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mercoledì 10 febbraio 2010
11:40 |
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Ecco due esempi lampanti di come la stessa notizia può essere data in due modi contrapposti:
Da Modena Qui
Lavoro nero e concorrenza sleale cinese si insinuano ancora una volta nel tessuto industriale carpigiano.
Grazie a nuovi controlli delle forze dell’ordine all’interno di ditte gestite da cinesi sono emerse di nuovo irregolarità nell’assunzione del personale.
Nella serata di lunedì agenti della polizia di Stato, coadiuvati dalla Municipale delle Terre d’Argine e da personale dell’Inps, si sono recati presso quattro laboratori (in via Pola esterna, via Curiel, via Volta e via San Giacomo), effettuando accertamenti sui dipendenti e sulla documentazione contabile.
Su un totale di 25 lavoratori, 5 sono risultati non regolarmente assunti.
«Purtroppo - commenta Simone Morelli, assessore alle Politiche economiche - il lavoro nero è un fenomeno preoccupante: plauso alle forze dell’ordine per l’operazione».
I controlli non hanno riscontrato la presenza di clandestini, segnale che la continuità delle verifiche interforze, ormai da alcuni anni attivate nei laboratori della città, e le pesanti sanzioni penali e amministrative comminate hanno messo in guardia gli stranieri responsabili delle ditte.
Ma evidentemente non fino al punto di far comprendere in toto l’importanza del rispetto delle regole: «Da parte nostra - continua l’assessore - tutti devono osservarle, indipendentemente dalla razza o dall’etnia.
E’ fondamentale, soprattutto in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, che tutti gli imprenditori operino con la massima correttezza.
Il nostro è un territorio dall’imprenditoria sana: il nostro distretto di riferimento, quello del tessile abbigliamento, non presenta problematiche così forti come quelle che si riscontrano in altre zone.
Un mercato regolato e pulito: così si potrà tornare a far girare l’economia».
La concorrenza sleale è da sempre nel mirino delle associazioni di categoria.
Come la Lapam, che da anni studia il fenomeno della subfornitura straniera: «Niente di nuovo - dichiara Carlo Alberto Medici, responsabile Lapam Carpi, commentando la notizia - questa vicenda presenta due aspetti: uno positivo inerente ai controlli, e uno negativo, per la preoccupante intensificazione del fenomeno».
Daniele Franda
Da L'Informazione
Nessun lavoratore clandestino trovato nei numerosi interventi di polizia
Controlli: «Cinesi quasi in regola»
«Multe salate e sanzioni penali hanno fatto effetto»
I laboratori tessili gestiti da cinesi non impiegano più manodopera clandestina. E’ questa la sorpresa che emrge dagli ultimi controlli di polizia. Certo restano delle irregolarità ma non l’impiego di clandestini. Nella sera di lunedì, personale del Commissariato e della Polizia Municipale delle Terre d’Argine, insieme a personale dell’Inps, ha effettuato controlli mirati in ditte gestite da cittadini cinopopolari, attive nella produzione e rifinitura di capi di abbigliamento.Sono state verificate quattro ditte, in via Pola esterna, via Curiel, via Volta e via San Giacomo, identificando, complessivamente 25 lavoratori, molti dei quali impegnati nel lavoro. Il controllo ha determinato l’irrogazione di sanzioni amministrative per la presenza complessiva di cinque lavoratori che non sono risultati regolarmente assunti. Non è stata riscontrata la presenza di clandestini. «Segnale - precisano dal commissariato - che la continuità dei controlli interforze e le pesanti sanzioni penali e amministrative comminate, ha convinto i responsabili della Ditte ad operare con lavoratori in regola».
E voi come lo vedete questo bicchiere?
Da Modena Qui
Cinesi, è ancora concorrenza sleale
Blitz della polizia nelle aziende: 5 operai irregolari su 25
Lavoro nero e concorrenza sleale cinese si insinuano ancora una volta nel tessuto industriale carpigiano.
Grazie a nuovi controlli delle forze dell’ordine all’interno di ditte gestite da cinesi sono emerse di nuovo irregolarità nell’assunzione del personale.
Nella serata di lunedì agenti della polizia di Stato, coadiuvati dalla Municipale delle Terre d’Argine e da personale dell’Inps, si sono recati presso quattro laboratori (in via Pola esterna, via Curiel, via Volta e via San Giacomo), effettuando accertamenti sui dipendenti e sulla documentazione contabile.
