familiari ad adottare diverse strategie di relazione;

Questo è  un compito ineludible da parte di una comunità democratica;

TUTTO CIO'  PREMESSO  IL CONSIGLIO  COMUNALE  SI IMPEGNA, E IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA,  A: 

  • adottare una strategia di negoziazione diretta con le comunità di immigrati in particolare con quelle più chiuse;
  • definire un patto  di INTEGRAZIONE , con la precisa definizione dei diritti e dei doveri, delle regole della convivenza validi erga omnes  da sottoscrivere da parte delle autorità locali e dai capi delle comunità etnico -religiose e con la responsabilizzazione delle stesse comunità al loro rispetto; 
  • costitutire il Consiglio delle Comunità  con all'interno una rappresentanza femminile ( oppure due Consigli: uno maschile e uno femminile) che controlli il rispetto del patto, discuta  e verifichi  il processo di integrazione;
  • insistere con  una campagna di alfabetizzazione civica, con la collaborazione dell'associazionismo e del volontariato;
  • orientare una parte dei sevizi sociali ad un intervento specifico e continuativo nei confronti delle comunità di immigrati soprattutto quelle dove sono più problematici  i processi di integrazione e delle famiglie soprattutto con giovani e minori; 
  • avviare una indagine capillare (anche attraverso questionari specifici ), nelle famiglie e nelle scuole, sulla condizione dei rapporti familiari, delle donne e degli adolescenti e soprattutto delle adolescenti;
  • definire le misure amministrative da adottare nei confronti di chi non rispetti il patto sottoscritto.

    IL CONSIGLIO COMUNALE DI CARPI si impegna e impegnerà  l'Unione  perchè il delitto di Novi non rimanga senza conseguenze concrete ma rappresenti l'occasione per compiere un salto di qualità  nelle politiche locali verso gli immigrati.  
     

Firmato: i Consiglieri di Alleanza Per Carpi 

Giliola Pivetti

e

Giorgio Verrini

3 commenti:

Lorenzo Paluan ha detto...

Ma visti i numeri della violenza sulle donne nelle brave e buone (ed evidentemente "arcaico patriarcali") famiglie carpigiane, denunciati giusto un paio di settimane fa nel corso del consiglio comunale aperto dedicato alla violenza sulle donne (di tutti i colori e di tutti i credi religiosi e forse addirittura delle atee), le famiglie carpigiane il patto per rispettare le libertà di scelta delle proprie donne, con chi lo dovrebbero fare?

Giliola Pivetti ha detto...

Hai ragione, Lorenzo, è una questione trasversale e difficile, e le botte fanno male da qualunque etnia provengano. Noi abbiamo ragionato così: chi pratica la violenza in quanto carpigiano ha una forma mentale di competenza dello psichiatra, non del sindaco, e i provvedimenti che si possono prendere sono ampiamente protocollati. Chi pratica la violenza perchè la sua etnia lo incoraggia ha bisogno di essere conosciuto e gli interventi culturali non tentati sono imperdonabili e sono di competenza anche dei politici. Crediamo inoltre che le ragazze adolescenti straniere siano più sole con questo problema di quanto non lo sia una adolescente carpigiana. Noi proviamo a proporre qualche intervento specifico. Il fatto che i numeri pesino di più sul versante degli oriundi carpigiani non ci toglie la necessità di intervenire anche sui numeri delle donne straniere.

Davide Boldrin ha detto...

...Bho, a me comunque l'ODG di APC Piace.
Vederlo come un punto di partenza, è possibile ?

Buldrein da r'vree.

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