Su un totale di 25 lavoratori, 5 sono risultati non regolarmente assunti.
«Purtroppo - commenta Simone Morelli, assessore alle Politiche economiche - il lavoro nero è un fenomeno preoccupante: plauso alle forze dell’ordine per l’operazione».
I controlli non hanno riscontrato la presenza di clandestini, segnale che la continuità delle verifiche interforze, ormai da alcuni anni attivate nei laboratori della città, e le pesanti sanzioni penali e amministrative comminate hanno messo in guardia gli stranieri responsabili delle ditte.
Ma evidentemente non fino al punto di far comprendere in toto l’importanza del rispetto delle regole: «Da parte nostra - continua l’assessore - tutti devono osservarle, indipendentemente dalla razza o dall’etnia.
E’ fondamentale, soprattutto in una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, che tutti gli imprenditori operino con la massima correttezza.
Il nostro è un territorio dall’imprenditoria sana: il nostro distretto di riferimento, quello del tessile abbigliamento, non presenta problematiche così forti come quelle che si riscontrano in altre zone.
Un mercato regolato e pulito: così si potrà tornare a far girare l’economia».
La concorrenza sleale è da sempre nel mirino delle associazioni di categoria.
Come la Lapam, che da anni studia il fenomeno della subfornitura straniera: «Niente di nuovo - dichiara Carlo Alberto Medici, responsabile Lapam Carpi, commentando la notizia - questa vicenda presenta due aspetti: uno positivo inerente ai controlli, e uno negativo, per la preoccupante intensificazione del fenomeno».
Daniele Franda
Da L'Informazione
Nessun lavoratore clandestino trovato nei numerosi interventi di polizia
Controlli: «Cinesi quasi in regola»
«Multe salate e sanzioni penali hanno fatto effetto»
I laboratori tessili gestiti da cinesi non impiegano più manodopera clandestina. E’ questa la sorpresa che emrge dagli ultimi controlli di polizia. Certo restano delle irregolarità ma non l’impiego di clandestini. Nella sera di lunedì, personale del Commissariato e della Polizia Municipale delle Terre d’Argine, insieme a personale dell’Inps, ha effettuato controlli mirati in ditte gestite da cittadini cinopopolari, attive nella produzione e rifinitura di capi di abbigliamento.Sono state verificate quattro ditte, in via Pola esterna, via Curiel, via Volta e via San Giacomo, identificando, complessivamente 25 lavoratori, molti dei quali impegnati nel lavoro. Il controllo ha determinato l’irrogazione di sanzioni amministrative per la presenza complessiva di cinque lavoratori che non sono risultati regolarmente assunti. Non è stata riscontrata la presenza di clandestini. «Segnale - precisano dal commissariato - che la continuità dei controlli interforze e le pesanti sanzioni penali e amministrative comminate, ha convinto i responsabili della Ditte ad operare con lavoratori in regola».
E voi come lo vedete questo bicchiere?
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11 commenti:
Non sto a sindacare se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, ma vorrei che ci si preoccupasse anche di cosa è pieno o vuoto.
Fuor di metafora: per mestiere mi capita di girare per aziende, anche del tessile, ed è inutile che continuiamo a lagnarci del lavoro nero e dei contoterzisti cinesi o delle delocalizzazioni in Bielorussia o in Bangladesh se prima non ci si pone il problema della trasparenza delle filere di fornitura e subformitura, a cominciare dalla trasparenza dei prezzi praticati dai committenti.
Se entro in un laboratorio famigliare di cinesi e trovo che stanno lavorando come subfornitori di subfornitori di un grande marchio carpigiano, pagati 2 euro al pezzo per capi che finiscono nei negozi a diverse decine o centinaia di euro, a me viene da pensare che lo sbandierato made in italy e i pianti di tanti imprenditori contro la concorrenza sleale dei cinesi (che loro hanno tirato su a suon di commesse a prezzi da fame), siano in realtà una gran presa per i fondelli del consumatore e dei piccoli imprenditori che chiederebbero solo di lavorare per prezzi decenti.
I nostri grandi imprenditori vogliono la tutela del made in italy? Bene.
Sono pronti a rendere trapsarenti le condizioni economiche delle loro filiere?
Se il lavoro viene pagato il giusto prezzo, magari qualche italiano torna a lavorare (in regola) e si riduce il mercato per chi opera nella zona grigia del lavoro nero e dell'evasione di ogni forma contributiva, cinesi o non cinesi che siano.
La soluzione è fare come i carabinieri.
Prima di addormentarsi mettono sul comodino un bicchiere pieno d'acqua e uno vuoto. Perchè?
Perchè durante la notte possono avere sete oppure no.
Basta fare come i carabinieri. Prima di addormentarsi mettono sul comodino un bicchiere pieno d'acqua e uno vuoto: perchè durante la notte possono avere sete oppure no.
Il problema cinesi è sempre più grave e si estente a macchia d'olio anche perchè nessuno ha il coraggio o la voglia di denunciare o rifiutare i servizi ( scadenti) che i cinesi offrono illegalmente e a bassissimo prezzo ai Carpigiani e Modenesi.
Pochissimi o nulli sono i controlli nei bar, ristoranti, parrucchieri, e questi ci sguazzano aumentando l'offerta in concorrenza sleale, e radicadosi sempre più nel territorio usufruendo di privilegi e di Carpigiani compiaceti che comprendoli affittano in neronegozi e appartamenti e gli vendono le proprie attività realizzando quasi il doppio del proprio valore, in buona parte in nero ( senza preoccuparsi da come arriva tanto denaro in contanti da parte cinese).E per fortuna che sarebbero più poveri di noi e bisognosi di aiuto! Mi sa che sono più scaltri e furbi di tutti, ci continuano a "fregare" e noi abbocchiamo come pesci.
Ma dove sono i controlli?
Steve
Anni fa creo' scandalo la Nike perchè faceva cucire manualmente palloni da calcio a dei bambini permettendosi così di vendere un buon prodotto a basso costo...
molti nostri imprenditori carpigiani,senza scrupoli, si arricchiscono continuando a produrre sulla pelle di altri uomini..non mi sento di condannare i cinesi, i turchi o i pachistani, ma chi li sfrutta..tanto i loro connazionali quanto certi nostri imprenditori locali..
non ho mai sentito lamentarsi imprenditori per aver trovato della mano d'opera a basso costo..
e poi ci lamentiamo se lavorano in nero e di notte...vorrei vedere voi se foste presi per fame cosa fareste...
va bene combattere il lavoro nero ma durante i controlli occorrerebbe controllare anche per che ditte lavorano questi lavoratori per combattere chi li sfrutta.
Roberto Arletti
Ben detto Lorenzo. Il fatto è che per molti imprenditori è molto meglio sfruttare i subfornitori ed i subsubfornitori e guadagnare così un sacco di soldi (da spendere in barche, ville, automobili, e magari da portare in Svizzera) che mantenere "pulita" la filiera. Peccato che con questa visione di breve periodo l'imprenditore italiano ha distrutto il made in Italy, ha mandato in crisi tante piccole aziende. Un bel grazie a queste persone, detto con il cuore. Sul commento di Steve non mi esprimo, si esprime (a fatica) da se..
Andrea
E infine, un'ultima chicca imparata di recente: se vogliamo veramente risolvere il problema dei clandestini, dovremmo risolvere il problema del lavoro nero, spero che su questo si sia tutti d'accordo.
Peccato che con la Bossi-FIni, il lavoratore che denduncia il datore di lavoro che lo tiene in nero, non otterrà comunque come in passato il permesso di soggiorno (econ cui poi trovare un lavoro regolare).
Secondo: sempre la Bossi Fini, obbligha i lavoratori stranieri a stare in Italia fino a 65 anni, se voglliono rivedere i loro contributi INPS per una pensione che non ve3dranno mai se tornano al loro paese.
Però se perdono il lavoro per più di sei mesi, diventano clandestini e vengono rispediti al paese proprio senza possibilità di rivedere i loro soldi.
Quindi, se anche un lavoratore straniero, dopo dieci o venti anni che sta qua, se ne volesse tornare a casa, il governo ha fatto in modo che ci debba pensare due volte (i soldi versati all'inps, per loro rappresenterebbero un discreto capitale, nei paesi d'origine), e quindi li obbliga in qualche modo a rimanere (per la gioia dei leghisti, che questi provvedimenti hanno votato)
Battere l'economia in nero, risolverebbe di per sè gran parte del problema dei clandestini (altro che decreti di espulsione e CIE (gli ex CPT), che violano ogni forma di diritto e costano un fottio di milioni all'anno per "intercettare" una frazione minima di clandestini in Italia (stiamo parlando di 20.000 espulsioni all'anno a star larghi, quando i clandestini in Italia si stimano a 500-700.000),
Ma ci sono troppi italiani a cui va bene che l'economia in nero di questo paese rappresenti almeno il 25% del PIL, quindi preferisce sbattere via 200 milioni nei prossimi tre anni per 4000 nuovi "posti" nei Centri di Identificazione ed Espulsione (che sono dei lager dove vige la sospensione di ogni diritto, dato che gli "ospiti" non hanno neanche quelli previsti per i carcerati "normali"), anzichè dare quei soldi a ispettorati del lavoro e magistratura per fare il loro dovere e far pagare chi da tutto questo commercio di carne umana ci guadagna davvero.
Ma possibile che siete tutti ciechi e sordi,il problema degli extracomunitari non si risolve con "poverini se perdono il lavoro devono essere accompagnati alla frontiera".
Innanzi tutto ciò non è vero, non riescono a mandare via nemmeno chi ha il decreto di espulsione immediata ed è stato più volte arrestato e rilasciato per reati o invitato a lasciare il paese perchè gli è scaduto il permesso di soggiorno.La Polizia mi ha confermato che nè loro nè altri accompagnano alla frontiera( non hanno nemmeno i soldi per pagargli il biglietto di ritorno)se ne dovrebbero andare da soli, ma ciò è raro che accada.Ci sono poi vari sistemi, (con l'appoggio di italiani in vari settori amministrativi dove percepiscono bustarelle per compilare falsi documenti) per poter avere il permesso di soggiorno falsi e difficilmente rintracciabili dalle Forze dell'Ordine. Vi sono una marea di clandestini che rimangono tali e nessuno riesce a identificarli ( o non si vuole). Si passa sopra anche a chi fa la elemosina davanti ai supermercati, e non è per fame, ci sarebbe la Caritas o altri enti che potrebbero aiutarli, è più probabile visto che sono sempre gli stessi che ci siano organizzazioni malavitose coinvolte.
Vi sono poi in incremento extrac. che continuano a fare concorrenza sleale con attività "illecite" o al limite della legge o poco rispettose delle norme, e in questo modo aumentano illegalità e creano ricchezza in modo facile e veloce approfittando di controlli assenti o minimi con rischi bassissimi, li vediamo girare con automobili costosissime nuove(per abbassare il fisco delle loro imprese) e con grosse o impegnative attività come investimenti da riciclaggio, ma non vedendo la tracciabilità e la provenienza del danaro( hanno solo contati e non fanno assegni, non usano bancomat)riescono a far finta che il loro potere economico "gli sia piovuto dal cielo". Addirittura mi hanno riferito che un cinese ha comprato un capannone da un italiano della zona, portando 1 milione di euro, molto più del suo valore, in una scatola da scarpe. Di questi esempi ve ne sono a centinaia ormai da queste parti e questi stranieri che sfruttano anche i loro connazzionali non vengono mai perseguiti se non in piccolissima parte, di loro dobbiamo dire poverini.....Con tutti i problemi che abbiamo in Italia, aumento della deliquenza e delle rapine,aumento della disoccupazione di italiani, impoverimento continuo dei ceti medi,mancanza di ammortizzazioni sociali per chi perde il lavoro, o non là mai avuto,aumento dei contratti di lavoro a tempo determinato al posto di quello indeterminato, aumento di evasione fiscale, ecc....
Steve, ma dacci un taglio. Non sei nemmeno riuscito a capirlo il messaggio di Paluan. Sveglia!!
Anonimo, il mio rimbrotto non era riferito a lui ma a te ed ad Andrea sei tu che ti devi dare una svegliata anzi una vera rinfrescata al cervello ammesso che funzioni anche se pare a regime ridottissimi.
Comunque se avete le idee confuse su come viene utilizzato il decreto di espulsione andate a chiederlo a Polizia e Carabinieri, i dati forniti anche se fossero quelli ufficiali dello Stato Italiano e del Ministero dell'Interno non sono la realtà della situazione in essere, ma sono di granlunga sovrastimati.
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